"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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giovedì 25 novembre 2010

Lago, alcuni recenti contributi alla discussione

In una lettera pubblicata sul Messaggero Veneto il 12 novembre, il sig. Carlo Alberto Mainardis, anche sulla base della propria passata esperienza amministrativa, esprimeva alcune  considerazioni sulla “questione lago”. Essendo il discorso sviluppato assieme ad altre tematiche, forse non è stato adeguatamente preso in esame e per questo viene riproposto qui di seguito.

Si sta distruggendo l’unico lago della nostra regione, quello di Cavazzo. Quando negli anni 50 il Lumiei fu immerso nel lago, il senatore Gortani e la Comunità prospettarono i pericoli dell’alterazione della flora e della fauna del lago. Cosa puntualmente avvenuta. Non sono un tecnico, ma andare oggi «a scherzare» con i livelli del lago e con l’invaso sovrastante, in una zona altamente sismica con precedenti geologici dolorosamente distruttivi, mi pare un atto incosciente e privo di novità non positive. Inviterei i sindaci interessati a non vagheggiare compensi. Anch’io ho fatto il sindaco e chiudere il bilancio con i sovraccanoni non mi pareva cosa giusta. Sursum quindi! Un piatto di lenticchie! 
(Carnia, riflessioni sui tre problemi, Messaggero Veneto — 12 novembre 2010)

 

Articolato intervento  del geologo Dario Tosoni a proposito delle effettive conseguenze, per il lago, dell’eventuale attuazione del raddoppio della centrale di Somplago.
Il contributo è apparso sul “Messaggero Veneto” del 18 novembre, col titolo “Le oscillazioni verosimili” e su “La Vita cattolica” del 20 novembre col titolo “Edipower non dice tutta la verità”

Il potenziamento della centrale di Somplago nasce dall’esigenza di produrre una maggiore quantità di energia nelle ore di massima richiesta, quindi nei giorni lavorativi tra le 9 e le 21. Di qui la necessità di installare due nuove turbine e di costruire una nuova condotta di adduzione parallela a quella esistente in modo da aumentare la portata d’acqua turbinabile che passerà da 66 a 110 metri cubi il secondo. Nelle ore notturne una parte dell’acqua riversata nel lago di Cavazzo durante il giorno sarà ripompata nel serbatoio dell’Ambiesta per ricostituire il volume d’acqua necessario a far funzionare l’impianto il giorno successivo. L’operazione è di per sé illogica in quanto per pompare un metro cubo d’acqua dal lago di Cavazzo al serbatoio dell’Ambiesta si consuma in media il 40% in più dell’energia che si riesce a ricavare facendo scendere lo stesso metro cubo dal serbatoio al lago di Cavazzo. L’operazione diventa però remunerativa nei giorni lavorativi grazie alla differenza di prezzo dell’energia tra le ore diurne, in cui la richiesta è maggiore, e le ore notturne, quando la domanda di energia è minore. La differenza tra il prezzo di vendita dell’energia nelle ore di punta e il costo dell’energia nelle ore notturne può essere di 10 volte o anche maggiore; di qui l’enorme business che ruota intorno a questo genere di progetti. Dai dati Edipower risulta che nell’assetto futuro a 5 turbine la potenza installata a Somplago sarà di 290 MW per una produzione annua presunta di energia elettrica pari a 677 GWh. Per produrre una tale quantità di energia sono necessarie più di 2.300 ore di produzione che, ripartite sui giorni lavorativi presenti in un anno (250-260 circa), portano a un funzionamento della centrale di almeno 9 ore il giorno. Questo dato è incompatibile con la quantità d’acqua corrispondente a un abbassamento di 9 metri del serbatoio dell’Ambiesta. Pur tenendo presente che in questo serbatoio arriva dagli impianti dell’Alto Tagliamento (Sauris, Caprizi, Ovaro) un flusso d’acqua che può essere anche di 30 metri cubi il secondo, rispettare il limite di 9 metri significa far lavorare la centrale per non più di 5 ore il giorno, rendendo quindi molto lontano l’obiettivo dei 677 GWh annui. Se invece si utilizzano i 3,0 milioni di metri cubi contenuti nel serbatoio dell’Ambiesta tra quota 484 (livello di max invaso ordinario) e quota 465 (livello di minimo ordinario) e quindi si abbassa il serbatoio dell’Ambiesta di ben 19 metri i conti tornano: anche ipotizzando l’afflusso di 20-30 metri cubi da monte le ore necessarie per abbassare il livello del lago da quota 484 a quota 465 variano tra le 9 e le 10 e 30 ore, valori pienamente compatibili con la producibilità elettrica prevista in sede di progetto. Un volume d’acqua di tale ampiezza spiega bene anche l’oscillazione di 2,5 m prevista per il lago di Cavazzo e regolarmente riportata nello studio di impatto ambientale a corredo del progetto. Se si tiene conto, infatti, che la superficie del lago è di 1,18 chilometri quadrati i 2 metri e mezzo di oscillazione del livello del lago corrispondono proprio a un volume d’acqua molto prossimo ai 3 milioni di metri cubi, la stessa quantità d’acqua stoccabile nel serbatoio dell’Ambiesta tra le quote di max e minimo invaso ordinarie. In conclusione a quanto esposto appare verosimile, quindi, un’oscillazione giornaliera del livello del serbatoio dell’Ambiesta vicina ai 19 metri e di 2,5 metri per il lago di Cavazzo.
Dario Tosoni, Cavazzo Carnico 

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