"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

lunedì 31 marzo 2014

Cavazzo verso il voto (I)

Borghi per “Esperienza e Futuro” 

Messaggero Veneto, 30 marzo 2014

CAVAZZO. É pronta la lista civica "Esperienza e Futuro", con molti giovani e alcuni amministratori uscenti e guidata dal candidato sindaco Gianni Borghi che ha 52 anni, una ventennale esperienza amministrativa come assessore ed è dirigente presso l’Azienda ospedaliero universitaria di Udine. Con lui in lista ci sono Nicol Antonini, Chiara Bidin, Fabrizio Brunetti, Maria Rosaria Chiriatti, Emanuele Facchin, Martina Ippolito, Alessandro Pampagnin e Sandro Monai, il sindaco, Dario Iuri, e i consiglieri Nicola Ricci, Mauro Barazzutti e Cristian Angeli.
Borghi ha deciso di candidarsi «per diverse ragioni, tutte da ricondurre - spiega - principalmente al bene e all’amore che voglio alla mia terra, ai miei paesi e alla mia gente». Per lui ci si deve concentrare sui bisogni reali su cui far convergere le scarse risorse. «Sono necessarie - osserva - esperienza, competenze, capacità, ma anche forte innovazione di idee e soprattutto i giovani. I giovani oggi hanno il diritto e il dovere di partecipare con le loro energie e idee alla gestione della comunità locale e io intendo unire le forze di tutti per un’alternativa amministrativa seria, in cui l’alternanza delle generazioni alla guida della nostra comunità sia realmente un valore».
«Intendo - continua il candidato - anche mettere a disposizione l’esperienza dei “veterani” al fine di assicurare che i giovani abbiano una guida leale. Governare un Comune significa essere al servizio dei bisogni della gente e del suo territorio, soprattutto portare il peso delle decisioni assumendosi la responsabilità. Tutto questo con modestia, umiltà e pronti a riconoscere gli errori. Sulle spalle dei futuri amministratori pesa una forte responsabilità: il nostro Comune è così piccolo che bastano alcuni interventi errati per avviare un degrado irreversibile». (t.a.)

 

 

domenica 30 marzo 2014

Quel che si muove a ... Cesclans. Una via dedicata ad Aldo Braida (II)

Inaugurata a Cesclans la via intitolata ad Aldo Braida


Il Piccolo, 29 marzo 2014

Erano tanti i cormonesi presenti a Cesclans, frazione di Cavazzo Carnico, alla cerimonia di intitolazione di una via ad Aldo Braida, educatore e uomo politico. La comunità del piccolo centro carnico ha voluto, con questa iniziativa, riconoscere l’impegno di Braida, morto 11 anni fa, che ha creato il villaggio scout che porta il suo nome.
A Cesclans erano presenti, tra gli altri, l’arcivescovo Carlo Redaelli, i sindaci di Cormons Luciano Patat e di Cavazzo Carnico Dario Iuri, il parroco cormonese mons. Paolo Nutarelli. Sono stati i due sindaci a scoprire la targa sulla strada che dal paese di Cesclans conduce al villaggio scout.
Cliccare sull'immagine per ingrandirlaCliccare sull'immagine per ingrandirlaCliccare sull'immagine per ingrandirlaPatat nel suo intervento ha affermato che è un onore per lui essere presente alla cerimonia di intitolazione di una via a un cormonese in un altro paese, perché significa che un cormonese si è distinto per il suo impegno. Patat ha ricordato di aver conosciuto Aldo, ormai uomo politico maturo, quando lui stava iniziando la sua avventura politica. «Grazie all'impegno di Aldo nel Consorzio Zona Industriale - ha detto Patat - c'è stato uno sviluppo imprenditoriale a Cormons, sviluppo che anche durante la crisi economica, che stiamo vivendo, non ha subito grosse perdite in termini di posti di lavoro». Il sindaco di Cavazzo Carnico Dario Iuri ha ricordato quando ha conosciuto Aldo. Iuri era dipendente comunale e aveva la funzione di sovrintendere la ricostruzione post terremoto. Aldo si è presentato nel suo ufficio per chiedere di poter acquistare il villaggi utilizzato dagli abitanti di Cesclans dopo il terremoto del 1976 per trasformarlo in luogo in cui svolgere attività scout. L'ultima volta che il Sindaco Iuri ha visto Aldo era quando è andato a trovarlo a Cormons durante la sua malattia. Pur soffrendo tanto non ha parlato di sé della sua malattia, ma dei lavori che bisognava fare al villaggio Cuel dal Nibli e dei progetti per l'estate. L’arcivescovo ha ricordato come nella Bibbia ricordare e fare memoria di una persona che ci ha preceduto alla Casa del Padre ha tre significati: il primo ringraziare il Signore, perché ci fatto dono di una persona che ha messo a frutto i suoi talenti. Il secondo è che la storia di vita di quella persona ci aiuta a leggere il presente con le sue contraddizione e il terzo è che il suo esempio ci dà fiducia per guardare con speranza al futuro. Il già Sindaco di Cavazzo Barazzutti ha ricordato Aldo con una sola parola: un galantuomo.
Cliccare sull'immagine per ingrandirla
(servizio fotografico: http://www.chiesacormons.it/node/2756 )

"Una rotonda sul lago".... Se ne parla ancora

Ricordate la discussione sulla "rotonda sul lago", quella da realizzarsi a Somplago per migliorare la viabilità? Se ne parla ancora dal 2012, come puntualmente è stato riferito sul Blog, vedi http://cjalcor.blogspot.it/2012/06/una-rotonda-sul-lago-il-nostro-disco.html).
A distanza di tanto tempo,  con un nuovo assessore regionale, ancora se ne discute per dire "forse è il caso di farla".

