"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

lunedì 13 settembre 2010

Lago, ancora sull'assemblea di venerdì 10

I punti "programmatici" emersi nell'assemblea promossa dai comitati venerdì 10 settembre sono già stati evidenziati in un precedente post e possono essere riassunti, dopo la preoccupazione per una prevedibile imminente approvazione del progetto Edipower da parte del Ministero, nell'annunciata presentazione di una mozione "bi-partisan" in Consiglio regionale per chiedere con forza la nomina di una commissione tecnica imparziale per analizzare il Progetto Edipower, supportando la richiesta con una manifestazione popolare sul Lago (un'evoluzione dell'ipotesi "Giro Giro lago" emersa nei mesi precedenti).

La stampa non ha dato sinora eccessivo spazio all'assemblea: l'articolo apparso sul Messaggero Veneto riporta - pur correttamente - più che altro considerazione generali, senza addentrarsi sullo specifico di quanto emerso nell'incontro di venerdì:

Centrale di Somplago, il Comitato: serve una commissione di valutazione

da: Messaggero Veneto — 12 settembre 2010

TRASAGHIS. I comitati per la difesa e lo sviluppo della val Del Lago riuniti venerdì sera in una seguitissima assemblea nel centro sociale di Alesso chiedono nuovamente alle Regione di formare una commissione di tecnici ad hoc, per un esame approfondito del progetto sull'ampliamento delle centrale di Somplago presentato da Edipower al fine di stabilire il reale impatto ambientale dell'opera su l'intera Val del Lago. Uno studio che preveda anche la realizzazione di un modellino idraulico. «Il progetto di potenziamento della centrale – spiega Franceschino Barazzutti, già sindaco di Cavazzo e portavoce dei Comitati schierati contro l'opera – prevede l’installazione di due nuove turbine che si aggiungeranno alle tre esistenti e la costruzione di una nuova galleria di adduzione parallela a quella esistente. Le portate turbinabili dopo il potenziamento (fino a 110 metri cubi al secondo) unite ai volumi modesti dei laghi di Verzegnis e dei Tre Comuni comporteranno con molta probabilità oscillazioni di livello dei laghi ben più ampie rispetto a quelle previste in sede di progetto (9 metri per il bacino di Verzegnis e di 1 metro per il lago dei Tre Comuni). La movimentazione giornaliera di grandi quantità d’acqua produrrà inoltre un incremento di torbidità delle acque ed il conseguente aumento della velocità di riempimento del lago dei Tre Comuni, la cui profondità media è di soli 12 metri, senza contare gli enormi danni a carico della fauna ittica che l’intorbidimento delle acque può provocare». Queste però non sono le uniche problematiche evidenziate dagli esperti contattati dai Comitati; a preoccupare infatti sono sopratutto le condizioni di stabilità del pendio dove sarà depositato il materiale di scavo della nuova galleria di adduzione e la possibile interferenza tra questa e le sorgenti del Rio Vat da cui attingono gli acquedotti degli abitati di Mena, Bordano e Interneppo, nonché le sponde dei laghi di Verzegnis e dei Tre Comuni, fortemente sollecitate dalle variazioni giornaliere del livello dell’acqua previste nel progetto di potenziamento.
(Dario Venturini)

1 commento:

  1. In effetti da tempo sulla stampa si leggono sempre le solite cose. Mi pare che non si dà tanto peso ad alcune questioni fondamentali e, per certi versi, puramente legali.

    Più volte si è menzionato il fatto che il dislivello, facendo un po' di alcoli sui volumi in gioco, supererebbe il famoso metro di dislivello. A questo punto però entra in gioco la vecchia convenzione con la Sade che prevedeva una concessione di 4.5m. Siccome pare che Edipower sia intenzionata a rivalersi su questa convenzione, qualcuno si è mai posto la domanda se effettivemente questa clausola sia ancora valida e utilizzabile in sede legale (anche se non era prevista per l'attuale scopo)?

    Questo quesito si collega ad uno più ampio. Siccome pare che il ministero approverà il progetto (siamo in Italia, queste cose vengono già decise a tavolino prima delle autorizzazioni, vedi Vajont etc...) dal punto di vista legale come ci possiamo muovere? Possiamo vantare dei diritti o trovare qualche cosa che legalmente (magari dal punto di vista ambientale) blocchi il progetto?

    In effetti il tanto sospirato modello del progetto non può modellizzare tutte le variabili e gli aspetti in gioco. Se dal modello si può evincere quale sarà l'andamento delle correnti, la variazione di temperatura, l'erosione spondale e la movimentazione fanghi, esso non può dire nulla per quanto riguarda l'intercettazione dell'acquifero con la galleria, come pure la stabilità dei versanti delle montagne.

    Probabilmente questi aspetti potrebbero essere determinanti. Anche perché, ragionandoci su, quali sono i criteri di riferimento per poter dire il progetto si può fare oppure no?
    Ovviamente se la risposta è che il progetto debba essere ad impatto zero, allora non serve neanche fare il modello, è scontato che il progetto un certo impatto lo ha di sicuro. Allora bisognerà cominciare a parlare di quale sia il criterio di valutazione, quale sia il confine tra si può fare e non si può fare. Se poi decidiamo che questo progetto "non s'ha da fare, né domani, né mai", allora il discorso cambia.

    Mi pare di non aver mai sentito discussioni a tale proposito, vi aspetto per il confronto, e magari qualche suggerimento per i promotori dei comitati.

    RispondiElimina

Ogni opinione espressa attraverso il commento agli articoli è unicamente quella del suo autore, che conseguentemente si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione sul Blog "Alesso e Dintorni" del testo inviato.
OGNI COMMENTO, ANCHE NELLA CATEGORIA ANONIMO;, DEVE ESSERE FIRMATO IN CALCE, ALTRIMENTI NON SARà PUBBLICATO.
Grazie.