"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

martedì 31 gennaio 2012

E' ufficiale: nascerà l'Istituto Comprensivo di Trasaghis

La Giunta Regionale ha approvato il piano di riorganizzazione della rete scolastica: è dunque confermata la costituzione di un Istituto comprensivo con sede a TRASAGHIS, che comprenderà le scuole materne, elementari e medie  esistenti nei Comuni di  Bordano, Osoppo, Moggio, Resia, Resiutta, Trasaghis e Venzone, per complessivi 746 alunni, che saranno coordinate, dal prossimo anno,  da un unico Dirigente scolastico.

Sull'argomento, alcune interessanti considerazioni prese dal  sito  di Mariolina Patat:


Comprendere i comprensivi

January 29th, 2012
Che cosa sono gli “istituti comprensivi” di cui si sente ultimamente parlare? Sono il risultato degli accorpamenti scolastici (ora obbligatori grazie alla riforma Gelmini): le scuole dell’infanzia, le elementari e le scuole secondarie di primo grado non saranno più istituti separati e distinti in direzioni didattiche e scuole medie, ma faranno corpo unico.
Naturalmente con un unico dirigente, che dovrà farsi carico della gestione di oltre un migliaio di bambini e ragazzi dai due ai quattordici anni. Un compito tutt’altro che facile…


Le decisioni su soppressioni e accorpamenti vengono prese dall’Ente che ne ha l’autorità, cioé la Giunta regionale (...). Si veda la Delibera di Giunta regionale n. 68 del 21 gennaio scorso che stabilisce le modifiche per il prossimo anno scolastico. A gennaio per il settembre successivo, diversamente da quanto è successo per Campolessi.


Che cosa si è deciso per la nostra zona?
Il nuovo ISTITUTO COMPRENSIVO di Gemona del Friuli comprenderà le
Scuole dell’infanzia e Scuole primarie già appartenenti al Circolo Didattico di
Gemona del Friuli nonché le Scuole secondarie di primo grado di Gemona del Friuli e Artegna già appartenenti alla Scuola media “Cantore”. Immagino anche la materna di Montenars.
Per un totale di 1184 alunni su 9 sedi. Un disastro, io credo, per l’efficienza del servizio e la effettiva presenza del dirigente nelle scelte di carattere didattico-educativo.


Ma ancor più complessa appare la situazione delle ex-sezioni staccate della Scuola Media: Trasaghis e Osoppo formano un nuovo Istituto Comprensivo assieme con le scuole di VenzoneResiaMoggio Udinese e Pontebba. Per un totale di 746 alunni su sedi distanti anche 50 km l’una dall’altra. (...)



lunedì 30 gennaio 2012

Blitz dell'Assessore Violino dilàdalaghe - VI

Uno dei curatori della mostra sulla "vecchia Trasaghis" (oggetto della visita dell'Assessore Violino) interviene per precisare le caratteristiche dell'iniziativa culturale, finita anch'essa, suo malgrado,  nel "turbine" delle discussioni in atto. Il Blog rinnova i complimenti ai curatori della mostra "open air", una delle esposizioni  più significative  e originali degli ultimi anni allestite nel Comune  e ritiene che, proprio per questa sua valenza, meriti un riconoscimento e un apprezzamento generalizzati. Trattandosi, anche in questo caso, di un intervento chiarificatore (non ce ne vogliano gli autori degli altri commenti), il messaggio viene proposto in "prima pagina". (A&D)
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Visto che sono stato chiamato in causa intervengo per “correttezza dell’informazione.”
La visita dell’assessore Violino è stata l’occasione per far conoscere il sito del vecchio paese di Trasaghis.
Ho a cuore il mio paese e la sua memoria, questa passione è condivisa anche da altri “trasagans” che assieme a me organizzano da diversi anni mostre fotografiche ed altre iniziative con il solo scopo di mantenere vivo il ricordo alle persone del paese e di fuori paese.
Abbiamo sempre avuto apprezzamenti per il lavoro svolto ed in alcune occasioni l’Amministrazione Comunale è venuta incontro alle spese con un contributo, sempre utile e gradito, opportunamente pubblicizzato e con benefici comunque reciproci.
Non dimentichiamoci però che tutte le iniziative sono state organizzate, realizzate ed autofinanziate (“di sachete propria”) dai curatori, senza fini di lucro, né scopi politici.
Con la stessa autonomia con cui realizziamo le mostre ci attiviamo anche con altre iniziative (pulizia dei sentieri, recupero della vecchia Chiesa) e ci rivolgiamo a chiunque (ente pubblico o privato) possa in qualche modo aiutarci a ridare dignità ad una parte del nostro paese che non esiste più e che si trova in completo abbandono.
L’invito all’assessore Violino di visitare Trasaghis rientra quindi nelle iniziative che liberamente ed autonomamente stiamo cercando di portare avanti, senza finalità politiche ma per un interesse comune, per far conoscere e salvaguardare il nostro paese ed il suo territorio.
Ho a cuore il mio paese e la sua memoria e continuerò nel mio impegno.
Luigi De Colle - Trasâgas 

Blitz dell'Assessore Violino dilàdalaghe - V

La cronaca del  sopralluogo dell'Assessore Violino a Trasaghis e sul Lago secondo quanto pubblicato dal sito del gruppo consiliare della Lega Nord:


Manutezione idraulico-forestale, opere di prevenzione
Postato il Giovedì, 26 gennaio @ 12:48:27 CET di LegaNord

Claudio ViolinoL’assessore Violino torna di nuovo sui cantieri delle manutenzioni idraulico forestali: in occasione della visita effettuata a Trasaghis, l’assessore, insieme al consigliere Picco e al Direttore del Servizio Territorio rurale e irrigazione Sebastiano Sanna ha effettuato alcuni sopralluoghi nei cantieri presenti a Trasaghis e Bordano. Gli operai forestali sono all’opera sulle sponde del lago dei tre Comuni nel territorio comunale di Trasaghis e altri due sulla strada del Monte Festa a Interneppo. Gli operai stanno effettuando dei lavori di pulitura e di messa in sicurezza delle sponde del lago e delle strade di montagna, aumentandone la percorribilità. “Questo tipo di interventi – spiega l’assessore alle risorse rurali, agrolimentari e forestali Claudio Violino – di manutenzione sono delle importanti opere di prevenzione. Oltre al lavoro di messa in sicurezza comunque – spiega ancora l’assessore – l’utilizzo di queste squadre, guidate da personale esperto e adeguatamente formato, permettono nella maggior parte dei casi l’impiego di personale del territorio, aiutando così anche l’occupazione nelle zone montane”. “Non si tratta però soltanto di lavori che possono risultare ‘socialmente’ utili – precisa l’assessore – sono lavori utili tout court: servono al mantenimento del territorio e alla sua sicurezza”. La visita ai cantieri è stata preceduta da un sopralluogo nel comune di Trasaghis, è stato presentato all’assessore il progetto di ripristino della “vecchia Trasaghis”, il cui primo stralcio potrebbe prevedere la pulitura dalla vegetazione delle strade comunali ormai abbandonate dopo il terremoto del 1976.



da: http://www.gruppoleganordfvg.it/html/modules.php?name=News&file=article&sid=395

Blitz dell'Assessore Violino dilàdalaghe - IV

Nella discussione seguita alla visita in Val del Lago dell'Assessore Violino, anche il Sindaco di Trasaghis ha scritto un commento al Blog per precisare la propria posizione soprattutto dopo gli ultimi interventi nel dibattito. Come fatto per il Consigliere Picco, si pubblica il commento in "prima pagina". 


