"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 18 giugno 2011

Peonis, commemorazione al cippo di Bottecchia

Mercoledì scorso,  15 giugno, a  Peonis,  in occasione dell’ottantaquattresimo anniversario della morte di Ottavio Bottecchia è stato ancora una volta reso omaggio  alla memoria di un grande campione, in una manifestazione promossa dalle amministrazioni comunali di Trasaghis e Colle Umberto. Bottecchia è stato definito un vero e proprio mito nel mondo del ciclismo. Era di origini venete ma, dall'inizio della carriera, si era trasferito a Pordenone e, non a caso, proprio nel corso della cerimonia è stato definito "campione veneto-friulano".  Bottecchia, primo italiano a vincere un Tour de France nel 1924 (e capace di fare il bis nell'anno successivo), era solito frequentare la pedemontana dove transitava spesso per i suoi allenamenti e per questo, alcuni anni fa, gli è stata espressamente dedicato il tratto di strada che da Cornino va al bivio di Avasinis; il ricordo del grande campione è stato quest’anno impreziosito dal recente passaggio della tappa del Giro d’Italia, proprio nei luoghi più amati di Bottecchia..  
A Peonis  alcuni contadini gli hanno prestato i primi soccorsi dopo la grave caduta del 3 giugno 1927 (come documentato anche dal libro "Ottavio Bottecchia quel mattino a Peonis" ); sarebbe morto qualche giorno dopo, proprio il 15 giugno,  nel vicino ospedale di Gemona. 
Come di consueto  si è avuta  la deposizione di un omaggio floreale al cippo a lui dedicato, con gli interventi del vicesindaco di Trasaghis  Enzo Vidoni, di quello di Colle Umberto a capo di una delegazione suo paese natale, al quale  hanno partecipato vari rappresentanti del mondo sportivo. Quello di Peonis è diventato un appuntamento imperdibile per gli appassionati di ciclismo ma anche per tutta la pedemontana; dopo gli interventi di vari sportivi e del prof. Anzil, il senso della cerimonia è stato sottolineato dal poeta carnico Giorgio Deotto, che si è soffermato sulle differenze tra il ciclismo "epico" e quello attuale, evidenziando come la figura di Bottecchia vada ricordata, nella sua dimensione concreta ed anche in quella ormai entrata nella leggenda.



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