"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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martedì 8 dicembre 2009

Dibattito sul Lago: il parere di V. Rabassi


Il lago di Cavazzo e l’etica politica. “Libertà è partecipazione...”.
Ma per il lago di Cavazzo è tutta un’altra storia.




“Libertà è partecipazione...” cantava Giorgio Gaber. Se fosse ancora vivo il signor G., sarebbe da chiedergli se trasparenza, informazione, partecipazione e condivisione siano di “sinistra” o di “destra” . Sono in molti (anche senza sforzarsi a imitare il signor G.) a chiedersi se esista ancora un’etica nella politica e se per appartenere a un partito servano ancora certi ideali e certi valori o se ormai tutto questo sia passato in secondo piano, superato. A chiederselo sono anche i cittadini della val del Lago, traditi dal voto favorevole delle loro amministrazioni comunali all’ampliamento della centrale di Somplago, amareggiati per il mancato coinvolgimento, stupiti e delusi dall’atteggiamento e dai silenzi delle stesse. Il quesito nasce dalla convinzione che la partecipazione attiva della popolazione nell’amministrazione di un Comune costituisca uno straordinario esercizio di democrazia. Trasparenza, informazione e condivisione sono poi principi guida fondamentali soprattutto quando le scelte divengono importanti. In questi casi, più che mai, superare le frammentazioni e attivare la forza del “fare insieme” per avere più peso e capacità contrattuale diventano strategici e qualificanti. Tutto sommato, trasparenza, informazione e condivisione si possono tradurre semplicemente in buona politica (nel caso a cui mi riferisco ci sta anche “intelligente”). Si dice che questi argomenti siano di “sinistra”, ossia siano più propri a persone e movimenti di sinistra e alle amministrazioni di sinistra. Ma non sempre è così. L’eccezione (mi auguro che la regola sia confermata) la forniscono i sindaci dei Comuni della val del Lago (Cavazzo, Bordano, Trasaghis) unitamente al sindaco del Comune di Verzegnis, tutti di sinistra o vicini alla sinistra. Questi sindaci non si pongono minimamente il problema di vivere l’impegno politico, come dice il codice etico del loro partito (il Pd), «con responsabilità, di confrontarsi e di dare conto del proprio operato» né di sostenere «un modello di comunicazione basato sull’ascolto, sul dialogo, sulla chiarezza di espressione» o tanto meno di impegnarsi «a condurre il confronto con volontà d’intesa», o infine di favorire «la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione democratica nelle forme più inclusive». Costoro si mostrano come figure di altri tempi, si sentono padroni delle cose e delle persone. Pieni della delega ricevuta con il voto, come se il tempo e le esperienze passate non avessero lasciato traccia e insegnamento; dispongono anche per gli altri, non motivano le scelte fatte e non rispondono alle domande che da più parti vengono poste. È evidente e indiscutibile che chi ha responsabilità di amministrare deve prendere delle decisioni. Ma chi prende le decisioni senza coinvolgere anche gli altri (coloro che li hanno votati come coloro che non l’hanno fatto), senza conoscere cosa ne pensano, senza condividere le scelte e motivarle, allora non esercita la democrazia. E quando non si fa democrazia, non ci sono garanzie dell’inviolabilità dei diritti, del rispetto degli impegni presi. Ben lungi dal voler insegnare, vorrei concludere con un suggerimento e un invito a tutti i consiglieri comunali di Bordano, Cavazzo, Trasaghis e Verzegnis che dovranno avvalorare le scelte fatte dai propri sindaci. Il suggerimento è solo quello di sperimentare una mentalità aperta per ascoltare, approfondire, valutare e decidere insieme: questo potrà condurre a risultati vincenti. Sull’ampliamento della centrale di Somplago è necessario decidere su dati e analisi, non su opinioni personali o di pochi individui. L’invito è quello di far proprie le domande rivolte dai comitati, che di seguito riporto, rimaste da tanto tempo senza risposta e di interpellare i propri sindaci. 1) Se il progetto di ampliamento della centrale di Somplago non provoca danni al lago, come affermano la società Edipower e i sindaci, perché si chiedono «mitigazioni ambientali» e «compensazioni»? 2) Sono stati fatti degli studi e delle ricerche sulla qualità e sulla quantità di fango che si sono depositate nel lago di Verzegnis, in 50 anni, e se lo stesso finirà nel lago di Cavazzo per effetto delle correnti generate sul fondo dall’afflusso delle acque captate dal fiume Tagliamento e ripompate da valle? 3) Come mai nell’assemblea del 12 ottobre scorso, organizzata dalle amministrazioni di Trasaghis e Bordano, il tecnico di fiducia dei Comuni non ha esposto alcuna osservazione sul progetto, ma ha semplicemente proceduto a illustrarlo, come se si trattasse di un tecnico incaricato dalla società Edipower? 4) Con il comportamento tenuto fino a oggi, i sindaci e le amministrazioni comunali non corrono il rischio di essere usate dalla società Edipower contro il territorio e la loro gente? 5) Per quali motivi si è trattato con la società Edipower per oltre un anno senza informare la popolazione sul progetto? 6) Nelle delibere dei Comuni di approvazione del progetto si legge che in caso di mancata osservanza del limite fissato per le escursioni, in 1 metro per il lago di Cavazzo e in 9 metri per il lago di Verzegnis, verranno definite apposite clausole di salvaguardia da inserire in un successivo accordo. Non vi sembra che da ciò derivi la possibilità di superare i livelli citati e che il lago venga venduto un tanto a spanna? 7) Secondo la logica adottata delle “mitigazioni ambientali” e delle “compensazioni”, qual è il valore in euro che viene attribuito al lago? 8) Per quali motivazioni il Comune di Trasaghis, senza disporre degli elaborati di progetto, ha espresso parere favorevole già il 4 luglio 2008? 9) A quanto ammontano le “compensazioni” concordate con la società Edipower per ciascun Comune? 10) Le amministrazioni comunali sono a conoscenza che a fronte di un finanziamento di 100 milioni di euro la società Edipower ricaverà un utile di circa 500 milioni di euro in 15 anni? Mi auguro che i consiglieri partecipino e decidano in autonomia di giudizio. “Libertà è partecipazione...”, partecipazione è democrazia.
Valentino Rabassi già assessore comunale di Trasaghis

(dal "Messaggero veneto" del 7 dicembre 2009)

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