"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

giovedì 31 marzo 2016

Mandi don Luigi, R.I.P.

Tanti lo ricordano come Parroco a Tarnep e, per un breve periodo anche a Trasaghis o anche impegnato nell'assistenza religiosa ai degenti dell'ospedale di Gemona: prè Luigj se ne è andato, a 91 anni.

Chiesa udinese in lutto per la morte, lunedì 28 marzo alla Fraternità sacerdotale, di don Luigi Peressutti. Nato a Remanzacco il 1° ottobre 1924, ordinato sacerdote dall’allora arcivescovo monsignor Nogara il 13 luglio 1947, don Peressutti era stato cooperatore nella Chiesa metropolitana di Udine, dove prestò servizio dal 1947 al 1958. Fu poi cooperatore parrocchiale a Latisana (dal 1958 al 1960) e poi a Tricesimo (dalla fine del 1960 al 1964). Divenne quindi parroco di Interneppo il 10 luglio del 1967 – dopo tre anni come collaboratore nella stessa parrocchia –, per guidare poi, dal 21 maggio 1970 al 31 dicembre 1980, la Parrocchia di Terenzano.
Lungo ed intenso il suo ministero dedicato alla cura spirituale dei malati, don Peressutti fu infatti cappellano, dal 1981 all’agosto del 1990, all’Ospedale civile di Udine e – dopo una parentesi come parroco di Trasaghis, dal settembre 1990 al settembre 1992 – prestò servizio all’Ospedale di Gemona fino al 2011. Negli anni gemonesi non svolse soltanto la sua missione ospedaliera con carità e discrezione, ma fu un prezioso collaboratore in parrocchia sia nella celebrazione delle Messe, soprattutto a Santa Lucia, sia come confessore, che come organista durante i servizi funebri. 
(Fonte: Diocesi di Udine)

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Chi ha avuto modo di conoscerlo, può inviare al Blog il proprio ricordo personale.

mercoledì 30 marzo 2016

103 eventi, anche in Val del Lago, per i 40 anni dal terremoto

Terremoto: 103 appuntamenti per i 40 anni

Presentato  il calendario degli eventi per commemorare l’orcolat. Ci sarà anche il presidente Mattarella

29/03/2016
E’ stato presentato questa mattina nella sede della Regione di Udine il ricco calendario di eventi che, in varie località del Friuli Venezia Giulia, celebrerà i 40 anni dal terremoto che cambiò per sempre il volto della nostra terra il 6 maggio 1976. A illustrare i 103 appuntamenti in programma, per i quali sono stati stanziati 600.000 euro, la presidente della Regione DeboraSerracchiani, il presidente dell'Associazione dei Comuni terremotati e sindaci della Ricostruzione del Friuli, Fabio Di Bernardo, e il presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop.
Terremoto: 103 appuntamenti per i 40 anniTra i momenti più attesi la visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha confermato la sua presenza in Friuli per ricordare i quasi mille morti provocati dall’orcolat. (...)
Grazie al contributo ed al lavoro dei sindaci della ricostruzione e degli Enti locali che subirono i maggiori danni dalle onde sismiche del 1976 ("un lavoro stretto e coordinato", è stato indicato) il programma di 103 eventi messo a punto della Regione, con in primo piano il Consiglio regionale, la Protezione civile, le direzioni regionali della Cultura e delle Infrastrutture, ma anche con la collaborazione (tra i tanti) dei Vigili del Fuoco, della Diocesi di Udine, dell'ateneo friulano, può ritenersi "importante, corposo e serio", come ha evidenziato Di Bernardo. Il tutto grazie all'intervento finanziario della Regione per complessivi 600 mila euro, di cui una parte, ha evidenziato Serracchiani, dovrebbe giungere anche dal Governo nazionale.
Momento fondamentale delle commemorazioni proprio il 6 maggio prossimo, come è stato oggi ribadito, allorché giungerà in regione il Presidente Mattarella (secondo un programma che il Quirinale dovrà definire), mentre tutte le altre iniziative animeranno l'intera area terremotata e non solo, in un arco di circa nove mesi nel corso dei quali si legheranno il ricordo e la memoria, la prevenzione, l'organizzazione dell'emergenza, la preparazione e la prevenzione, l'accoglimento e la solidarietà. (...) 
Tra i tanti eventi ricordati da Serracchiani, in particolare (in chiave di prevenzione formazione) l'avvio a Portis Vecchio di Venzone della Scuola internazionale di formazione in materia di gestione della risposta in emergenza, con il coinvolgimento dell'Università di Udine e del corpo dei Vigili del Fuoco, nonché (tra il 12 e il 18 settembre) una settimana di esercitazioni testando il sistema integrato di risposta in emergenza sismica, con la partecipazione di Veneto, Trento, Bolzano, Austria, Slovenia e Croazia.
Numerosi poi gli appuntamenti espositivi storico-culturali (tra gli altri, il concerto dell'Orchestra accademica di Berlino a Gemona il 7 maggio e la mostra "Memorie. Arte, immagini e parole del terremoto in Friuli), accanto alla realizzazione di una nuova sala multimediale al Museo "Tiere Motus" di Venzone, un percorso di rivisitazione dinamica del terremoto all'ex Cinema Odeon di Udine e il completamento/valorizzazione del castello di Colloredo di Monte Albano, che sarà ultimato definitivamente nel 2018.
Infine, il 3 maggio prossimo, a Roma, alla Camera dei deputati, sarà presentato alla presidente Laura Boldrini il videodocumentario "Resuri", realizzato dalle Produzioni televisive dell'Agenzia di stampa della Regione con la collaborazione della Rai.
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Nel programma ufficiale, presentato dalla Regione  (consultabile o scaricabile qui: http://www.ilfriuli.it/writable/attachments/presentazioneEventiXLterremotoFriuli_29mar16.pdf ), figurano, per il Comune di Trasaghis, la "Celebrazione in ricordo dei caduti e consegna degli attestati di benemerenza a tutti gli Enti che sono intervenuti a favore del Comune", prevista per il 6 maggio e, per il Comune di Cavazzo Carnico, una "Giornata commemorativa" fissata per il 17 settembre.
Altre iniziative sono in corso di definizione (mostre e/o manifestazioni nei singoli paesi del Comune di Trasaghis) ed il programma definitivo verrà reso noto a breve. 