Il Blog ringrazia tutti quanti stanno contribuendo alla discussione, confermando così la positività dell'esistenza di una bacheca aperta sul Web per le "questioni valdelaghine"; raccomanda, nel contempo, ai diversi partecipanti alla discussione, di mantenere un  tono pacato e costruttivo. "Cun creance e sintiment", si diceva.  (A&D)
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Come è ormai suo costume, il consigliere regionale Enore Picco travisa la verità a suo piacimento e a suo esclusivo interesse.
I lavori al lago non sono promossi da 4 anni dall’assessore Violino ma lo sono ormai da SETTE e sono iniziati durante la giunta Illy, quando assessore competente era il consigliere regionale ENZO MARSILIO.
Il comportamento tenuto non certo dall’Assessore regionale ma proprio dai consigliere Picco è istituzionalmente scorretto in quanto ha voluto dare risalto ad una visita che lui ha definito casuale che poi stranamente è uscita su un giornale con tanto di dichiarazioni di opere da fare e prese di merito di lavori che non sono farina del suo sacco.
Nessuno gli vieta ovviamente di fare ciò che gli pare ma non credo che lui quando era sindaco di Bordano avrebbe accettato di buon grado la stessa situazione se fosse accaduta nel suo comune, ma si sa c’è chi ha talmente tanta esperienza amministrativa da sentirsi in dovere di dare lezioni a tutti e ritenere i suoi comportamenti al di sopra di ogni giudizio.
Per quanto riguarda il lago, Enore Picco dovrebbe spiegare a tutti cosa ha fatto in Regione dove siede nei banchi della maggioranza regionale per bloccare questo progetto. Ve lo dico io: NULLA! Qui lotta contro la centrale (almeno a parole) e in consiglio regionale se ne stava buono e zitto finché non è stato spinto a esporsi proprio dal fatto che gli veniva additato questo doppio comportamento! 
La campagna elettorale a quanto pare per Enore Picco è già iniziata… un po’ prestino, magari, ma a lui piace prendersi per tempo perché è costantemente al lavoro per tutti noi! 
Grazie Enore!

Augusto Picco
Sindaco di Trasaghis 

domenica 29 gennaio 2012

Blitz dell'Assessore Violino dilàdalaghe - III

Il Consigliere regionale Enore Picco ha inviato al Blog un commento relativo alla nota del sindaco di Trasaghis sulla visita "diladalaghe" dell'Assessore Violino. Trattandosi di un intervento articolato, che offre motivi di chiarimento sull'argomento in discussione, esso viene pubblicato in "prima pagina". (A&D)

Mi meraviglia la nota polemica del sindaco di Trasaghis sulla visita effettuata dall'assessore Violino sul suo territorio lo scorso mercoledi. Ho accompagnato l'assessore che ha presenziato in mattinata all'inaugurazione di una attivita' vivaistica riscadata a legna, nel comune di San Daniele. Quindi, su mio invito, ci siamo recati ad Osoppo, presso un noto vivaio del luogo, anch'esso riscaldato con l'uso di legna.
Successivamente abbiamo proseguito verso Trasaghis dove, in un bar del centro abbiamo sorseggiato un ottimo caffe' in compagnia di diversi amici di Trasaghis presenti.
Li' gli amici Giraldo e Luigi De Colle assieme a Gianmichelino Cecchini hanno invitato l'assessore a visitare parte della mostra sulla vecchia Trasaghis, allestita proprio la' dove sorgeva il vecchio nucleo del paese
Quindi, visto che l'assessore Violino gia' da 4 anni promuove i lavori di manutenzione del territorio oltre che nei comuni dell'intero Friuli V.G. , anche e soprattutto nei Comuni della Val del Lago, ho ritenuto di fargli fare una breve visita, visto il pochissimo tempo a disposizione, per vedere di persona i cantieri di lavoro e constatarne lo stato dei lavori. Il rapido giro e' proseguito poi verso Alesso, il Lago, Somplago- in comune di Cavazzo - Bordano ed infine sulla strada per il Monte Festa. Ribadisco che la visita e' avvenuta su mio invito, forse il sindaco Augusto Picco dovrebbe provare ad invitarlo direttamente, sicuramente otterrebbe una risposta positiva cosi' da poterlo accogliere dignitosamente e nel migliore dei modi......l'occasione potrebbe essergli utile per spiegargli le motivazioni del parere favorevole al progetto Edipower o il diniego a concedere lo svolgimento del referendum richiesto dalla maggior parte dei cittadini di Trasaghis sottoscrittori della petizione...
Infine non ero a conoscenza del fatto che il passaggio di una persona liberamente in visita, sia esso rappresentante istituzionale della regione o meno, debba essere necessariamente reso noto al primo cittadino di quel territorio. Non sara' che dopo aver svenduto il lago abbia istituito anche l'esibizione del passaporto che autorizzi il transito? 
Caro Augusto fammi sapere al piu' presto quale documentazione dovro' esibire d'ora in poi visto che, tutti i giorni, debbo attraversare il tuo territorio per raggiungere o partire da casa mia
Enore Picco -  Tarnep 

Domande e risposte sulla pedofilia in una serata pubblica a Trasaghis

Pedofilia: domande e risposte


Una Serata pubblica sulla promozione del benessere di bambine, bambini e preadolescenti.
Proseguirà martedì  31 gennaio alle ore 20.00 presso la Sala Consiliare del Comune di  Trasaghis la serie di incontri inerenti la prevenzione della pedofilia e la promozione del benessere della comunità che il Servizio sociale dei Comuni dell’ A.S.S. n. 3 "Alto Friuli", in collaborazione con la Cooperativa Co.S.M.O. e le Amministrazioni Comunali del Gemonese , ha organizzato nell'ambito del progetto "Tessitori di reti ed altri racconti". Un primo ciclo di serate è già stato proposto, l'autunno scorso, presso gli otto Comuni del Canal del Ferro e della Val Canale.
Il progetto, denominato inizialmente "Il grillo parlante", è stato avviato nel 2005 con attività rivolte principalmente alle scuole primarie. E' stato in seguito esteso a tutte le realtà del territorio a contatto con minori in età compresa tra i 3 ed i 14 anni.
Recentemente è stato inoltre attivato un sito internet contenente molto del materiale prodotto in questi anni ed altre informazioni utili sull'argomento (www.ilbambinonascosto.it).
Tutta l'iniziativa è finanziata annualmente con i fondi previsti dalla L.R. n. 20/2004 "Interventi di sensibilizzazione e di formazione per la prevenzione della pedofilia".


Relatore sarà lo psicologo Andrea Mian, psicologo e formatore della Cooperativa Sociale Co.S.M.O.



