"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

giovedì 3 marzo 2011

Lago, il parere dell'Etp (per chi se l'era perso)

Sul numero di dicembre del Notiziario dell'Ente Tutela Pesca è apparsa una interessante analisi sulle conseguenze per il Lago del ventilato raddoppio della centrale. Per quanti se lo fossero perso, lo riproduciamo qui.





Giuseppe-Adriano Moro

L'impianto reversibile di Somplago 


Da oltre cinquant’anni una importante centrale idroelettrica è in esercizio nei pressi di Somplago (Cavazzo), sito di produzione energetica che sfrutta le acque della Carnia. Nel corso del 2009 è stata avviata la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per verificare la compatibilità ambientale di un nuovo progetto, proposto dalla Edipower spa, attuale proprietaria degli impianti, che prevede l’installazione di nuove turbine “reversibili”.
   Gli impianti reversibili, a differenza di quelli normali, hanno la possibilità di funzionare anche come pompe: possono dunque essere messi in moto dall’acqua che cade da un serbatoio più alto della centrale, ma anche spingere l’acqua verso lo stesso serbatoio. L’idea dell’impiago di questo tipo di macchine non è nuova, dato che in tutto il mondo ne sono già state installate molte durante il secolo scorso. Un impianto reversibile ha la
possibilità di produrre energia elettrica facendo scendere l’acqua dall’alto verso il basso quando ve n’è necessità, mentre può pompare acqua ad un serbatoio in quota durante i periodi di bassa richiesta energetica, sfruttando la sovraproduzione di altri impianti, meno elastici nelle fasi di avvio ed arresto.
   In Italia generalmente il picco di richiesta di energia si verifica durante il giorno, più o meno fra le 10 e le 16, ovvero nel momento in cui gli uffici sono aperti, tutte le attività commerciali sono in esercizio, nelle case si mettono in moto aspirapolvere e ferri da stiro. Durante la notte la richiesta energetica cala ed allora può acc a d e r e   c h e   i   g r a n d i   i m p i a n t i termoelettrici producano in eccesso.
Dato che il mercato dell’energia viene governato, come tutti i mercati mondiali, dal rapporto fra domanda ed offerta, risulta evidente che durante la notte l’energia elettrica si venda ad un prezzo più basso che durante il giorno. Ecco dunque che può risultare conveniente, dal punto di vista economico ed industriale, immettere in rete più energia durante
il giorno, anche a costo di utilizzarne durante la notte per pompare acqua in un serbatoio in quota.
   Dal punto di vista energetico l’operazione è evidentemente in perdita, dato che è impossibile ottenere un rendimento del 100% dal ciclo di pompaggio e successiva produzione, ma dal punto di vista economico il ciclo ha un rendimento positivo, spesso notevole.
   L’impianto dunque consumerà energia, in un bilancio globale, ma produrrà utili finanziari.
   L’interesse del proponente, che è una società privata il cui scopo è realizzare utili, è dunque chiaro e comprensibile. Tuttavia si è rivelata necessaria un’analisi accurata del progetto proposto, al fine di comprendere se vi sarebbero danni a carico dell’ambiente, quali e di che entità.
   Un impianto reversibile deve per forza alterare il bilancio idraulico di un bacino, nel caso specifico sarebbe necessario scaricare più acqua nel lago di Cavazzo durante le ore di punta e prelevarne durante le ore di minima domanda.
   Il Lago di Cavazzo purtroppo non è più un sistema completamente naturale, fin dall’entrata in esercizio dell’impianto di Somplago, ma nel corso degli ultimi decenni i suoi ecosistemi hanno raggiunto un nuovo stato di equilibrio, che verrebbe sicuramente alterato da un cambiamento così radicale nel funzionamento della centrale idroelettrica.
   Ciò che desta le maggiori preoccupazioni è la prospettiva di assistere a forti e rapide variazioni di livello dell’acqua nel lago. Le stime relative all’entità di queste variazioni oscillano da 1 metro a 2 metri, a seconda dei metodi di calcolo, ma anche riducendo l’oscillazione a quella minima prevedibile, questa rappresenterebbe un problema.
   Che un lago non abbia un livello costante è cosa naturale e nota da tempo. Anche il Lago di Cavazzo, prima della costruzione della centrale, aveva forti variazioni di livello su scala stagionale. Durante i periodi piovosi il lago, privo di reali emissari superficiali, saliva di livello fino a tracimare. Da quando è stata realizzata la c e n t r a l e ,   p e r   e v i tare   c o n t i n u e tracimazioni, è stato realizzato un canale scolmatore, chiamato “Canale SADE”, dal nome della tristemente famosa società che lo realizzò insieme alla centrale (la SADE è la società che costruì la diga del Vajont). Un
impianto reversibile non può produrre solo periodi di oscillazione stagionali, ma deve necessariamente generarne di più brevi, altrimenti non potrebbe soddisfare la necessità di produrre nelle ore di picco della domanda. Le oscillazioni di livello assumerebbero dunque un andamento che sarebbe quanto meno settimanale su ampia scala, ma su piccola scala indubbiamente giornaliero. Comparirebbero quindi nel lago delle vere e proprie maree. Questo fenomeno, che si verifica costantemente nelle aree costiere dei mari, non avviene mai nei laghi e pertanto non esistono, nelle acque lacustri, comunità di organismi adattati a tali condizioni. In sostanza tutti gli animali ed i vegetali che vivo n o   i n   u n   l a g o   c o m e   q u e l l o   d i Cavazzo sono adatti ad un ambiente dove il livello dell’acqua varia lentamente.
   Il sistema non interessa solamente il lago di Cavazzo. Questo è infatti il serbatoio di valle, mentre quello di monte è rappresentato dal lago di Verzegnis, creato per sbarramento del torrente Ambiesta. Nel lago alto le variazioni di livello giornaliere verrebbero amplificate dalla ridotta superficie: la stessa quantità d’acqua aggiunta ad un contenitore più piccolo, provoca un innalzamento maggiore.
   Il problema sarebbe relativamente poco importante se non investisse la fascia riparia e sottoriparia del lago, ovvero quella dove si concentra gran parte della vegetazione e della fauna acquatica di un lago. Gli organismi pelagici sono rari, nel caso del Lago di Cavazzo molti organismi che vivevano in acqua libera sono scomparsi, a causa delle alterazioni già prodotte dall’impianto idroelettrico attuale.
U n   c a s o   e c l a t a n t e   è   q u e l l o   d e l sardelon, la Alosa fallax, che non è sopravvissuta all’iniezione di acque
fredde e povere di nutrienti, provenienti dalle zone più elevate della Carnia. Rimangono delle comunità legate al   fondo ed agli  ambienti litoranei, pur fortemente alterate.
   Oscillazioni giornaliere di un metro produrrebbero effetti rilevanti sulla v e g e t a z i o n e   a c q u a t i c a   e   s u l la
morfologia della fascia riparia, riducendo la disponibilità di habitat idonei alla riproduzione dei pesci attualmente presenti ed alla loro crescita.
Allo stesso modo variazioni rapide del livello dell’acqua colpirebbero le comunità bentoniche, ovvero quell’insieme di organismi che vivono sul fondo dei laghi e dei corsi d’acqua, spesso poco mobili e dunque incapaci di s f u g g i r e   a l   s o p r a g g i u n g e r e   d i un’asciutta artificiale. Un impianto reversibile potrebbe dunque ridurre ulteriormente la capacità portante dell’ambiente lacustre per quanto riguarda la fauna ittica ed altri organismi acquatici ed anfibi.
   Su richiesta dell’Amministrazione Regionale l’Ente Tutela Pesca ha esaminato il progetto e, non trovando elementi tali da garantire una sufficiente mitigazione ambientale degli effetti negativi dell’esercizio dell’impianto proposto, ha espresso formalmente parere contrario.
   L’iter autorizzativo del progetto è comunque proseguito, in sede nazionale, dove ha avuto esito positivo. Agli organi tecnici regionali rimane il compito di vigilare sulla futura realizzazione dell’impianto e di valutare con attenzione gli effetti ecologici della sua entrata in funzione.

