"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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venerdì 17 gennaio 2014

Lago, la Regione dice sì al by-pass (III)

Sul parere della IV Commissione Regionale che ha previsto la possibilità di dare realizzazione concreta al by-pass per portar fuori lo scarico della centrale di Somplago, interviene il consigliere dell'Etp Claudio Polano:

La Quarta Commissione del Consiglio regionale, nell’esame del Piano regionale di Tutela delle Acque,  ha auspicato  la rinaturalizzazione del Lago di Cavazzo e il mondo della pesca sportiva ringrazia. A farsi portavoce di questo risultato è Claudio Polano, Consigliere dell’Ente Tutela Pesca . E’ un risultato storico, afferma il Rappresentante dei Pescatori, che premia da una parte l’interesse che l’Ente ha sempre dimostrato nei confronti del più grande lago naturale della Regione, con  diversi studi e ricerche sull’ecosistema lacuale, nonché con semine di Salmonidi e Ciprinidi e dall’altra, l’opera dei Comitati che da anni hanno lottato con successo contro il progetto Edipower di ripompaggio, che avrebbe dato il colpo di grazia a un bacino con molte criticità. Il nostro lago, continua Polano, un tempo temperato e ricco di fauna ittica, ora è diventato un gelido lago alpino a causa dell’immissione a scopo idroelettrico, delle acque fin qui condotte dopo averle prelevate in tanti corsi d’acqua della Carnia, ora desertificati. Inoltre il limo contenuto nelle stesse, secondo 2 studi recenti, lo porterebbe all’interrimento entro 110 anni. Ecco quindi che la proposta della Commissione di portare le acque turbinate dalla centrale con un bypass direttamente allo scarico del lago permetterebbe di rinaturalizzare il lago, evitando da un lato l’apporto in esso di acque gelide e di fango, e, dall’altro lato di fornire acqua al Consorzio Ledra Tagliamento e di alimentare lo stasso fiume. 
   Abbiamo il dovere morale, conclude il Consigliere, nei confronti delle prossime generazioni, di salvare il Lago di Cavazzo da morte certa e possibilmente restituirlo alla sua valenza naturalistica e paesistica degli Anni ’50. Un ambiente  che l’intervento umano ha profondamente alterato. Così facendo, oltre al naturale ritorno a una pescosità che ormai è uno sbiadito ricordo, se ne gioverà anche il turismo, con acque finalmente balneabili per molti mesi all’anno, come un tempo.

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