La Regione interverrà a Villa Santina e Ampezzo
Messaggero Veneto, 28 marzo 2014

TOLMEZZO Criticità della viabilità in Val Tagliamento: priorità da parte della Regione andrà alla realizzazione della rotonda di Villa Santina e dei lavori urgenti di Ampezzo. Lo ha spiegato l’assessore regionale Mariagrazia Santoro nell'incontro sul tema con il commissario della Comunità Montana della Carnia, Lino Not, e i sindaci della valle. A Villa Santina va trovata la copertura finanziaria, ben un milione di euro, per la rotonda che aprirà il transito al collegamento del Cosint per la zona industriale.  (…) Sulla viabilità principale di Cavazzo Carnico e Verzegnis è necessario intervenire per limitare la velocità, specie dei motociclisti che nella bella stagione rappresentano un pericolo reale per i residenti. Tra le soluzioni possibili: la rotatoria per Somplago, l’indicazione stradale del bivio per Cesclans e la previsione di un allargamento della carreggiata di quello per Verzegnis.(…) . Sugli incontri sulla viabilità Not commenta: «quello che è emerso ci ha lasciati alquanto perplessi sulla situazione complessiva dei finanziamenti e della progettazione degli interventi necessari alle amministrazioni comunali per poter garantire una viabilità adeguata: siamo purtroppo all’anno zero e va sbloccata una situazione che negli ultimi anni è rimasta senza prospettive». (t.a.)

sabato 29 marzo 2014

E domani si ... pesca

Grande attesa nella Val del Lago per l 'apertura della pesca alla trota. Domenica 30 Marzo, alle ore 7.00, decine di pescasportivi - della Valle e non -  si cimenteranno nella cattura del pregiato salmonide. L' E.T.P., come  segnalano  i Consiglieri Polano e Vuan, ha provveduto a seminare nei giorni scorsi nel Lago  ben 4,5 quintali  di trota fario di taglia legale.
Dunque .... Buona pesca a tutti!
 


(Le foto  sono di Angelo Stefanutti)

venerdì 28 marzo 2014

Bordano. No farfalle, no party

Il mancato avvio della stagione alla Casa delle Farfalle di Bordano comincia a destare preoccupazione anche per "l'indotto", quel giro di operatori economici della zona che avevano un riscontro economico dal passaggio delle comitive in visita alla struttura bordanese.
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Casa delle farfalle chiusa: danno 

per il turismo locale


di Piero Cargnelutti
Messaggero Veneto, 27 marzo 2014

BORDANO. Il bando per l’affidamento della gestione della Casa delle farfalle ancora non è comparso sul portale del Comune, ma mentre si attendono novità sulla prossima stagione, si fa sentire la preoccupazione di diversi operatori ed esercenti locali che grazie a questa struttura negli anni hanno potuto contare su un discreto flusso di visitatori, che hanno fatto riferimento anche sui loro servizi.
Se dalla Coop Pavees, che ha gestito per dieci anni la Casa delle farfalle, fanno sapere che se entro il 13 aprile non si riapre si perderanno 820 bambini fra le scolaresche che ogni anno visitano la struttura, a risentirne sono innanzi tutto i “vicini di casa”. «Durante l’inverno – ha detto Anita Totolo, gestrice della trattoria Alle Sorgenti, l’unico ristorante del capoluogo di Bordano – lavoriamo un po’ con gli operai, anche se ora con la crisi scarseggiano pure quelli, nel periodo estivo abbiamo sempre potuto contare su chi visita la struttura anche durante la settimana e per questo siamo molto preoccupati».
Anche dalla Grotte di Villanova a Lusevera sono partite telefonate per capire il dà farsi, poiché le due realtà sono convenzionate da tempo assieme al parco delle Prealpi Giulie e il Parco avventura di Sella Nevea. «Queste sono strutture – dice Lucia Braida, una dei gestori – che tengono in piedi un circuito e fra di noi abbiamo anche condiviso sconti sui biglietti per numerose comitive: gli stessi nostri visitatori non fanno una bella faccia quando vedono che la Casa delle farfalle è chiusa in questo momento. Perdere una struttura così sarebbe grave».
Da Venzone, anche all’affittacamere Al Fogolâr la mancata apertura comincia a farsi sentire: «A noi – dice il gestore Fulvio Pascolo – è capitato di avere clienti e di averli indirizzati là, e tutti sono sempre tornati molto contenti da quella visita: dopo la mancata festa della Zucca, sarebbe un peccato perdere anche quella realtà».
Pure a Gemona, dall’agriturismo Londero la gestrice Maria Londero esprime le preoccupazione di perdere un partner importante come il museo zoologico di Bordano, e sempre dal capoluogo si fa sentire anche Otto Goi dell’hotel Willy: «Dal Sunsplash in avanti – ha detto – qui è stato un disastro! Quest’anno possiamo contare sul Giro d’Italia e per fortuna sugli eventi della Città dello sport, ma non è possibile andare avanti così: una realtà come la Casa delle farfalle è un punto importante di un percorso sul territorio che permette il soggiorno, senza il quale non si può parlare di turismo.
Chiudere quella struttura è assurdo, per non parlare di perdere una stagione: il problema è che non ci si rende conto di quanto bisogna investire per riprendersi il giro turistico che si è creato nel corso degli anni».
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giovedì 27 marzo 2014

Applausi per la Val del Lago ... al femminile


Uno striscione in piazza decreta l'applauso e la soddisfazione per la Val Del Lago femminile (calcetto) che ha vinto il campionato all'ultima giornata, segnando il 6-5 all'ultimo minuto. Complimenti a tutte le ragazze  e allo staff!!!! 