(Pesca e Ambiente n. 3, dicembre 2010, pp. 14-15)

4 commenti:

  1. aggiungerei una sola cosa nell'introduzione dell'articolo: il sistema di pompare durante la notte per produrre di più durante il giorno, in realtà, non era nato e non serve esclusivamente per una mera speculazione finanziaria. è vero che oggi, nella maggioranza dei casi, è finalizzato solo a questo, in seguito al falso valore dell'energia determinato dai certificati verdi. non dimentichiamoci però che la tariffa diversificata notte-giorno è una politica economica varata per risolvere il problema tecnico di appiattire il consumo, invogliando i grandi utilizzatori a consumare di notte.
    il sistema era nato per ottimizzare i rendimenti generali della produzione di energia, poichè (come detto nell'articolo) garantisce l'assorbimento di quella in sovrappiù prodotta dalle centrali poco versatili a olio, carbone o uranio durante la notte e la produzione durante i picchi di consumo a metà giornata. una configurazione di questo genere, se necessaria e ben calibrata, può avere globalmente effetti positivi sull'ambiente (in termini di inquinamento quasi sicuramente, vanno poi attentamente valutati il danno paesaggistico ed ecologico).
    ora io vorrei capire due cose, che trovo solo parzialmente nelle perizie edipower e comitati (e quindi di rimando in quella garzon): a livello se non altro regionale abbiamo squilibri di consumo che potrebbero essere risolti dal progetto? se si, la conduzione dell'impianto che ne risulta è vantaggiosa solo perchè ci sono i certificati verdi (destinati, giustamente, a scomparire) o rappresenta un serio piano industriale?

