"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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giovedì 24 marzo 2016

Dalla centralina di Peonis alle Uti, le Amministrazioni "sappiano reagire ed operare con saggezza"

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Dino Rabassi che, partendo dal recente caso della richiesta di realizzazione di una centralina sulla Tremugna, si allarga ad affrontare le tematiche della politica locale, regionale e nazionale. Come sempre, i lettori sono invitati a intervenire con ulteriori commenti e riflessioni.
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Proposta di una Centralina elettrica sulla Tremugne – Considerazioni sulla richiesta di derivazione ed altro


La paventata costruzione di una centralina sulla Tremugne, è il tentativo di un'altra “porcata” che si profila all'orizzonte!
Mi auguro che d’ora in poi le Amministrazioni esaminino le domande non solo dal punto di vista tecnico/ economico/ambientale, ma si informino anche sui proponenti di tali progetti che, di punto in bianco, dall’edilizia o da altre attività in gravi difficoltà, debbono inventarsi produttori di energia con le conseguenze derivanti.
Considerato poi che l’energia alternativa ha raggiunto picchi di produzione non indifferenti creando un surplus nell’offerta, ulteriori centraline idroelettriche dovrebbero concedersi solo agli Enti Locali minori che ne facessero richiesta, potendone ricavare una importante fonte di reddito e, nel contempo, proteggere con più efficacia l’unico tesoro ancora in possesso: il territorio!

Il Friuli e in particolare i nostri piccoli Comuni, hanno però bisogno di altro per scrollarsi di dosso un'apatia che da tempo regna sovrana, figlia della perdita non solo delle case e dei borghi per colpa del terremoto ma, come già affermai, anche di gran parte della nostra cultura fondata su principi e modelli di vita tramandati da secoli.
Onoriamo dunque il quarantennale del terremoto o meglio, dell’inizio della ricostruzione, rimandando al mittente sia i tentativi di questi speculatori, che le improvvide riforme che vedono trasferire sempre più poteri decisionali in quel di Roma, usando le Regioni solo per imporre lavori sporchi come quello delle UTI e della Sanità!
Visualizza foto nel messaggioDico questo perché, guarda caso, il primo lavoretto statale di cui sopra deriva dalla cancellazione delle Provincie, mentre il secondo è figlio dalla diminuzione dei trasferimenti sulla Sanità: ambedue imposti da uno Stato che fa di tutta l’erba un fascio e, come sempre succede in Italia, punisce le eccellenze in nome di una solidarietà falsa e pelosa.
D'altronde, da un punto di vista mediatico e con insistenza, sotto banco continua la sottile quanto assillante propaganda negativa sulle Regioni a Statuto Speciale, trattate senza alcuna differenziazione alla stregua di pozzi di spesa senza fondo.
Al di la del lauto foraggiamento che gli scribacchini ed oratori televisivi traggono nel dire tante baggianate, si potrebbero accettare queste critiche se rivolte alla Sicilia o alla Provincia di Bolzano ma, di certo, non al Friuli, la cui specialità è stata onorata con il lavoro e l’onestà e che, in grazia di questa piccola libertà, ha potuto lenire i tanti orrori vissuti e imposti non solo dalla natura: (ricostruendo in 10 anni un intero territorio), ma anche da Roma intesa quale sede di potere che tutto poteva e tutto otteneva: ( vedi Caserme, Poligoni, Enel, Oleodotti, Vajont, Autostrade, emigrazione ecc.).
Non vorrei che si avverasse ciò che in nome del totem: "Lo vuole l'Europa", uno Stato ritornato egocentrico e vorace animale di potere politico ed economico, cancellasse la giusta autonomia concessaci e testardamente voluta e conquistata dai nostri padri con sacrificio e a prezzo di tante battaglie.

La nostra Regione, ma soprattutto i nostri Sindaci, sappiano reagire ed operare con saggezza anticipando non solo lo Stato, ma anche la Regione, dove oggi siede una Presidente alloctona e quindi, non per colpa sua ovviamente, priva della sensibilità friulana e forse anche della conoscenza delle storiche problematiche di una terra di confine che continuano a sussistere, o a presentarne di nuove, seppur in tono minore.
Anche da ciò scaturisce una politica locale che sembra sempre più prona al potere centrale! Una politica attuata attraver-so imposizioni fino a poco tempo fa inammissibili come ad esempio: creazione delle UTI ed una Sanità riviste e corrette nel nome di un falso risparmio, che non tengono assolutamente conto delle specialità di un territorio in gran parte montano , vasto, complesso e a bassa densità abitativa.

Risultati immagini per UTI Alto FriuliUna ventina di anni fa era di moda la frase: “essere piccoli è bello”, che significava anche efficienza nei servizi!
Si può dunque asserire che le necessità dell’uomo variano con il passare delle stagioni e dei periodi storici!
Guai però ad assecondare il solo organismo economico tralasciandone altri, anch’essi vitali per la società e che possono causare un tumore le cui metastasi si diffonderebbero poi in tutti gli strati di cui essa è composta!
Spetta dunque non solo al politico di turno assumersi le proprie responsabilità, ma soprattutto al popolo nella misura in cui sappia scegliere le persone idonee ad anticipare soluzioni a queste trasformazioni, o riforme che dir si voglia, il cui ritardo e la mancata oculatezza nella loro realizzazione, possono comportare spaccature ed insoddisfazioni sociali in cui possono annidarsi i germi dell’anti politica, oltre al desiderio dell’uomo forte e solo al comando.
E ciò, con buona pace della democrazia che, da sempre, richiede un prezzo alquanto alto solo per mantenerla: figuriamoci a riconquistarla!

                                                                   Dino RABASSI 

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