Trasaghis verso il voto (II)

Trasaghis, Augusto Picco torna in pista

Messaggero Veneto, 26 marzo 2014

TRASAGHIS. Il sindaco Augusto Picco (nella foto) torna in pista per le prossime elezioni comunali. Dopo cinque anni di mandato, il primo cittadino e la sua squadra si ripropongono con una lista già pronta di dodici persone, che sarà presentata durante le prossime settimane e che si riuniranno sotto il nome di "Per Trasaghis", ovvero la forza civica che ha sostenuto l'attuale amministrazione: «Sarà una lista quasi completamente rinnovata - ci ha raccontato Augusto Picco - dove su dodici persone figurano ben sette donne, una disponibilità a mettersi a disposizione nell'amministrazione pubblica, quella femminile, molto consistente a Trasaghis rispetto ad altri luoghi». Nella lista a sostegno di Picco, in continuità con l'attuale amministrazione ci saranno solo gli assessori Enzo Vidoni e Oliviero Di Santolo, mentre il resto saranno tutte persone nuove. Per Picco, l'obiettivo è continuare quanto avviato in questi anni, in particolare su due fronti: «Da un lato - ci ha spiegato - procedere con la politica di promozione del lago sul fronte del turismo sportivo anche in collaborazione con Gemona Città dello Sport, e dall'altro degli investimenti che permettano di generare entrate per le casse pubbliche in modo da calmierare la pressione fiscale sui cittadini come abbiamo già fatto con l'avvio del progetto per la centralina idroelettrica realizzata con un contributo del Bim di 240 mila euro». Un altra novità nel programma di Picco è pure il rapporto con i comitati a difesa del lago: «Ora che si è chiusa - dice Augusto Picco - la questione del raddoppio della centrale, credo che ciò che può avvicinare amministrazione e comitati sia la volontà di tutelare il lago, dunque siamo pronti anche a discutere delle loro proposte».(p.c.)

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E a stretto "giro di posta" c'è già una prima reazione, da parte di Dino Rabassi, che ha inviato al MV e al Blog una nota nella quale si coglie la disponibilità espressa da Picco per un confronto con le tesi portate avanti dai Comitati:

LAGO: I COMITATI HANNO SEMPRE CERCATO IL DIALOGO

Accogliamo con piacere l’apertura del Sindaco Picco ad un sereno confronto sulle proposte avanzate dai Comitati sul problema Lago.
Parafrasando il titolo della nota trasmissione RAI di un tempo: “ Non è mai troppo tardi” condotta dal maestro Manzi, assicuriamo Picco che i Comitati da sempre sono aperti al dialogo e al confronto, auspicando per questi un clima sereno, costruttivo e senza preconcetti.
D'altronde nell’ultima riunione pubblica da noi tenutasi in Alesso l’8 marzo u.s. sul problema acque, già abbiamo anticipato alla popolazione la volontà di convocare in un pubblico confronto i candidati Sindaci sul tema del “lago”.
Uno di questi candidati allora presente in sala, ha già dato la sua adesione, attendiamo quindi anche quella di Picco.
Riteniamo infatti che, al di la dei programmi elettorali scritti, sia importante anche un contatto diretto tra candidati ed elettori ove tutti avranno modo di spiegare le loro ragioni e proposte, dando così ai cittadini maggiori opportunità di conoscenza e scelta sul futuro primo cittadino.

Per il Comitato a difesa e sviluppo del lago:

Dino RABASSI (già Sindaco di Trasaghis)

mercoledì 26 marzo 2014

Trasaghis verso il voto (I)

Sta per partire  la campagna  elettorale per il rinnovo dei Consigli comunali (in Val del Lago, Trasaghis e Cavazzo).
Ovviamente, il Blog non darà indicazioni di voto, ma continuerà a offrire spazi di documentazione e di confronto. Come si  è visto nelle recenti elezioni di Bordano (maggio 2012) quando lo spazio informativo offerto dal Blog ha suscitato interesse e commenti,  ci si propone di proseguire sulla stessa strada ribadendo, se ancora ve ne fosse bisogno, l'importanza che i commenti siano espressi "cun creance e sintiment".


Per Trasaghis, il MV ha dato oggi notizia del ripresentarsi del sindaco Augusto Picco con una squadra in larga parte rinnovata.
Da domani ne parleremo anche qui: gli spazi sono a disposizione per analisi, dibattiti, indicazioni di prospettive.

martedì 25 marzo 2014

Venerdì la consegna della Costituzione ai diciottenni di Trasaghis, Bordano e del Gemonese


Ricordate la serata di Trasaghis del 2012 quando ai diciottenni del Gemonese venne consegnata la Costituzione? Se ne è parlato più volte anche sul Blog, vedi http://cjalcor.blogspot.it/2012/06/trasaghis-la-consegna-della_02.html
L'iniziativa viene riproposta anche quest'anno: tocca ad Artegna, venerdì,  ospitare i neo maggiorenni, nati nel 1996, dei Comuni del Gemonese.

