"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

lunedì 28 febbraio 2011

Lago, conferenza dei Sindaci - VIII


Il sindaco di Cavazzo non vi fa esplicito riferimento, ma si dichiara "indispettito" da chi "dà adito ai contrari al progetto invece di fare chiarezza". Segue, sulle pagine del Messaggero Veneto, una riproposizione di quanto emerso nella conferenza stampa dei Sindaci, senza alcun riferimento a quanto è stato replicato nella conferenza stampa dei Comitati. Questo è l'"impasse" che abbiamo segnalato l'altro giorno, questa l'ennesima dimostrazione della necessità di istituire un "laboratorio di teste pensanti", non perché non ci sia stato sinora chi ha usato la testa, ma perché è forse necessario un ri-ragionamento, questo sì super-partes, dove il problema non venga affrontato solo dal punto di vista tecnico bensì "multidisciplinare", per trovare "la quadra" tra economia, ambiente e cultura .(A&D)



domenica 27 febbraio 2011

Lago, conferenza dei Comitati - IV

Anche il Messaggero Veneto ha dato ampio risalto alla conferenza stampa promossa dai Comitati unitamente al WWF e Legambiente.




«Centrale, si riapra la procedura di Via»

di LAURA PIGANI

CAVAZZO. Il lago di Cavazzo sarà destinato a sparire, nel giro di un secolo, se sarà potenziata la centrale di Somplago con un sistema di pompaggio. Ciò con un gravissimo danno ambientale. Lo sostiene la relazione del tecnico, l’ingegner Franco Garzon, incaricato dai Comuni (Trasaghis, Bordano, Cavazzo e Verzegnis) di esaminare il progetto di Edipower. Per impedire questo i comitati per la difesa e lo sviluppo del lago e per la tutela delle acque del bacino montano assieme a Legambiente, Wwf e i consiglieri regionali Enore Picco e Stefano Pustetto chiedono al Ministero per l’ambiente e alla Regione di riaprire le procedure di approvazione e di impatto ambientale (Via). Inoltre, ritengono necessario che la Regione incarichi «luminari superpartes per uno studio approfondito sull’opportunità o meno di realizzare l’ampliamento della centrale». Il problema dell’interramento del lago è stato illustrato durante una conferenza stampa, promossa ieri nel palazzo della Regione. «È venuta a galla la verità sul lago – hanno sottolineato i presidenti dei comitati Valentino Rabassi e Franceschino Barazzutti –. Il tecnico incaricato dai Comuni di esaminare il progetto di Edipower di ampliamento della centrale di Somplago ha indicato come il progetto sia superficiale, ma perchè allora il ministero lo ha approvato? Per colpa dei Comuni di Trasaghis, Bordano, Cavazzo e Verzegnis che hanno dato parere positivo – si sono risposti –, del presidente della Regione Tondo che come Ponzio Pilato se n’è lavato le mani e del ministero dell’Ambiente oltre che dei parlamentari friulani. Per evitare che sparisca – a loro dire – l’unica soluzione è quella di immettere fuori dallo stesso lago lo scarico della centrale e non gli eventuali drenaggi ipotizzati dall’ingegner Garzon per “accontentare” i sindaci committenti e favorire la realizzazione del progetto di Edipower». «Il progetto di Edipower e la stessa Via – ha ribadito l’ingegner Giorgio Cavallo, presidente regionale del Wwf – non hanno preso in considerazione il problema dell’interramento del lago di Cavazzo. Alla luce di questo nuovo fatto è necessario riaprire la procedura di Via. Il ministero e la Regione devono prendere atto della nuova situazione». «Tondo – ha indicato Picco – deve definire un piano energetico regionale e verificare – in maniera superpartes – se l’ampliamento è necessario (a me risulta che la nostra regione addirittura esporti energia) e se serve sprecarne per ripomparla dal lago di Cavazzo a quello di Verzegnis o se si tratti solo di un’operazione speculativa». E si è posta l’attenzione anche sull’inevitabile riduzione delle temperature (4 gradi): «che farebbe morire definitivamente il lago, uccidendo i pesci e impedendo alla gente di fare il bagno». Inoltre, è stato sottolineato che la Provincia autonoma di Trento ha bocciato un progetto di impianto di pompaggio sul lago di Garda, a firma dello stesso ingegner Garzon, evidenziando che «con il sistema di pompaggio, usando energia da centrale termoelettrica o nucleare, di notte si utilizza il 40% di energia in più rispetto al giorno». Un aumento mitigato, secondo il ministero dell’Industria, dal fatto che l’energia che serve per pompare l’acqua di notte proverrebbe da centrali (nucleari) efficienti che producono meno Co2. Un fatto contraddetto sempre da Trento. «Anche la nostra Regione – hanno concluso i Comitati –, nell’esame di questi progetti, adotti i criteri della Provincia di Trento».

sabato 26 febbraio 2011

Lago, conferenza dei Comitati - III

Il sito “Alto Friuli” dedica alla conferenza stampa un articolo e le video interviste a Franceschino Barazzutti, Giorgio Cavallo ed Enore Picco.

Riaprire la procedura di Via
e fuori dal lago lo scarico della Centrale.
Le contromosse dei comitati

di David Zanirato

Per Legambiente Fvg il Ministero dell’Ambiente dovrebbe ritornare sui suoi passi rispetto alla Via concessa al progetto. Per il consigliere regionale della Lega Nord Enore Picco il presidente Tondo prima di ogni decisione dovrebbe immediatamente far stilare il nuovo piano energetico regionale.

Per i comitati in difesa del Lago è giunto il tempo di promuovere uno studio bi-partisan che esprima insindacabilmente la fattibilità o meno del progetto Ewdipower. Non molla la diga di quanti si stanno opponendo al potenziamento della centrale di Somplago e venerdì, durante la conferenza stampa indetta a Udine, le voci della protesta si sono fatte risentire.

Da parte sua il Wwf con il presidente regionale Roberto Pizzutti ha esortato alla “rinaturalizzazione del lago, togliendo gli scarichi che raffreddano le correnti d’acqua”.

Da parte di tutti gli aderenti ai comitati infine è emersa una posizione di fondo: “non siamo talebani, non siamo estremisti, anche perché gli accertamenti dello studio commissionato dai comuni ha certificato diverse questioni per le quali noi avevamo rizzato le antenne da tempo. Chiediamo rispetto – hanno concluso – e vogliamo indipendenza di giudizio”.

