"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 18 giugno 2012

Somplago caput mundi: rotonde, tralicci, centrali

Riproponiamo, "a plene pagjine", un commento arrivato negli scorsi giorni da Giacomo De Vita di Cavazzo che offre una riflessione piuttosto articolata partendo dalla questione, apparentemente marginale, della ipotizzata rotonda di Somplago: dalla strada il discorso si allarga alla "questione Edipower", ai rapporti tra Comitati e Amministrazioni comunali, al ruolo, in generale, delle popolazioni. Si tratta di affermazioni che, in ogni caso, meritano di essere approfondite.  (A&D)



E’ proprio vero: la questione resta sempre quella del “progetto Edipower”. Perchè non proviamo a fare un passo in avanti ?
Se è vero che l’atteggiamento dei Sindaci interessati è ormai chiaro e la loro attenzione è tutta concentrata sulle famose misure compensative da contrattare e concordare, è altrettanto vero, però, che le iniziative messe in atto dai contrari al progetto non hanno portato ad alcun risultato concreto: si sono raccolte le firme, ma non sono state considerate, si sono proposti referendum consultivi ma non si possono fare, si è presentato uno pseudo progetto alternativo, ma non si forniscono i dettagli necessari a dare almeno un giudizio provvisorio. Ed allora, perchè, anzichè ostinarsi in un muro contro muro che non giova a nessuno, non si prova ad interloquire con le Istituzioni (Comuni e Regione) nel merito delle misure compensative? Forse i referendum non si potranno fare, ma petizioni, interpellanze, interrogazioni, manifestazioni, quelle certamente si. Tutte queste attività, fatte rispettando le regole, otterrebbero almeno due risultati. Intanto, chiarirebbero le idee a quella “maggioranza silenziosa” che, finora, non ha esposto una precisa posizione, ma si è limitata ad osservare, poi darebbero alle “parti contrattuali” la netta sensazione di essere sotto una potente lente d’ingrandimento; e quando si è in quelle condizioni, si sta molto attenti a ciò che si fa, anche in tema ambientale.
E’ innegabile, tuttavia, che le misure compensative costituiscono una concreta opportunità di crescita per l’intero territorio.
Insomma, anzichè una sterile contrapposizione, un costante dialogo attraverso il quale l’uno controlla l’altro ed insieme si ottengono risultati condivisi.

Giacomo De Vita - Cavazzo 

10 commenti:

  1. Al somèe che Giacomo De Vita nol seti trop informât su ce che al è sucedût tai nestris paîs dopo da presentazion dal progjet di Edipower, se no nol fasares chestis propuestis. La popolazion da Val dal lâc a è stada simpri informada, dai comitâts, di dut ce che al rivuardave il progjet Edipower, midiant 'sambleis, riunions,e da distribuzion, ogni volte che a erin novitâts, di chel gjornalut clamât "il punto" ,publicât ancje ta chest blog.In chestis 'sambleis e ancje tai articui dal gjornalut 'o vin domandât plui voltis a lis aministrazions in ce che a consistèvin chestis compensazions. Ma i sindics, che prin a fasevin balâ i milions, dopo di vei dât il parei favorevul no an mai det ce che a varessin domandât a Edipower, sore che nus sassinave il lâc, e i nestris acuedots. Dome dopo de conference dai servizis, a è stade fate girâ la cifre di un milion di euros par an, di dividi jenfre Verzegnis,Cjavàç, Bordan e Trasagas. Di plui no si è savût, parcè che i nestris sindics a mantegnin il segret su chestis roubis, ancje cuant che ur al domandin i conseîrs comunâi. Stes discors cu la regjon. I comitâts a àn plui voltis domandât a la regjon che il progjet Edipower al vignîs esaminât di un trop di ingignîrs come che si è fat cul progjet pe dighe di Pinçan
    Rispueste?No si vùlin fâ paiâ lis spesis a Edipower, come che a proviodares la leç, e alore si dîs che la regjon no pos fâlu parcè che a no son bêz....E se lis istituzions di chenti a rispuindin cussì,cjâr Giacomo De Vita. al è miôr lâ indavant a sensibilizâ la popolazion, cirint magari in altrò, istituzions plui atentis. Paraltri i referendums consultîfs nol è che no si podin fâ, no si vùlin fâ.Nissun al po improibî a sindics che a vùlin sintî il parê de lôr int di fâ une consultazion popolâr. Paraltri a son stâts ancje câs ator pal Friûl, dulà che par cuestions che a rivuardàvin plui comuns, come par esempli une strade, al è stât organizât un referendum e la regjon no a vût nuje ce dî.
    Dopo il progjet alternatîf dal ing. Franzil nol è un pseudo progjet, ma un progjet serio che magaricussìno al domande timps plui luncs di ce che a si pensave pe sô redazion. Al moment, però, al somèe che nancje Edipower no veti presse. Dut câs,al è ancje un progjet che nol considare dome la part che rivuarde la produzion idroeletriche,ma ancje des soluzions par isolâ lis aghis di scaric da centrâl dal lâc, tignint cont ancje des dibisugnis di aghe dai contadins de Basse, e dai progjets di centralinis sul cjanâl di scaric dal lâc.
    Podopo ‘o ringrazi Giacomo De Vita pai siei conseis, ma “petizioni, interpellanze, interrogazioni, manifestazioni,” indi vin fatis e presentadis propit tantis, simpri ripuartadis par altri ancje sui blogs che Lui al è usât a lei. Tant che a son ormai in tancj che si domandin “Ma cun chest progjet, Edipower pensie di fâ plui corint, o dome plui bez?”. Par finî,tabaiant dai dams, sul cont des famôsis e fumôsis compensazions, secont me no vin di domandâsi ce che lis nestris comunitâts a puedin guadagnâ cul progjet Edipower, ma ce che a laràn invessit a pierdi!