ARTEGNA, TEATRO «MONSIGNOR LAVARONI»
VENERDÌ 28 MARZO 2014, ORE 20.00
GIOVANI PER LA
COSTITUZIONE
Serata per i neo-maggiorenni di nove comuni dell’Alto Friuli,
con interventi sui temi della diversità, dell’uguaglianza e della partecipazione
e consegna della Costituzione Italiana
Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con la serata «Giovani per la Costituzione»,
iniziativa nata nel 2011 per celebrare l’ingresso dei giovani nella maggiore età.
L’evento è promosso dalla rete territoriale «B*sogno d’esserci»,
che raccoglie comuni, scuole, servizi ed altre organizzazioni operanti a favore di bambini, ragazzi e giovani in Alto Friuli.

lunedì 24 marzo 2014

Peonis e il ricordo del "muratore che espugnò il Tour"

Il quotidiano romano "Il Tempo" dedica una pagina alla figura di Ottavio Bottecchia ricordandone le gesta sportive e l'incidente fatale "a pochi chilometri da  Gemona". Come è noto anche ai lettori del Blog è avviato un articolato progetto per ricordare la figura del campione quale "patrimonio etico-sportivo" proprio a partire dal cippo di Peonis dove Bottecchia venne soccorso in quella lontana mattina del 1927.


Il muratore che espugnò il Tour

Ottavio Bottecchia aprì la strada ai trionfi di Bartali, Coppi e Pantani. Due i successi in Francia nel ’24 e nel ’25: «Son diventa’ un sior»

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Fu apripista per Bartali e Coppi, Nencini e Gimondi e Pantani. Tre doppiette, nove affermazioni, senz’altro avare per la tradizione del ciclismo italiano. Ceppo solido trevigiano di San Martino di Colle Umberto, trentenne, Ottavio Bottecchia fu il primo, novanta anni ad oggi. Avrebbe forse potuto anticiparne l’esito l’anno avanti, ma nel 1923 prevalse la ragione di squadra, l’Automoto, e la squadra era quella comandata da Henri Pelissier, parigino, il più forte di quattro fratelli con identica inclinazione ciclistica, ostico, difficile da battere su ogni percorso, ricco di successi sulle strade di casa e pure, spesso, su strade italiane. «L’Henri de France», appena trentacinquenne, sarebbe finito ucciso dalla compagna, durante un litigio, con una revolverata.
In quel Tour d’esordio, muratore di mestiere, Bottecchia indossò la maglia gialla per sei tappe, prima d’arrendersi al capitano. Al posto d’onore nella classifica finale, l’italiano stupì i francesi, stupì Henry Desgrange, l’inventore della corsa, che pronosticò grandi futuri al taciturno figlio d’Italia: in due mesi, quinto classificato al Giro d’Italia, il ciclista aveva percorso ottomila chilometri! Aveva un accordo con il Guerin Sportivo , il più antico periodico sportivo italiano, e dettò in puro dialetto veneto i suoi commenti. Ai guadagni del primo Tour assegnatigli dagli organizzatori, si aggiunsero le 61.275 lire raccolte dalla Gazzetta dello Sportcon una sottoscrizione popolare cui aderì anche Benito Mussolini. Primo atto, rientrando in casa, fu ripulire da capo a piedi, con divise nuove, l’imponente tribù di nipoti, venticinque unità.
Nel 1924, quando Ottavio Bottecchia si presentò nuovamente alla partenza del Tour, preferendolo a Pelissier, mezza Francia ciclistica scommise sulla sua vittoria. Divisi negli spazi con un occhio dedicato alla VII Olimpiade dell’era moderna ospitata in casa, i giornali transalpini scrissero della «metamorfosi del muratore». Quindici tappe, quattordici giorni di riposo necessari per assorbire almeno in parte le fatiche massacranti, percorsi infami, fango, biciclette ostili, vesciche, gambe scorticate, reni fiaccate. Partenza notturna alle 0.45 dal Luna Park parigino, frazione iniziale fino a Le Havre per la bellezza di 381 chilometri, immediata ipoteca dell’italiano al primo traguardo.
Urtato per l’ottusità degli organizzatori relativamente al numero delle maglie da indossare, per nulla convinto che l’italiano fosse disponibile a cedergli il passo, alla partenza della terza tappa, affiancato dal fratello Francis, Henri Pelissier decise di non partire. Uno scrittore di razza, Albert Londres, con un titolo del Petit Parisien che diverrà antologia, «I forzati della strada», raccolse lo sfogo del campione: «Gli organizzatori ci trattano come cani. Il Tour è un calvario. La Via Crucis aveva 14 stazioni, noi ne abbiamo 15». Bottecchia vincerà altre tre tappe, mortificando il resto della truppa specie sui tornanti pirenaici, Aubisque, Tourmalet, Aspin, Peyresourde, in fila, un colle dopo l’altro. Terrà la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa, Nicolas Frantz, lussemburghese, dietro di 35 minuti.
Naso d’aquila secondo definizione d’oltralpe, forte dei precedenti, l’italiano passò il confine anche nel 1925. Il copione non subì scossoni. Vittoria alla prima frazione, alternanza in testa alla classifica fino all’ottava tappa, conquista definitiva fino alla diciottesima e definitiva, Lucien Buysse, belga, staccato di un’ora circa. Al termine, l’annuncio: è il mio ultimo giro. Poi, gradualmente, le pressioni e le impressionanti offerte economiche di Desgrange, avranno effetto, con promessa della quarta e quinta presenza. Nel 1926, dopo una trasferta in Argentina su invito del Club Atlético Huracàn di Buenos Aires, fondato da sportivi locali e da emigrati italiani, Bottecchia partì per il quarto Tour. Ma era un Bottecchia diverso, malmesso fisicamente, stanco di gambe e di testa. Al resto provvide il boicottaggio dei suoi compagni di squadra, francesi e belgi. Isolato, logorato, infine rassegnato, all’undicesima tappa l’italiano fece le valigie e tornò a casa. Si riprese, onorò i ricchi contratti con tutti i velodromi. A un amico confiderà: «Son diventa’ un sior!».
Il 1927 iniziò con una clavicola lussata in febbraio, prima della Milano-Sanremo. Cadde nuovamente a maggio nella Bordeaux-Parigi, per un capogiro, malessere già denunciato in altre gare. A fine maggio, la mazzata della morte del fratello Giovanni, investito da un’auto. Poco dopo, a pochi chilometri da Gemona, l’epilogo. Ottavio Bottecchia verrà trovato a fianco della bicicletta, in fin di vita. Dodici giorni di agonia, un ripetuto «malore, malore...» dinanzi alla moglie Caterina, sempre confermato negli anni successivi dalla figlia Fortunata. Poi, il 15 giugno, trentatreenne, il vincitore del Tour del 1924 e del 1925, si arrese.
Augusto Frasca