La serata verrà ripetuta  anche:

- martedì 6 marzo ore 20.00: BORDANO (Biblioteca)

Per informazioni:    Servizio Sociale    0432.989538 | 347.9517745

sabato 28 gennaio 2012

Blitz dell'Assessore Violino dilàdalaghe - II

Ricordate le polemiche seguite alla visita del presidente  Tondo sul Lago, nel febbraio dell'anno scorso, quando gli amministratori locali si lamentarono di non esserne stati minimamente informati? Con le dovute proporzioni, siamo di fronte a un caso simile. Ieri il Gazzettino riferiva di un sopralluogo nel Comune di Trasaghis e sul Lago dell'Assessore regionale Violino. Oggi lo stesso giornale deve pubblicare una seccata  nota del Sindaco di Trasaghis Picco  il quale fa sapere di non essere stato per nulla informato della visita dell'Assessore e addirittura di non essere a conoscenza dei progetti per Trasaghis ai quali l'Assessore stesso ha fatto riferimento.  La questione, evidentemente, non riguarda la sola cortesia istituzionale. Sarà interessante, dunque, seguirne gli sviluppi. (A&D)


Il sindaco Augusto Picco afferma di ignorare anche il progetto "vecchia Trasaghis"
TRASAGHIS Augusto Picco interviene dopo la venuta di Violino ai cantieri sul lago
Assessore in visita, sindaco all’oscuro

Il Gazzettino, Sabato 28 Gennaio 2012
TRASAGHIS - Sulla recente visita fatta sul lago da parte dell'assessore regionale Claudio Violino, accompagnato dal consigliere regionale Enore Picco è intervenuto il sindaco Augusto Picco: «Mi spiace che abbia dovuto sapere della visita di due rappresentanti dell'amministrazione regionale dagli operai forestali: avrei certamente gradito essere avvisato per accoglierlo nel migliore dei modi così come si fa solitalmente tra rappresentanti istituzionali».
      Relativamente agli interventi di sistemazione sulle sponde da parte degli operai forestali il sindaco Picco pure apprezza tale operazione ricordando che ciò avviene già da molti anni.
      Non solo, il sindaco di Trasaghis è intervenuto pure in merito al progetto di ripristino della "vecchia Trasaghis" che, in base alle notizie emerse ieri sulle pagine della stampa locale, sarebbe stato presentato allo stesso assessore Violino: «Ci tengo a dire - dice Augusto Picco - che di quel progetto non ne so niente e che, in quanto a rappresentante dell'amministrazione comunale ci terrei ad essere tenuto al corrente. Il fatto che dal punto di vista politico in consiglio regionale io sia rappresentato dall'opposizione, non credo esuli da quelli che sono le modalità di confronto che solitamente sussistono tra rappresentanti istituzionali».
     (Piero Cargnelutti)

Blitz dell'Assessore Violino dilàdalaghe - I


TRASAGHIS
Pulizia e messa in sicurezza delle sponde del lago
"Maquillage" anche alle strade abbandonate dal 1976

da: Il Gazzettino, Venerdì 27 Gennaio 2012
TRASAGHIS - Gli operai forestali sono all’opera sulle sponde del lago dei tre Comuni nel territorio di Trasaghis e altri sulla strada del Monte Festa a Interneppo. Stanno effettuando dei lavori di pulitura e di messa in sicurezza delle sponde del lago e delle strade di montagna, aumentandone la percorribilità. In occasione della visita effettuata a Trasaghis, l’assessore Violino, insieme al consigliere Picco e al direttore del Servizio Territorio rurale e irrigazione Sebastiano Sanna ha effettuato alcuni sopralluoghi nei cantieri a Trasaghis e Bordano. «Non si tratta solo di lavori che possono risultare ‘socialmente’ utili – precisa l’assessore – sono lavori utili tout court: servono al mantenimento del territorio e alla sua sicurezza». La visita ai cantieri è stata preceduta da un sopralluogo nel comune di Trasaghis: è stato presentato all’assessore il progetto di ripristino della “vecchia Trasaghis”, il cui primo stralcio potrebbe prevedere la pulitura dalla vegetazione delle strade comunali abbandonate dopo il terremoto del 1976.


venerdì 27 gennaio 2012

Giornata della memoria. La testimonianza di Matìe di Bordan

Nel libro di Anselmo Picco "Cuant che las caneles a cressevin tai boçs da conserve", da poco presentato a Bordano, vi sono diverse testimonianze dirette che si rifanno alla dura esperienza della deportazione nei lager tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
Un contributo  significativo, nel giorno  della "Giornata della Memoria",  può venire, per esempio,  dal racconto della esperienza di Mattia Picco di Bordano, classe 1920 (Matìe da Menone per i suoi compaesani).
Soldato del XXXIII Corpo di Fanteria,  sul fronte jugoslavo, venne catturato dai tedeschi dopo l'8 settembre e mandato prima nel Campo IV B nei pressi di Berlino poi, nelle vicinanze, a lavorare nella fabbrica dell'Arado, dove si costruivano aerei da guerra.  Durante l'estate del '44 venne trasferito in un campo vicino a Lubecca, per ritornare poi presso Berlino, sino alla Liberazione. Ecco uno stralcio del suo racconto sugli ultimi giorni passati nel Lager e sulle peripezie vissute per ritornare a casa:


A questo punto i tedeschi cominciarono a distruggere tutti i macchinari della fabbrica. Restammo tre giorni in balia degli eventi, però il cibo ci veniva distribuito regolarmente. Il terzo giorno ci radunarono in mezzo al cortile della fabbrica dove ci divisero in due gruppi: uno lo mandarono  nella baracca e l'altro lo mandarono a cercare un superiore tedesco morto nel bombardamento. Io ero fra questi ultimi ma l'ufficiale tedesco non lo trovammo. (...)  
Il giorno seguente il mio amico milanese venne a cercarmi perchè dovevano radunarci e poi scortarci in marcia fino all'autobahnn (autostrada). Ci fecero prendere però una strada secondaria perchè sull'autostrada si stavano ritirando le truppe tedesche in fuga dal nemico. Noi eravamo in mezzo a due fuochi: da una parte i russi, dall'altra gli americani. Ci fecero attraversammo il fiume Elba su un battello e poi ci abbandonarono al nostro destino. Camminammo per tre giorni nel bosco, allo sbando, finchè ci imbattemmo in un soldato delle SS che parlava bene l'italiano perchè aveva combattuto in Abruzzo e che ci regalò un po' di biscotti . Continuammo a camminare ancora per tutta la notte e incontrammo un gruppo di neri (americani) fatti prigionieri dai tedeschi. Proseguimmo e, giunti in un campo, vedemmo tante bandiere bianche. Pensavamo di trovarci in un ospedale, invece era un campo di soldati americani. Lì ci alloggiarono in una specie di teatro e ci diedero da mangiare. Restammo in questo luogo un paio di giorni. Poi ci fecero riattraversare il fiume Elba e ci portarono ad Allen Sud Salen in una caserma diroccata in seguito ad un bombardamento. Lì incontrai persone di ogni razza.
Ci fermammo in questo campo fino agli ultimi giorni di giugno. Ci davano da mangiare regolarmente, e il cibo era sicuramente migliore di quello che ci distribuivano i tedeschi. Ricordo ancora il sapore di una zuppa, una  specie di “panade”. Nel frattempo noi avevamo preso nella cantina della caserma tedesca dei piselli, della farina, della margarina e anche un po' di cioccolata.  (...)  In luglio da qui, ci trasferirono nella fortezza di Ulm: lì c'erano diversi friulani fra i quali alcuni di Gemona. Il campo era comandato dai francesi che non ce l'avevano “molto buona” con noi italiani, perchè ci accusavano di averli “pugnalati alla schiena”. 
Ci perquisivano tutti e se ci trovavano addosso roba di valore ce la prendevano e se la tenevano loro. Passati quindici giorni circa, ci  accompagnarono in stazione e ci inviarono verso l'Austria. Mentre aspettavamo il nostro convoglio, c'era un treno americano fermo sui binari: noi italiani salimmo e raccattammo tutto ciò che poteva esserci utile, soprattutto cioccolata, biscotti e gallette. Avevamo paura ma tutti  andammo ugualmente a rubare qualcosa. Giunti in Austria, in una caserma, ci fecero lavare e in seguito visitare. Poi ci mandarono al Brennero dove militari italiani ci diedero dei panini e qualcosa da bere. Ripartimmo in treno e nei pressi di Verona a Pescantinas, ci fermarono in un binario morto. Qui incontrai alcuni conoscenti di Braulins i quali mi informarono che lo Stato aveva messo a disposizione alcune corriere per raggiungere le varie regioni d'Italia. Quella diretta in Friuli era ormai al completo così restammo a piedi. Per fortuna passò un camion diretto in Friuli, per la precisione a Nimis, che trasportava scarti di sedie. Ci diede una passaggio  fino a Tricesimo dove arrivammo a mezzanotte passata. Sulla strada viaggiavano tanti camion inglesi che riconobbi perchè trascinavano dietro al mezzo la solita catena di circa cinquanta centimetri ( di cui però ignoravo  e ignoro tutt'ora l'utilizzo). Nessuno di loro ci caricò. Per fortuna più tardi si fermò un camioncino, con a bordo i fratelli Tono e Bono di Venzone, i quali gestivano una macelleria. Per prima cosa si assicurarono che non avessimo pidocchi e al nostro diniego ci fecero salire. Facevano anche i contrabbandieri e avevano il furgone carico di mais. Ci chiesero di dove eravamo e noi rispondemmo che uno era di Braulins, che uno era di Bordano e che il terzo, che si era unito a noi, abitava ad Osoppo. Quest'ultimo scese all'altezza del bivio che dall'attuale ristorante “Il Fungo” porta ad Osoppo, mentre io e Antonio Feragotto (suocero di Pieri Pacheti) scendemmo in Campagnola all'incrocio dove attualmente c'è il semaforo. Siccome il ponte di Braulins era stato distrutto attraversammo il Tagliamento a nuoto, perchè a causa del buio, non avevamo visto che poco più a valle avevano costruito un ponte provvisorio. Antonio mi chiese se volevo passare la notte a casa sua, ma io desideravo arrivare a Bordano, così mi  incamminai verso il mio paese. La prima persona che incontrai fu Tonine, la sorella di Letizia , la quale, quando mi riconobbe, cominciò a gridare ad alta voce il mio nome. Chiamò i miei genitori che, da quando la nostra casa era stata bruciata, dormivano sul fienile. Era il 29 luglio e ricordo che era domenica.


Per l'intera testimonianza, si rimanda naturalmente alla lettura del libro.

giovedì 26 gennaio 2012

Letture valdelaghine. Storie bordanesi di "cuant che las caneles..."

Bordano: cinque testimonianze su vicende di guerra, di emigrazione, di vita di paese

E' appena uscito "Cuant che las caneles a cressevin tai boçs da conserve", un libro di Anselmo Picco, edito dal Comune  e dalla Pro Loco di Bordano in collaborazione col Gruppo di Bordano dell'Associazione Nazionale Alpini. Il testo, di oltre 170 pagine, con numerose foto d'epoca, è stato stampato dalla  Designgraf. Si tratta dunque di un nuovo libro che viene ad arricchire il  già  cospicuo panorama editoriale dei Comuni di Bordano, Cavazzo e Trasaghis, in quella "Valle del Lago",  cioè, dove vi è stata, soprattutto dopo il terremoto, una notevole produzione di ricerche dedicate al territorio e ai suoi aspetti storici, culturali, ambientali.
Il titolo è singolare;  significa "Quando i gerani crescevano nei barattoli delle conserve" richiamandosi a un ricordo d'infanzia del curatore: si rifà al tempo in cui i poggioli e i davanzali delle finestre delle case di Bordano erano pieni di coloratissimi gerani, “las caneles”, piantati dalle donne non nei costosi vasi di terracotta, ma nei barattoli di latta delle conserve alimentari donati dai negozianti una volta venduto il loro contenuto.
Anselmo Picco ha raccolto  e trascritto fedelmente  cinque testimonianze dirette, per ricreare uno spaccato della vita di Bordano nell'arco di una ottantina d'anni. Le varie interviste (ad Adelchi Bressan, Antonio, Rino, Mattia e Rinalda Picco),  sono costituite dal racconto  delle esperienze personali: la fanciullezza, il periodo militare, la guerra (in qualche caso con la terribile esperienza della deportazione) per spingersi poi con  la testimonianza delle difficoltà incontrate, alla fine del conflitto, trovandosi con la casa distrutta, costretti ad emigrare perché senza lavoro e di conseguenza con grosse difficoltà economiche…  Le storie individuali sono dunque diverse:  Delchi ha preso parte alla campagna di Russia,   Matìe da Menone  è stato fatto prigioniero dai tedeschi in Jugoslavia e deportato nei campi di concentramento; Rino di Cian, dopo l'incendio appiccato dai nazifascisti al paese, è stato catturato dai tedeschi sul monte San Simeone  e deportato nel campo di Buchenwald; Toni Sec è stato fatto prigioniero dai tedeschi sul fronte francese e deportato anche lui nei campi di concentramento, Rinalde, su un altro "fronte",  offre una lucida ricostruzione di come in paese si vivesse quei difficili momenti e come le donne riuscissero a sopravvivere agli stenti che il periodo imponeva…
I racconti vengono quindi a sovrapporsi sino a offrire una sorta di lettura parallela che consente di seguire le vicende di una generazione e, nel contempo, dell'evoluzione del paese nell'arco di quasi un secolo, dalle vicende del "ventennio" all'occupazione tedesca e cosacca, dalle esperienze di emigrazione in Svizzera, Francia e Lussemburgo all'ultimo impegno per la ricostruzione, dopo il terremoto del 1976. Di fronte all'intensità di queste testimonianze, l'autore invita i giovani che  si avvicineranno alla lettura "a non scorrerla in maniera superficiale, ma cercando di calarsi nel periodo storico, immedesimandosi il più possibile nelle persone e nelle difficoltà che quotidianamente i protagonisti di queste storie si trovavano ad affrontare".
 (Pieri Stefanutti)

I Comitati: l'obiettivo non è far la guerra ai Sindaci ma fermare il progetto Edipower

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento di Remo Brunetti che, prendendo spunto dalla "lettera aperta" di "Luci" pubblicata qualche giorno addietro, si sofferma sulle caratteristiche e  sul ruolo avuto dai Comitati in questi ultimi anni per contribuire ad una "presa di coscienza" dell'opinione pubblica della Val del Lago in merito alle  tematiche ambientali.