martedì 29 marzo 2016

Memorie dal 6 maggio - 3 - Nella tendopoli di Trasaghis, suffragio per le vittime

Tra i materiali pubblicati quotidianamente dal sito del Messaggero Veneto nel quarantennale del terremoto, c'è una sezione - curata dalla cineteca del Friuli - dedicata ai video. In uno di essi, prodotto dal CEDI (Diocesi di Udine), dopo la sequenza del soccorso a una bambina sepolta sotto le macerie, c'è una clip girata nella tendopoli di Trasaghis durante una messa di suffragio delle vittime, a breve distanza dal terremoto. Mentre una voce elenca i nomi delle persone morte a Trasaghis, la cinepresa si sofferma sui volti afflitti delle tante persone presenti, specialmente donne anziane e bambini.

Per vedere il video, cliccate su questo link:

http://video.gelocal.it/messaggeroveneto/dossier/terremoto-del-friuli/la-clip-un-terremoto-per-tutti/54050/54770?ref=vd-auto&cnt=1


Naturalmente, lo spazio rimane sempre aperto per raccogliere ulteriori testimonianze.

lunedì 28 marzo 2016

UTI, i Sindaci del Gemonese incontrano la Giunta Regionale

                                    Risultati immagini per uti + alto friuli

UTI: MARTEDI' 29 MARZO TAVOLO POLITICO IN CONSIGLIO REGIONALE

Venzone, 25 mar - L'annuncio della convocazione del tavolo politico sulle Unioni territoriali 
intercomunali (Uti) in Consiglio regionale per il prossimo martedì 29 marzo e la possibilità, in quella 
sede, di riavvicinare alcune posizioni che oggi appaiono ancora distanti. Questo quanto ha dichiarato 
oggi la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani nel corso dell'incontro a 
Venzone con i Comuni dell'Uti dell'Alto Friuli a cui hanno partecipato i sindaci dei Comuni di Artegna, 
Bordano, Gemona, Montenars, Trasaghis e Venzone. Presenti anche, oltre all'assessore regionale alle 
Autonomie locali, Paolo Panontin, anche i consiglieri regionali Vincenzo Martines, Barbara Zilli e 
Roberto Revelant. 
Sollecitata dagli interventi dei primi cittadini la presidente Serracchiani ha inteso ribadire l'importanza 
dei tavoli tecnici nei quali ogni singola Uti troverà la disponibilità dei funzionari regionali in tema di 
enti locali, contabilità e personale per accompagnare i passaggi previsti dalla legge. Oltre a ciò, 
prendendo spunto dalla recente sentenza del Tar sulla mappatura delle Uti, la presidente ha espresso 
ai sindaci presenti la disponibilità a recepire, dopo la sentenza del Tar, la volontà dei Comuni su 
eventuali riassetti territoriali dell'Unione. La presidente poi ha voluto puntualizzare il concetto della 
premialità finanziaria per i Comuni che avranno approvato gli statuti delle Uti entro il 15 aprile, 
sostenendo che il principio è perfettamente legittimo in quanto ricalca quello che vale per gli ambiti 
socio assistenziali, dove i Comuni ricevono risorse solo se stanno tutti assieme. L'assessore Panontin,
 dal canto suo, ha voluto riaffermare la possibilità per le Uti di individuare autonomamente e 
facoltativamente le funzioni previste dalla legge, oltre all'unica obbligatoria che è quella afferente alla 
programmazione europea. Infine il sindaco di Trasaghis, Augusto Picco, ha rimarcato l'opportunità di 