domenica 23 marzo 2014

Uno sfratto per le farfalle di Bordano? (VIII)

Dopo la mozione approvata unanimemente in Consiglio regionale per la ripresa dell'attività della Casa delle Farfalle, il consigliere B. Zilli ritorna sull'argomento lamentando come non siano stati attuati sinora passi significativi e sottolineando il danno conseguente al mancato avvio della stagione. L'accenno è posto sul ruolo della Regione che però, all'evidenza, potrebbe essere solo di stimolo, giacché le decisioni operative spettano, in primo luogo, all'Ente locale. E da Bordano si attendono le news.....
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Farfalle, la Regione è immobile

BORDANO «Se la Casa delle farfalle non apre entro marzo perdiamo tutto: stagione, struttura, patrimonio faunistico e naturalistico. La Regione può permettersi di dilapidare un patrimonio del genere? Rinnovo il mio invito alle istituzioni a fare in fretta per uscire dall’empasse». Così Barbara Zilli, consigliere regionale della Lega Nord, che spiega: «Il consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione, di cui sono stata prima firmataria, che impegnava la giunta ad attivarsi immediatamente per garantire la continuità dell’attività della Casa delle farfalle di Bordano, consentendo l’attesa apertura della stagione al pubblico. Quel documento, a oggi, è rimasto lettera morta. Il nostro obiettivo non era giungere a una dichiarazione di intenti, ma trovare una soluzione per l’apertura della Casa delle farfalle». Ancora la Zilli: «Questo immobilismo è allarmante. Pare che arrivino già le prime disdette delle scolaresche che avevano prenotato la visita. Torneranno? Già lo scorso fine settimana, alcuni gruppi erano arrivati a Bordano per visitare la Casa e hanno trovato chiuso. I tempi sono stretti, e le settimane passano in fretta. Ci sono tempi tecnici da rispettare per garantire un servizio all’altezza». La leghista chiude: «Sappiamo che il vicepresidente Bolzonello è alle prese con una serie di crisi molto profonde. Ma la Casa di Bordano è un simbolo per tutta la Regione: se chiude, il danno d’immagine, oltre che economico, colpirà tutti, Regione in testa».



sabato 22 marzo 2014

Farfalle di Bordano, NO a "un’eredità fatta di odio, rancore e invidia"

Si è discusso parecchio in queste giornate della situazione e soprattutto delle prospettive della Casa delle Farfalle. Vi sono stati interventi delle cooperative direttamente coinvolte e prese di posizione che riguardavano i riflessi politico-amministrativi della vicenda. Il Blog ha riferito delle diverse posizioni con l'auspicio, nemmeno troppo velato, che non andasse dispersa l'esperienza di quello che è stato chiamato il "miracolo Bordano", un'idea geniale di marketing del proprio territorio.
Nelle diverse posizioni, nelle varie  contrapposizioni, è mancato talvolta il parere diretto da parte dei bordanesi. In quest'ottica va salutato l'articolato  contributo di Claudia Picco, apparso su facebook  che, col consenso dell'autrice, riproduciamo in  buona parte. E' una chiave di lettura un po' diversa dal solito, che merita di essere conosciuta e sulla quale sarebbe opportuno confrontarsi.  (A&D)
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Io… sto con le Farfalle 

