"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

venerdì 30 luglio 2010

Spirt dalessàn


Cari lettori e frequentatori del blog, riprendiamo un attimo i diversi discorsi avviati per fare il punto e delineare possibili percorsi di prosecuzione.

E' evidente a tutti che col confronto civile non si risolveranno tutte le cose ma almeno si potranno affrontare le difficoltà con uno spirito migliore. Quando saremo vecchi potremo forse fare anche un'«analisi sociologica» degli interventi e dei contributi, per ora cerchiamo di confrontarci "pacatamente e serenamente".

Il tema posto da c.r. merita di essere approfondito: qual è la posizione, se c'è una posizione, degli alessani? Esiste ancora, per usare un orribile neologismo, la "dalessanitas"? Siamo ancora capaci di muoverci, e come, per le cause ritenute giuste? Abbiamo, cari Anonimi, l'umiltà di ammettere di non avere l'unica verità in tasca o, quantomeno, di cercare di capire che le cose possono anche essere osservate da angolazioni diverse? Siamo soprattutto capaci di non affibbiare facili patenti denigratorie a Tizio o Caio e di cercare di comprendere le posizioni diverse?

La foto allegata a questo post richiama ai tanti momenti in cui Alesso è "sceso in piazza". Come è cambiato, in una massificazione conformistica che è ormai dilagante, questo atteggiamento?

Quanto valgono le posizioni individuali e quanto sono ancora valide le forme dell'associazionismo e della rappresentatività? (ricordiamoci del dibattito, non ancora pienamente sviluppato, sul senso della "Lettera aperta")

Nella discussione sulle varie energie, si saprà trovare un punto d'incontro?

Sono tante le tematiche, dunque, che possono nascere anche da un banale blog di paese. Proviamo a contribure a tener viva la discussione e ad arricchirci reciprocamente (e, già che ci siete, date anche una valutazione al sondaggio proposto in alto a destra: al po' jessi una cragna, ma cul contribût di ducj al po' rivâ a cressi).

giovedì 29 luglio 2010

Dibattito sul Lago: l'opinione di C. Polano

SOMPLAGO Uno studio serio e risposte precise

Messaggero Veneto — 27 luglio 2010

Mentre ancora non è stata chiarita la posizione del ministero dell’Ambiente, in merito al parere favorevole che avrebbe concesso al progetto Edipower, è doveroso sottolineare la posizione dei comitati che si oppongono a questo devastante progetto. In una loro recente conferenza stampa è stato nuovamente sottolineato il pesante impatto ambientale del progetto, che, se posto in essere, darebbe il colpo di grazia al nostro lago, che già presenta notevoli problematiche, soprattutto in campo ambientale. Un ulteriore raffreddamento del bacino a causa del continuo rimescolamento a cui sarebbe sottoposto con il continuo passaggio delle sue acque da un lago all’altro, l’intorbidamento creato dall’accumulo di fango nel bacino dell’Ambiesta che in parte sarebbe movimentato verso il lago di Cavazzo e infine un saliscendi continuo del suo livello da un minimo di un metro a un massimo di due e mezzo, significherebbe la sua fine come ecosistema, trasformandolo in un semplice catino da riempire e svuotare ogni giorno. Purtroppo le amministrazioni comunali rivierasche, che già da tempo hanno detto sì al progetto con delibere o con un silenzio/assenso, che oggi non vogliono, chissà perché, rimettere in discussione, si renderanno responsabili con gli anni della trasformazione del nostro lago in un fiume freddo e fangoso. Lo dicono gli esperti (geologi e ingegneri) che i comitati hanno interpellato e i cui lavori sono stati pubblicamente presentati e che finora non hanno ricevuto smentite. Sembra di assistere al gioco delle tre carte con annesso scaricabarile, che in Italia è purtroppo molto praticato. Roma dà o avrebbe dato il “placet” al progetto Edipower e così la Regione (forse) troverà la strada spianata per fare altrettanto, perché anche i Comuni hanno detto sì, con l’illusione di compensazioni, che oggi nessuno ha avuto il coraggio o la volontà di rendere pubbliche. Semmai ci saranno, perché pagare un qualcosa (il danno ambientale) quando la controparte con superficialità a priori ha già detto sì? L’autunno sarà il momento della verità e gli scenari sono foschi anche perché la Regione non risponde alla richiesta dei comitati e di qualche tardiva amministrazione, di far eseguire uno studio serio da parte di terzi sul progetto, con relativo modello in scala che dovrebbe essere pagato, come prevede la legge, dal committente e cioè da Edipower. Tutte domande che esigono risposte precise, che tardano ad arrivare o addirittura non arriveranno mai. Nel frattempo il balbettio di qualche sindaco sull’argomento si perde nella calura estiva.
Claudio Polano, Gemona

mercoledì 28 luglio 2010

Lago, i Comitati replicano agli Industriali


Comitati: uno scempio la centrale raddoppiata

da: Messaggero Veneto — 27 luglio 2010

CAVAZZO. «Gli industriali hanno come obiettivo il lucro, il profitto, ed è normale che lo perseguano. I comitati hanno come obiettivo l’ambiente e la qualità della vita. Ed è logico che anche loro perseguano il loro fine». Franceschino Barazzutti, del comitato “Movimento Mont”, replica decisamente alla presa di posizione del presidente degli industriali udinesi Adriano Luci, che recentemente ha annotato come per ogni progetto da intraprendere ci sia un comitato contrario. In particolare si riferisce all’ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago e al problema della fame di energia a basso costo da parte dell’industria. «I comitati - denuncia Barazzutti - non sorgerebbero qualora le istituzioni politiche e le associazioni di categoria funzionassero. Oggi i comitati rappresentano la sfiducia della popolazione verso una certa politica, verso un certo modo di fare affari che oggi esplode sulla cronaca nazionale, con legami poco chiari». Il rappresentante del comitato entra nel vivo della questione centrale del lago dei Tre Comuni. «Il progetto Edipower prevede di passare dal pescaggio degli attuali 66 metri cubi al secondo a 111 m3/s. Il presidente Luci non può capire che questo ridurrebbe il volume del lago, cambiandone il livello, producendo fanghi con danni rilevantissimi a flora e fauna del posto». «Se non lo capisce è male, ma se lo capisce - chiosa Barazzutti - è ancora peggio». Per il Comitato l’aumento di produzione di energia previsto per la centrale non coprirebbe il fabbisogno energetico della regione. «L’energia qui prodotta va per lo più in Veneto e non nella nostra regione. Come mai Confindustria va a visitare la centrale solo quando questa è stata privatizzata?» si chiede Barazzutti. Regione e industriali, per il “Comitato Mont”, non sono stati lungimiranti quando, tempo addietro, si è parlato della vendita della centrale ai privati: avrebbero dovuto acquisirla assieme alla centrale di Ampezzo, per fornire le zone industriali di Osoppo, Amaro e Udine. «Non l’hanno fatto allora e oggi vanno a disturbare le popolazioni della Valle del But e del Carso con i loro elettrodotti». Una società mista, pubblica e privata, avrebbe potuto risolvere anche la questione della captazione dell’acqua sia per scopo alimentare che energetico su tutta la nostra montagna. «Giustifico inoltre- prosegue Barrazzutti, il rappresentante degli industriali carnici Federico Gollino perché è giovane, ma avrebbe dovuto far presente a Luci e alla direzione della centrale di Somplago quanti danni, profondi, ha lasciato la gestione delle acque dell’allora Sade nella montagna non solo friulana, di cui ancora si sentono i risvolti negativi». ( g.g. )

lunedì 26 luglio 2010

Dibattito sul Lago: se ne discute anche a Gemona

La discussione in corso sul futuro del Lago trova uno spazio di interrogativi anche a Gemona, dove (sul sito www.contegemona.it ) ci si interroga se non sia il caso di affrontare il problema in un'ottica intercomunale.