rivedere il sistema di voto ponderale per salvaguardare il ruolo dei comuni più piccoli. A tal riguardo 
l'assessore Panontin ha risposto che la scelta sta in capo alle stesse Uti, le quali autonomamente 
possono decidere il "peso" di ciascuno Comune associato, adottando ad esempio il modello già dagli 
stessi Comuni utilizzato all'interno dell'ambito socio assistenziale e delle Comunità montane dove 
ognuno vale un voto. 
                                       Risultati immagini per serracchiani + venzone

domenica 27 marzo 2016

Buina Pasca!

Ai lettori del Blog, i più sinceri e cordiali auguri di buona Pasqua.



A corredo dell'augurio, come in altre occasioni, l'immagine di una opera d'arte "das nestas": nella chiesa parrocchiale di Alesso sono custodite alcune icone risalenti al periodo della occupazione cosacca (1944-45) quando la popolazione locale era stata fatta sfollare e le case occupate dai cosacchi venuti dal Don. La chiesa era stata utilizzata quindi come chiesa ortodossa . Il quadro qui riprodotto, ora collocato alla sinistra dell’altar maggiore, è stato donato alla chiesa di San Bartolomeo dal vicario dell’epoca, don Davide Noacco, che a  sua volta lo aveva ricevuto in dono dal Pope che qui officiava. Rappresenta il Cristo ritratto nel momento della resurrezione, con alla destra un soldato romano impaurito e alla sinistra un angelo in preghiera.

sabato 26 marzo 2016

Servizi in rete per la Valle del Lago

La Regione ha pubblicato sul proprio sito una serie di tabelle relative ai servizi che possono essere usufruiti online da parte dei cittadini dei singoli Comuni. Alcune pagine rimandano a banche dati generali, altri fanno riferimento a situazioni individuali specifiche cui si può accedere solo tramite password.


I cittadini di Bordano possono accedere a 45 servizi cliccando su questo link:
https://servizi.regione.fvg.it/portale/cms/mappa-servizi-fvg.jsp?comDesc=bordano

I cittadini di Cavazzo possono accedere a 42 servizi cliccando su questo link:
https://servizi.regione.fvg.it/portale/cms/mappa-servizi-fvg.jsp?comDesc=cavazzo%20carnico&map=32 


I cittadini di Trasaghis possono accedere a 40 servizi cliccando su questo link:
https://servizi.regione.fvg.it/portale/cms/mappa-servizi-fvg.jsp?comDesc=trasaghis 


Si tratta di un approccio operativo interessante, sicuramente da utilizzare. I lettori che proveranno a farlo potranno segnalare al Blog pregi o difficoltà inerenti questo nuovo servizio.

venerdì 25 marzo 2016

La Valle del Lago nella "Sportland"

Risultati immagini per sportland friuliRisultati immagini per sportland friuliE' in distribuzione in questi giorni nei paesi un bell'opuscolo patinato che illustra il "progetto Sportland" che coinvolge 17 Comuni dell'Alto Friuli ed è sostenuto dalla Regione. Si tratta dell'evoluzione del progetto "Gemona città dello sport e del benstare" che negli scorsi anni ha visto proporre sul territorio numerose iniziative.
A supporto del progetto, il sito www.sportland.fvg.it/, dal quale abbiamo preso le copertine e le schede descrittive dei tre Comuni della Valle del Lago coinvolti nel progetto.
Ai lettori, l'invito a visitare il sito, approfondendo le caratteristiche del progetto, segnalando magari elementi mancanti o suggerimenti operativi.