Che alla quasi totalità della gente di Bordano importasse poco o niente della Casa delle Farfalle era ovvio. Mi chiedevo perché. Ho fatto una piccola indagine personale.
E… la situazione che si è venuta a creare oggi, risale a dieci anni fa con l’apertura della stessa Casa delle Farfalle.
In questi dieci anni la stragrande maggioranza di noi bordanesi, ha riversato nel gran pentolone della Casa delle Farfalle le proprie frustrazioni, la rabbia, il rancore.
Torti personali derivati da quella o quell’altra persona, coinvolgendo in una fitta ragnatela e in maniera intrinseca i propri famigliari e amici.
In questi dieci anni la Casa delle Farfalle ha fagocitato al suo interno e a sua insaputa tutta questa miseria umana, e come un cancràt, piano piano, l’ha invasa. 
Siamo molto bravi a colpevolizzare gli altri, sempre pronti, quello mi ha detto, quello mi ha fatto. Sono sempre gli altri. Noi invece, siamo bravi e buoni. “LE VITTIME”.
Ma gli altri chi sono? Sono gli Alieni? I Marziani?... Gli altri, siamo sempre noi! 
Negli anni ottanta/novanta tutti quanti hanno goduto di un benessere generale post terremoto e di un notevole salto qualitativo, anche a livello culturale. Se in quel periodo abbiamo fatto un bel salto in avanti, negli ultimi dieci anni siamo andati a ritroso. Siamo regrediti, e di passi ne abbiamo fatti cento, ma in senso inverso soprattutto a livello umano.
Ho sempre rispettato la gente di Bordano e guardato con benevolenza anche i bordanesi d’adozione.
Quando ero una giovane trentenne, lavoravo a Udine. Se mi chiedevano, “tu di dove sei”? Rispondevo dicendo: “Abito in un paese vicino a Gemona”. Se dicevo che ero di Bordano nessuno sapeva manco dov’era.
Quale soddisfazione “poi” alla domanda “dove abiti?” ed io “ a Bordano"! Ah… a Bordano! Il paese delle farfalle? Mi sentivo orgogliosa! Sapete perché? Perché finalmente avevo acquisito un’identità legata al territorio, o meglio al nuovo da quale provengo. 
Prima, ero una paesana x, che abitava in un paesino x di cui nessuno conosceva nemmeno l’esistenza.
Ehilà ragazzi! Questo non è il mio tempo, è il vostro momento. Il momento dei miei figli, dei vostri figli. Facciamo in modo che loro possano godere di cose belle, che accresce la loro cultura, che li renda liberi e indipendenti. Non lasciamo loro un’eredità fatta di odio, rancore e invidia. 
Non lasciamo loro in eredità la nostra miseria umana. Quella non porta da nessuna parte.
La miseria ha sempre generato povertà.
Se faccio un giro per Bordano, non vedo facce sorridenti (se non poche) visi sereni. Vedo invece; volti cupi e sorrisi spenti. Molti resi duri dalla rabbia e dal rancore. 
Una cosa riesce ancora a strapparmi un sorriso in questo momento di profonda amarezza, ed è la consapevolezza. 
La consapevolezza di sapere che se anche un giorno la Casa delle Farfalle non ci sarà più per volontà nostra o di altri, Bordano è, e resterà, il Paese delle Farfalle. 


venerdì 21 marzo 2014

Da Cavazzo, una riflessione su occupazione, esigenze, bisogni

La stampa ha riferito recentemente che:

Sono stati riaperti i termini per presentare le domande per i lavori socialmente utili nel primo comune della Carnia e a Cavazzo. I progetti di Amaro e di Cavazzo Carnico, entrambi riguardanti l’“Incremento e miglioramento della manutenzione della viabilità e del patrimonio comunale”, non sono stati assegnati per mancanza di nominativi. Il bando riguardava persone in cassa integrazione: Amaro è il paese che conta più maestranze nel suo centro industriale, ma ugualmente ci sono persone che avrebbero diritto a presentare la domanda.
(Messaggero veneto, 16 marzo 2014)

E sull'argomento ieri il MV ha pubblicato una specifica riflessione:

AMARO-CAVAZZO Lavori assistenziali 

Ho letto sul Messaggero Veneto l’articolo sul bando per lavori socialmente utili indetto dai comuni di Amaro e Cavazzo e andato deserto. Ci si potrebbe rallegrare pensando che la situazione in quei comuni sia talmente rosea da non avere possibili candidati in cerca di una sistemazione. Questo, però, proseguendo nella lettura dell’articolo, sembra non essere la realtà. Allora mi chiedo: dove è finito quel popolo “salt, onest e lavorador” che si è fatto conoscere per la sua lealtà e laboriosità ed ha fatto conoscere il Friuli nel mondo? Abbiamo sempre criticato la gente del Sud per la sua propensione all’assistenzialismo, ma sembra che anche i friulani si stiano abituando a imitarli! Spero solo che i gli istituti competenti aprano gli occhi e “chiudano i rubinetti” a quelle persone che, pur già fruendo di un sussidio pubblico, non si rendono disponibili a lavorare per la collettività. Non dovrebbe essere possibile godere di un sussidio e adeguarsi, oppure lavorare al nero rovinando anche il mercato. Vorrei che quanti si rispecchiassero in queste mie considerazioni si mettessero una mano sulla coscienza e risvegliassero in loro la voglia di ricominciare a rendersi utili per riqualificare questa terra. 
Alda Zamolo Venzone
                                                        

