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sabato 4 febbraio 2012

Lago, i Comitati diffidano le multiutility

L'ultimo numero de "La Vita Cattolica" dà notizia di una nuova iniziativa portata avanti dai Comitati: l'invio di una sorta di diffida alle "multiutility" che detengono quote azionarie di Edipower per chiedere  il ritiro del progetto di raddoppio della Centrale di Somplago.


LAGO DI CAVAZZO.
Centrale, la protesta dilaga fuori regione

È GIÀ ARRIVATA sulle scrivanie dei primi cittadini di Brescia, Genova, Milano, Piacenza, Reggio Emilia e Torino, nonché del commissario straordinario che guida il Comune di Parma e nelle stanze dei presidenti della Provincia di Bolzano e di Trento. È la protesta «friulana», che in questo caso ha preso la forma di una raccomandata, siglata dai Comitati che si battono contro il raddoppio della centrale idroelettrica di Somplago.
Perché la scelta di alzare la voce anche fuori dai confini regionali? «Questi amministratori – spiega Franceschino Barazzutti, portavoce del fronte del «no» – bocciano progetti analoghi nei loro territori e pretendono poi di venire a realizzarli da noi».
In seguito al nuovo assetto azionario di Edipower risulta, infatti, che società cosiddette «multiutility» (gestiscono i più svariati servizi pubblici), i cui azionisti sono interamente o in gran parte le stesse amministrazioni destinatarie della lettera, detengano quote (dirette o indirette tramite la società Delmi) della proprietaria dell’impianto di Somplago, che ha in cantiere il potenziamento con l’aggiunta di due turbine per il pompaggio dell’acqua dal Lago di Cavazzo, naturale, a quello di Verzegnis, artificiale.
«Troppo comodo realizzare tali progetti in casa altrui», si legge nel documento con il quale si evidenzia anche che lo specchio d’acqua friulano ha un volume di molto inferiore ai grandi laghi di Garda, Iseo, Idro, Orta, Como e Maggiore, il cui livello, con l’attuazione di simili progetti, «subirebbe variazioni di qualche millimetro e non di metri come in quello di Cavazzo».
Anche per questo motivo i Comitati non usano mezzi termini e mettono nero su bianco l’invito «a non approfittare della debolezza del territorio friulano e di chi lo amministra», perché «il Friuli è terra nobile, laboriosa, non di conquista da parte dei potenti».
Insomma, il fronte «salva-Lago» non ha alcuna intenzione di mollare la presa e tanto meno di abbassare la guardia con chicchessia. E chiede un incontro con i destinatari della missiva per illustrare a tu per tu le ragioni della protesta.
M.P.



(La Vita Cattolica n. 5, 2 febbraio 2012, p. 19)

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