Il lago di Cavazzo è lontano. Non è un nostro problema


È passato un mese dal parere positivo del Ministero dell’Ambiente al progetto di raddoppio per la centrale Edipower nel lago di Cavazzo. Ora la palla passa in mano alla Regione, che dovrebbe esprimersi entro fine anno. Il progetto, come avevamo già dato notizia, prevede l’ampliamento dell’attuale impianto di Somplago attraverso la costruzione di una nuova condotta.
Di giorno l’acqua del lago di Verzegnis fornirebbe l’energia alle turbine, mentre la notte, quando la domanda di elettricità è inferiore, verrebbe ripompata su a monte.
Da mesi fervono le proteste e le proposte. I Comitati per la difesa del lago, anche a fronte delle 9.000 firme raccolte, chiedono alla Regione di affidare a specialisti terzi lo studio del progetto e delle possibili alternative, elaborando anche un modello in scala che consenta di verificarne l’impatto sull’ambiente. I comuni di Bordano, Cavazzo, Trasaghis, e Verzegnis, più direttamente coinvolti nel progetto, hanno dato parere positivo, seppure condizionato e ciascuno avanzando una propria specifica posizione. Chi chiede compensazioni economiche e sgravi sui costi dell’energia, chi controlli più approfonditi e maggiori assicurazioni sull’impatto del nuovo impianto.
E Gemona? Qual è la posizione del maggiore comune del territorio? Durante la recente presentazione della «Città dello sport», il project manager Enzo Cainero ha affermato che si dovrà tener conto della presenza del lago di Cavazzo, una risorsa imprescindibile per gli sport acquatici. Ma sarà compatibile con l’amplimento della centrale? E per quanto riguarda il turismo? Il lago non ci riguarda, considerato il cospicuo numero di gemonesi che vi trascorrono le domeniche estive? A quanto pare, no. Il sindaco Paolo Urbani e i suoi assessori finora non si sono espressi. Non hanno rilasciato alcuna dichiarazione in merito. Né pro né contra. Come il problema non li riguardasse. Del resto, il lago è lontano: 12 km. Come andare e tornare da Ospedaletto a Campo Lessi. Non è certo un problema loro.

domenica 25 luglio 2010

Dibattito sul Lago: una lettera aperta per la discussione


Lettera aperta

Un gruppo di cittadini si rivolge ai politici per esprimere la propria contrarietà all’ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago

(da http://www.ilfriuli.it/if/cronaca/45539/)

Di tutti i progetti sull'utilizzo delle acque pubbliche, alle prese da anni con i gravi dissesti ambientali provocati dalle captazioni, quello relativo al lago di Cavazzo è probabilmente tra i più controversi e, di certo, visti dalla gente come un assalto ingiustificato all'ambiente.

Il pompaggio delle acque del lago durante la notte nei bacini di raccolta soprastanti e il loro successivo svuotamento di giorno, al fine non di produrre più energia, ma di lucrare sul differenziale di prezzo dell'energia in base alla fascia oraria, è fortemente contestato perché i fortissimi sbalzi di livello dell'acqua provocheranno gravi guasti a un'ambiente naturale già fortemente provato, come emerso nel corso della nostra inchiesta pubblicata nel settembre del 2009, quando un esperto naturalista denunciò il grave pericolo cui sarebbero esposte le specie che nidificano nell'area protetta.

Ecco il testo della lettera aperta indirizzata ai rappresentanti politici in merito all'ampliamento della centrale Idroelettrica di Somplago.

"Egregi Onorevoli, Presidenti, Assessori e Consiglieri Regionali,

con la presente ci rivolgiamo a voi singolarmente, quali rappresentanti istituzionali democraticamente eletti dai cittadini del Friuli¬Venezia Giulia, per segnalarvi nuovamente l'urgenza di un vostro intervento in merito all'ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago per scongiurare la devastazione del lago dei Tre Comuni.

E' da mesi attivo un comitato per la difesa del lago che si è fatto carico di esaminare il progetto della ditta Edipower, procedendo con rilevazioni, misurazioni, comparazioni dei dati con altra documentazione scientifica, per delineare portata e conseguenze dell'impatto sulla valle e sul lago. Il comitato ha già avuto modo di portare alla vostra attenzione l'urgenza di intervenire a difesa del territorio per impedire che un soggetto privato lucri compromettendo un bene pubblico (appartenente quindi alla collettività).

Purtroppo la richiesta inoltratavi dai Sindaci e dai Comitati per commissionare uno studio a professionisti super partes (che non beneficino in alcun modo di profitti derivanti o conseguenti all'ampliamento della centrale idroelettrica e dalla produzione di energia elettrica) è rimasta inascoltata, ed è per questa ragione che desideriamo sottoporla di nuovo alla vostra attenzione. Questa richiesta rappresenta “il grido di allarme” espresso da oltre 8000 cittadini.

Per voi non significano niente? Vi incitiamo allora a riconsiderare la petizione depositata mesi fa, ad immaginare per ciascuna firma un volto, le generazioni succedutesi, il desiderio di tutelare il lago, salvaguardare il proprio territorio e la memoria storica. Il lago in passato era fonte di reddito per molte famiglie di pescatori ed il microclima consentiva la coltivazione di frutteti e le famiglie vivevano dignitosamente. Con la S.A.D.E., l'autostrada e con il metanodotto poi, il territorio venne violentato e vennero meno le fonti di sostentamento.

Le promesse di uno sviluppo occupazionale e di conseguenza economico ricadente su tutta la valle furono disattese. Tuttavia, si sono fatti molti sforzi per rendere il lago più fruibile agli abitanti della zona ed ai turisti grazie alla volontà degli amministratori locali, ai contributi regionali ed erogati dall'Unione Europea (contributi pubblici), che hanno permesso la realizzazione di sentieri, ponteggi, stagni ecologici didattici ecc. Gli investimenti fatti verranno letteralmente gettati in acqua, in spregio ai cittadini che hanno versato tasse ed imposte. Ci auguriamo che il vostro silenzio non sia da imputare alla convinzione che il lago possa essere sacrificato in nome della speculazione finanziaria derivante dalla produzione dell'energia elettrica, in nome del così detto progresso che tale non sarebbe. Perché se così fosse temiamo che non siate stati ben informati. Decidere in base ad informazioni parziali non dovrebbe essere indice di buon governo. Una simile decisione non sarebbe, invece, indice di scarsa lungimiranza dati l'importanza ed il valore che l'acqua acquisirà nel tempo, lo sviluppo turistico ed i conseguenti nuovi posti di lavoro?

Ci auguriamo che non decidiate di assestare il colpo mortale ad un territorio già messo a dura prova da scelte sciagurate passate. Non abbiamo certo la presunzione di suggerirvi come amministrare il territorio, né ricordarvi che la Regione Friuli¬Venezia Giulia è una Regione Autonoma.