Vedi: http://altofriuli.com/in-primo-piano/riaprire-la-procedura-di-via-e-fuori-dal-lago-lo-scarico-della-centrale.--le-contromosse-dei-comitati.htm

Lago, conferenza dei Comitati - II


«Portare fuori dal lago
scarico della centrale»

CAVAZZO- Per Legambiente Fvg il Ministero dell'Ambiente dovrebbe ritornare sui suoi passi rispetto alla Via concessa al progetto. Per il consigliere regionale della Lega Nord Enore Picco il presidente Tondo prima di ogni decisione dovrebbe immediatamente far stilare il nuovo piano energetico regionale. Per i comitati in difesa del Lago è giunto il tempo di promuovere uno studio bi-partisan che esprima insindacabilmente la fattibilità o meno del progetto Ewdipower. Non molla la diga di quanti si stanno opponendo al potenziamento della centrale di Somplago e ieri, durante la conferenza stampa indetta a Udine, le voci della protesta si sono fatte risentire. «La Regione deve iniziare a far valere la sua autonomia - ha esortato Franceschino Barazzutti, del comitato per la tutela del Bacino del Tagliamento - così come le autorità giudiziarie dovrebbero prendere in mano la questione dell'interrimento del lago perché da quanto emerso dallo studio "Garzon", con l'ipotesi dell'estinzione del bacino idrico entro 110 anni, siamo di fronte agli estremi per un disastro ambientale". Barazzutti ha poi controbattuto alle analisi dell'ingegnere incaricato dai comuni, «che ha dato un colpo al cerchio ed uno alla botte, per salvare da una parte i sindaci-committenti, dall'altra la società Edipower». Ed a proposito dei fanghi che stanno anno dopo anno riducendo lo specchio lacustre, i comitati, rievocando lo spirito degli anni '50, quando la centrale inizio il suo esercizio, hanno indicato un'unica strada: «fuori dal lago lo scarico della centrale». Da parte sua il Wwf con il presidente regionale Roberto Pizzutti ha esortato alla «rinaturalizzazione del lago, togliendo gli scarichi che raffreddano le correnti d'acqua» mentre il collega di Legambiente Giorgio Cavallo, richiamando la leggerezza della Regione nell'affrontare le questioni ambientali, come la nuova legge sull'attività estrattiva, ha posto l'attenzione sui risvolti dello studio Garzon, cercando di trovare delle strade utili per «far tornare indietro quegli enti locali che sino ad ora hanno agevolato il progetto Edipower non avendo a disposizione le più recenti analisi». E Legambiente ha anche smontato il capitolo certificati verdi: «il pompaggio dell'acqua non ha diritto a queste agevolazioni, ma l'Edipower può farle rientrare comunque puntando sul potenziamento della centrale già funzionante». Da parte di tutti gli aderenti ai comitati infine è emersa una posizione di fondo: «non siamo talebani, non siamo estremisti, anche perché gli accertamenti dello studio commissionato dai comuni ha certificato diverse questioni per le quali noi avevamo rizzato le antenne da tempo. Chiediamo rispetto - hanno concluso - e vogliamo indipendenza di giudizio».

David Zanirato, Il Gazzettino, Sabato 26 Febbraio 2011

venerdì 25 febbraio 2011

Lago, conferenza dei Comitati - I

Alla conferenza stampa promossa dai sindaci ha fatto seguito una analoga iniziativa promossa dai Comitati e tenutasi venerdì 25 nella sede della Regione . Ne dà notizia per primo il portale dell'Arcidiocesi di Udine:


Cavazzo, raddoppio della centrale. Appello alla Regione   versione testuale
Ribadito il no all'ampliamento. Una perizia dimostra che il lago rischia l'interramento

UDINE (25 febbraio, ore 12) - Questa mattina nella sede della Regione si è svolta una conferenza stampa per dire ancora una volta no all’ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago.
Gli scorsi giorni i sindaci dei comuni di Cavazzo, Verzegnis, Trasaghis e Bordano avevano parlato dell’ampliamento della centrale sul lago di Cavazzo come di un’opportunità. E i sindaci si sono avvalsi anche della perizia dell’ingegnere Franco Garzon, che evidenzia anche la possibilità di un aumento del fango, nel lago. «Anche l’ipotesi di pulirlo ogni anno – dice l’Ente tutela pesca – rischia di danneggiare l’ecosistema, con lo sterminio dei pesci presenti».
 
Si chiede ora una presa di posizione decisa della Regione, che per il momento sta temporeggiando. «Prima di analizzare le conseguenze – tuona il consigliere regionale della Lega Nord, Enore Picco, riferendosi alla periza di Granzon – bisogna valutare se l’intervento è necessario o meno. Noi siamo una regione autonoma, non siamo in vendita e non vogliamo essere acquistati da nessuno. Non possiamo essere condizionati da una grossa società che non porta neanche un centesimo nella nostra regione».

Lago, conferenza dei Sindaci - VII

Il numero 8 del 25 febbraio 2011 de "La Vita Cattolica" dedica alla conferenza dei sindaci un ampio articolo, a firma M.P., intitolato "Lago di Cavazzo tra 10 anni un campo". Il titolo, d'effetto, è però evidentemente frutto di una svista, giacchè l'articolo, correttamente, riporta poi all'inizio "Tempo 110 anni e il lago di Cavazzo, colmo di fango, diventa un campo coltivabile".  Vengono poi riassunte le considerazioni emerse dalla illustrazione della perizia Garzon (il problema dei sedimenti, il calo della temperatura) e le soluzioni proposte (dragaggio, condotta sotterranea per favorire l'uscita dell'acqua più fredda, monitoraggio continuo dell'oscillazione massima prevista...). Vengono riportate anche le posizioni contrarie dei Comitati, in particolare quelle dei geologi Cella e Tosoni.

Trasaghis, ricordo di Bottecchia e Bearzot



La stampa ha dato notizia della prossima organizzazione di manifestazioni, nel Comune di Trasaghis, per ricordare due figure di primo piano del mondo dello sport: Ottavio Bottecchia ed Enzo Bearzot.

C’è il tributo a Bearzot dai suoi campioni dell’82

UDINE. Bottecchia, due volte signore del Tour de France, quando la Grande Boucle per gli italiani era sempre stata un miraggio. Enzo Bearzot, uno che partendo da Aiello portò l’Italia alla vittoria del Mondiale dopo quarant’anni da quegli impolverati trofei degli anni Trenta. Due grandi personaggi dello sport friulano (Bottecchia di San Martino Colle Umberto divenne pordenonese d’adozione) che saranno ricordati a Trasaghis il 17 maggio dal Comitato tappa dello Zoncolan guidato da Enzo Cainero. «Due glorie dello sport friulano non potevano mancare nella marcia di avvicinamento al Giro, un evento che sta mettendo il Friuli in vetrina in tutto il mondo» spiega Cainero.
Perchè Trasaghis? Semplice perchè poco prima della frazione di Peonis il 3 giugno del 1927 il
ciclista, mentre era impegnato in un allenamento, ebbe un misterioso incidente che gli costò la vita. Morì infatti dopo 12 giorni di coma a Gemona il 15 giugno. E proprio davanti al monumento dedicato al campione il prossimo 20 maggio transiterà la 13ª tappa del Giro, la Spilimbergo-Grossglockner. Quattro giorni prima, invece, all’auditorium di Trasaghis il Comitato tappa e il ciclismo friulano (e non solo) celebreranno il campione. E con lui, in un gemellaggio riuscitissimo, sarà ricordato pure il grande Enzo Bearzot, scomparso lo scorso 21 dicembre a 83 anni. Il cittì friulano (con tutto il rispetto per Lippi e il suo trionfo) ha portato all’Italia del calcio la vittoria più bella, un successo epico nato dalle polemiche della fase a gironi che avevano rafforzato un gruppo cementato alla grande da altri due friulani come capitan Zoff e Collovati. Saranno proprio i campioni del 1982 a ricordare il loro cittì a Trasaghis. Di più, Cainero, con il sindaco di Gemona Paolo Urbani, cerca l’impresa: far disputare ai campioni dell’82 a Gemona nel tardo pomeriggio di quel 17 maggio una partita celebrativa, avversario da definire, per ricordare l’allenatore (c’è già un’intesa di massima) e ricevere a 35 anni di distanza un simbolico grazie da parte della città. Pochi giorni dopo il terremoto del 6 maggio, infatti, l’associazione calciatori, guidata già dall’avvocato Campana, donò 40 milioni di lire per la ricostruzione del campo sportivo. Ora i gemonesi vogliono ricordare quel gesto con una targa da collocare al campo sportivo. Con i ragazzi del 1982. E il “vecio” Bearzot nel cuore. (a.s.)