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  2. @Remo Brunetti. Premetto di non avere nessuna opinione preconcetta, né a favore, né contro il progetto Edipower. Questa mia posizione mi permette, quindi, di osservare con il necessario distacco le criticità esistenti sia dall’una che dall’altra parte. Non mi sembra di poter riscontrare la stessa neutralità nelle opinioni di coloro i quali, avendo già maturato – per carità, legittimamente – una propria posizione, sono naturalmente portati a considerare positivamente tutto ciò che sta dalla propria parte e negativamente tutto il resto. E’ sicuramente possibile, poi, che mi sfugga qualche notizia ma, nel mio piccolo, tento di tenermi informato.
    Non ho certamente voluto dire che non sia stata avviata alcuna iniziativa o che non siano state fornite informazioni alla popolazione. Sostengo, invece, che alle azioni intraprese non è stato dato il necessario seguito e la indispensabile continuità. In più, le informazioni hanno raggiunto solo una parte della popolazione potenzialmente interessata. Questo ha permesso poi al Sindaco di Cavazzo di affermare che alla gente, del progetto Edipower, non interessa niente.
    Mi permetto di correggere un dato fornito dal sig. Brunetti. Il sindaco di Verzegnis, nel Consiglio Comunale del 26/4/2012 (vedi Verbale Seduta sul sito Conca Tolmezzina) ha testualmente dichiarato “Il Comune di Verzegnis, da parte sua (quindi, solo per la parte di sua competenza), ha chiesto circa 1 milione di Euro all’anno, fino al 2029”. Mi pare, quindi, che le cifre in ballo siano diverse, rispetto al misero milione da ripartire fra 4 Comuni.
    Quanto alle azioni da intraprendere, ribadisco che vanno attuate nel rispetto delle regole, pena la loro inefficacia. Faccio un esempio: l’art.10 dello Statuto del Comune di Cavazzo stabilisce che il Consiglio debba essere convocato se ne fa richiesta almeno un quinto dei Consiglieri. Perché i Consiglieri di minoranza (visto che adesso ce n’è una) non lo fanno, indicando, naturalmente l’ordine del giorno ? Lo stesso Statuto (art.14) sancisce la possibilità, da parte dei Consiglieri, di presentare interrogazioni, interpellanze, mozioni e proposte di deliberazioni. Perché non si chiedono tutte le informazioni, anche dettagliate, sfruttando tali strumenti ? E’ anche possibile presentare petizioni e proposte di referendum consultivi. Certo, occorre rispettare delle regole ma, se non lo si fa, è inutile, poi, lamentarsi per la loro bocciatura.
    Quanto al progetto dell’Ing. Franzil, non intendevo sminuirne il valore. Dico però, che se non si va oltre gli annunci eclatanti e non si riempiono di contenuti concreti le affermazioni di principio, non si va da nessuna parte.
    Concludo sostenendo che non mi scandalizza affatto che Edipower voglia fare soldi. In fondo, esiste solo per questo. Altra cosa, è verificare se ci sia da guadagnare anche per i Comuni ed i loro amministrati (senza creare disastri).