Desideriamo invitarvi a rileggere la L.R. n. 43/1990 prestando particolare attenzione all'art. 4, a ponderare prima di deliberare una sentenza di condanna per il lago e la valle. Una decisione superficiale, non supportata da studi e valutazioni scientificamente approfondite ci condannerebbe ad assistere impotenti, nostro malgrado, alla rovina dell'ambiente in cui viviamo e nel corso degli anni, come è avvenuto in passato, a sopportarne i costi (disagi, mancato sviluppo turistico, inquinamento, ecc.).

Tiziana De Cecco
Alessandro Cecchini
Angela Zilli
don Fausto Quai
Sandra Stefanutti
Giacomino Toffoletto
Giovanni Lenardon
Gianfranco Cargnelutti
Cristina De Cecco
Ermino De Cecco
Luciano De Cecco
Claudio De Cecco
Fanny Cucchiaro
Sara De Monte
Licinio Tosolini
Monica De Cecco
Aldo Magro
Daniele Magro
Recana Londero
Elviana De Cecco

sabato 24 luglio 2010

Lago, il parere (scontato) degli industriali

Luci promuove l’ampliamento della centrale

da: Messaggero Veneto — 23 luglio 2010

CAVAZZO CARNICO. «Prima di parlare è sempre meglio conoscere e approfondire le cose. Con questa visita mi sono fatto un’idea di quanto poco impattante è una centrale di questo tipo. L’energia è un bene prezioso, la utilizziamo tutti e per questo va prodotta. Qui ci sono state presentate strategie e prospettive dell’azienda. Spiace però constatare che ogni volta che si vuol intraprendere un progetto c’è sempre un Comitato contro che si costituisce. Sarebbe invece più opportuno affrontare con concretezza le questioni, cercando di analizzare la situazione con obiettività e senza preconcetti, guardando oltre per progredire e non per regredire». E’ quanto ha dichiarato il presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, a margine della visita che, assieme al capodelegazione di Tolmezzo Federico Gollino e al direttore Ezio Lugnani, ha effettuato alla centrale Edipower di Somplago. A illustrare alla delegazione confindustriale il progetto di ampliamento della centrale è stato il capo nucleo Salvatore Marchese. Gli studi e le ricerche effettuate, riportati nello Studio di impatto ambientale prodotto per la procedura Via (valutazione d’impatto ambientale) dimostrano, ha spiegato, la compatibilità ambientale del progetto che mira alla valorizzazione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica. Il progetto prevede l’ampliamento dell’impianto mediante l’installazione di due gruppi reversibili per una potenza complessiva di circa 124 MW e la realizzazione di una seconda galleria (lunga 8,5 km), in affiancamento alla galleria esistente, al fine di permettere il pompaggio dell’acqua tra il lago di Cavazzo e il serbatoio di Ambiesta. L’istallazione dei due nuovi gruppi reversibili consentirà, a parità di acqua utilizzata, un’ aumento della produzione e della potenza nelle ore di maggior richiesta, con una diminuzione della produzione da fonte termoelettrica fossile.Inoltre, l’ampliamento di Somplago costituisce il naturale completamento dell’impianto in quanto era già stato previsto al momento della costruzione della centrale negli anni ’50. Tale ampliamento utilizzerà, pertanto, opere già realizzate completamente o in parte senza la necessità di doverne costruire ex-novo. Il progetto non prevede alcuna modifica delle concessioni di derivazione attualmente in essere e quindi non comporta, è stato detto, alcun incremento dell’acqua attualmente utilizzata, né variazione alcuna dei livelli attuali massimi e minimi nei laghi di Cavazzo e Verzegnis con escursioni che rimarranno pari a quelle attuali già inferiori a quanto previsto dai disciplinari. Nella fase precedente l’avvio dell’iter autorizzativo, iniziato nel settembre del 2008, è stata promossa una serie di studi e ricerche (geologiche, idrogeologiche, biologiche) da parte di enti specializzati che hanno indirizzato a scelte progettuali non impattanti. L’ampliamento della Centrale di Somplago, ha concluso l’esponente di Edipower, comporterà circa 25-30 mesi di attività, a partire dall’ottenimento delle autorizzazioni, l’impiego di 60 addetti nella fase di picco e un investimento pari a circa 100 milioni di euro, con rilevanti ricadute positive sull’indotto locale.


COMMENTO: C'era qualcuno che si sarebbe aspettato un parere diverso da parte degli industriali?
(A&D)

giovedì 22 luglio 2010

Eolico nostrano: un pronostico

A leggere i giornali, pare che, sui progetti legati all’eolico si stiano giocando credibilità e speculazioni (v. Sardegna). Nell’isola felice trasaghina la discussione è ancora in corso: affidarsi all’eolico per trovare un’energia pulita o rinunciare alla stessa per non turbare il volo dei grifoni?

Trasaghis: il 2 agosto il consiglio decide sul parco eolico

Da: Messaggero Veneto — 20 luglio 2010

TRASAGHIS. Lunedì 2 agosto il consiglio comunale di Trasaghis deciderà se esprimere parere favorevole o contrario in merito alla realizzazione di un parco eolico nella zona industriale. La criticità dell'intervento è legato alla vicinanza della Riserva naturale del Lago di Cornino e del Sito di interesse comunitario (Sic) “Valle del medio Tagliamento”, in particolare in relazione al Progetto di reintroduzione del Grifone nell'area. Intanto il sindaco di Trasaghis Augusto Picco ha ribadito la richiesta alla Regione di un monitoraggio più ampio e delle osservazioni tecniche approfondite per quanto riguarda l'intera area su cui insisterà il parco eolico «È vero come aveva segnalato di recente il Wwf – ha detto Picco – che la criticità dell'intervento nei confronti di questa o di altre specie viene evidenziata nella procedura di Via, però è anche vero, stando sempre al documento, che il passaggio sotto i 100 metri di Grifoni o di altri uccelli nella zona è molto limitato. Certo è che nessuno vuole mettere in pericolo l'intero ecosistema in un Sic finanziato da anni dalla Regione e questa non solo è la volontà del comune di Trasaghis ma anche della ditta privata che vorrebbe realizzare il progetto». Ogni decisione perciò è rimandata al 2 agosto ossia quando il Comune di Trasaghis, assieme a tutti gli altri Enti interpellati dalla Regione, dovranno esprimersi sul progetto del parco eolico. Una decisione attesa che tiene sulle spine le associazione ambientaliste come ad esempio il Wwf contrario al progetto. Dario Venturini

Ai nostri lettori proponiamo, più che un sondaggio, un vaticinio: COME ANDRA’ A FINIRE?
Quale sarà la sfumatura di verde a prevalere? Avrà più peso la ricerca di un’energia pulita o il lento planare del grifone?
Si accettano, se non scommesse, perlomeno previsioni.

martedì 20 luglio 2010

Lago, un'iniziativa per il recupero della memoria


PERCHE' NON PROVATE A RACCONTARE LE "ESTATI SUL LAGO" DELLA VOSTRA GIOVENTU'?