Lago, conferenza dei Sindaci - VI

Durante la conferenza dei Sindaci, il Presidente del Bim ha "Posto sul campo" un altro problema, quello relativo all'Ici che i proprietari degli impianti idroelettrici dovrebbero versare ai Comuni. E' un tema che oscilla tra la teoria del "dovuto" e quello della "compensazione", quindi un settore estremamente complesso di cui sarà interessante seguire gli eventuali sviluppi.

Ne hanno comunque parlato sia il Messaggero Veneto che il Gazzettino:


Cinque milioni di euro dovuti ai Comuni
per l’Ici sui 53 impianti di derivazione



Il Gazzettino, Mercoledì 23 Febbraio 2011


CAVAZZO - (d.z.) Il Lago di Cavazzo entro un secolo quindi rischia l'interrimento completo per colpa dell'impianto già esistente. E se non ci saranno gli opportuni sfangamenti, rischiano anche i bacini artificiali dell'Ambiesta e di Sauris. «Un problema di salvaguardia del territorio di primaria importanza - ha fatto notare il presidente del Bim, Domenico Romano - ; la Regione in primis si deve interrogare; e assieme a ciò c'è anche la questione dei 53 impianti di derivazione presenti in Carnia, sui quali le società proprietarie, sia esse piccole che grandi, non hanno mai versato l'Ici ai Comuni. Si tratterebbe secondo una stima di circa 5 milioni di euro complessivi spettanti alle casse comunali - segnala ancora Romano - e prima o poi, visto anche i continui drastici tagli di risorse agli enti locali, questi soldi i sindaci li dovranno andare a recuperare».  



«Mancano i 5 milioni dell’Ici per gli impianti elettrici»

Messaggero Veneto, 23 febbraio 2011 

CAVAZZO. Il presidente del Bim Tagliamento Domenico Romano solleva la questione dell’Ici per gli impianti idroelettrici: «nessuno qui ha finora posto – ha detto - il problema dell’Ici per gli impianti idroelettrici. Mancano circa 5 milioni di euro l’anno all’appello che avrebbero dovuto derivare da quella fonte. E l’Ici per gli impianti idroelettrici è prevista dal 2004 a far data dal 2008. Parliamo di almeno 5 anni di arretrati che andranno recuperati, anche se questo dovesse significare avviare dei contenziosi giudiziari. È un aspetto su cui non si può soprassedere anche viste le difficoltà che ci sono oggi per i Comuni di chiudere i bilanci». La questione dell’Ici per gli impianti idroelettrici è stata posta ieri da Romano nella conferenza stampa organizzata dai sindaci di Cavazzo Carnico, Verzegnis, Trasaghis e Bordano sull’ampliamento della centrale di Somplago, quando è emerso che alla richiesta dei Comuni interessati rivolta alla Regione di approfondire con un proprio studio i dati forniti da Edipower sull’ampliamento della centrale, l’assessore regionale Elio De Anna avrebbe risposto che non ci sarebbero le risorse per farlo. I Comuni, che certo non hanno al giorno d’oggi risorse così ricche, hanno ritenuto comunque di dover fornire una risposta ai propri cittadini e hanno commissionato uno studio di approfondimento all’ingegner Franco Garzon grazie ai contributi delle due Comunità montane locali e del Bim. Per Romano c’è un disinteresse della politica regionale davvero pesante. Ieri infatti è stato rilevato da più parti come la Regione, disponendo già di per sé di uffici e di personale qualificato, avrebbe potuto e potrebbe benissimo, senza risorse aggiuntive, far fare ai propri uffici uno studio autonomo sul progetto di Edipower. (t.a.

giovedì 24 febbraio 2011

Lago, conferenza dei Sindaci - V

Riceviamo e pubblichiamo un articolato commento dei geologi Cella e Tosoni in merito alla perizia dell'ing. Garzon presentata a Cavazzo martedì scorso. Nel ringraziare per il contributo diretto, auspichiamo che, unitamente al materiale di documentazione che si sta cercando di offrire, esso serva a suscitare ulteriori occasioni di confronto civile. (A&D)
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Nell'articolo dal titolo "Lago ancora più freddo" del Gazzettino del 23 febbraio 2011 si legge:"... I sindaci Iuri, Sulli, Picco e Colomba hanno voluto presentare pubblicamente lo studio [...] firmato dall'ingegner Franco Garzon, tra i massimi esperti nazionali del settore, per "ripristinare la realtà sul progetto Edipower con notizie tecniche complete e corrette, a dispetto invece di coloro che continuano a sostenere falsità ed esagerazioni".

E’ inammissibile dire che io e Roberto Cella sosteniamo falsità mentre Garzon esprime notizie corrette e sicure. Desidero ricordare a tutti che noi non siamo pagati da nessuno e quello che diciamo è sempre documentato o da osservazioni di terreno o da articoli scientifici o documenti della SADE.
E’ giusta la pluralità di vedute su problemi complessi come questo ma denigrare il nostro lavoro semplicemente perché non allineato ai voleri dei potenti mi sembra davvero di pessimo gusto.
La relazione di Garzon è ricca di spunti interessanti ma giunge a conclusioni senza essere sostenuta da dati scientificamente validi. Per quanto riguarda le franosità delle sponde nella relazione si dice che “…Dall’analisi delle foto e dai sopralluoghi, risulta che il volume che le caratterizza è dell’ordine dei 10÷100 mc, con una frequenza di eventi di scivolamento stimabile in media di 2÷3 eventi ogni anno lungo le sponde (con un massimo ipotizzabile di 1000 mc/anno)…”. Come si fa a dire che il massimo volume mobilizzabile è di 100 metri cubi se non ci sono gli studi di stabilità di versante che lo confermano?
Sul tema della stabilità del materiale di smarino non si fanno analisi di stabilità del deposito ma si dice semplicemente che dato che “non è nell’interesse della società Edipower avere un deposito
di smarino instabile a ridosso della centrale si presume che essa adotti ogni precauzione per non subire danni e, comunque, nel caso di un improbabile frana sarà loro interesse ed onere ripristinare le condizioni di stabilità dello smarino.” Come dire che se succede qualcosa sono fatti interni a Edipower di cui noi non ci dovremmo occupare.
Sul problema dell’interrimento del lago di Cavazzo da un lato si dice che il lago si riempirà in 110 anni con la situazione attuale ma a pagina 69 della relazione di Garzon si scrive: “….tale operazione rientra negli interventi di prevenzione dall’interrimento che Edipower dovrebbe eseguire per evitare la scomparsa entro alcuni decenni del Lago di Cavazzo.” Quindi l’interrimento del lago si verificherà in circa un secolo o in alcuni decenni? Come giustamente sostiene Garzon l’aumento di materiale depositato nel lago di Cavazzo sarà causato soprattutto dai sedimenti in sospensione che passeranno dai 50.000 metri cubi all’anno attuali ai 60.000 metri cubi ipotizzabili a potenziamento avvenuto per un aumento del tasso di interrimento del 20% e non del 10% come riportato in questo articolo.
Sulle sorgenti e la possibile interazione tra queste e la galleria come si fa a dire che c’è solo il 10% di possibilità che queste possano essere intercettate dalla galleria? Esistono degli studi che lo possono confermare o lo si dice senza riscontri? Più corretto scientificamente sarebbe limitarsi ad affermare –come abbiamo fatto noi- che esiste il rischio che le sorgenti possano essere captate senza introdurre percentuali insensate.

