"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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domenica 4 maggio 2014

Cavazzo verso il voto (XI)

Ancora un contributo di Giacomo De Vita sulle proposte dei diversi programmi amministrativi: si analizzano questa volta i rapporti con la Conca Tolmezzina e le prospettive legate all'istituzione, o meno,  della zona artigianale-industriale.  Come sempre, i lettori sono invitati a confrontarsi sulle cose ed i problemi posti in esame, evitando di cadere nei personalismi e nelle critiche gratuite. (A&D)
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Altro interessante argomento affrontato nei Programmi elettorali delle tre liste candidate è costituito dal rapporto con l’Associazione Intercomunale della Conca Tolmezzina, di cui Cavazzo fa parte. Emerge, da parte di tutti, una certa insofferenza per il fatto di dover, in qualche modo, subire scelte fatte da altri. La lista del candidato Puppini parla apertamente di “appiattimento”; quella del candidato Borghi usa l’espressione “sudditanza”; la lista del Consigliere Lenisa sottolinea la necessità di “ricalibrare l’attività amministrativa che si svolge nella Conca Tolmezzina”. Tutti, indistintamente, rimarcano il fatto che “il Comune di Cavazzo Carnico deve riacquistare una sua dignità ed un’identità pari agli altri Comuni”. Verrebbe da chiedersi, a questo punto, quali attività siano state svolte per evitare tale sudditanza nei due anni su otto, in cui il Comune di Cavazzo ha ricoperto la Presidenza dell’Associazione.
Poi, però, altrettanto indistintamente, tutti sostengono la necessità di rimanerne all’interno, per godere dei benefici derivanti dalla razionalizzazione dei costi e dalla gestione in comune di determinati servizi.
A prescindere da una certa incoerenza tra le due posizioni, ci si chiede: quando si è scelto di entrare a far parte dell’Associazione Intercomunale, era così difficile prevedere come sarebbero andate le cose ?  Era così difficile capire che il Comune capofila, con una popolazione di 10-15 volte superiore a quella degli altri Comuni aderenti, avrebbe sicuramente assunto una posizione egemone? Evidentemente, no. Se lo si è fatto è perché, valutati i possibili benefici rispetto agli eventuali svantaggi, si sono ritenuti prevalenti i primi rispetto ai secondi. QUINDI, ORA DI CHE CI SI LAMENTA ?

Un’ultima considerazione riguarda il programma della lista Borghi. Nel paragrafo riguardante “Territorio e Urbanistica” si cita, tra gli interventi sulla viabilità, il “Collegamento strada retro Caserma”. Poche righe dopo, si tiene a “Confermare e ribadire la contrarietà alla realizzazione del Piano di Insediamento Produttivo retro caserma, in ragione della prossimità con la zona industriale di Amaro”. Le altre due liste candidate non forniscono dettagli in proposito.
Per quanto mi risulta (attendo correzioni in merito), la strada retro caserma era stata prevista dall’Amministrazione dell’allora Sindaco Puppini (lo stesso oggi candidato), proprio perché funzionale alla realizzazione del Piano di Insediamento Produttivo (dallo stesso Sindaco, sostenuto). Tale progetto, avversato dalle amministrazioni che gli succedettero (quelle del Sindaco uscente, ora candidato nella lista Borghi), non fu mai realizzato. Qualche maldicente sostiene, addirittura, che furono persi, per questo fatto, finanziamenti già ottenuti.
Ci si chiede: Perché, allora, torna di moda il collegamento strada retro caserma ?
Giacomo De Vita.    

11 commenti:

  1. Interessante come vengano descritti fatti ed avvenimenti cosi' precisi ; sembra quasi ( attendo correzioni in merito ) che qualcuno manovri questi post dalle "retrovie" ... con la firma di un'insospettabile ( naturalmente lo dicono i maldicenti ) . Certo poi e' campagna elettorale e qualsiasi mezzo ( purtroppo) e' lecito .

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    1. Il Blog, ovviamente, non fa propaganda elettorale per nessuno; offre spazi di discussione e di confronto, che è una cosa ben diversa. Se può essere utile, si precisa anche che il Blogger non conosce De Vita, ma ne apprezza lo spirito di analisi riferito alle problematiche "cavazzine". E' troppo chiedere anche a "carobul" un contributo maggiormente costruttivo e propositivo?

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  2. Nol ere pussibil fâ il PIP cence slargjâ e asfaltâ la strade che dal Pip, dapît di vie Macilârs si colegave cun la strade di S.Roc. Po il PIP nol è stât fat e la strade a è restade. Miôr cussaì. Al reste dome un tocut di vie Macilârs di asfaltâ. Par chel che al rivuarde la concje tumiecine, il stîl de passade aministrazion nol ameteve discussions. A ere di fâle e vonde. Cualchidun di lôr al veve ancje domandât di fâ i conts par viodi la difarenze tra ce che 'o vevin prin di jentrâ in cheste associazion e ce che 'o vin otignût pardabon. E trop che nus ere costât .Ma al è stât subit metût a tasei.

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  3. Pal Carobul.
    Che al viodi, siôr, che Giacomo di Vita al esist, al a une cjase a Cjavàç, e ogni tant al ven a fâ une scjampade chenti. A son tancj chei che, cressûts tal nestri comun a son lâts pal mont par une rason o par chealtre. Ma a son pôs chei che a vuelin continuâ a interessâsi des liendis des nestris comunitâts. Giacomo de Vita al è un di chescj. Tant di cjapiel!