Cjârs amîs di chest blog,
Jo, prin di lâ a durmî 'o voi simpri a dâ un cuc a "Alesso & Dintorni", che al è il blog che plui di altris, ta chescj ultims timps, al informe su dut ce che al sucêt in te Val dal Lâc. Cussì chealtre dì mi è sucedût di lei la letare di "Luci"al sindic di Trasagas. No vûl discuti culì su lis propuestis che "Luci" al a fat al sindic.Ma no mi è plasût che al definis un nuje la vôre dai comitâts che a scombàtin cuintri dal progjet di Edipower. Jo 'o parten a di chescj comitâts, ancje se no soi tra chei che a lavorin di plui. 'O soi però testemoni des fadiis e dai sacrifizis che a fàsin ducj i gnei compagns. Al è cui che al a metût da bande la sô ativitât professionâl par dedicâsi a cheste cuestion, cui che al a rinunciât a preziôsis oris di sum par studiâ, o par preparâ documents o relazions, cui che come chei altris al meteve da bande lis voris di cjase e i impegns di famèe par meti a disposizion lis sôs capacitâts o abilitâts, e ducj a àn metût fûr bêz par podei stampâ i nestris documents e metilis a disposizion di ducj. 
A è dute int che à fuarts leams di afiet par cheste Val e che, spaventade pes conseguencis che a podares vei chest progjet, a à decidût prin di informâsi e po, di meti chescj studis, osservazions al servizi des nestris comunitâts. L'obietîf nol è faur la vuere ai sindics. L'obietîf al è fermâ chest progjet e ripuartâ il lâc il plui pussibil come che al ere 60 agns indaûr. In gracie da nestre vôre, vuei si cognossin tantis plui roubis sui implants di Edipower (e sui dams che a fàsin), su pe nature des nestris monts, su pe origjine des nestris sorgints, e sul lâc e il so habitat. No sai cemût che a laràn lis roubis, ancje se 'o soi par nature otimist. Ma dopo di vei fat dut chest lavôr di studi, di informazion e di sensibilizazion, dopo vei fat rivâ in ogni cjase dai nestris paîs une copie di chestis informazions, par dâ a ducj la pussibilitât di fâsi une idèe e salocor di jessi in câs di esprimi une sielte cussiente, mi spietares un at di ricognossince, e no che la nestre vôre a seti definide tant che un nuje....Chescj comitâts no son fats di cuatri romantics basoâi, ma di professioniscj, aministradôrs, operaris e impiegâts, dute int di esperience...'O invidi alore "Luci", prin di dâ judizis platât daûr dal anonimât, a presentâsi e a vignî a cognossinus.
                                                            Remo Brunetti - Cjavàç   

mercoledì 25 gennaio 2012

Trasaghis, richiesta di cassa integrazione per la Ektron

Ektron, cassa integrazione per ventinove dipendenti


TRASAGHIS Sono 29 gli ex dipendenti della Ektron per i quali ieri è stata sottoscritta a Trieste la richiesta di un anno di cassa integrazione straordinaria che dovrà ora essere approvata dal ministero. L’ammortizzatore sociale avrà decorrenza dallo scorso 22 dicembre, giorno in cui il tribunale della capitale ha decretato il fallimento dell’azienda sita nell’area artigianale di Trasaghis su istanza di alcuni creditori. Durante l’incontro di ieri a Trieste, i sindacati hanno potuto confrontarsi per la prima volta con la curatela fallimentare dalla quale hanno avuto parziali buone notizie. Spiega Giampaolo Roccasalva, segretario regionale di Fiom Cgil: «Il patrimonio immobiliare di un’azienda controllata da Ektron, a suo tempo posto sotto sequestro dalla guardia di finanza, è stato recentemente dissequestrato ed è dunque nelle disponibilità della curatela che ora verificherà se sia possibile utilizzarlo per pagare ai lavoratori le diverse mensilità arretrate di retribuzione». Se ciò fosse possibile si verrebbe a colmare il gap temporale tra la richiesta della Cigs e la sua effettiva disponibilità nelle tasche dei lavoratori, «i quali – ricorda Roccasalva - già domani mattina sono però liberi di ricollocarsi in qualche azienda che magari ambisce alle loro professionalità». Speranze vane? Niente affatto. «Nel recente passato siamo stati contattati da realtà produttive che andavano in cerca di queste professionalità e vedremo ora – conclude il segretario regionale di Fiom Cgil – se sarà possibile inserirvi qualcuno». (m.d.c.)

