"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 6 settembre 2014

Somplago caput mundi, tra dinieghi austriaci e assemblee cavazzine

Il Consiglio di Stato austriaco ha dunque bocciato l'elettrodotto Wurmlach Somplago, ritenendolo dannoso sotto il profilo ambientale. A "cascata", il parere potrebbe estendersi al ramo carnico.

Stop all’elettrodotto della Carnia
Il Consiglio di Stato austriaco accoglie il ricorso degli oppositori al progetto che l’Italia aveva approvato
di Marco Di Blas

Messaggero Veneto, 4 settembre 2014

L’elettrodotto Würmlach-Somplago da 220 kv non s’ha da fare né ora né mai. Lo ha deciso il Bundesverwaltungsgericht, equivalente in Italia al Consiglio di Stato, ultima istanza della giustizia amministrativa austriaca, cui erano ricorsi gli oppositori al progetto. Il verdetto deve considerarsi definitivo, perché non esiste un livello superiore di giurisdizione a cui rivolgersi.

La decisione riguarda, ovviamente, il tronco in territorio austriaco del progettato elettrodotto di 42 chilometri, non quello italiano, dal confine (in territorio di Paluzza) a Somplago. Ma è evidente che, mancando la sezione austriaca, non avrebbe alcun senso costruire quella italiana. La decisione dei supremi giudici amministrativi austriaci è giunta a sorpresa, perché ormai tutti davano per scontata una sentenza favorevole all’elettrodotto. Già in luglio il ministero per l’Ambiente italiano, esprimendosi in merito alla valutazione di impatto ambientale, aveva dato un parere positivo.

Era lecito attendersi una valutazione analoga anche da parte austriaca. Tanto più che nel corso dell’estate l’Ue aveva inserito l’opera nell’elenco, aggiornato ogni due anni, dei progetti di interesse comunitario, condizione che avrebbe consentito alla società proponente, la Alpe Adria energia di Udine, di accedere ai fondi europei, di accelerare i processi autorizzativi e di ottenere, se necessario, l’esproprio dei terreni.

Il Consiglio di Stato austriaco, invece, non ne ha tenuto conto e si è limitato ad esprimere un giudizio sulla compatibilità dell’opera con il territorio attraversato, una vallata che da Kötschach-Mauthen si insinua a sud verso il confine italiano, il cosiddetto Kronhofgraben, considerato un gioiello naturalistico, candidato a entrare a far parte del patrimonio dell’umanità protetto dall’Unesco e già facente parte degli ambiti tutelati dal protocollo Natura 2000. (…)

Ovviamente non tutto è ancora definito: è stato ipotizzato, per esempio, che l’Alpe Adria energia  possa far ricorso alla Corte di giustizia europea.

Comunque, di tutte queste tematiche, se ne discuterà espressamente lunedì prossimo a Cavazzo in una assemblea prevista per le 20  nei locali dell'ex latteria alla presenza di M. Lepre di Legambiente, A. Tibaldi del Comitato "Friuli rurale", di F. Barazzutti del Comitato "Tutela acque" e di L. Cortolezzis della Secab..



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