    RispondiElimina
  2. Grazie a Paolo per la qualità del suo intervento, che offre informazioni e pone problematiche: ci auguriamo che - anche attraverso questo spazio di discussione - possano arrivare altri contributi di idee al riguardo.

    RispondiElimina
  3. Risparmiare sulle bollette incentivando il consumo notturno bruciando in 110 anni il lago.
    Decisamente un affare.

    RispondiElimina
  4. anonimo (tra l'altro: perchè anonimo? mica hai detto cose che non potresti dire col tuo nome... vabbè...): il lago di cavazzo sarebbe "bruciato", per dirla con te e secondo le stime di garzon, in 110 anni con la conduzione attuale della centrale, in 100 anni con il sistema di pompaggio notturno e riturbinamento diurno. per verzegnis (sempre secondo garzon) si avrebbe un beneficio: 140 contro 300 anni. ho già avuto modo di dire in un altro blog che sono stime basate su modelli matematici che potrebbero avere forti errori. c'è però un esempio significativo: barcis, dal '54 in qua, si è interrito per la metà. poi secondo garzon cavazzo e verzegnis si sono interriti già per circa un terzo dall'anno di realizzazione delle dighe, con un tasso pari a 50 volte quello naturale.
    io ho posto un'altra questione: il progetto risulta industrialmente "sano", nel senso che (alla lunga) produce benefici (anche ambientali) per ottimizzare la produzione di energia? se si, è secondo me lecito discutere su come limitare al massimo gli impatti ambientali che ne derivano, posto che l'energia elettrica è una bella cosa che serve a tutti ed un'ottimizzazione della sua produzione è necessaria. se no, allora siamo solo di fronte ad un gruppo industriale che vuole speculare e la cosa non mi sta più tanto bene.
    le politiche economiche servono a modificare il mercato al fine di rendere finanziariamente realizzabili progetti con valenza generale che, senza l'aiuto pubblico, la finanza non prenderebbe in considerazione. i certificati verdi, ad esempio, sono nati per limitare la nostra dipendenza dai combustibili fossili (che oltre ad inquinare comporta, talvolta, guerre) e per permettere uno sviluppo dei materiali e delle tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili. esaurito il loro scopo, ossia una volta che il mercato abbia riconosciuto la validità dei metodi incentivati, non hanno più ragione di esistere.
    a quel punto ci saranno una serie di realizzazioni che, in realtà, hanno determinato e continueranno a determinare forti problematiche ambientali oltre che economiche ma che avevano un senso in una fase "pionieristica" dell'incentivazione. per i progetti nelle fasi finali (come quella attuale, ritengo) pretendo che i benefici superino o pareggino almeno i disagi anche senza incentivi. un esempio? accetto pannelli solari di 15 anni fa che sono costati, economicamente e finanziariamente, molto di più di quello che hanno prodotto e che oggi nessuno si sogna di portare a rifiuto perchè ci si rimetterebbe troppo. non accetto invece pannelli studiati oggi che non abbiano una resa tale da consentire il pareggio economico (senza incentivi) tenendo conto della loro dismissione: sarebbe pura speculazione, permessa unicamente dalle politiche economiche, che non avrebbero più un senso.
    per dichiararmi favorevole o contrario (ma anche per votare chi si dichiara favorevole o contrario) vorrei un'analisi di questo tipo. commissionata a qualcuno di cui possa fidarmi, magari.

    RispondiElimina

Ogni opinione espressa attraverso il commento agli articoli è unicamente quella del suo autore, che conseguentemente si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione sul Blog "Alesso e Dintorni" del testo inviato.
OGNI COMMENTO, ANCHE NELLA CATEGORIA ANONIMO;, DEVE ESSERE FIRMATO IN CALCE, ALTRIMENTI NON SARà PUBBLICATO.
Grazie.