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lunedì 7 marzo 2011

Lago, per Polano (ETP) è “necessario e indifferibile un ulteriore studio”

Claudio Polano, già consigliere dell’Etp, interviene nella discussione in atto sul futuro del Lago analizzando quanto emerge nella relazione Garzon e dichiarandosi a favore di un nuovo studio super partes.

LAGO E CENTRALE


Indifferibile un altro studio


La perizia dell’ingegner F. Garzon, incaricato dalle amministrazioni comunali della Val del Lago, dal Bim e dalle due Comunità montane di una perizia di valutazione del Progetto Edipower, come premessa comincia così: «Il progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago presentato da Edipower risulta molto approssimativo; il corrispondente studio d’impatto ambientale è addirittura banale in maniera imbarazzante, perché non contiene né monitoraggi né analisi ambientali serie!». Poi, però, nello stesso studio con un cerchiobottismo da manuale, si giustifica l’opera, se saranno realizzate alcune opere di mitigazione ambientale (tutte da dimostrare), del costo, secondo Garzon, di circa 5 milioni di euro. Opere compatibili, secondo il professionista, con il guadagno annuale da lui enunciato, di 15 milioni di euro per Edipower. Ma analizziamo con ordine alcuni dei principali punti che contestiamo al progetto e cioè l’aumento della torbidità delle acque del lago di Cavazzo, la diminuzione della temperatura dello stesso a opera eseguita e l’impatto che il progetto avrà sull’ecosistema lacuale attuale e soprattutto futuro. Dai dati emerge chiaramente che all’attuale ritmo d’immissione dei limi nel lago, lo stesso sarà interrito fra 100-110 anni. A riprova di ciò basta confrontare la sua capienza, che era di 21,4 milioni di mc nel 1956, e l’attuale, che secondo lo studio è di 14,32 milioni di mc. In 55 anni di esercizio della centrale di Somplago, si sono depositati a Cavazzo ben 7,1 milioni di mc di fango, con tutti gli effetti nefasti che ben conosciamo. In ogni caso (si legge nella relazione), «si ritiene inutile prevedere un sistema di filtraggio delle acque» (sic)! Credo che anche chi è assolutamente digiuno di idraulica capisca che filtrare 110 mc/sec di acque turbinate a caduta necessiti di un intervento non umano, ma soprannaturale. Per quanto riguarda la temperatura futura del lago, già oggi abbastanza bassa, la stessa, in base allo studio, subirà un’ulteriore diminuzione fra i 2 e i 4 gradi, a causa del continuo rimescolamento di acque superficiali e profonde e il trasferimento giornaliero fra i due laghi di milioni di mc, «con conseguenze gravi sia sulla balneazione sia sull’habitat lacustre». Questo poiché le stesse acque saranno veicolate avanti e indietro tra i due bacini, anche se Edipower manterrà l’escursione giornaliera soltanto di un metro. Ma ricordiamo che l’attuale concessione le permetterebbe di “lavorare” su quattro. Vediamo ora quali saranno le conseguenze sull’ecosistema lacuale, già pesantemente modificato in seguito all’avvio della centrale, da bacino temperato a bacino freddo, con gli stravolgimenti del caso. Già nel 2009 l’Ente tutela pesca, con una sua relazione, evidenziò il pesantissimo impatto del progetto sulla fauna del lago. Aspetto evidenziato anche nello studio Garzon, che «prevede un ulteriore impoverimento della fauna bentonica riparia e dei siti di possibile riproduzione dei pesci». Secondo l’Etp, le continue oscillazioni del livello idrico comprometteranno la deposizione delle uova e lo sviluppo delle specie ittiche nei loro stadi giovanili, con un ulteriore depauperamento delle popolazioni ittiche oggi ancora presenti. L’Etp prevede inoltre una diminuzione del fitoplancton, già oggi molto basso in termini di quantità, con le conseguenze facilmente immaginabili sulle popolazioni che di esso si nutrono. Ma a tutti questi importanti problemi ambientali, secondo Garzon, si potrà dare risposta da parte di Edipower con «un Piano di ripopolamento ittico del lago», concordato con Arpa, coi Comuni e con le Associazioni locali. A questo punto diventa non più soltanto opportuno, ma necessario e indifferibile un ulteriore studio, effettuato da un gruppo di esperti “super partes”, nominati dalla Regione, per valutare compiutamente questo devastante progetto. Studio che, contrariamente a quello dei Comuni, forse abbagliati da sempre più evanescenti “compensazioni”, preveda anche l’“opzione zero”.

Claudio Polano, Gemona

(dal Messaggero Veneto del 6 marzo 2011)


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