Cari saluti a tutti
Dario Tosoni e Roberto Cella
geologi del comitato

Lago, conferenza dei Sindaci - IV

Il sito "Alto Friuli", oltre a  fornire una cronaca della conferenza stampa, offre le interviste filmate ai sindaci di Cavazzo e Verzegnis e all'ing. Garzon.


Sedimenti e temperatura.
Ecco i rischi per il lago di Cavazzo,
secondo la perizia 'Garzon'

di David Zanirato

L'ingegnere trentino ha presentato i suoi studi sul progetto di potenziamento della centrale di Somplago, sui quali ora i sindaci dei quattro comuni interessati, Cavazzo, Verzegnis, Bordano e Tarsaghis, attenderanno risposte scientifiche in merito, “fermo restando – hanno sottolineato – che l’iniziativa Edipower è una opportunità per il lago dei Tre comuni".
I sedimenti, che continuando di questo passo, desertificheranno il lago entro i prossimi 110 anni e la temperatura dell’acqua, che rischia di calare di quattro gradi con ripercussioni sull’habitat lacustre e la balneabilità. Sono questi gli aspetti più stringenti emersi dalla perizia “Garzon” sul progetto di potenziamento della centrale di Somplago.

I sindaci Iuri, Sulli, Picco e Colomba hanno voluto presentare pubblicamente lo studio - commissionato dagli stessi municipi, assieme alle Comunità montane e al Bim – firmato dall’ingegner Franco Garzon, tra i massimi esperti nazionali del settore, per “ripristinare la realtà sul progetto Edipower con notizie tecniche complete e corrette, a dispetto invece di coloro che continuano a sostenere falsità ed esagerazioni”.

Lago, conferenza dei Sindaci - III

Ecco la cronaca del Messaggero Veneto a proposito della conferenza stampa promossa a Cavazzo.



«Salviamo il lago dall’interramento»

Messaggero Veneto, 23 febbraio 2011 


CAVAZZO.
«L’ampliamento della centrale di Somplago è un’opportunità, se Edipower garantisce lo sfangamento del Lago di Cavazzo» (operazione mai svolta neppure nei bacini dell’Ambiesta e del Lumiei). Che questa sia una condizione ineludibile lo hanno spiegato ieri i sindaci di Cavazzo Carnico, Dario Iuri, di Verzegnis, Luciano Sulli, di Trasaghis, Augusto Picco, e di Bordano, Gianluigi Colomba, nella conferenza stampa indetta – hanno spiegato – per dare «informazioni corrette e documentate dopo tanti allarmismi». «Lasciato così com’è – hanno spiegato – nel giro di 110 anni, con 130 mila mc l’anno, il lago si interra e ci si può piantare le patate. L’impianto nuovo lo accelererà del 10%, non di più».
Ieri è stata presentata la perizia redatta dall’ingegnere Franco Garzon e commissionata dai Comuni con il contributo delle due Comunità montane locali e del Bim. Per Garzon il progetto di Edipower risulta carente in alcuni aspetti. Il primo problema riguarda i sedimenti, con 130 mila mc l’anno. Per Garzon con una rendita dell’impianto di 13 milioni di euro l’anno per Edipower, la società si può permettere di pulire il lago con un costo di 300-400 mila euro l’anno. Comuni, Regione e il decreto di Via – ha spiegato – hanno imposto prescrizioni precise che dovranno trovare una precisa risposta nei documenti integrativi richiesti al proponente e attesi per fine febbraio. Altro problema per Garzon come per i Comitati è la riduzione di alcuni gradi della temperatura sulla zona superficiale del lago di Cavazzo, per cui comunque vi sarebbe una soluzione tecnica del costo di 6-7 milioni con un canale ad hoc che colleghi il centro del lago con la presa della centrale di Somplago e lo scarico. Sul problema delle sorgenti del Rio Vaat (ci sarebbe il 10% di possibilità che vengano intercettate dalla galleria e comunque ci sarebbe un sistema da 6-7 mila euro per risolvere il problema) e la stabilità dei versanti per Garzon è necessario un continuo monitoraggio per garantire azioni di ripristino e salvaguardia immediate. Non vi sarebbero invece problemi di tenuta della diga, di stabilità idrogeologica dei versanti e dei depositi di smarino. Per l’aspetto energetico globale emerge che il risparmio di combustibili fossili sarebbe garantito: l’intervento permette un risparmio annuo di 11 mila tonnellate di gasolio. «Finalmente – dice poi Iuri – sono stati inseriti i livelli massimi di escursione dei due bacini». I sindaci ora attendono le risposte di Edipower alle criticità evidenziate ma anche di discutere delle opportune compensazioni. 

Tanja Ariis

mercoledì 23 febbraio 2011

Lago, conferenza dei Sindaci - II

Il Gazzettino di oggi dedica ampio spazio alla conferenza stampa promossa dai Sindaci nel Municipio di Cavazzo. Scrive il giornale:

I sedimenti, che continuando di questo passo, desertificheranno il lago entro i prossimi 110 anni e la temperatura dell'acqua, che rischia di calare di quattro gradi con ripercussioni sull'habitat lacustre e la balneabilità. Sono questi gli aspetti più stringenti emersi dalla perizia "Garzon" sul progetto di potenziamento della centrale di Somplago, sui quali ora i sindaci dei comuni interessati, Cavazzo, Verzegnis, Bordano e Trasaghis, attenderanno risposte scientifiche in merito, "fermo restando - hanno sottolineato più volte i primi cittadini, riuniti ieri a Cavazzo in conferenza stampa - che l'iniziativa Edipower è una opportunità per il lago dei Tre comuni, soprattutto perchè, se recepite tutte le nostre osservazioni, potrà permettere una vera salvaguardia della valle ma soprattutto migliorie dello stato attuale del bacino che, diversamente, rischierebbe invece di trasformarsi in un campo di patate". I sindaci Iuri, Sulli, Picco e Colomba hanno voluto presentare pubblicamente lo studio - commissionato dagli stessi municipi, assieme alle Comunità montane e al Bim - firmato dall'ingegner Franco Garzon, tra i massimi esperti nazionali del settore, per "ripristinare la realtà sul progetto Edipower con notizie tecniche complete e corrette, a dispetto invece di coloro che continuano a sostenere falsità ed esagerazioni". Nel dettaglio l'ingegner Garzon, servitosi di precedenti studi batimetrici, ha specificato che "mantenendo le condizioni attuali di produzione della centrale di Somplago, con l'attuale apporto di sedimenti di circa 130.000 mc annui, si andrebbe incontro comunque al totale interrimento del lago in un periodo di circa 110 anni; l'impianto nuovo accelererebbe il tutto solamente del 10%". Ma Garzon fornisce anche la contromisura: «Dalla valutazione effettuata emerge che il potenziamento della centrale renderà 13 milioni di euro l'anno, l'Edipower quindi può permettersi di sfangare il lago annualmente di 100 mila mc con una spesa di circa 300 mila euro». Sul capitolo dell'abbassamento della temperatura dell'acqua, il tecnico suggerisce alla società di "creare un canale sotterraneo al lago, da centro bacino alla presa della centrale e poi fino al torrente Leale, attraverso il quale far scorrere le acque più fredde, lasciando così invariate le temperature di quelle più superficiali". Rispetto al capitolo energetico globale, "su cui molta enfasi è stata fatta dai comitati - ha commentato Iuri - emerge che il risparmio di combustibili fossili e quindi di emissioni di CO2 è garantito, stimato annualmente in 11 mila tonnellate in meno di gasolio o metano, grazie al turbinamento notturno". Lo studio ha toccato anche altri aspetti come la tenuta della diga dell'Ambiesta, la stabilità idrogeologica dei versanti ed il deposito dello smarino, considerati però dai sindaci "esenti da problematiche" mentre per quanto riguarda il capitolo sorgenti "c'è un 10% di possibilità di rischio ma l'acqua eventualmente dispersa, potrà essere recuperata in favore degli acquedotti con un intervento interno alla roccia da 700 mila euro". Il sindaco Iuri infine ha ribadito che su uno dei punti più spinosi, "il differenziale di quota dei laghi, tra pompaggio e turbinamento, con il progetto sarà finalmente garantito alle quote di 1 metro per Cavazzo e 9 per Verzegnis, rispetto ai 4 e 29 dell'attuale concessione. Il tutto sarà controllato in tempo reale da un computer presente nel nostro Municipio". 