Somplago ed Edipower in una riflessione sulla Carnia d'oggi

Carnia, è stato distrutto quanto costruito dai vecchi


«Ei fu» scriveva il Manzoni in occasione della morte di Napoleone. Ora c’è da chiedersi se anche la Carnia fu. I fondatori della Comunità Carnica – consorzio volontario dei Comuni - si rivoltano nella tomba davanti al miserevole stato in cui la Carnia è stata ridotta dagli attuali governanti. Il loro assioma era una Carnia una e indivisibile, di cui la Comunità Carnica era strumento di crescita, di autogoverno, di paritaria rappresentanza e dignità di tutti i Comuni, del giusto equilibrio tra periferia e Tolmezzo. Poi venne la Comunità Montana, che è stata soppressa proprio dal carnico Tondo e dal leghista Fontanini, dando gradito incarico al direttore del Cosint di provvedere alle esequie della vittima. Tondo e il suo gruppo locale di potere ha solo distrutto ciò che i vecchi avevano faticosamente realizzato e nulla ha costruito. E’ forse questa una punizione per il suo non brillante risultato ottenuto in Carnia alle elezioni regionali? Non è possibile che i fondatori della Comunità Carnica e della Comunità Montana abbiano sbagliato tutto e che i novelli “riformisti” siano infallibili. Essi spacciano per “riformismo” ciò che attuano a esclusivo vantaggio del proprio gruppo di potere. Spiegano quelle “riforme” con la necessità di risparmiare soldi pubblici, ma risparmiano solo la democrazia. Il loro “riformismo” è fatto di una governabilità che umilia la rappresentanza e sgoverna. Ne è esempio il commissariamento della Comunità Montana e la sua successiva recente riforma. A commissariare la Comunità hanno inviato il direttore del Cosint Somma, sostenitore di Tondo al grido “o Tondo o Austria!” Già, bisognava neutralizzare la Comunità per mandare avanti il Cosint, che non è l’acronimo di “Cosa della int (gente)”, ma di “Consorzio industriale di Tolmezzo”, cosa invece tutta loro. Ben foraggiato dalla Regione, questo consorzio di pochi comuni si è esteso in molteplici settori (quello delle maxigerle compreso!), divenendo un potente centro tuttofare del potere, esibito con una miriade di maxicartelloni. Sotto la maschera di questo “riformismo” c’è il neoliberismo e una politica antimontanara di rapina idroelettrica delle acque e di svuotamento delle periferie di servizi, di rappresentanza, di potere e peso politico, di vita sociale. Una politica che chiude di uffici postali, scuole, stazioni forestali, sottrae il servizio idrico ai comuni per affidarlo a “Carniacque spa” ( con tanti berlusconiani nel suo cda meglio chiamarla “Forzacque“!), toglie ai comuni la gestione diretta del proprio personale, smantella la presenza pubblica in loco con conseguente slittamento a valle e accentramento su Tolmezzo nel ruolo, sbagliato, di capoluogo toltutto. Questo accade con al governo regionale un carnico e una lega che predica bene (decentramento) ma razzola male (centralismo), mentre la buona politica dovrebbe invece potenziare la periferia. E’ una politica non lungimirante: Tolmezzo e la Carnia sono interdipendenti. Tolmezzo non sopravvive senza la Carnia. Il modus di questa politica richiama alla memoria alcune figure de “I promessi sposi”. Ora i bravi del Don Rodrigo di turno dicono ai vari don Abbondio che cosa “ non s’ha da fare o”….niente contributi! Se “il coraggio, uno non se lo può dare” si piega. In siffatto quadro i sindaci dei comuni periferici hanno unanimemente indicato il sindaco di Tolmezzo a traghettatore verso la neo costituita “Unione dei Comuni”. Proprio lui che ha accolto la grande manifestazione dei carnici a Tolmezzo spiandoli da dietro una finestrella del municipio, che con il collega di Cavazzo ha tradito la Carnia dando parere favorevole all’elettrodotto. Questa indicazione è un inciucio con cui il pd avalla questa pessima riforma dell’ente montano.e dimostra la necessità di una sinistra-sinistra, che faccia quella necessaria opposizione che il pd non fa. Un inciucio favorito dai quei sindaci del pd che, dopo essersi legati le mani con Edipower, si sono legati anche i piedi con la corda della Conca Tolmezzina. La Carnia ha estremo bisogno non di pavidi don Abbondio ma di coraggiosi frà’ Cristoforo. Ha bisogno di recuperare lo spirito positivo della ricostruzione postsismica ed il ruolo e prestigio avuto in essa dai comuni (per lo più piccoli, ora tanto ingiustamente vituperati!). La Carnia ha bisogno che i cjargnei escano dall’indifferenza e si occupino del suo presente e futuro.

Franceschino Barazzutti
già sindaco di Cavazzo Carnico, già costituente della Comunità Montana della Carnia

martedì 24 gennaio 2012

Centralina sull'Arzino, la bocciatura di Legambiente

"Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia" di ieri ha dedicato una pagina intera al dibattuto tema della costruzione di un impianto idroelettrico sul torrente Arzino. Dopo aver ricordato la cronistoria della richiesta presentata dalla Ditta I.T.V., l'articolo analizza i termini della "bocciatura" avanzata da Legambiente, in particolare per quanto riguarda la prevista potenza dell'impianto, l'essere in contrasto dello stesso con i Piani regolatori vigenti, la carenza di dati aggiornati relativamente al clima e alle portate idriche, il rapporto costi-benefici previsti, l'incertezza sulla potenza effettiva che si prevede di installare.



Per leggere l'articolo, consulta anche il sito del giornale: http://www.ilquotidianofvg.it/

lunedì 23 gennaio 2012

Lago, sull'assemblea proposta dai Comitati

Venerdì scorso si è tenuta nel Centro Servizi di Alesso l'annunciata assemblea pubblica proposta dai Comitati sul tema "Idroelettrica, finanza, poteri locali e la gente".
Sull'andamento dell'incontro, alcune note riassuntive cortesemente redatte da Remo Brunetti:


Vinars stât, te ‘samblèe, no son vignudis fûr novitâts, si è det ce che al ere bielzà stât det te conference stampe, e che "Alesso e Dintorni" al a ripuartât unevôre ben. 
A è stade spiegade la situazion societarie di Edipower, e cemût che cheste vuere tra francês e talians pal control des nestris centrâls idroeletrichis a lassi indiferente cheste regjon, che invezit a podares  jentrâ tai conseis di aministrazion, cun benefizis direts e indirets par ducj i citadins.come che par esempli a fasin lis provincis autonomis di Trent e di Bolzan. 
Po a è stade dade leture de rispueste dai preidis da foranie di Glemone. Podopo a àn fevelât doi conseîrs di minorance spiegant la situazion dal referendum domandât di 660 citadins che a spietin che il sindic al decidi ce fâ des lôr firmis…
Infin, cuant che si è viert il dibatiment, il president e fondadôr de Nautilago, al a invidât ducj a spesseâ a fâ alc parcè che il lâc si sta jemplant di paltan. Al è ancje intervignût un ex dipendent Enel e po Edipower, che al a spiegât che l’Enel, cuant che a erin montanis, a fermave i implants in mût di permeti che il savalon si depuasitas tal fons dal lâc di Verzegnis, cence ruvinâ lis turbinis. E che cumò invessit Edipower a lavore simpri, setino lis aghis scuris o claris. 
E chest al è dut.
Mandi 
Remo Brunetti


domenica 22 gennaio 2012

Lago, ancora sulla lettera dei sacerdoti della Forania

"La cjacarade", la seguita rubrica settimanale del Gazzettino curata da Andrea Valcic si sofferma oggi sulla importanza del documento sottoscritto dai sacerdoti del gemonese sulla sorte del Lago, sostenendo che, a buon diritto, il documento si inserisce nel quadro tracciato da  alcune importanti "lettere" che hanno avuto una notevole influenza nel dibattito socioculturale friulano, dalla mozione del 1965 al messaggio "ai furlans ch'a crodin"  diffuso a ridosso del terremoto  del 1976.


LA CJACARADE
Se i preti friulani cominciano a scrivere lettere

Domenica 22 Gennaio 2012, Il Gazzettino
Qualche titolo, ma la lettera che i parroci del Gemonese hanno scritto a sostegno dell’azione del comitato che si batte contro il raddoppio della centrale idroelettrica "Edinpower" di Somplago, non ha ricevuto l’attenzione che meritava per due motivi: il primo è più generale e riguarda la questione dell’acqua. «Appoggeremo ogni richiesta di incontro chiarificatore- scrivono i sacerdoti- dando il nostro contributo di cristiani abitanti nel giardino prestatoci dal Creatore e che deve rimanere a servizio per il bene di tutti».
      La seconda, ma non meno importante, sta nella stessa scesa in campo del clero locale accanto al comitato. Quando i preti friulani cominciano a scrivere non si sa mai dove si va a finire. Non possono non tornare alla memoria due lettere che hanno fatto la storia di questa terra ovvero quella del 1965, la cosiddetta mozione del clero friulano che denunciava il sottosviluppo al confine orientale e quella del 1976 "Dopo il taramot ai furlans ca crodin". Lucide denunce e altrettante discese in campo a favore degli ultimi. Certo la forza della chiesa qui e altrove non è quella di quegli anni, il contraltare politico è più confuso, ma il "cammino" non è contraddistinto dai segni?