Ai lettori del Blog,. come sempre, l'invito a esprimere la propria opinione su questo singolare "segno dei tempi".

giovedì 20 marzo 2014

Quel che si muove a ... Cesclans. Una via dedicata ad Aldo Braida

A Cesclans una via ricorderà Aldo Braida

                                              

CORMÒNS Cesclans ricorda Aldo Braida e gli intitola una via. La cerimonia si svolgerà domenica prossima nella frazione di Cavazzo Carnico, nell’ambito della festa di primavera che si tiene al villaggio scout Cuel dal Nibli. Il programma prevede alle 14.30 l’alzabandiera e alle 15.30 la cerimonia di intitolazione con gli interventi delle autorità. Allo scoprimento della targa e della benedizione interverrà anche l’arcivescovo Carlo Maria Redaelli. Seguirà la visita al villaggio e quella al sito archeologico della pieve di Santo Stefano. L’intitolazione della via - si tratta della strada che dal paese porta al villaggio scout - vuole essere il riconoscimento ad Aldo Braida per quanto egli ha fatto per il mantenimento e il miglioramento del villaggio e quindi anche per la comunità di Cesclans. Il rapporto tra Braida e Cesclans, e quindi con la comunità cormonese, risale alla seconda metà degli anni Ottanta quando venne individuata nell’area dei prefabbricati, che aveva ospitato gli abitanti di Cesclans nel dopo terremoto, la possibilità di insediare un villaggio scout. Un sogno inseguito con tenacia e raggiunto nell’ottobre 1991 quando, sotto la gestione della cooperativa Stella polare, nasceva il villaggio Cuel dal Nibli che oggi porta il suo nome. Braida seppe tenere un dialogo aperto e proficuo anche con gli abitanti del luogo e con gli amministratori che è continuato anche dopo la sua morte. Aldo Braida ha deposto il suo zaino il 6 gennaio 2003 lasciando una grande vuoto in chi lo conosceva e ne ha apprezzato le doti umane e il suo forte spessore di uomo di fede. Braida non è stato solo scout - è stato tra i primi a costituire il Cormons 1° nel 1947 - ma anche amministratore pubblico a Cormons. Consigliere comunale per un mandato e poi per il secondo anche assessore alla cultura e allo sport tra il 1965 e il 1975, Braida è stato pure presidente per lunghi anni del Consorzio per lo sviluppo della zona industriale.

                                                     

mercoledì 19 marzo 2014

Uno sfratto per le farfalle di Bordano? (VII)

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Dino Rabassi sull'<affaire> "Casa delle Farfalle" nel quale viene analizzata e commentata soprattutto la procedura adottata dall'Amministrazione comunale nella gestione degli atti relativi.
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BORDANO: La querelle sulla “Casa delle farfalle”

Definire assurda la vicenda della Case delle Farfalle di Bordano è riduttivo, avendo ormai assunto i connotati di una vera e propria guerra dove non si lesinano colpi bassi di cui si farebbe volentieri meno.
Da questo bailamme, purtroppo, è l’immagine complessiva di Bordano che ne esce sminuita.
Un paese che, grazie ad amministratori capaci, anni fa riuscì ad emergere dai luoghi comuni di cui è ricca la storia di “chei di là da l’aghe”: un’espressione spesso usata in modo dispregiativo per etichettare gli abitanti della val del lago quali baruffanti, ubriaconi, bestemmiatori ecc. ecc.
Considerato però che l’espressione, “chei di là da l’aghe”, dovrebbe identificare correttamente la riva orografica sinistra del Tagliamento, (verso il confine per intenderci ), da anni faccio più caso a questa auto flagellazione.
Detto ciò e valutando solo da quanto scritto dalle parti, è difficile comprendere bene le cause che hanno portato alla “guerra delle farfalle”.
Da ex amministratore , non posso però esimermi dal chiamare in causa soprattutto i’Amministrazione che, tergiversando non poco sui tempi di effettuazione della gara d’appalto, è stata costretta prima a concedere una proroga per poi trovarsi, anche dopo questo tempo, impreparata .
Non trattandosi di bandire una gara per la mensa scolastica o la conduzione di un museo, ma la gestione di una struttura che contiene piante ed animali vivi e delicati, oltre ad attrezzatura e personale, i tempi per la predisposizione dell’appalto dovevano essere calibrati con oculatezza da parte della stazione appaltante.
Non conosco bene i termini del contratto, tanto meno le relazioni scritte intercorse tra le parti e, quindi, potrei anche sbagliare, ma se l’Amministrazione Comunale avesse avviato per tempo la procedura d’appalto non saremmo giunti a tutto questo.
E’ pur vero che la scadenza del contratto era nota ai gestori, ma spettava innanzitutto al Comune di predisporre nei tempi dovuti la gara e fissare il termine per la presentazione delle offerte, oltre al loro esame e conseguente affidamento.
Tutta la procedura doveva essere avviata molto prima della scadenza di contratto fissando nel Capitolato le nuove condizioni e, nel contempo, fissare termini precisi al vecchio gestore affinchè ponesse maggior attenzione al rispetto dei tempi di un’eventuale sgombero delle attrezzature e degli animali.
In questo modo, e solo dopo l’indizione del bando che la prevedesse, si poteva usufruire anche di una eventuale proroga dilazionatoria per problemi derivanti dalla delicatezza di trasporto e cura di animali e piante.