"Cuant ch'o lavin al Lâc…" il ricordo di tanti anziani, da tante parti del Friuli, va spesso alle estati trascorse al Lago dei Tre Comuni, ai bagni in un'acqua ancora non resa fredda dai lavori idroelettrici che sarebbero arrivati alla fine degli anni '50, alle feste da ballo sul breâr o all'interno del dancing, alle scampagnate sui prati.
Erano gli anni immediatamente seguenti alla fine della seconda guerra mondiale, quando schiere di turisti avevano ripreso a frequentare il maggior lago della regione, quello di Cavazzo che, dal 1948, aveva anche, per decisione concorde delle tre amministrazioni comunali rivierasche, assunto la denominazione "Lago dei Tre Comuni". Il clima di quegli anni, denotante la gioia per la pace ritrovata e l'ottimismo per le prospettive del futuro traspare, fra i tanti esempi possibili, da un articolo, siglato I.C., apparso sul Messaggero Veneto nel 1955: “Il lago dei Tre Comuni, il maggior specchio d'acqua del Friuli, è un lago che riteniamo di poter definire popolare; una gran vasca senza troppi comfort, dove ci si può bagnare anche se (questo vale per le ragazze, si intende) il costumino non è proprio all'ultima moda, secondo i dettami del sarto francese in voga. Un lago sulle sponde del quale si possono anche lasciare le cartacce, a colazione al sacco consumata che, tanto, nessuno fa osservazione. (…) Ogni estate (e non ci risultano, almeno dal dopoguerra, stagioni di magra) le sue sponde si popolano di turisti. Sono triestini, goriziani, carinziani; migliaia di persone.
E' un lago che, nonostante tutto, è un'attrattiva turistica: una fonte indiretta di benessere per popolazioni di zone abitate da uomini e donne che, e non drammatizziamo certo, quanto a benessere non hanno conosciuto a tutt'oggi che il peso della gerla o la via dell'emigrazione. ”.
Questo è il clima, l'atmosfera, con cui tanti friulani, tanti triestini ricordano le estati sul Lago. E quest'estate viene riproposta una singolare iniziativa, la raccolta delle testimonianze di quanti, nei decenni passati, hanno frequentato con affetto il Lago. Sul blog del Centro di Documentazione del Comune di Trasaghis viene descritta la proposta: "Proviamo a ricostruire quel clima, il calore di quelle giornate, l'allegria di quelle estati. E' un invito che viene rivolto a tutti: raccontate la vostra testimonianza, diteci come vi siete trovati sul Lago, narrateci dell'emozione di quei giri in barca, tirate fuori dal cassetto dei ricordi il rossore di quando vi siete innamorati tra barche e cespugli…".
Le testimonianze (come commenti al blog http://blog.libero.it/centrodocalesso/, oppure con una mail inviata all'indirizzo centro_doc_alesso@libero.it, magari anche allegando delle foto) forniranno non solo materiali per un nostalgico "come eravamo" ma potranno essere utili per ribadire il legame con il più vasto lago della regione o offrire magari lo spunto per una riflessione sul modo di leggere il rapporto che oggi abbiamo col territorio e operare conseguentemente per la sua salvaguardia.

(Da: http://www.ilgiornaledelfriuli.net/ )

lunedì 19 luglio 2010

Lago, il parere tecnico dell'ing. Franzil

Somplago, tutti i conti dell'ampliamento

da: Messaggero Veneto — 17 luglio 2010, pagina 17

Dibattito In questo periodo di crisi economica è scoppiata la corsa all’oro, spesso oro sporco. II dio denaro ha sempre meno scrupoli e il comportamento sociale sempre più deludente! Finalmente si capisce perché in tanti vorrebbero realizzare centrali a biomasse altamente inquinanti, non curandosi dei danni ambientali, con il colpevole consenso o apparente disinteresse delle amministrazioni. Similmente si comprende perché aziende produttrici di energia elettrica vorrebbero ampliare e ristrutturare centrali come quella di Somplago sul lago di Cavazzo! Signori politici che governate, sindaci, consiglieri regionali, egregio presidente Tondo, perché state nicchiando, quali interessi avete a non difendere la vostra gente da queste continue aggressioni? Ricordatevi che sarete responsabili di tutto quanto accadrà. Cosa direte ai vostri figli, non lo so, ma è certo che dovrete aver coraggio, un domani, a mostrare la faccia per strada! La democrazia è partecipazione, ascolto popolare, quello che in Svizzera si chiama referendum amministrativo, per tutti i problemi sociali che vanno al di sopra della normale gestione del bene pubblico ossia per i problemi socio-ambientali che possono alterare la vita dei cittadini tanto nel bene quanto nel male. Quanto segue, se già lo sapete, lo voglio raccontare alla mia gente (e ai friulani cui voglio bene) perché ha sempre pagato e potrebbe pagare ancora ingiustamente, se voi non interverrete contro la speculazione dei famosi “furbi” del sistema. Ripeto che certi finanziamenti per fonti rinnovabili, che poi non sono proprio tali nella pratica, sono un vero scandalo per il contribuente, in quanto regalie a sproposito a causa di una legge iniqua! Sono una cuccagna per i “favoriti” che sfruttano senza scrupoli le opportunità offerte dai politicanti di turno. Lo sapete che, con l’ampliamento della centrale di Somplago, solo con il contributo dei certificati verdi, potrebbero guadagnare una cifra del 60% maggiore di quella ricavabile dal commercio dell’energia elettrica prodotta anche con l’uso del riciclaggio? No, presidente Tondo, non lo potevate sapere! Se non ci credete indagate e non lasciate defraudare e guastare i beni della vostra gente, a cui non viene altro che danni e stenta ad arrivare a fine mese. A ogni modo ve lo illustro, il perché, dal famoso “riciclaggio idrico”, per produrre corrente, attualmente tanto decantato da produrre dubbi al disinformato ascoltatore, non deriva soltanto la disgrazia dell’inquinamento con i relativi costi e conseguenze. Con la liberalizzazione del mercato elettrico avviato in Italia chi produce energia da fonti non rinnovabili (energia sporca), chi importa, o la usa in centrali ibride (perché stimola inquinamento) deve fino al 2010 (poi aumenta) riversare in rete una quantità di energia pulita pari al 7,55% della energia sporca che gestisce, con l’esclusione di 100 Gwh/A, oppure deve acquistare un corrispondente numero certificati verdi (Cv). Questo per rientrare nell’accordo di Kyoto: ridurre l’inquinamento del 17-18% entro 2020. I certificati verdi costituiscono una forma di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il certificato verde è emesso dal Gestore dei servizi energetici (Gse) su comunicazione del produttore e riguarda la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dell’anno precedente o la producibilità attesa nell’anno in corso o nell’anno successivo e rappresenta 1 Mwh di energia elettrica. Per il 2010 il prezzo minimo base scambio dei certificati verdi (1 certificato verde = 1Mwh), stabilito dal Gse, è di 112,82 euro/Cv. Nel caso dell’ampliamento proposto per la centrale di Somplago l’energia non proveniente da fonti rinnovabili (energia sporca) necessaria per attivare il pompaggio sarebbe di 353 Gwh/A. Quindi l’energia da convertire in certificati verdi o da immettere “pulita” in rete sarebbe: (353 - 100) Gwh/A x 0,0755 = 19 Gwh/A = 19.000 Mwh/A = 19.000 certificati verdi. Per contro, l’energia producibile dalla centrale risulterebbe di 677 Gwh/A. In base a questa produzione, secondo l’attuale normativa, si ricava che l’energia finanziabile con i certificati verdi sarebbe: 677–7,55 = 669,45 Gwh/A = 669.450 Mwh/A = 669.450 certificati verdi. Ora tutti possono rendersi conto che a fronte di una spesa per acquisto di certificati verdi di 2.143.580 euro (19.000 Mwh/A x 112,82 euro/Mwh/A) la società proprietaria della centrale di Somplago ottiene un finanziamento in certificati verdi di 75.527.350 euro (669.450 Mwh/A x 112,82 euro/Mwh/A). L’incasso netto per la società (per differenza) è di 73.383.770. Questi gli incentivi che la società riceve dallo Stato ogni anno. Vediamo ora quanto vale sul mercato l’energia prodotta dalla centrale di Somplago. Con la liberalizzazione della produzione di energia elettrica introdotta dal “Decreto Bersani” il produttore di energia elettrica da fonti rinnovabili ha l’opportunità di cedere l’energia prodotta mediante il sistema di negoziazione della borsa elettrica organizzata e gestita dal Gestore del mercato elettrico (Gme). La borsa elettrica o mercato elettrico è un mercato telematico in cui è scambiata l’energia secondo un meccanismo basato sulle quantità di energia richieste e offerte dagli operatori che vi partecipano. I prezzi che si formano sul mercato assumono valori differenti in base alla zona di mercato e alla fascia oraria. Ritornando al nostro calcolo, se prendiamo in considerazione i prezzi orari dell’energia della borsa elettrica del 31 maggio scorso e calcolandone il prezzo medio, risulta che per le 10 ore di pompaggio notturno (ossia nelle ore in cui la centrale acquista energia per azionare le pompe), il prezzo è 43,4 euro/Mw, mentre per le 8 ore di funzionamento in produzione di energia (di giorno, energia venduta) è 70 euro/Mw. Se si rapportano i prezzi sopra riportati con l’acquisto e la produzione annua di energia della centrale si ha: energia acquistata dal mercato per il funzionamento delle pompe: 19.000 Mw x 43,4 euro/Mw = 824.600 euro; energia prodotta dalla centrale e venduta al mercato: 669.450 Mw x 70 euro/Mw = 46.861.500 euro. Quindi la resa della produzione per differenza è di 46.036.900 euro l’anno. Tutto questo utile è aziendale mentre alla gente arrivano solo disgrazie, e voi, signori amministratori dei beni della comunità, lascereste fare candidamente? Se i friulani fossero come i nostri “cugini” meridionali, la cui solidarietà è comunque ammirevole, ci sarebbe ben di che ribellarsi contro tutti dopo oltre mezzo secolo di vessazioni. Continuando con i conticini, e passando a studiare la bolletta Enel per uso domestico negli ultimi sei mesi, risulta che la tassazione media sul costo da pagare è di 1,76% quale quota energia (A3) per contribuire allo sviluppo delle fonti “veramente rinnovabili” e non per regalie a centrali ibride inquinanti. Quindi come cittadino libero da padroni e portavoce della mia gente e difensore dell’ambiente rimprovero il silenzio generale della classe dirigente e la sua inesistenza nella difesa del territorio, quale bene comune. E rimprovero a coloro che sono rimasti muti: “Legambiente” batti un colpo, “Verdi” dove siete mai? Siete forse diventati grigi? Se non vi fate sentire su problemi grossi come la devastazione del lago di Cavazzo e della sua valle, a cosa servono le vostre organizzazioni che noi sosteniamo? Badate tutti quanti a non tradire la vostra gente fin troppo pacifica tollerante e civile, poiché spezzata la corda, la spada di Damocle... A buon intenditor poche parole.
Dino Franzil - Tarcento