                                                                              Andrea Valcic

sabato 21 gennaio 2012

Trasaghis, preoccupazioni per il fallimento della Ektron - III

Crisi Ektron aTrasaghis: la Cisl si muove

TRASAGHIS Il grido d’allarme per la crisi occupazionale lanciato dal sindaco di Trasaghis, Augusto Picco, dopo la chiusura della Ektron e la conseguente perdita di 25 preziosi posti di lavoro in val del Lago ha trovato immediata eco nelle organizzazioni sindacali. Il segretario generale della Cisl Alto Friuli, Franco Colautti, non ha infatti perso tempo e letta sulle colonne del nostro giornale la richiesta d’aiuto lanciata dal primo cittadino ha impugnato ieri carta e penna per dichiarare, in una lettera, la propria, immediata disponibilità a incontrare Picco. «La Cisl AF – scrive Colautti – è assolutamente disponibile ad aprire insieme alle altre forze sociali ed economiche del territorio un tavolo di discussione per esaminare la situazione e avviare, insieme, eventuali iniziative. Accogliamo quindi la richiesta – conclude Colautti – rimanendo a disposizione per concordare luogo e data del primo incontro». Ricordiamo che la Ektron, azienda produttrice di componenti elettroniche sita all’interno della zona industriale di Trasaghis, ha chiuso i battenti a seguito del fallimento decretato dal tribunale di Roma: per i 25 dipendenti rimasti d’improvviso senza lavoro sarà firmata lunedì la richiesta per un anno di Cigs. (m.d.c.)


Lago, la posizione di Legambiente

Conferenza stampa per fare il punto sulle ultime novità concernenti la Centrale di Somplago (UD)

Venerdì 13 gennaio 2012 il Comitato per la difesa e lo sviluppo del Lago di Cavazzo ed il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano hanno promosso una conferenza stampa, con l’adesione di Legambiente e del WWF, per diffondere dati e riflessioni sulle aggregazioni societarie che coinvolgono la proprietà della centrale di Somplago, su esperienze societarie da tempo realizzate in altre Regioni alpine, sugli ultimi sviluppi del dibattito nei Comuni rivieraschi.

Franceschino Barazzutti e Valentino Rabassi hanno introdotto descrivendo gli scambi azionari che porteranno all’80% le azioni della francese EDF in Edison, mentre una rinnovata DELMI sarà la proprietaria della centrale di Somplago, avendo nella propria compagine societaria una diffusa e maggioritaria presenza di società quali Dolomiti Energia, SEL, A2A, IREN (a loro volta proprietà di enti locali sudtirolesi, trentini, lombardi, piemontesi ed emiliani).
Due le riflessioni proposte. La prima relativa ad una evidente diversa capacità di quegli enti locali, Province speciali e Comuni, di amministrare le proprie risorse territoriali. Esemplare il caso di SEL, posseduta al 93,88% dalla Provincia autonoma ed al 6,12 dai 102 Comuni e dai 4 Comprensori di Bolzano, correlata a scelte gestionali della Provincia sulle concessioni idroelettriche che prevedono un canone aggiuntivo annuo pari a 62,5 euro ed un ulteriore importo di 5 euro per ogni kw di potenza nominale media di concessione destinato a interventi di miglioramento ambientale (canone ambientale). Tali introiti aggiuntivi vengono ripartiti tra i comuni.
Ed inoltre l’attribuzione alle Province Autonome della competenza al rinnovo delle concessioni idroelettriche ha comportato un gettito di oltre 600.000.000 di euro, mentre la quota ripartita tra i comuni per le concessioni rinnovate è pari a 36.187.455 euro, oltre ai canoni BIM.
I concessionari di grandi derivazioni idroelettriche devono fornire gratuitamente alle Province di Trento e Bolzano 220 kwh per ogni kw di potenza nominale media di concessione per i servizi pubblici (scuole, ospedali, ecc). Ed infine le Province di Trento e Bolzano attuano una politica di ingresso nell’assetto azionario delle società concessionarie.
Un approccio che – a confronto con la nostra montagna e la gestione delle sue risorse – dà conto dei diversi risultati economici sociali ed ambientali.
Il secondo spunto polemico dei rappresentanti del Comitato è l’invito ai nuovi proprietari della centrale di realizzare impianti a pompaggio nei ben più grandi laghi lombardi piuttosto che degradare ulteriormente Cavazzo e Verzegnis!
Segnalati, infine, nuovi sviluppi della partecipazione locale: 660 firme già depositate al Comune di Trasaghis per chiedere il referendum consultivo mentre analogo iniziativa sta partendo a Cavazzo Carnico. E poi un documento di motivato sostegno dei parroci della Forania di Gemona a tutela del diritto delle “nostre comunità locali di essere ascoltate su scelte che possono pregiudicare irrimediabilmente, a favore di grandi gruppi economici, il destino del Lago, del suo territorio, del suo sviluppo”.
Presenti anche il consigliere regionale Enore Picco, della Lega Nord e già Sindaco di Bordano ed
Elia Mioni, presidente regionale di Legambiente, che ha ribadito che il progetto di pompaggio delle acque rende l’energia così prodotta ben poco rinnovabile, visto che per produrre 1 kwh di energia “pulita” si utilizza 1,27 kwh di energia da fonti fossili della rete nazionale. E ritiene, inoltre, necessario che si tengano i referendum consultivi, utili paradossalmente anche solo in una logica di ritrattare le compensazioni ridicole, ottenute da Amministrazioni avventate nel dare i propri pareri positivi senza coinvolgere le comunità locali.

da: http://cms.legambientefvg.it/circolo-della-carnia-val-canale/180-conferenza-stampa-congiunta-sulla-centrale-di-somplago-ud
(articolo cortesemente segnalato da Roberta Michieli)

venerdì 20 gennaio 2012

Lago, il parere della Forania di Gemona: "appoggio convinto a ogni richiesta di incontro chiarificatore"

L'ultimo numero della "Vita Cattolica" dedica un ampio spazio al documento  sottoscritto dai presbiteri della Forania di Gemona sulle prospettive della "Questione Lago". L'aspetto che ha suscitato maggiore rilievo, sulla stampa e nelle discussioni, è stato quello del leggere il documento quasi esclusivamente  come un appoggio alla richiesta di indizione di un referendum consultivo. In realtà, come si poteva desumere dalla lettura del documento integrale  e dal successivo intervento di mons. Costante (entrambi pubblicati anche sul Blog), nonché   dall'analisi attenta dell'articolo della "Vita Cattolica" trascritto in calce, il discorso è assai più complesso. I parroci del Gemonese sottolineano la valenza del Lago come bene ambientale, sottolineano l'importanza di una sorta di "riappropriazione culturale" di questo bene, in primo luogo da parte delle popolazioni locali, evidenziando come sia necessario che vi sia, sul tema, discussione, confronto e ascolto; evidenziano soprattutto la necessità di incoraggiare ogni incontro chiarificatore, richiamandosi anche allo "spirito" della ricostruzione dal terremoto. Una proposta a largo spettro, dunque, sulla quale riflettere attentamente.   (A&D)
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I parroci in difesa del lago 
«Sul tema appoggeremo ogni richiesta di confronto chiarificatore, dando il nostro contributo di cristiani abitanti nel giardino prestatoci dal Creatore e che deve rimanere a servizio per il bene di tutti»