Dino RABASSI (già Sindaco di Trasaghis)


martedì 18 marzo 2014

Rivisitazione di vecchi proverbi bordanesi, tra cappelli e farfalle

Raccontava un  "vecjo di Sele": «se a Bordan a fasin une fabriche di cjapiei, las femines di Bordan a tachin a fâ frus cence cjâf!» 
Così Enore Picco, sull'onda evidentemente delle polemiche sorte in queste settimane attorno al tema delle farfalle, grazie alla collaborazione grafica di  Giuseppe Brombin, ha diffuso sul web la rivisitazione attualizzata del proverbio bordanese. 


Qual è in proposito l'opinione dei lettori del Blog?

Bordano, un match tra "Farfalle" e "Pavees"? (II)

La Coop. "Pavees" replica alle affermazioni del presidente della Coop. "Farfalle nella testa" pubblicate la scorsa settimana anche dal Blog. La replica è pacata, senza entrare nel merito delle osservazioni avanzate, addirittura senza citare l'interlocutore. Nella parte finale del comunicato, una proposta operativa: "prolungare" sino a settembre la gestione delle "Pavees" nella CdF per avere poi il tempo di predisporre il bando per l'affidamento di una nuova gestione.
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Casa delle Farfalle di Bordano: polemiche sterili

Casa delle farfalle di Bordano, "polemiche sterili e inutili"

Lo sostiene Ylenia Cristofoli della cooperativa Pavees, che aggiunge "chi ha progettato, mantenuto e fatto crescere la Casa Farfalle è ancora compatto e unito assieme alla Pavees Soc- Coop"
Casa delle Farfalle di Bordano: polemiche sterili
Con rammarico prendiamo atto dai recenti articoli pubblicati su giornali e su blog di terzi dove si strumentalizza la vicenda per fare polemiche sterili e inutili che non portano a nulla. A queste polemiche la Pavees non intende rispondere in questa sede".
A sostenerlo è Ylenia Cristofoli, presidente della coop che fino alla chiusura ha gestito la 'Casa delle Farfalle' di Bordano. 
"Si evidenzia inoltre come Pavees abbia indetto la conferenza stampa solo al fine di sottolineare la mancanza di affidamento e la preoccupazione degli effetti che questa avrebbe portato - aggiunge Cristofoli -  Non vorremmo che l’attenzione venisse spostata da quello che è il reale problema, ovvero il ritardo delle procedure per l’affidamento della Casa delle Farfalle di Bordano e il conseguente ritardo nella sua apertura. Si ribadisce inoltre che chi ha progettato, mantenuto e fatto crescere la Casa Farfalle è ancora compatto e unito assieme alla  Pavees Soc- Coop.
Casa delle Farfalle di Bordano: polemiche sterili
Ora cosa suggerire?  Non ci resta che riformulare il  percorso  più sensato che è quello di dare atto  a una “proroga” - conclude Cristofoli - ,  che acconsenta all’Ente di espletare la procedura per la nuova assegnazione alla gestione e  che allo stesso modo permetta lo svolgimento regolare della stagione 2014. Stagione che a questo punto si concluderebbe a  fine settembre 2014, per offrire poi tutti i tempi e modi necessari a un eventuale avvicendamento con i presupposti dell’economicità e del benessere di quanto esposto e custodito nella struttura". 

Potrebbe interessarti:http://www.udinetoday.it/cronaca/casa-farfalle-bordano-polemiche-sterili.html
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Il comunicato della Coop. "Pavees" è stato anche oggetto di un articolo del MV pubblicato lunedì 17 e intitolato "Casa delle Farfalle, la replica della Pavees":

BORDANO. Sfrattati dalla Casa delle farfalle, dopo che un mese prima avevano dato l’allarme per il possibile triste destino della struttura. E poi le accuse. No, la cooperativa Pavees, sfrattata dal Comune reagisce alle accuse: «Con rammarico prendiamo atto dai recenti articoli pubblicati su giornali e su blog di terzi dove si strumentalizza la vicenda per fare polemiche sterili e inutili che non portano a nulla. A queste polemiche la Pavees non intende rispondere in questa sede» si legge in una nota.
«Si evidenzia inoltre come Pavees abbia indetto la conferenza stampa solo al fine di sottolineare la mancanza di affidamento e la preoccupazione degli effetti che questa avrebbe portato. Non vorremmo che l’attenzione venisse spostata da quello che è il reale problema, ovvero il ritardo delle procedure per l’affidamento della Casa delle Farfalle di Bordano e il conseguente ritardo nella sua apertura. Si ribadisce inoltre che chi ha progettato, mantenuto e fatto crescere la Casa Farfalle è ancora compatto e unito assieme alla Pavees Soc-Coop.
Ora cosa suggerire? Non ci resta che riformulare il percorso più sensato che è quello di dare atto a una “proroga”, che acconsenta all’Ente di espletare la procedura per la nuova assegnazione alla gestione e che allo stesso modo permetta lo svolgimento regolare della stagione 2014. Stagione che a questo punto si concluderebbe a fine settembre 2014, per offrire poi tutti i tempi e modi necessari a un eventuale avvicendamento con i presupposti dell’economicità e del benessere di quanto esposto e custodito nella struttura».
(http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2014/03/17/news/casa-delle-farfalle-la-coop-sfrattata-basta-polemiche-1.8863014)