"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 7 maggio 2012

Il Lago e Somplago, tra preoccupazioni energetiche e politiche industriali

Sull'ultimo numero della Vita  Cattolica (il n. 18 del 3 maggio) il direttore Roberto Pensa dedica l'editoriale a

ELETTRODOTTI, LAGO DI CAVAZZO E QUESTIONE ENERGETICA: CIO' CHE GLI INDUSTRIALI NON DICONO, vale a dire a una riflessione sulle politiche della Confindustria regionale in merito all'approvvigionamento energetico. Nel discorso vengono spesso citati i progetti di raddoppio della centrale di Somplago, il previsto elettrodotto Wurmlach - Somplago, le caratteristiche dei movimenti popolari sorti in opposizione a questi progetti. Ecco alcuni stralci dell'editoriale:


ELETTRODOTTI, LAGO DI CAVAZZO E QUESTIONE ENERGETICA: CIO' CHE GLI INDUSTRIALI NON DICONO


(…) L'ambientalismo, hanno denunciato diversi importanti imprenditori friulani, sarebbe nientemeno che all'origine del declino industriale della nostra terra.

L'oggetto del contendere è soprattutto la questione energetica, che negli ultimi anni ha visto sorgere, da Paluzza a Monfalcone, numerosi comitati locali contrari al proliferare degli elettrodotti. Colpa loro - è questa la tesi - se oggi le industrie friulane devono pagare l'elettricità anche il 30% in più dei loro «competitor» in Austria e Slovenia, e quindi sono costrette a delocalizzare in Serbia e in tanti altri posti nel mondo. (…)

(…) L'idea, infatti, che in Friuli gli ambientalisti tengano in ostaggio lo sviluppo è a dir poco fantasiosa. E lo dimostra il fatto che negli ultimi anni sono stati realizzati importanti progetti in campo energetico praticamente senza alcuna opposizione e ostacolo da parte del territorio. (…)

(…) Nel caso del lago di Cavazzo sono stati posti importanti interrogativi sulla sopravvivenza di quell'ecosistema che non hanno trovato risposta convincente. Nel caso degli elettrodotti - val la pena ripeterlo - nessuno si è mai opposto «tout court» alle nuove infrastrutture elettriche: sono stati proposti correttivi di tracciato e soprattutto è stata manifestata contrarietà alla soluzione «aerea» a vantaggio di quella sotterranea. Per il Redipuglia-Udine Ovest,«Terna» addirittura sostiene che in un territorio di pianura e non intensamente antropizzato come la pianura friulana, sarebbe «tecnicamente impossibile» realizzare la struttura in cavo interrato, perché significherebbe realizzare una linea non sicura, mentre in tutta Europa ogni anno vengono realizzate centinaia di chilometri di elettrodotti interrati, anche nelle città o in zone di montagna! Il gestore della rete elettrica nazionale ha preferito spendere soldi in una discutibile campagna pubblicitaria, commissionare una fuorviante indagine d'opinione al noto sondaggista Renato Mannheimer, querelare il responsabile del Comitato per il Friuli rurale piuttosto che approfondire tecnicamente le ipotesi prospettatedagli «oppositori». (…)

(…) chi importa l'energia non può venderla a chi vuole e al prezzo che vuole, ma deve farlo attraverso la borsa elettrica italiana; quindi, dall'elettrodotto, l'industriale della valle del Bùt avrebbe gli stessi«vantaggi» del collega di Reggio Calabria (…)

Sul Blog del "Comitât pe Autonomie e pal rilanç dal Friûl" 
è possibile leggere il testo completo dell'editoriale ed anche altri materiali e commenti, come quello del sindaco di Cercivento che sottolinea, a proposito del ruolo del presidente della giunta regionale:

 Tondo ha preso questo impegno davanti alla platea degli industriali senza che vi sia uno straccio di piano energetico regionale, di bilancio energetico che ci dica se la nostra regione sia in deficit (di quanto) o in pareggio o in surplus di energia elettrica.

A meno che non voglia elettrizzare anche il cielo che sta sopra di noi, non è possibile che, oltre al parco energetico esistente, siano necessari il rigassificatore, gli elettrodotti verso Somplago e verso il Friuli, il pompaggio nella centrale di Somplago, la miriade di centraline che stanno desertificando gli ultimi corsi d’acqua.

Tutto questo serve solo agli speculatori, in barba all’ambiente ed alla popolazione.

Il “carnico” Tondo ha dimostrato in più occasioni di avere un atteggiamiento punitivo verso la Carnia, che gli ha dato i natali e, conferma tale atteggiamento permettendo la sua deturpazione con un elettrodotto aereo.

Ciò è tanto più grave dal momento che trattasi di un elettrodotto di carattere speculativo, proposto da privati imprenditori, che a suo tempo non hanno avuto la lungimiranza di acquistare la centrale di Somplago. Imprenditori, che alla variante interrata – che non trova opposizioni – privilegiano quella aerea solo per spendere meno e scaricare i costi sull’ambiente e sulle comunità attraversate.

1 commento:

  1. Tondo e i suoi amici sono sempre più ridicoli e si sono anche dimenticati, fra raddoppi ed elettrodotti, delle nuove autostrade, un po' d'asfalto ce lo vogliamo mettere?
    «Efficienza, innovazione, ambiente: il nostro futuro»
    Devastarlo per speculare, bel modello di imprenditoria.

    Comunque volevo sottolineare un passo dalla lettera del Sindaco di Cercivento:
    "(..) lasciando ad altri il disonore di svendere il territorio per un obolo compensativo e per servilismo verso il sorestant di turno."

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