SULLA QUESTIONE DEL raddoppio della centrale idroelettrica di Somplago, a scendere in campo accanto alla gente, adesso, sono anche i sacerdoti. Porta la data di mercoledì 11 gennaio, infatti, la lettera firmata da don Dino Pezzetta, alla guida della comunità di Montenars, che «parla» a nome dei parroci della Forania di Gemona del Friuli (e dei rispettivi responsabili pastorali). Missiva inviata al «Comitato per la difesa e lo sviluppo del Lago» i cui rappresentanti, alcuni giorni fa, avevano chiesto il coinvolgimento dei sacerdoti che, prontamente, hanno risposto.
Il sodalizio da tre anni si sta battendo contro l’ampliamento dell’impianto sul Lago di Cavazzo; un progetto, dicono, che se attuato trasformerebbe il lago in un campo coltivabile (questa la definizione scelta a suo tempo dai rappresentanti del «no»). Un’ipotesi, quella di ritrovarsi nel giro di 110 anni con una palude colma di fango, confermata anche dai risultati di uno studio, a firma dell’ingegnere Franco Garzon di Trento, commissionata dai comuni di Verzegnis, Cavazzo Carnico, Bordano e Trasaghis (interessati all’opera e a cui spetterebbero le «compensazioni» da parte della proprietà della centrale). Allora, circa un anno fa, l’esperto aveva suonato l’allarme «fango», affermando che il destino del lago (nella foto) si sarebbe compiuto anche senza l’aggiunta delle due turbine reversibili, rimarcando al tempo stesso la necessità di affrontare, comunque, la questioni sedimenti (si parla di 130 mila metri cubi all’anno).
Ora, dunque, la vicenda si arricchisce di un ulteriore tassello, registrando la «preziosa» (così l’ha definita Dino Rabassi, membro del Comitato ed ex sindaco di Trasaghis) presa di posizione dei sacerdoti. Un documento salutato con estrema soddisfazione dal fronte del «no», guidato da Franceschino Barazzutti, ex sindaco di Cavazzo Carnico, con il quale si sottolinea che «la battaglia per il Lago è di tutti, popolazione e istituzioni, comuni e parrocchie, chiesa e territorio».
I sacerdoti tendono, dunque, una mano alle loro comunità (che chiedono ai Comuni una consultazione popolare sul progetto),e si dicono «aperti ad ogni più ampia collaborazione», condividendo con i compaesani «il diritto di essere ascoltati, sempre, ma in special modo quando si tratta, come in questo caso, di scelte che possono pregiudicare irrimediabilmente, a favore di grandi gruppi economici, il destino del Lago, del suo territorio (non solo del Gemonese), del suo sviluppo, del futuro nostro e dei nostri figli».
Nella missiva è evidenziata la volontà di «non entrare in dettagli tecnici» (il progetto da questo punto di vista ne presenta davvero tanti che toccano, tra gli altri, anche le ricadute negative sull’ambiente e non da ultimo i reali vantaggi economici dell’operazione «raddoppio»): «Noi presbiteri del Gemonese – si legge –, vogliamo assicurarvi che appoggeremo convinti ogni richiesta di confronto chiarificatore sul problema e che daremo il nostro contributo di cristiani abitanti nel giardino che il Creatore ci ha prestato e che deve rimanere a servizio per il bene di tutti».
Quindi, in chiusura, il riferimento al periodo successivo al sisma del maggio 1976: «Il Friuli si è alzato subito in piedi dopo il dramma del terremoto, che ha segnato più di altri proprio questi paesi» E, infine, un appello, che chiude la lettera sottoscritta dai parroci: «Non inginocchiamo ora, a Friuli ricostruito, di fronte a chi vorrebbe sfruttarlo per interessi che non saranno mai i nostri».
Interesse sui quali più volte i promotori del Comitato hanno puntato il dito accusatorio: «Sono di gente che arriva da fuori – ha ribadito Rabassi, durante la conferenza stampa di presentazione della lettera, svoltasi nella sede udinese della Regione, venerdì 13 gennaio –. La maggiore produzione di energia elettrica non porterà alcun vantaggio, ma è una mera speculazione economica che si poggia anche sui certificati verdi, che fanno fare alti guadagni con soldi pubblici pagati da tutti noi». Nell’occasione è stato rimarcato che «da qualche settimana si stanno registrando movimenti nel riassetto azionario della proprietà della centrale, e all’interno delle manovre la Regione è rimasta totalmente assente». Mentre, invece, dicono dal Comitato, «avrebbe potuto "imitare" quanto accade nella provincia autonoma di Bolzano dove la Società elettrica altoatesina ha una struttura societaria totalmente pubblica». Invece da noi, è stata la denuncia «tutta la produzione di energia è in mano a società private, anche estere, e municipalizzate italiane, ma non friulane». Realtà che, a detta di Rabassi, «vengono a sfruttare le nostre risorse, mentre dicono no a centrali simili sul loro territorio».
Di tutto questo, e delle prossime iniziative del Comitato, si parlerà nell’assemblea pubblica prevista venerdì 20 gennaio, con inizio alle ore 20, al Centro servizi di Alesso di Trasaghis.
                                                                                                                   MONIKA PASCOLO

da: "La Vita Cattolica", 19 dicembre 2012, p. 19

Trasaghis, preoccupazioni per il fallimento della Ektron - II

Trasaghis, sindaco in campo per salvare l’occupazione

TRASAGHIS Cento posti di lavoro persi in meno di due anni. È il caro prezzo che la zona industriale di Trasaghis ha pagato alla crisi assistendo prima alla chiusura della Leader pumps, costata un anno e mezzo fa l’occupazione a circa 70 persone, per lo più donne residenti tra la val del Lago e il Gemonese, poi a quella della Ektron, il cui fallimento, decretato nelle scorse settimane dal tribunale di Roma, lascia a casa altre 25 persone. «È veramente un dramma – dice il sindaco Augusto Picco –. In breve tempo la nostra zona industriale è passata da circa 300 occupati a 200. Ha perso insomma un terzo della forza lavoro». Il primo cittadino si dice pronto a mettere in campo tutte le misure utili per far fronte a questa emorragia occupazione, ancor più grave perché interessa per la maggior parte donne e perché arriva nel momento della crisi. «Come fu fatto per la Leader pumps – fa sapere Picco – cercheremo una via d’uscita assieme a tutti gli attori interessati: sindacati, Confindustria e Regione. C’è bisogno – conclude il sindaco – di creare le condizioni perché le imprese vengano a investire nella nostra zona industriale, che per altro è tra le più economiche, avviando attività capaci di assorbire le persone rimaste senza lavoro».(m.d.c.)