sabato 17 luglio 2010

Alesso, sagra di luglio


La Sagra di Luglio, tradizionale appuntamento festaiolo di Alesso, ritorna in Piazza, come avveniva storicamente nelle prime edizioni.
Quest'anno si struttura in due giornate: sabato 17 e domenica 18 luglio.
Si inizia sabato dalle 17 con la gara di tiro con la fionda e intrattenimento per i più piccoli con giochi all'aperto; in serata, musica con i Cimel Live (che propongono cover italiane).
Domenica 18 avrà luogo la 26° gara sociale di pesca sportiva organizzata dall'APS Val del lago. In serata, si balla con gli "Stile libero" (liscio, latino, anni '70 e '80) e, per i più audaci, la prova del Karaoke.
Durante la festa sono in funzione fornitissimi chioschi con particolari specialità date dalla carne alla brace e dalla selvaggina.
Appuntamento quindi con la sagra proposta e organizzata dalla Pro Loco di Alesso.

giovedì 15 luglio 2010

Dibattito sul lago: il parere di prè Gjulio

Il nesti lâc a riscjo

Dal 1975 chei che a fasevin la autostrada a vevin stabilît di fâ doi plaçai di area di servizi inta campagna dongja dal lâc: miârs di metros cuadrâts. Duta la int a à lotât, tignût dûr, ocupada la nesta cjera , fint che il President da Regjon, Toni Comel, al è vegnût di persona a fermâ il progjet. E cumò, magari sterps e baraçs, ma, inveza di un planâli di peton e di catram, j vin la nesta cjera.
Cumò a ulin ruvinânus il lâc. Cun pompas cu la bocja granda como una galarìa, a intindin di zupânus su l'aga dal lâc fint intal lâc di Verzegnas. Ma parcè? Par cjapâ beçs, par ve pui aga che a ven ju a movi las turbinas da centrâl e par vendi la corint che a fasin. Cu la nesta aga, cul nesti lâc, lôr a àn di deventâ siorons. A disin che il nivel da l'aga al cressarà e al calarà nomo di un metro in dì (il lâ e il tornâ al sarès ogni dì), ma
1) e se lôr a fasin calâ il lac di doi, di tre, di cuatri o cinc metros, cui ju ferma?
2) E cuant che ches bocjatas di pompas a zupin l'aga, a tirin su il paltan che, in tancj agns, dopo il disastro da centrâl da Sade, a si è ingrumât metros e metros sul font dal lâc. Alora al deventa duta una malta di paltan, e cuant che l'aga paltanada a torna ju di Verzegnas, ce devential il nesti lac?
3) Metìn, al ven un an di sec, como ch'al è capitât tantas voltas; il lâc a si sbassa. Lôr a zupin simpri l'aga che a ur coventa e alora ce devential il nesti lâc? Una poça di paltan, par simpri.
E dut e nomo par che lôr a cjapin beçs, beçons, ansit, a disin chei che a si intindin unavora pui di me.
E pai lôr beçs nô j vin di viodi a murî il nesti lâc.
Int di Delès, j no ài mai fat il predi fra di vuâtis par intares. E alora crodeitmi: no stait a lassâsi tirâ ator das tabajadas da l'Azienda Edipower che a ûl meti inmò di pui las mans sul nesti lâc. A contin nomo balas, parcè che a fasin par intarès! E cuant che i grancj a fasin par intarès, a scjafoin la cosiença, la justizia e la int.
Tal grant e tal piçul, il beç al è carogna, e al deventa il diu dal mont.
Intant il Comun al à dî a la int clâr se al à aprovât il progjet, se al saveva ce che al aprovava e s'al intint di comedâ las rôbas.
Fasìn di dut par chest disastro che a nus ruvina la pui biela roba che j vin a Delès a nol deventi!
Mandi
Pre Gjulio plevan
(di 37 agns di Delès)

(da: Dalès, un timp par vivi, luglio 2010)

martedì 13 luglio 2010

Lago, un articolo su "Pense & Maravee"

Nuovi rischi per il lago di Cavazzo?