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  3. Il Messaggero Veneto del 14 aprile riportava che i 4 Comuni chiedevano a Edipower, per le compensazioni, "oltre un milione di euro", cioè "un bottino da spartire poi tra i 4 enti locali".
    Sempre lo stesso giornale, il 22 maggio, dava notizia della presentazione della proposta alternativa elaborata dall'ing. Franzil, mentre la Vita Cattolica del 24 maggio riportava l'intenzione dei Comitati di illustrare "il nuovo studio agli esponenti politici".
    Da allora, pare non vi sia stata nè la nuova convocazione della Conferenza dei Servizi, che avrebbe dovuto tenersi a metà maggio, nè che siano stati resi noti, nei dettagli, i contenuti della proposta alternativa.
    E' difficile quindi che l'opinione pubblica, anche la citata "maggioranza silenziosa", possa farsi ed esprimere un parere motivato sulla questione, mancando troppi elementi chiarificatori.

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  4. 'O soi unevore content che Giacomo De Vita che al è di divignince Cjavacine, al manifesti un concret intares pes cuestions che a rivuardin un pôc dut ce che al sucêt te Val dal Lâc.Al è il benvignût ta chest dibatiment. Chest blogger al è testemoni che i comitâts a àn fat un serio esam critic dal progjet Edipower, cun pengis relazions geologjichis e studis di professioniscj che a cognossin il lôr mistîr. Magaricussìno, da part dai sindics 'o sin simpri tratâts come i comuniscj di une volte, che fasessino ben o fasessino mâl, a vevin simpri tuart. Epur mi plasares une dì cjatâmi cun chescj sindics, magari al Carcadè, ta Forcja dal Faeit, e mangjant une bocjade rasonâ insieme in plene paritât.E alore a sares le ocasion par discori des veris compensazions che a rivuardin il lâc e la sô salvece. l'ingignîr Franzil al a fat un studi dulà che Edipower a podares produsi plui corint di cumò, cence la dibisugne di fâ la seconde galarie. E cu la part dai bêz sparagnâts a podares jessi obleade dai sindics e parcè no ancje de regjon?,a costruî une tubazion che a puartares fûr dal lâc lis aghis di scaric da centrâl .Lassant contents ducj: i azioniscj, i comuns, i comiTâts, il consorzi da Ledre, e chei che an presentade la domande di fâ su une centraline, o ancje plui di une,par sfrutâ il cjanâl di scaric dal lâc. Fasin che la sperance a deventi realtât...

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  5. Remo, ducj professôrs e mestris ...
    Paolo C.

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  6. @Alesso e Dintorni – Per abitudine, sono propenso a ritenere più attendibili gli atti ufficiali, rispetto agli articoli giornalistici. Le dichiarazioni di un Sindaco in Consiglio Comunale io le considero un atto ufficiale. Concordo, invece, pienamente sulla difficoltà di elaborare opinioni motivate, in mancanza di elementi concreti.
    @Remo Brunetti – Confesso di avere grosse difficoltà a discutere di problemi concreti, partendo da presupposti politici. I problemi non sono né di destra, né di sinistra; sono solo problemi e vanno affrontati. Credo anche che una delle maggiori difficoltà di comunicazione da parte dei Comitati sia stata l’evidente e ben conosciuta appartenenza politica di alcuni loro rappresentanti; ciò, per seguire Brunetti, ha costituito un handicap. Sarebbe stato meglio, se la cosa fosse stata gestita da altri.
    Per quanto riguarda il metodo, contesto l’atteggiamento mentale secondo cui si debba discutere dei problemi davanti ad un “tajut” o ad un piatto di formaggio e salame. I problemi vanno affrontati e risolti nei luoghi deputati a farlo: le sedi istituzionali.
    Nel merito, lo studio dell’ing. Franzil (“studio”, non più “progetto” ?), fino a quando resterà una semplice enunciazione di principio e non sarà riempito di contenuti e dettagli, non è commentabile. A puro titolo di esempio: la famosa condotta di cui parla Brunetti è ad impatto ambientale zero ? E dove la mettiamo ? La lasciamo in bella vista, la posiamo sul fondo del lago o che altro ? Credo che stiamo parlando del nulla.
    Mandi.

