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giovedì 14 febbraio 2013

I Comitati chiedono. Tondo e Violino tacciono. Il Lago attende (3)


I comitati ambientalisti hanno proposto un progetto per Cavazzo, ma le istituzioni tacciono

«Regione, svegliati e salva il lago»

Basterebbe scaricare le acque di Edipower a valle del lago per evitarne l’interramento

I COMITATI CHE si oppongono al progetto Edipower di pompaggio dell’acqua del lago di Cavazzo a monte per aumentare la produzione della centrale idroelettrica di Somplago chiedono all’assessore regionale Claudio Violino ed alla direzione del Consorzio Ledra Tagliamento di «battere un colpo». Già da alcuni mesi hanno infatti inviato loro lo studio eseguito dall’ing. Dino Franzil su tale progetto e sulle conseguenze dello stesso, senza ricevere però alcun riscontro. Successivamente, anche in relazione alla riproposizione del progetto del Consorzio Ledra Tagliamento di derivazione dallo scarico del lago, in data 14 novembre scorso i Comitati inviavano sia all’assessore Violino sia al Consorzio una richiesta d’incontro. Richiesta pure rimasta senza risposta.
«I Comitati ritengono inaccettabile l’atteggiamento coloniale di sfruttamento delle acque del lago di Cavazzo (e della Carnia!) da parte di Edipower – spiegano Valentino Rabassi, del Comitato per la difesa e lo sviluppo del lago di Alesso, e Franceschino Barazzutti, del Comitato tutela acque del bacino montano del Tagliamento –.
Ma ancor più inaccettabile, oltre che vergognoso, sarebbe un atteggiamento coloniale verso il lago di Cavazzo e la sua valle da parte di soggetti friulani che, trasformandolo in bacino di prelievo irriguo, aggiungerebbero un ulteriore gravame a quello già pesantissimo dell’attuale scarico della centrale e del progettato pompaggio».
I Comitati perciò richiamano l’attenzione e la responsabilità dell’assessore all’Agricoltura Violino, del presidente Renzo Tondo e della dirigenza del Consorzio sulla concreta possibilità, dimostrata nello studio dell’ing. Franzil, di continuare a produrre energia nella centrale di Somplago, di produrne di nuova con tre centraline sullo scarico del lago, di fornire acqua al Consorzio, di alimentare il Tagliamento e le falde a valle, di salvare e rinaturalizzare il lago convogliando lo scarico della centrale di Somplago, con un’adeguata condotta posata sul fondo lacustre, all’attuale scarico del lago.
I Comitati annunciano che mobiliteranno tutta la popolazione della Val del Lago e dell’Alto Friuli per contrastare in tutte le sedi il progetto del Consorzio, «che preveda la sola derivazione nel sistema Ledra dallo scarico del lago senza le  contemporanee opere di isolamento del lago dallo scarico della centrale di Somplago mediante l’immissione dello stesso in un’adeguata condotta che, attraversando il fondale lacustre, consegni l’acqua turbinata all’attuale scarico del lago, evitando così che in esso finiscano acque gelide ed il fango, il quale in 110 anni lo interrerebbe, come dimostrato sia dalla perizia dell’ing. Garzon sia dallo studio dell’ing. Franzil».
«L’assessore Violino dovrebbe sapere, per le sue frequentazioni giovanili  in quel di Cavazzo, che il Consorzio è stato l’unico soggetto ad essere garantito dalle disastrose derivazioni della Sade negli anni ’50 – spiegano Rabassi e Franceschini –. Infatti a semplice richiesta del Consorzio è obbligatorio il rilascio d’acqua dal bacino di Verzegnis per alimentare la presa consortile di Ospedaletto. Ma l’acqua di quel rilascio e quella della normale portata del Tagliamento non possono essere utilizzate nelle piane di Cavazzo, Amaro e Bordano dove nel recente passato si irrigava a scorrimento, mentre nel presente – ed ancor più nel futuro non certo roseo –  sarà necessario ripristinare la produzione agricola anche in questi luoghi».
(La Vita  Cattolica  n. 5, 31 gennaio 2013)

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