Mobilitazione contro l'ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago

La centrale in caverna, costruita dalla Società Elettrica di Elettricità (SADE) entrò in funzione alla fine degli anni '50. E' dotata di tre turbine capaci di utilizzare 22mc/s di acqua ciscuna per un totale massimo di 66 mc/s,, provenienti, attraverso una galleria lunga 8,5 km , dal bacino di carico di Verzegnis, al quale confluiscono attraverso gallerie le acque del Tagliamento, del Lumiei, del Degano e della Vinadia. La massa d'acqua turbinata viene scaricata nel lago di Cavazzo e da questo, attraverso una galleria, nel torrente Leale per confluire nel Tagliamento nei pressi di Peonis. La corrente elettrica prodotta finisce altrove.

Le ricadute sul lago.

Lo scarico nel lago delle acque provenienti dalla Carnia, rese ancora più fredde dal lungo percorso in galleria, ha abbassato la temperatura del lago con conseguente mutazione del microclima della valle, ha provocato l'oscillazione del suo livello ( per concessione di 4 mt, da quota 192,90 a 196,90 m.slm, ma negli ultimi anni contenuta in 30 cm per un accordo tra Comuni rivieraschi ed Enel), ha riversato nel lago con l'acqua torbida una parte dell'abbondante quantità di fango accumulatosi sul fondo del bacino di Verzegnis, lì apportato dalle acque provenienti dai citati corsi della Carnia.

Il progetto di potenziamento.

Il progetto della società proprietaria Edipower prevede l'aggiunta di ulteriori due turbine reversibili, diverse dalle tre attuali in quanto capaci di produrre energia turbinando l'acqua proveniente dal bacino di carico di Verzegnis e, viceversa, fornendo loro energia elettrica, di pompare acqua dal lago di Cavazzo a detto bacino.
Il funzionamento di tali due nuove turbine richiede la costruzione di una nuova galleria di alimentazione e di rimando dalla centrale al bacino di Verzegnis della lunghezza di 8,5 km. La quantità d'acqua turbinata dalle 3+2 turbine salirà da 66 mc/s a 110 mc/s che verrà accumulata nel lago per essere ripompata durante la notte nel superiore bacino di Verzegnis.
Il progetto è basato esclusivamente sulla enorme differenza del prezzo dell'energia tra le ore di punta del giorno e quelle di bassa domanda della notte. La differenza tra la quantità di energia prodotta e consumata è negativa (produce il 40% in meno dell'energia che consuma), ma la differenza tra ricavi e costi presenta un notevole profitto per la società Edipower anche grazie ai certificati verdi con prezzo maggiorato riconosciuto all'energia così prodotta. Trattasi quindi di un progetto esclusivamente speculativo. Il progetto è stato da tempo depositato presso i Comuni interessati di Bordano, Cavazzo Carnico, Trasaghis e Verzegnis, la Regione ed i Ministeri competenti.
Le conseguenze sul lago. Sarà trasformato in bacino di scarico-accumulo con ulteriore abbassamento della temperatura, aumento della variazione del livello e del l'apporto di fango. Sarà la fine del lago.

I Comitati contro il progetto.

Per contrastare simile distruttivo progetto speculativo si sono costituiti Comitati spontanei che hanno svolto un'intensa azione di informazione e di mobilitazione della popolazione, promuovendo assemblee, conferenze stampa, articoli e promuovendo una petizione di oltre 9 mila firme presentata agli Enti competenti. I Comitati hanno avanzato la ferma richiesta affinché il progetto Edipower venisse affidato dalla Regione ad un gruppo di specialisti terzi per vagliarne le alternative, opzione zero compresa.

Gli Enti pubblici.

I Comuni, allettati dalle "compensazioni" loro promesse, hanno inizialmente espresso un parere favorevole. La Regione ha inizialmente sospeso il proprio parere richiedendo delle integrazioni e chiarimenti sui quali non si è pronunciata. Solo recentemente e senza revocare il parere favorevole già espresso i Comuni di Cavazzo Carnico e di Trasaghis hanno richiesto alla Regione di affidare a un gruppo di specialisti terzi l'esame del progetto Edipower per vagliarne le alternative, opzione zero compresa. La Regione attraverso l'Assessore De Anna non ha accolto tale richiesta trincerandosi dietro la mancanza di fondi.
E' di questi giorni la notizia che il Ministero dell'Ambiente ha espresso parere favorevole al progetto Edipower. Tale parere del Ministero è stato facilitato dai pareri positivi espressi dai Comuni e dall'atteggiamento pilatesco e dilazionatorio della Regione, che ora praticano un vergognoso rimpallo delle responsabilità, mentre sono entrambi responsabili di aver abbandonato il lago di Cavazzo ai voleri di Edipower.

La battaglia dei Comitati continua.

Che i due Comuni abbiano fatto propria la richiesta dei Comitati affinché la Regione affidi a degli specialisti indipendenti lo studio del progetto e delle sue alternative è un primo parziale successo, al quale è però necessario segua la revoca delle iniziali loro deliberazioni recanti pareri positivi, nonché una forte azione comune con i comitati per strappare alla Regione la realizzazione di tale studio alternativo. Diversamente la loro è solo una mossa tattica rivolta a coprire le loro reali responsabilità di aver anteposto alla difesa del lago le "compensazioni", di aver creato i presupposti per il parere positivo del Ministero, di aver gestito l'argomento sin dall'inizio con una grave carenza di trasparenza.
Ora l'obiettivo dei Comitati è evitare il rimpallo di responsabilità tra Comuni e Regione per nascondere la sottostante contrarietà al gruppo di esperti, insistere perché la Regione formi tale gruppo di specialisti terzi senza accampare carenza di mezzi dal momento che la legge prevede che sia Edipower a finanziare tale studio, vigilare affinché che tali specialisti siano veramente terzi. Piegarsi non paga, lottare paga. I Comitati continueranno a lottare per salvare il lago di Cavazzo, patrimonio anche dei Gemonesi, per vincere la prepotenza della speculazione e l'indifferenza di troppi.
Franceschino Barazzutti
Già sindaco di Cavazzo Carnico

(Pense e Maravee n. 2, giugno 2010, p. 6)

sabato 10 luglio 2010

Lago, un articolo sul sito della Diocesi


AMBIENTE

«Il lago di Cavazzo rischia di diventare una palude»

