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lunedì 10 ottobre 2011

Somplago caput mundi: dibattendo su elettrodotto e raddoppio della centrale

Si ritorna a parlare dell'elettrodotto Wurmlach - Somplago, in un intreccio che torna a legarsi col tema del raddoppio della centrale. Gli ultimi sviluppi  commentati da Renato Garibaldi di "Carnia in movimento":


In questi giorni tutti i comuni della Carnia, nonché enti e ministeri interessati (una trentina di indirizzi, tanto per entrare nei particolari), hanno ricevuto un nuovo progetto di elettrodotto aereo dalla società Alpe Adria s.p.a. alla testa della quale sta il gruppo Pittini – Fantoni. Si tratta della quarta variante da quando, nel dicembre del 2004, il progetto è stato lanciato dagli industriali di Osoppo.
Coloro che dormivano sonni tranquilli dopo le manifestazioni di contrarietà a Paluzza e Tolmezzo – partecipate da migliaia di cittadini – hanno avuto un brusco risveglio.
Quali sono le novità? E chi si ricorda come sono andate le cose in questi anni?
Bene, partiamo proprio con: c’era una volta … l’elettrodotto aereo che attraversa Carnia e Carinzia e lascia qualche spicciolo a chi ci abita e tutto il guadagno scivola a valle dai soliti fortunati.
Infatti nel 2004 quando il progetto è stato buttato sul tavolo dell’allora referente unico, la Comunità montana, le concessioni promesse al territorio interessato dall’opera erano veramente offensive. Si parlava di 800mila euro per tutti e 8 i comuni interessati. Quattro conti della serva e ai comuni 100mila euro a testa per sopportare i piloni, i disagi, le servitù, i tagli dei boschi per i futuri 100 anni. Un po’ poco, ma già allora chi proponeva si considerava un benemerito della società. Che naturalmente si portava a casa, il miserello, 15 milioni di euro l’anno.
Grazie a Dio, all’indifferenza dei sindaci e degli amministratori rispose un’immediata mobilitazione dei cittadini.
Come non ricordare qui l’epopea gloriosa dei giovani di Carnia in Movimento e di tutti gli altri che dalla primavera del 2005 si sono mobilitati in incontri, riunioni, dibattiti, manifestazioni in un crescendo entusiasmante che arriva fino al 15 gennaio del 2011 quando una folla sterminata ha percorso le strade di Tolmezzo urlando la propria contrarietà.
Ora gli industriali friulani rilanciano il progetto con – bontà loro – la concessione dell’interramento della linea in comune di Paluzza per l’attraversamento della z.p.s. di Pramosio.
E’ curioso che fino a pochi mesi fa qualsiasi proposta del territorio per l’interramento dell’infrastruttura elettrica fosse respinta perché non era possibile (secondo loro) interrare una terna di cavi a 220mila volt. Inoltre a loro sostegno diffondevano la lettera della Verbund austriaca (gestore dell’energia elettrica in Austria nonché socio di Pittini) che affermava che loro non avrebbero mai accettato di connettersi con una linea interrata perché non sicura e tecnicamente non proponibile(?!).
Ora come ci spiegano che l’interramento diventa miracolosamente una soluzione praticabile? E quindi perché 3 km si e non tutti e 38? E’ solo una questione di soldi, allora. Ma perché nella nuova proposta non si parla di adeguate compensazioni per il territorio, come energia elettrica a prezzo d’importazione per la Carnia che subisce lo scempio ambientale e adeguate royalty e non le solite briciole come adesso?
E poi vogliamo proprio vedere se gli amici carinziani sopporteranno una linea aerea a casa loro e al confine con l’Italia tutto scompare.
Non di meno c’è da chiedersi perché al posto di insistere con qualcosa che a causa della loro protervia ormai non è più accettabile per il territorio, non si preoccupano invece di acquistare la centrale di Somplago che si sono fatti sfuggire (e colmo di tutti i colmi proprio durante una precedente amministrazione Tondo) che si fa probabile dato il riassetto azionario di Edison che controlla Edipawer (proprietaria della centrale di Somplago, appunto). L’associazione industriali o/e la Regione potrebbero entrare in società (come già avviene nel Trentino-Alto Adige) e gestire direttamente la fonte dell’approvvigionamento energetico per le fabbriche energivore locali seguendo il virtuoso principio del km zero.
Ma non crediamo andrà così perché a Pitttini e Fantoni non interessa avere l’energia a basso costo per i propri opifici (avrebbero potuto comprare la centrale di Cavazzo allora, quando era in vendita), ma bensì lucrare sulla differenza di prezzo e rivenderla. Pura speculazione economica. Come quella del potenziamento della centrale idroelettrica in questione che serve a pompare nella vasca a monte (lago di Verzegnis) l’acqua che durante il giorno (quando il kilowatt/ora costa il doppio) viene rilasciata verso la vasca (pardon, il lago di Cavazzo) posta a valle.
Ci appelliamo a tutti i sindaci e alla società civile per difendere casa nostra. Non è più solo una questione di tralicci e cavi, ma di far capire a politici, industriali e altre associazioni di affari che la Carnia non è più terra di conquista.
Renato Garibaldi

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