"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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venerdì 27 giugno 2014

I "fûcs di San Pieri" tornano a illuminare le notti di Cavazzo e Trasaghis


Tra le tradizioni friulane più antiche c'è quella dei fuochi rituali. Ce ne sono di invernali (il più famoso è il pignarûl grant di Tarcento, acceso all'Epifania) e di estivi (attorno al solstizio d'estate, in alcune località a San Giovanni - 24 giugno - , in altre a San Pietro - 29 giugno-).
Come ricostruito dalla studiosa di tradizioni popolari Andreina N. Ciceri, l'ideale linea di demarcazione che divide i fuochi estivi da quelli invernali, va da Ospedaletto a Trasaghis, Interneppo, Cesclans, Cavazzo. La nostra zona dunque rientra nell'area dei fuochi estivi. Secondo lo studioso M.Martinis, "i riti del fuoco del solstizio d'estate sono i più antichi e spettacolari, attuati sia in forma di falò (…) che con il lancio di rotelle infuocate dall'alto dei pendii, avevano un sottofondo magico di difesa dalle manifestazioni diaboliche (…)  mentre principalmente costituivano un omaggio di esaltazione ed una funzione di sostegno al disco solare maggiormente infuocato nel solstizio".
Salvo controprova, non vi è memoria di fuochi del genere ad Avasinis e ad Alesso; documentati  però i "fûcs di San Pieri" a Trasaghis ("dove c'è anche una vaga memoria di lanci di rotelle infuocate", aggiunge la Ciceri), a Interneppo, a Cesclans (nei pressi della Pieve), a Cavazzo (in Cuel di fûc e in Variona).
A proposito di Cavazzo c'è una interessante descrizione di come avvenisse la cerimonia nei primi decenni del '900, redatta dallo studioso di tradizioni popolari Gaetano Perusini: "...Il giorno di S.Pietro ragazzi e ragazzine dai 10 ai 15 anni (fruts) girano il paese con un carretto tirato a mano e tutti coloro che non sono sposati, tanto uomini che donne, sia giovani che vecchi, danno un fascio di legna sottile (vidiz) ciascuno. Le fascine vengono portate su di un colle vicino al paese e qui viene fatta una catasta (laverie) intorno al minili (lo stollo centrale), un abete tagliato nel bosco comunale al quale vengono lasciati solo gli ultimi rametti vicino alla punta (la bera). La sera le ragazzine vanno su di un pianoro vicino dove si trova raccolta tutta la gioventù del paese ed i ragazzi prima di accendere il fuoco gridano i nomi di coloro che hanno regalato le fasci-ne. Ad esempio: "Par l'onôr di San Pieri, San Pauli e San Zuan, Rosine a cjol Bepo". La gioventù raccolta sul vicino colle canta villotte. Fino alla guerra 1915-1918, dopo acceso il fuoco venivano lanciati in aria tutoli di grano turco (panocui) infilati su un bastone ed arroventati nel fuoco; il tutolo ere detto "cidula". Ad ogni lancio gridavano il nome di un giovane e di una giovane; facevano anche acco-stamenti scherzosi. Se la "cidula" andava diritta gridavano "le à volude", se andava di traverso "no le à volude"; prima di accendere il fuoco gridavano: "Par l'onòr di San Pieri, San Pauli e San Zuan, punf a lavarie". Il paese è diviso in due borghi; uno, il più grosso, fa il fuoco per San Pietro e per San Paolo, l'altro, più piccolo, per San Giovanni. Si pronostica l'andamento dell'annata dal fumo:
"Se il fum al va a soreli jevât, cjapa su il sac e va al marcjât" (annata d'abbondanza); "Se il fûc al va a soreli amont, cjapa il sac e va pai mont" (annata di miseria) Ai nomi dei giovani ("a ogni vosade") si accompagnano scoppi fatti con polvere nera e fuochi artificiali. I resti del palo centrale vengono divisi  fra  i ragazzi e ciascuno porta a casa il suo pezzo che viene bruciato, ora nella cucina, un tempo nel focolare."
E vuê? A Cavazzo da 9 anni si rinnova il rito del "fûc di San Pieri" nella località "ta Riu", in un momento comunitario di festa realizzato con la collaborazione dell'associazione Milleeunastoria ed il patrocinio del Comune di Cavazzo, con la speranza di poterlo rifare, in un futuro non troppo lontano, sui colli tradizionali.
A Trasaghis c'è quest'anno la novità che "al torna il fûc di San Pieri", una proposta del "Grop Trasagan", col patrocinio del Comune di Trasaghis, sabato alle 21  alle roste, per riannodare i fili di una memoria solo apparentemente interrotta.
                                                                                         
                                       Pieri Stefanutti



Bibliografia:

B. Bacchetti, Carnia, terra di tradizioni, RAFVG-Clape Friûl dal mont
R. Brunetti, I fûcs di une volte e i fûcs di cumò, "Il nestri paîs", agosto 2009
A.N. Ciceri, Tradizioni popolari in Friuli, Chiandetti ed., 1982
V. Felli, Fuochi rituali in Friuli, 2003
M. Martinis, Il grande Lunario del Friuli, 2008
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Momenti della preparazione del fûc di San Pieri a Trasaghis (foto Grop Trasagan)

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