L'allarme dei comitati, contrari all'ampliamento della centralina di Somplago

UDINE (6 luglio, ore 16) - Sono tornati alla carica i comitati per la tutela del lago di Cavazzo, oggi, dicendo ancora una volta no al progetto di potenziamento della centrale di Somplago. Un’iniziativa promossa da Edipower e che ora desta qualche perplessità anche nei sindaci sei quattro comuni interessati, Verzegnis, Cavazzo, Trasaghis e Bordano. La Regione, dal canto suo, attende uno studio tecnico prima di esprimersi il cui costo dovrebbe essere coperto proprio da Edipower, che non ha al momento alcun’intenzione di sborsare quei soldi.
Così i comitati hanno chiesto l’aiuto di un gruppo di tecnici che volontariamente ha analizzato i punti che risentirebbero maggiormente dell’ampliamento. «Le oscillazioni saranno notevoli, di 2 metri e mezzo – dice uno dei referenti dei comitati, Franceschino Barazzutti – e a causa della movimentazione continua delle acque e dei fanghi e il lago non sarà più né verde né celeste, ma diventerà color caffelatte». I comitati chiedono anche un impegno preciso da parte della politica. «I segretari dei partiti – tuonano – dicano con chi stanno». Nel frattempo oltre alle 9000 già raccolte e depositate si pensa a nuove forme di protesta per fermare l’iter progettuale. Secondo Barazzutti «se il progetto di ampliamento andasse in porto, si andrebbe incontro a una conseguenza alla distruzione del lago di Cavazzo, l’unico grande lago della regione, a una quota bassa di neanche duecento metri, all’inizio delle montagne, alla fine delle pianura. E’ un lago naturale che va preservato».


dal Portale dell'Arcidiocesi di Udine, http://udine.chiesacattolica.it/arcidiocesi_di_udine


Sull'edizione a stampa de "La Vita Cattolica" n. 28 del 10 luglio 2010, pag. 21, il testo viene ripreso e approfondito

giovedì 8 luglio 2010

Giornata del silenzio

Venerdì 9 luglio, "giornata del silenzio" decisa dalla Federazione nazionale della stampa per protestare contro la "legge bavaglio". Niente giornali in edicola, niente programmi giornalistici radiotelevisivi, siti internet non aggiornati.

Anche il blog "Alesso e dintorni", pur non essendo una testata giornalistica, sospende per una giornata l'inserimento di nuovi post.

Proprio su queste pagine, parlando di "Lago e dintorni", si è sottolineato come l'informazione, la circolazione delle notizie e delle idee, il confronto, siano elementi basilari da proteggere e salvaguardare.

Con tali princìpi, anìn indevant.

A&D

Dibattito sul Lago: la posizione dei Comitati - III

Picco: "Quale politica energetica ha fatto la Regione in 20 anni?"

da: Messaggero Veneto — 07 luglio 2010 (pagina 11)

BORDANO. "Noi ci chiediamo: questa Regione che politica energetica ha fatto. Antonione, illy e Tondo (so di farmi male da solo) cosa hanno fatto negli ultimi venti anni? Zero assoluto". Queste parole pesano come macigni, perché a dirle è stato il consigliere regionale Enore Picco (Lega Nord), nel corso della conferenza stampa dei Comitati contrari al progetto Edipower. "Un fattore fondamentale che è stato trascurato è quello dello Statuto speciale, che la Regione aveva il dovere di portare avanti - ha continuato Picco. Si doveva prendere esempio dalle province di Trento e Bolzano. Quando c’è stata la "svendita" delle centrali ai privati dove erano i politici friulani? Assenti. Anche se talvolta ho un dubbio e cioè che ci sia un disegno che va ben oltre...Noi stiamo lavorando e abbiamo cercato di spiegare alla gente i nostri dubbi sul progetto. Le 9 mila firme raccolte con la petizione, confermano che siamo stati capiti. Peccato che nessuno ci abbia ancora interpellato". Il geologo Roberto Cella e l’ingegner Dino Franzil hanno illustrato i risultati delle loro ricerche, con molte perplessità soprattutto dal punto di vista ambientale. L’inefficienza del sistema di pompaggio è uno dei punti di forza dello studio di Franzil. Il professionista ha dimostrato che tutto il sistema presenta un deficit del 40%, che comporterà un inquinamento certo (perchè si utilizzano carbone o metano per produrre l’energia elettrica necessaria a far funzionare le pompe), mentre Edipower otterrà i contributi dallo Stato perchè presenta una documentazione per avere i "certificati verdi". Infine l’ex sindaco Rabassi ha ribadito che la competenza sulle acque del Lago è della Regione.

Dibattito sul Lago: la posizione dei Comitati - II

Centrale elettrica di Somplago, nuova mobilitazione per salvare il lago

Il progetto dell’Edipower una volta realizzato farebbe alzare il livello di 2,5 metri e comporterebbe un intorbidimento dell’acqua

TRASAGHIS. I Comitati per la difesa del Lago di Cavazzo sono pronti alla mobilitazione popolare, dopo aver raccolto oltre 9 mila firme con una petizione. Ieri, nel corso di una conferenza stampa, non hanno risparmiato critiche a nessuno: a partire dai Comuni di Bordano, Cavazzo, Trasaghis e Verzegnis; per continuare con la Regione, i parlamentari e i consiglieri regionali.All’incontro, svoltosi nella sede della Regione a Udine, c’erano presenti: Franceschino Barazzutti (già sindaco di Cavazzo), Enore Picco, consigliere regionale ed ex primo cittadino di Bordano, assieme Dino Rabassi già sindaco di Trasaghis, con loro anche altri esperti e componenti del Comitato per la difesa e lo sviluppo del lago e della sua valle, e il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento.È stato Barazzutti a illustrare cosa ha spinto i Comitati a mantenere alta l’attenzione sul problema, che riguarda il progetto dell’Edipower per il potenziamento della centrale di Somplago, mediante il pompaggio nel bacino di carico di Verzegnis dell’acqua scaricata ed accumulata nel lago.«Quando entreranno in funzione le cinque pompe della centrale di pompaggio non vedremo più l’acqua azzurra che caratterizza il lago, ma solo acqua torbida e color caffè latt. In quanto il fango del bacino di Verzegnis scenderà di giorno e viaggerà in senso inverso di notte, con variazioni del livello del lago di circa 2,5 metri - ha sostenuto l’ex sindaco-. È stupefacente vedere come a livello istituzionale ci sia un continuo rimpallo di responsabilità, ma la vittima certa è una sola: il lago. Il presidente della Regione, Renzo Tondo, fa come “Ponzio Pilato” e ha atteso che a decidere fosse il ministro dell’Ambiente, per poi incolpare i Comuni. L’a ssessore De Anna non può dire che non ci sono i soldi per un ulteriore studio, con la realizzazione del modello idrodinamico tridimensionale, quando la normativa regionale impone che sia il proponente il progetto a sostenere le spese: quindi Edipower».
I Comitati ne hanno per tutti. Con i Comuni che, con le deliberazioni di pareri positivi al progetto, hanno anteposto le promesse “compensazioni” avanzando poi una tardiva richiesta per l’i nracico a un gruppo di specialisti per la verifica dell’elaborato presentato da Edipower. Ma a detta dei promotori dell’iniziativa anche la Regione avrebbe mantenuto un attegiamento dilazionatorio e “pilatesco”, lasciando che a decidere fossero altri, e lasciando da soli i sindaci. Ma ad essere presi di mira sono anche i parlamentari, che non avrebbero chiarito quale è la loro posizione sul progetto, ma anche le segreterie dei partiti non si sarebbero espresse. Pertanto i Comitati chiedono alla Serracchiani, Fontanini, Compagnon, Gottardo, Franzil e Monai di uscire allo scoperto e dire cosa ne pensano. «Siamo pronti a fare un fronte unico con i Comuni - ha concluso Barazzutti-, per una forte e diffusa mobilitazione popolare, che annunceremo nei dettagli prossimamente. Vogliamo costringere la Regione ad affidare a specialisti terzi lo studio del progetto e delle alternative, nonchè il relativo modello in scala che consenta a tutti di verificare la verità».
(Messaggero Veneto on line, 7 luglio 2010)