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    1. Ringrazio Remo Brunetti per le belle parole. (Lo avevo detto che mi mancava tanto ...!) Non sono sicuro, però, che il collegamento cui fa riferimento il programma "Borghi" sia solo quello di via Macilars; potrebbe anche essere quello con la strada che finisce subito dopo l'ingresso dell'ex Caserma. A proposito, cosa ne pensa, Brunetti, dell'utilizzo di quella struttura ?
      Mandi.

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    2. Al è clâr che prin di proponi alc, al sares interessant savei in ce condizions che a è la ex caserme. La passade aministrazion 'e a proviodût a rifâ il tet da mense. Alore si podares pensâ che il salon da mense al sares recuperabil. Invessit no si sa nuje di chê part là che a lozavin i militârs. Si sa invessit che la caserme a ere furnide di un poç, un poç che carniacque no a metût inmò lis sôs grifis sôre.

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    3. Al è inutil pensâ di recuperâ la caserme sa si vul rifâ il PIP

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    4. Correggo una piccola inesattezza di Remo Brunetti. Il rifacimento del tetto, fatto circa due anni fa con una spesa intorno ai 30.000 Euro, non ha riguardato la mensa ma l'altra costruzione già adibita ad armeria, officina e parcheggio mezzi. I lavori hanno riguardato la sostituzione della vecchia copertura che era in eternit. La mensa, invece, ha una copertura metallica. Sono andato anche a rivedere il progetto redatto un paio d'anni fa da un architetto per la sua tesi di laurea. In tale progetto, egli afferma che le costruzioni sono in condizioni tali da poter essere tutte recuperate. Ricordo a me stesso che stiamo parlando di circa 16.000 metri cubi di costruzioni.
      Quanto al PIP, di cui nessuno ha parlato, non capisco cosa c'entri con la Caserma.
      Mandi.

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    5. Al a rason Giacomo De Vita. No sai parcè ma tal gno cjâf si ere fissade la convinzion che a vessin comedade la mense. Par fortune lui al è plui informât di me su cheste cuestion.'O vevi sintût da presentazion di chest progjet, ma in chê dì no eri in patrie. Dulà si podie cjatâlu?

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  4. Buongiorno Sig. De Vita, i suoi contributi sono estremamente puntuali e interessanti, vorrei però segnalarle che a volte riassumere una frase in un unica parola, rischia di alterare il significato del messaggio. Mi riferisco al punto in cui dice che la lista di Borghi, a cui appartengo, usa la parola “sudditanza” a dimostrazione del fatto che ci sarebbe una certa “insofferenza” verso la conca Tolmezzina, come indica lei poco sopra.
    Avendo collaborato alla stesura del programma le posso invece testimoniare che il messaggio che intendevamo trasmettere, con il periodo che lei riassume in una parola, è che la conca Tolmezzina ha portato dei vantaggi in termini di costi e di servizio e che nonostante questo intendiamo mantenere l'indipendenza decisionale del comune così come fatto in questi anni. In effetti, come lei sottolinea, non ha senso lamentarsi, e infatti: non ci lamentiamo.
    Tutto ovviamente è perfettibile, ma ritengo che definire quella di Tolmezzo un “posizione egemone” sia ingeneroso e non veritiero. C'è sotto, a mio parere, il tentativo di spaventare le persone con la perdita dell'identità, perché nella paura il gregge è più ubbidiente. Tuttavia sono persuaso che le persone si siano stufate di essere trattate come un gregge e che quindi non hanno più voglia di alimentare il “divide et impera”.

    Mandi, Emanuele Facchin.

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    1. Prendo atto delle precisazioni del sig. Facchin e correggo l'espressione da me usata: anzichè "tutti indistintamente" leggasi "quasi tutti indistintamente".
      Osservo, tuttavia, che:
      1) Se la situazione nei rapporti con "la Conca Tolmezzina" fosse così tranquilla come sostenuto dal sig. Facchin, non si capirebbe, nè la necessità nè il senso dell'espressione usata nel primo capoverso del paragrafo dedicato alla Pubblica Amministrazione: "Rimarchiamo la decisa volontà di mantenere l'autonomia del nostro Comune senza tema di sudditanza rispetto ad altri enti più vasti". Seguita, poi, da un eloquente "Ciò nonostante ...".
      2) L'esistenza di una vera o presunta posizione egemone del Comune capofila è opinione piuttosto diffusa, forse prevalente, nella popolazione di Cavazzo;
      3) Il ruolo condizionante del Comune di Tolmezzo, all'interno dell'Associazione, è nei fatti (non nella testa delle persone); per molti versi lo ritengo perfino giusto (per un'infinità di motivi che è inutile, quì, ricordare);
      4) Il vero problema, come evidenziato da Remo Brunetti, consiste nello stabilire se la parziale rinuncia alla sovranità decisionale cui il Comune di Cavazzo si è assogettato, entrando a far parte dell'Associazione, sia adeguatamente compensata dai benefici derivanti da tale appartenenza. Tale dimostrazione (conti alla mao) non mi risulta sia stata data, ma solo enunciata.
      Mandi.
      P.S.: Concordo sul fatto che è molto difficile racchiudere un concetto in una sola parola.

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