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  7. @Giacomo De Vita.
    Se la soluzion di certs problems no a une clâf pulitiche, pe soluzion di chescj problems a son almancul doi mûts.Ven a stai il sisteme autoritari e il sisteme da partecipazion popolâr.I 4 sindics 'e an sielt di doprâ il sisteme autoritari e chest al a blocât ogni soluzion.Ancje parcè che in plui di un comun lis minorancis a stan fasint un zûc che nol è trop clâr. Alore se lis istituzions comunâls no rapresentin su cheste cuestion i desideris dai citadins, e cun di plui a son ingripadis, tocjarà cirî di viergi altris spazis al dibatiment, almancul par chei che a crodin che rasonâ al siervi.Podopo lui al a reson a evidenziâ lis pussibilitâts che a varessin lis minorancis, a Cjavàç come a Trasagas a Bordan, e a Verzegnis, se a son...Ma comitâts e minorancis a son dôs roubis difarentis. Dut câs no stin discorint propit sul nuje, ma su la democrazie dai nestris comuns. In spiete che al vegni publicât e presentât in forme complete il studi dal ingignîr Franzil.
    Mandi Remo Brunetti.

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  8. E' dal 22 maggio che in Val del Lago si è, come dice Remo, "in spiete che al vegni publicât e presentât in forme complete il studi dal ingignîr Franzil." Risulta quindi di difficile comprensione il fatto che sia stata indetta una conferenza stampa per annunciare uno studio ... in corso di definizione. Come si può dedurre dai commenti pubblicati su Carnia.la ed anche su questo Blog, vi è una sincera attesa per conoscere i contenuti dettagliati della proposta alternativa; è evidente però che più il tempo passa e più il clima favorevole è destinato a smorzarsi per dare spazio a dubbi se non a scetticismo. Se l'ing. Franzil ci legge, o se qualcuno a lui vicino vuole riferirglielo, è il caso di ribadire che questo Blog è sempre disponibile a pubblicare ogni e qualsiasi contributo atto a chiarire i termini della questione.

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  9. Ultimamente ti stai agitando come una vecchia, acida, zitella con la casa piena de gatti! Cosa ti prude? Tranquillizzati, calmati, hai una reputazione, ti stanno guardando.

    Ma cui seistu? .... Ma cui crodistu di jessi?

    Paolo C.

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  10. @Remo Brunetti – Non parlerei di sistema autoritario; in fin dei conti, i Sindaci – che sono stati eletti democraticamente - hanno utilizzato gli strumenti ed i poteri che la Legge gli attribuisce. Qualcuno di loro, molto recentemente, è stato addirittura riconfermato nella carica e ciò dimostra che la maggioranza dei suoi cittadini ne ha apprezzato l’operato. L’argomento di cui discutiamo ha percorso tutte le tappe previste dalla Legge: è stato affrontato in Giunta, in Consiglio Comunale, sono state indette delle Assemblee Pubbliche. Certo, forse la discussione avrebbe potuto essere ulteriormente approfondita ma, parlare di autoritarismo mi sembra eccessivo. Non avrei neppure tante certezze sull’orientamento della maggioranza della popolazione. Se è vero che le uniche voci che si sentono, sono quelle dei contrari al progetto Edipower, non è detto che costituiscano la maggioranza; a volte accade che si urla di più, proprio perché si è in pochi. Piuttosto, pur concordando sul fatto che Comitati e minoranze consiliari sono cose distinte e separate, direi che in questo caso, se davvero perseguono lo stesso obiettivo, dovrebbero tendere ad unire le forze, ognuno con gli strumenti che legalmente gli vengono messi a disposizione, ma insieme per raggiungere un fine comune. Diversamente, alle prossime elezioni i Cittadini cambieranno anche le minoranze.
    @Alesso e dintorni – Occorrerebbe far capire ai vari Comitati, che questa carenza di informazioni sul progetto “alternativo”, rischia di trasformarlo in una clamorosa bolla di sapone e fa esattamente il gioco di chi si vorrebbe contrastare.

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