mercoledì 7 luglio 2010

Dibattito sul Lago: la posizione dei Comitati



Fronte unico e mobilitazione popolare a difesa del lago

da: Il Gazzettino, Mercoledì 7 Luglio 2010

CAVAZZO- (d.z.) “Fronte unico con la popolazione e diffusa mobilitazione popolare che costringa la Regione ad affidare a specialisti terzi lo studio del progetto, delle alternative, opzione zero compresa, nonché il relativo modello in scala che acconsenta agli occhi di tutti di vedere la verità”. I Comitati contro il progetto Edipower per il potenziamento della centrale di Somplago non mollano la presa e nonostante il via libera del Ministero, durante una Conferenza stampa convocata ieri a Udine, hanno rilanciato la loro battaglia in difesa del lago dei Tre Comuni. Affiancati dall’ingegner Dino Franzil e dai geologi Roberto Cella e Dario Tosoni hanno presentato le rispettive osservazioni critiche, nelle quali si denuncia tra gli altri, “che con l’installazione di due nuove turbine che si aggiungeranno alle tre esistenti e la costruzione di una nuova galleria di adduzione, si provocherà l’incremento di torbidità delle acque ed il conseguente aumento della velocità di riempimento del lago senza contare gli enormi danni a carico della fauna ittica”. A finire sul banco degli imputati poi i Comuni di Cavazzo, Bordano, Verzegnis e Trasaghis, giudicati “ambigui, poco trasparenti ed anteposti alle compensazioni”, la Regione “che ha messo la testa sotto terra come gli struzzi”, i segretari politici dei partiti di destra e di sinistra, gli ambientalisti “che sono stati zitti”.

lunedì 5 luglio 2010

Lago, i problemi aperti

"Alesso e dintorni" ringrazia i diversi intervenuti che, (tranne uno), stanno facendo salire la qualità della discussione e del dibattito. Le problematiche poste da "Robi" e da "Dallas" sono, in particolare, estremamente interessanti ma implicano un complesso lavoro di riesame della storia della Valle negli ultimi decenni.

Nell'immediato è forse più urgente discutere su queste tematiche:

- come mai 8200 firme hanno avuto un impatto e un riscontro pressoché nulli?

- Come mai la proposta di nominare una commissione tecnica indipendente per il riesame del progetto Edipower (sostenuta dai Comitati, da due interrogazioni in Regione, dal Consiglio comunale di Trasaghis nell'ordine del giorno approvato all'unanimità il 28 aprile) non ha avuto nessun seguito?

- Quanto c'è di vero nella notizia data dalla stampa dell'approvazione del progetto Edipower da parte del Ministero dell'Ambiente?

- Perché, dopo tanto sbraitare e "tintinnar di sciabole", ora tutto tace?

Trovare una risposta a questi temi potrà forse dare qualche "dritta" per l'immediato futuro.
(A&D)

domenica 4 luglio 2010

Lago, un filmato del 1966

Nel 1966 Jack Franzil ha girato alcune scene in super8 sul lago dei Tre Comuni (UD). Il filmato consente di vedere, oltre all'aspetto del lago, l'albergo (poi demolito dopo il terremoto del 1976) e il passaggio dell'oleodotto in corso sulla collina di Cjaseria Muarta.
Il filmato digitalizzato è ora stato pubblicato dal Centro di Documentazione sul Territorio di Trasaghis su YouTube all'indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=w1lS093-FM0


giovedì 1 luglio 2010

Dibattito sul Lago: l'opinione del geologo Tosoni


Quella lente rassicurante

Messaggero Veneto — 30 giugno 2010

In merito al potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago dispiace constatare che l’opinione di molti abitanti della Valle del Lago, di Cavazzo e Verzegnis, oltre a quelle di molti amministratori, si sono formate attraverso la “lente rassicurante” di Edipower, secondo cui il progetto di potenziamento sarebbe addirittura benefico per il lago di Cavazzo. Invito tutti a riflettere in merito alle problematiche geologiche che assieme ad altri colleghi ho esposto nei recenti incontri pubblici di Alesso e Cavazzo. Si tratta di interrogativi che nascono da dati di fatto, non sono invenzioni.
1) Le sponde del lago di Verzegnis sono punteggiate da numerose frane recenti, diretta conseguenza della oscillazione attuale del livello del lago. Come si può pensare che, con il potenziamento e l’oscillazione giornaliera del livello del lago di 9 metri (che dovrà essere molto più ampia se si vorrà sfruttare al meglio l’impianto), questo problema non si possa aggravare?
2) La nuova galleria sarà scavata in calcari attraversati da un reticolo di fratture che ospitano la falda acquifera che alimenta numerose sorgenti carsiche tra cui anche il Rio Vat, un piccolo corso d’acqua che scorre vicino a Cesclans. Le acque del Rio Vat sono strategicamente molto importanti perché captate dagli acquedotti che servono gli abitati di Cesclans, Mena, Interneppo e Bordano, la cui popolazione complessiva raggiunge i 1.500 abitanti. La costruzione di una seconda galleria accanto a quella esistente non potrebbe stavolta intercettare le fratture lungo cui scorre l’acqua che alimenta il Rio Vat? È una possibilità tutt’altro che remota. Senza contare che gli interventi di scavo potrebbero causare anche l’inquinamento di queste acque che diventerebbero così inutilizzabili a fini idropotabili.
3) Il materiale derivante dallo scavo della nuova galleria sarà depositato sullo stesso versante su cui è stato depositato 50 anni or sono il detrito derivante dallo scavo della prima galleria. Si tratta di un deposito artificiale applicato su un versante naturale molto acclive che poggia su un substrato roccioso che, a detta della stessa Edipower, risulta molto fratturato e potenzialmente cedevole. Ebbene, su questo pendio sarà riversata una analoga quantità di detrito. Non è ragionevole ipotizzare franamenti a carico di questo versante caricato artificialmente e in breve tempo da una eccessiva quantità di materiale?
4) Per quanto riguarda i fanghi, è risaputo da decenni che la problematica di più difficile gestione nei laghi artificiali è proprio il processo di deposito di detrito fine che porta alla rapida diminuzione del volume invasabile. Lo sanno bene i gestori di bacini idroelettrici, costretti in intervalli sorprendentemente ravvicinati a svuotare i loro laghi e a ripulirli del fango depositato. Nel nostro caso la situazione non è gestibile in tal modo semplicemente perché il lago di conferimento finale dei fanghi (il lago di Cavazzo) è un lago naturale che non si può né ripulire né svuotare agendo sullo scarico di fondo. Il lago di Cavazzo si è mantenuto tale perché privo di importanti fiumi immissari. Già ora, da alcuni decenni, riceve una massa d’acqua di 40-60 metri cubi al secondo con il suo carico di sedimento fine. In futuro la quantità d’acqua che riceverà sarà più del doppio e una doppia quantità di sedimento si depositerà in fondo al lago. Davvero dobbiamo rassegnarci a vedere progressivamente sparire il nostro lago?
Dario Tosoni - Cavazzo