David Zanirato, "Lago ancora più freddo", "Il Gazzettino" 23-2-2011

Lago, conferenza dei Sindaci - I

"Ma allora l'han fatta!"  "E alle 11 di un giorno feriale!". Stiamo parlando della conferenza stampa dei Sindaci per presentare le risultanze della relazione dell'ing. Garzon sul raddoppio della centrale di Somplago, che si è tenuta ieri a Cavazzo.
In attesa di esaminare dettagliatamente i contenuti emersi nell'incontro, presentiamo la prima sintesi  offerta  dal  sito "Carnia.La":


I pro e i contro del progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago



Contro: temperatura che si potrà abbassare di 4 gradi; aumento dei fanghi del dieci per cento in più, con riempimento del lago stimato in 110 anni; 10 per cento di rischio di dispersione delle sorgenti di acqua per via della galleria che servirà a pompare l’acqua in salita fino a Verzegnis. 
PRO: calo di emissione di CO2 grazie al risparmio di 11.000 tonnellate di combustibili fossili; limitazione dell’escursione delle quote dei laghi ad 1 metro per Cavazzo e 9 per Verzegnis, al posto dei limiti attuali rispettivamente di 4 e 29. Sono queste in sintesi alcune delle le risultanze della relazione tecnica dell’ingegnere Franco Garzon sugli effetti del progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago, così come riportate dal Gazzettino. Tra i correttivi suggeriti: lavori di sfangamento del lago (costo stimato: 300.000 euro/anno, sui 13 milioni di € annui di guadagno per la centrale con l’intera operazione); costruzione di un canale sotterraneo che veicoli l’acqua fredda fino al torrente Leale. I sindaci di Bordano, Cavazzo, Trasaghis e Verzegnis, che hanno commissionato lo studio assieme al Bim e alle Comunità Montane, sul Messaggero chiedono che all’ampliamento della centrale corrisponda un investimento di parte degli utili da parte della società proprietaria, l’Edipower. Questo per operare lo sfangamento del bacino di Cavazzo. Il costo per il canale dell’acqua fredda, riporta il quotidiano, sarebbe di 6/7 milioni.
(http://carnia.la/2011/02/23/23-01-il-gazzettino-e-messaggero-veneto-i-pro-e-i-contro-del-progetto-di-potenziamento-della-centrale-idroelettrica-di-somplago/)

lunedì 21 febbraio 2011

Eolico nostrano, verso la bocciatura? - VII

Il Gazzettino di domenica 20 febbraio ha dedicato un ampio articolo alle tematiche del rapporto tra ecologia ed energia, citando i casi della bocciatura del parco eolico di Trasaghis e del  dibattito in corso attorno al raddoppio della centrale di Somplago.

Anche l’ecologico può esser dannoso
di Umberto Sarcinelli
Il Gazzettino, Domenica 20 Febbraio 2011
Chi pianta un albero non sa se vi verrà impiccato", scrive Josè Saramago ne La Caverna. Paramentrando questa "pillola di saggezza" all’ambiente, cadono molti luoghi comuni, molte cose che sembrano sostenibili non lo sono, mentre altre, che appaiono negative, si possono rivelare benefiche.
      In Friuli Venezia Giulia questa situazione di rovesciamento di significati è molto attuale, come nel resto del pianeta.
      Prendiamo ad esempio l’energia eolica. Considerata una fonte alternativa non inquinante e economica, è molto diffusa nel nord Europa e in Spagna, ma il progetto di costruire cinque torri di 125 metri a 
Trasaghis è stato bocciato dall’Ispra, dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione, oltre che dal Wwf. Il motivo è stato indicato nella minaccia grave che rappresenta per una specie protetta e sensibile come il grifone, presente in un centinaio di esemplari nella vicinissima riserva naturale regionale del lago di Cornino, in comune di Forgaria nel Friuli. Dannoso, come hanno mostrato le ricerche e gli studi dell’Università di Udine, anche per le diverse specie di chirotteri (pipistrelli), per altre specie di uccelli. Inoltre le cinque torri previste disturbavano paesaggisticamente il territorio. In una regione come il Friuli Venezia Giulia che rappresenta uno dei nodi delle migrazioni dell’avifauna, gli impianti eolici diventano delle vere e proprio "affettatrici", provocando significative stragi. In Spagna hanno già sperimentato questo lato negativo degli impianti eolici.
      In questo caso il vantaggio di qualche chilowatt a basso costo viene annullato dal valore della fauna, del suo indotto e dalla qualità della vita.
      Ragionamento analogo si può fare per la risorsa acqua, di cui il Friuli Venezia Giulia è ricco. Negli anni 50-60 del secolo scorso la Carnia fu "prosciugata" per ricavare energia elettrica. Con opere di captazione "a gronda" si intercettarono quasi tutte le sorgenti e i torrenti per alimentare i bacini artificiali e quindi produrre energia con una fronte rinnovabile. Ma gli effetti sull’ambiente sono stati evidenti, a cominciare dal dissesto idrogeologico (il Vajont su tutti), dalle variazioni nel microlima (Il lago di Cavazzo) alla struttura e biologia dei corsi d’acqua, senza una portata minima garantita. L’idroelettrico, considerato "pulito" in effetti proprio ecologico non è. Dipende dai modi d’uso. In questo periodo si stanno studiando mini centraline idroelettriche rispettose dell’ambiente, che garantiscono la portata minima vitale, ma è difficile farle accettare, nonostante abbiano tutti i requisiti europei del caso.
      Viceversa pratiche che vengono accettate come compatibili provocano gravi danni. Per esempio la canoa fluviale, considerata ecologica, se praticata in ambienti sensibili, come le sponde dei fiumi, nei periodi della riproduzione degli uccelli acquatici possono portare un disturbo fatale per i nidi. Allo stesso modo l’arrampicata sportiva lungo le falesie nel periodo di nidificazione, per esempio, dei falchi pellegrini. Anche lo sci fuori pista è estremamente impattante sugli animali, molto di più di quello che si pratica negli impianti sciistici. In questi ultimi gli animali sono stati (ahimè) sfrattati dal disturbo e si rifugiano in zone più tranquille e isolate. Proprio quelle che interessano agli scialpinisti, agli escursionisti con le racchette da neve e con gli sci da fondo fuori pista. Caprioli, cervi, lepri bianche, mustelidi, già in difficoltà nella raccolta del cibo e per l’ambiente innevato vengono disturbati fino a provocarne la morte per stress o infarto.
      Molti animali hanno grandi capacità di adattamento all’ambiente, ma l’attività dell’uomo è talmente intensa e in crescendo che non permette nessuna forma di adeguamento. L’evoluzione culturale portata dall’uomo è molto più veloce di quella naturale. Ma questo vale anche per l’uomo.

domenica 20 febbraio 2011

Lago, dibattito sulla perizia Garzon - IV

La discussione sulla perizia  Garzon  comincia ad essere incentrata anche sugli aspetti tecnici dei contenuti: il Gazzettino di Oggi ospita l'opinione dei geologi Cella e Tosoni.


Il lago soffocato dai fanghi

Il Gazzettino, domenica 20 Febbraio 2011

TRASAGHIS - I geologi del Comitato, Roberto Cella e Dario Tosoni, ribattono alle conclusioni a cui è giunto l’ingegner Franco Garzon, il tecnico incaricato dai Comuni e dal Bim del Tagliamento, in merito al potenziamento della centrale di Somplago.
      A far reagire sono le conclusioni a cui giunge il professionista, secondo il quale solo con i nuovi introiti incamerati da Edipower si otterrebbero le risorse finanziarie per contrastare il processo di interrimento e mitigare i danni ambientali che il lago di Cavazzo subisce da 50 anni.
      Partendo dai punti di accordo, Cella e Tosoni fanno notare la franosità delle sponde.
      «Per quanto riguarda le sorgenti di Rio Vaat che alimentano gli acquedotti a servizio dei comuni di Cavazzo Carnico e di Bordano - rilevano -, malgrado tutte le assicurazioni e le cautele possibili se la galleria intercetterà il condotto carsico che le alimenta la loro scomparsa sarà pressochè inevitabile così come successo per le sorgenti del Bosco di Corona, di località Grialez ed altre minori in occasione della costruzione della prima galleria. La possibilità di ripristinarle mediante raccolta delle acque in galleria e ripompaggio verso il Rio Vaat attraverso una piccolo tunnel costruito ad hoc appare una ipotesi interessante ma poco fattibile oltre che onerosa. Val la pena quindi di correre il rischio di lasciare senz’acqua i 1200 abitanti serviti dalle acque del Rio Vaat? Un rischio che sembrerebbe accentuato dal tracciato della nuova galleria, sensibilmente più vicino alle sorgenti rispetto alla galleria esistente».
      Ancora: «Anche dopo i calcoli eseguiti da Garzon rimangono molti dubbi sulla gestione della produzione elettrica in funzione delle oscillazioni del livello dei due laghi, che le prescrizioni del Ministero dell’Ambiente limitano a 9 m per il serbatoio dell’Ambiesta e 1 m per il lago di Cavazzo. La produzione prevista è sensibilmente inferiore a quanto calcolato sia da Edipower che da Garzon».
      E sul tema dell’interrimento del lago di Cavazzo: «I documenti attestano che dal 1956 (data di entrata in funzione della centrale) al 1977 si è depositata nel lago una massa di sedimenti pari a 2,7 milioni di metri cubi. Se si ipotizza un tasso di sedimentazione costante nel tempo attualmente i sedimenti accumulati sarebbero vicini ai 7 milioni di mc, per una riduzione volumetrica del bacino del 33% in poco più di 50 anni di esercizio dell’impianto. L’ingente accumulo di sedimento è avvenuto con portate medie mensili riversate nel lago di Cavazzo tutto sommato relativamente modeste e comprese tra i 25 mc/s degli anni a normale piovosità e i 35 mc/s degli anni più piovosi (fonte Edipower); immaginiamo quindi cosa può succedere se la massa d’acqua riversata nel lago sale a 110 mc/s così come previsto dal potenziamento».
      La conclusione: «Urgente predisporre interventi atti a contrastare il processo di interrimento che, in accordo con l’ing. Garzon, consideriamo grave e pericoloso per la sopravvivenza stessa del lago. Tra questi il previsto dragaggio del fondo del lago che aprirebbe però nuove problematiche su dove e con quali risorse smaltire i fanghi».

sabato 19 febbraio 2011

Anche in Val del Lago: navigare nel Web o abitare nel Web?

L'appello per riflettere sullo stato delle connessioni internet non ha avuto successo (un solo anonimo interlocutore ha commentato con un "biat frut" che evidentemente sottintende il pensiero dell'inutilità dell'affrontare un simile tema).
Peccato, perché anche con Internet si sta assistendo a un nuovo, ennesimo "salto di qualità". Leggete per esempio quanto stimolante sia una riflessione par furlan, vista dalla prospettiva furlana, come quella proposta da G. Jannis:


Slargjâ il voli te Rêt

Una volta si diceva “navigare in rete”, ma tale termine non è più adeguato: ora in rete ci abitiamo, e dobbiamo costruire una casa digitale. La struttura c’è, possiamo festeggiare il suo “licôf” (la festa che si fa in Friuli quando si arriva a finire il tetto di una casa), ma ora è da riempire di contenuti.
Une volte si diseve “navigâ” in internet ma chel verp vuê nol sodisfe plui, nol è plui adeguât. La idee dal web tant che di un mâr di esplorâ, di archivis e bibliotechis eletronichis come isulis di visitâ e forsit botinâ, no corispuint plui ai nestris compuartaments presints.
Navigants deventâts gnûfs abitants Nô vuê o sin a stâ in maniere stabile in Rêt. Li dentri o vin la pueste, la bancje, il Comun e lis impresis, gjornâi e libris, il cine e la radio. In cuindis agns, o vin costruît sul web lûcs di socialitât frecuentâts di milions di personis, placis e tinei dulà che ogni dì o partecipìn al dibatiment public, leìnt e comentant chel che altris a àn scrit. Nô stes o produsìn contignûts che dopo o publichìn intes nestris gnovis cjasis digjitâls, sui blogs e sul social networks che o frecuentìn.
In Rêt si sin costruîts une identitât sociâl, o vin cjatât fûr o coltivât afiets e relazions, o vin une reputazion e o savìn a cui dâ fiducie. O esprimìn in libertât nô stes intes conversazions, e ben planc o sin daûr a deventâ cussients dai nestris dirits tant che citadins digjitâi.
La novitât Cheste vision plui clare e leibile dal nestri fâ e pues jessi riferide – benintindût - ancje a subiets amplis tant che lis coletivitâts umanis, ai atôrs sociâi e aes comunitâts locâls che, in gracie de Rêt, a àn vuê struments partecipatîfs vierts e democratics par dâ imagjin e par contâ in maniere mediatiche il lôr concret jessi a stâ sul teritori. Finalmentri, e pues vignî fûr une identitât sociâl pardabon polivocâl e pluraliste, intai gnûfs Lûcs dal teritori digjitâl.
Ma se o vin gnovis cjasis indulà jessi a stâ, alore e covente une inaugurazion.
Il licôf tant che scree, lu savìn, al è di intindi come un rituâl sociâl gaudiôs par “bagnâ” cuntun brindis ce che o vin creât, chel che prime nol jere. In chê frascje di peç metude sul cuviert des cjasis a pene fatis sù, riunint Nature e Culture, o leìn in prospetive mitologjiis e narazions che la umanitât e met in sene par se stesse, intal so costruî manufats e adatâ in maniere tecnologjiche il teritori aes
propriis esigjencis insediativis.
Cun chestis pagjinis dedicadis di pueste ae Culture Tecnologjiche e Digjitâl, la Patrie dal Friûl e scree uficialmentri une sezion editoriâl che e fevele di Lûcs web e di socialitât online, e chest al è un prin licôf. La Patrie al stes timp e je daûr a consolidâ i propris Lûcs web, e cjape in mût simpri plui fuart e definît identitât e conotazion ancje intal mont digjitâl, e cheste e pues jessi calcolade une seconde inaugurazion.
Licôf digjitâl Al è forsit spazi par un paralêl: intal mont fisic, il licôf al è celebrât tal moment de costruzion dal cuviert de cjase, ma o sin ancjemò lontans dal podê la a stâ, stant che ancjemò a àn di jessi finidis lis struturis internis, i implants, il furniment. Intal mont digjitâl, vint a ce fâ cun ogjets e ambients imateriâi, o savìn ben che, di là de publicazion di un sît o di un blog che si pues simpri tornâ a viodi e miorâ, il vêr impegn al è intal mantigniment de comunicazion, par “furnî” in mût simpri plui comut i Lûcs di socialitât dal web, par introdusi intal dialic public contignûts di cualitât.
Chest licôf digjitâl, segn di un impegn, al mostre la promesse di un lavôr intal timp, come che intal timp si davuelç la azion dal jessi a stâ, chel mantignî e vê cure dai teritoris vuê sedi fisics che digjitâi dulà che o vivìn e dulà che o esprimìn nô stes, inte civîl conversazion.
Evidentemente, però, se Internet non funzia, o non funzia bene, queste  diventano  tematiche sproporzionate e lontane. Eppure...

Lago, martedì una conferenza stampa dei Sindaci?

Sul sito dell'Uppi è comparso questo piccolo trafiletto:


Centrale elettrica di Somplago: conferenza stampa 22 febbraio a Cavazzo Carnico
I Sindaci dei Comuni di Bordano, Cavazzo Carnico, Trasaghis e Verzegnis indicono per il giorno martedì 22 febbraio alle ore 11.00 presso il municipio del comune di Cavazzo Carnico una conferenza stampa volta ad illustrare i contenuti della perizia di valutazione sul progetto presentato dalla società Edipower relativo al potenziamento della centrale di Somplago.
Sarà presente l’ing. Garzon tecnico incaricato dalle quattro amministrazioni di redigere lo studio.
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Nessun altro altro organo di informazione ha sinora dato la notizia: si attendono conferme.

venerdì 18 febbraio 2011

APPELLO URGENTE: COME VA LA VOSTRA CONNESSIONE INTERNET?

UN APPELLO URGENTE PER I WEB-NAVIGATORI DELLA VAL DEL LAGO: COME VA LA VOSTRA CONNESSIONE INTERNET?

Leggiamo sui giornali (e, qualche volta, riusciamo a leggerlo sulla rete) che in queste settimane la mobilitazione via Internet ha causato un ribalton nei paesi del medio oriente: gente che si incontra, si parla, progetta, costruisce, opera…. e ottiene.
Noi quassù, in Alto Friuli, ad Alesso e nei dintorni, nonostante l’adsl, stiamo delle mezzore per aprire una pagina web…. Spudant balìns, siamo riusciti lo stessi a fornire un servizio informativo, sulle cose valdelaghine, in questi giorni così densi di avvenimenti e di prospettive che si delineano.
Ma la difficoltà di connessione dipendono dal fatto che i blogger di Alesso& Dintorni sono imbranati o è un problema effettivo, serio, generalizzato? Ditecelo, mandando una mail a
alessoedintorni@gmail.com e, se si tratta di un disagio esteso, vedremo di studiare qualche possibile soluzione.

giovedì 17 febbraio 2011

Lago, i sindaci ed Edipower ascoltati a Trieste dalle commissioni consiliari - IV

E’ ora disponibile on line la cronaca pubblicata dal “Messaggero Veneto” dell’audizione dei Sindaci e di Edipower, la settimana scorsa,  davanti alle commissioni consiliari a Trieste.


Centrale, il “conto” dei sindaci

TRASAGHIS. Audizione congiunta, ieri a Trieste, per le Commissioni consiliari II (presieduta da Federico Razzini, Ln) e IV (Alessandro Colautti, Pdl) con i rappresentanti di Edipower spa e i sindaci dei Comuni di Verzegnis Luciano Sulli, Trasaghis Augusto Picco, Bordano Gianluigi Colomba e Cavazzo Carnico Dario Iuri, sul progetto di ampliamento della centrale idroelettirica di Somplago, per ascoltare le posizioni dei soggetti interessati. Ieri sono state illustrate dai responsabili di Edipower – Giuseppe Monteforte direttore progetti, Roberto Gianatti responsabile gestione idroelettrica, e Salvatore Marchese capo del nucleo idroelettrico di Udine – le caratteristiche tecniche e gli obiettivi del progetto definito strategico e incluso nell’accordo di programma siglato da Edipower con il ministero dell’Ambiente. E sono stati chiesti chiarimenti in merito alle principali preoccupazioni e obiezioni sollevate dalle popolazioni riguardo a possibili interferenze con il sistema idrico esistente, alle oscillazioni dei livelli, all’impatto sull’ecosistema, al trascinamento dei sedimenti, all’erosione spondale, al pericolo di esondazioni, alla sistemazione dei materiali di scavo, alle implicazioni del nuovo assetto riguardo la diga di Verzegnis.
Quanto alla possibilità di un modello fisico per simulare i fenomeni collegati alla nuova realtà, i vertici Edipower hanno precisato che, dovendo essere questo di grande scala, sarà invece realizzata una serie di modelli numerici da condividere con Arpa per verificare che non ci siano interferenze con l’alimentazione degli acquedotti.
Da parte dei sindaci sono state ricostruite le varie fasi dell’iter seguito dagli enti locali e la leale collaborazione data così come era a essi richiesto, fino all’emissione del decreto ministeriale. Sulli, ha posto però l’accento sulle mitigazioni compensative oggetto di valutazione con la società. E anche gli altri sindaci - Picco, Colomba e Iuri - gli hanno fatto eco ricordando di aver adottato tutte le misure per salvaguardare il territorio: «Vogliamo che sui nostri territori ci sia una ricaduta durevole nel tempo dei benefici energetici, una volta finita la collaborazione, e in questo chiediamo sostegno alla Regione». Picco ricordando di aver chiesto alla Regione un pool di tecnici per una valutazione terza, ha presentato i risultati di uno studio affidato a un tecnico trentino che evidenzia diverse criticità. Iuri ha criticato il terrorismo di chi ha paragonato l’intervento a un nuovo Vajont, quando invece andrà a migliorare i due bacini: «Nota amara, venire a conoscenza dalla stampa della visita del presidente Tondo nella zona».
Numerose le domande dei consiglieri sia ai vertici Edipower che ai sindaci, in prevalenza di natura tecnica, in considerazione anche di quanto affermato dai Comitati contrari.
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Quando sono uscite le prime cronache dell'incontro, ci si chiedeva se le posizioni fossero state univoche, e quali le prospettive aperte. Il fatto che, nei giorni successivi, vi siano state solo prese di posizione da parte dei Comitati, porta a concludere che il "fronte dei sindaci" si sia presentato compatto, e che il tema principale della discussione siano state le "compensazioni". Non è, come si diceva una volta, "mettere il carro davanti ai buoi"? Non c'è proprio nient'altro da discutere? Non lo crediamo. (A&D)

Quel che si muove a ... Tarnep. Un libro sulle genealogie del paese

Sabato 19 febbraio, alle 15, nelle ex scuole elementari di Interneppo, presentazione del nuovo libro di Velia Stefanutti dedicato alle memorie e alle genealogie dei gruppi familiari di Tarnep (che, ovviamente,  spesso si intrecciano a quelle di altri paesi della Valle).

martedì 15 febbraio 2011

Lago, dibattito sulla perizia Garzon - III

Nuova presa di posizione dei Comitati sulla perizia presentata dall'ing. Garzon. Ne dà conto il Gazzettino di oggi.


Centrale, il Comitato guarda all’esempio trentino

Il Gazzettino, Martedì 15 Febbraio 2011

TRASAGHIS - (pc) Per il comitato a difesa del lago di Cavazzo, il parere espresso da Franco Garzon, l'esperto incaricato dai Comuni della val del lago di analizzare il progetto di raddoppio della centrale Edipower, evidenzia che i dubbi manifestati da tempo sono realistici ma allo stesso tempo non del tutto convincenti: «L'ingegner Garzon - nota Dino Rabassi del comitato - si è soffermato più sugli aspetti idrodinamici che socio-ambientali del problema ripetendo, a mio avviso, lo stesso errore da lui commesso presentando, per conto della Società Altissimo Srl, il progetto di ripompaggio delle acque dal Garda al serbatoio sotterraneo del Monte Altissimo, respinto proprio per queste carenze dalla Provincia di Trento». E proprio l'autonoma Provincia altotesina viene presa a modello dallo stesso comitato per affrontare la problematica: «La Provincia Autonoma di Trento - dice ancora Rabassi - sfruttando il proprio Statuto autonomo e, approfittando della dismissione statale della produzione elettrica vi è subentrata e può ora porre in atto quelle mitigazioni doverose verso l'ambiente, riversando inoltre ai 220 Comuni delle compensazioni annue proporzionali ai danni subiti, garantendo loro anche l'autonomia gestionale degli acquedotti. Altro che ATO! Altro che gestione privata delle acque! Chiedano i nostri sindaci a quanto ammontano le compensazioni così gestite ai loro colleghi trentini. Un esempio per i più scettici? 320 mila euro annui oltre ai contributi elargiti dal BIM al Comune di Molveno».

lunedì 14 febbraio 2011

Lago, dibattito sulla perizia Garzon - II

Per chi non li avesse letti, si ripropongono i due articoli che il "Messaggero Veneto" ha dedicato alla "perizia Garzon" all'indomani della presentazione. La perizia è un documento complesso che, presumibilmente, in parecchi stanno esaminando e studiando, di questi giorni. Se ne parlerà ancora.



Lago, l'opinione di R. Paravano

Il sig. Rinaldo Paravano ha inviato al sito "Carnia.La" una articolata analisi delle prospettive legate al raddoppio della Centrale di Somplago.


Potenziamento della Centrale Idroelettrica di Somplago (Cavazzo Carnico). 
Opera di iniziativa privata, si ribadisce, da realizzarsi con l’obiettivo di accedere ai benefici concessi da leggi dello Stato sullo sfruttamento delle fonti rinnovabili. -Nella fattispecie, l’idea di sfruttare al massimo il pompaggio dell’acqua in un bacino soprastante, durante le ore notturne dopo aver generato energia durante le ore diurne non può considerarsi peregrina, essendo tale sistema normalmente utilizzato dai produttori in tutto il mondo. In Slovenia sono in fase di completamento due nuove centrali idroelettriche con pompaggio sui fiumi Soča (Isonzo) e Idrija per complessivi 700 MW-.  Ma nel caso in esame è richiesto un esame approfondito e competente dell’intero progetto per ciò che riguarda il problema “sicurezza” volta alla salvaguardia del territorio e delle comunità ivi residenti, particolarmente allarmate in quanto memori della tragedia del “Vajont” e ben conoscen
do la natura geologica insidiosa dei rilievi montuosi interessati dall’opera. Diverso, il comportamento di alcuni politici e amministratori locali che, cedendo alle lusinghe di laute compensazioni, hanno dato parere favorevole al raddoppio della Centrale mentre invece, per dovere e responsabilità istituzionali, avrebbero dovuto richiedere maggiori garanzie proprio sulla sicurezza a tutela dei propri territori amministrati.
E’ cosa nota, anche ai profani, che un’eccesiva escursione quotidiana del livello dell’acqua ed il suo rimescolamento, portano alla progressiva erosione delle sponde del Lago di Cavazzo, ove la Centrale scarica e attinge l’acqua per pomparla in quota, favorendo pericolosi fenomeni di franamento, oltre all’alterazione dell’ambiente faunistico e della flora autoctona. Le maggiori preoccupazioni derivano, però, dal lago soprastante dell’Ambiesta e dalla sua diga di sbarramento. Infatti, i fenomeni di pendolazione del livello delle acque (circa 10 metri) accentuerà l’erosione delle sponde e il verificarsi di franamenti, senza contare che l’arco della diga è da tempo sottoposto a costante controllo strumentale per le pregresse, e visibili, fratture sulla superficie centrale, inoltre, non si conosce la situazione di stabilità delle spalle d’appoggio laterali. Anche l‘escavazione dei circa 8 km di galleria d’adduzione e pompaggio dell’acqua, parallela a
ll’attuale e tale da incrementare la portata d’acqua dagli attuali 66 mq ai 112 previsti, può destare qualche preoccupazione.
Attualmente la Centrale -che consta di tre gruppi di generazione reversibili da 60 MW cadauno, ai quali, si dovrebbero aggiungere altre due di pari potenze e da collocare in locali già predisposti all’origine (anno1957)-, viene fatta funzionare con criteri mirati al puro tornaconto aziendale, infatti, la produzione di energia si limita alle 6-8 ore giornaliere di maggiore richiesta e pertanto maggior remunerazione. Una diversa gestione del servizio più rispettoso al contenimento dei costi generali e collettivi, trattandosi di energia rinnovabile, imporrebbe di dedicare alla produzione diurna (16 ore) almeno due gruppi pari 120 MW ed il terzo in riserva, sia per le ore di punta, sia per eventuali perturbazioni di rete. La notte, (8 ore) almeno un gruppo 60 MW, salvo imprevisti, in generazione, riservando al pompaggio uno, o due, secondo esigenza. Questo programma porterebbe un reale beneficio alla rete in termini di costi evitati, basti pensare che la non lontana Zona Indu
striale di Osoppo preleva mediamente nelle ore diurne circa 80-100 MW (quasi due macchine di Somplago), mentre nelle ore notturne il prelievo si riduce a circa 50 MW (meno di una macchina di Somplago). Tutto ciò significa che quando la Centrale di Somplago non produce, tutta l’energia che serve ad alimentare la ZI di Osoppo, gran parte della Carnia e la Valcanale, deve arrivare dalle Centrali termoelettriche di Monfalcone o Torviscosa, e in caso di indisponibilità di tale connessione a 230 kV dal Veneto, con aggravio di costi per utilizzo di fonti fossili ed un tasso di perdite di potenza in rete di circa il 5- 8%. (...)

Conclusione. In base alle considerazioni di cui sopra e di altri aspetti, intrinseci ed estrinseci, non approfonditi nel presente documento, le due opere [elettrodotto e raddoppio centrale] sono sconsigliabili.
Rinaldo Paravano