   
  







giovedì 24 marzo 2016

Dalla centralina di Peonis alle Uti, le Amministrazioni "sappiano reagire ed operare con saggezza"

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Dino Rabassi che, partendo dal recente caso della richiesta di realizzazione di una centralina sulla Tremugna, si allarga ad affrontare le tematiche della politica locale, regionale e nazionale. Come sempre, i lettori sono invitati a intervenire con ulteriori commenti e riflessioni.
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Proposta di una Centralina elettrica sulla Tremugne – Considerazioni sulla richiesta di derivazione ed altro


La paventata costruzione di una centralina sulla Tremugne, è il tentativo di un'altra “porcata” che si profila all'orizzonte!
Mi auguro che d’ora in poi le Amministrazioni esaminino le domande non solo dal punto di vista tecnico/ economico/ambientale, ma si informino anche sui proponenti di tali progetti che, di punto in bianco, dall’edilizia o da altre attività in gravi difficoltà, debbono inventarsi produttori di energia con le conseguenze derivanti.
Considerato poi che l’energia alternativa ha raggiunto picchi di produzione non indifferenti creando un surplus nell’offerta, ulteriori centraline idroelettriche dovrebbero concedersi solo agli Enti Locali minori che ne facessero richiesta, potendone ricavare una importante fonte di reddito e, nel contempo, proteggere con più efficacia l’unico tesoro ancora in possesso: il territorio!

Il Friuli e in particolare i nostri piccoli Comuni, hanno però bisogno di altro per scrollarsi di dosso un'apatia che da tempo regna sovrana, figlia della perdita non solo delle case e dei borghi per colpa del terremoto ma, come già affermai, anche di gran parte della nostra cultura fondata su principi e modelli di vita tramandati da secoli.
Onoriamo dunque il quarantennale del terremoto o meglio, dell’inizio della ricostruzione, rimandando al mittente sia i tentativi di questi speculatori, che le improvvide riforme che vedono trasferire sempre più poteri decisionali in quel di Roma, usando le Regioni solo per imporre lavori sporchi come quello delle UTI e della Sanità!
Visualizza foto nel messaggioDico questo perché, guarda caso, il primo lavoretto statale di cui sopra deriva dalla cancellazione delle Provincie, mentre il secondo è figlio dalla diminuzione dei trasferimenti sulla Sanità: ambedue imposti da uno Stato che fa di tutta l’erba un fascio e, come sempre succede in Italia, punisce le eccellenze in nome di una solidarietà falsa e pelosa.
D'altronde, da un punto di vista mediatico e con insistenza, sotto banco continua la sottile quanto assillante propaganda negativa sulle Regioni a Statuto Speciale, trattate senza alcuna differenziazione alla stregua di pozzi di spesa senza fondo.
Al di la del lauto foraggiamento che gli scribacchini ed oratori televisivi traggono nel dire tante baggianate, si potrebbero accettare queste critiche se rivolte alla Sicilia o alla Provincia di Bolzano ma, di certo, non al Friuli, la cui specialità è stata onorata con il lavoro e l’onestà e che, in grazia di questa piccola libertà, ha potuto lenire i tanti orrori vissuti e imposti non solo dalla natura: (ricostruendo in 10 anni un intero territorio), ma anche da Roma intesa quale sede di potere che tutto poteva e tutto otteneva: ( vedi Caserme, Poligoni, Enel, Oleodotti, Vajont, Autostrade, emigrazione ecc.).
Non vorrei che si avverasse ciò che in nome del totem: "Lo vuole l'Europa", uno Stato ritornato egocentrico e vorace animale di potere politico ed economico, cancellasse la giusta autonomia concessaci e testardamente voluta e conquistata dai nostri padri con sacrificio e a prezzo di tante battaglie.

La nostra Regione, ma soprattutto i nostri Sindaci, sappiano reagire ed operare con saggezza anticipando non solo lo Stato, ma anche la Regione, dove oggi siede una Presidente alloctona e quindi, non per colpa sua ovviamente, priva della sensibilità friulana e forse anche della conoscenza delle storiche problematiche di una terra di confine che continuano a sussistere, o a presentarne di nuove, seppur in tono minore.
Anche da ciò scaturisce una politica locale che sembra sempre più prona al potere centrale! Una politica attuata attraver-so imposizioni fino a poco tempo fa inammissibili come ad esempio: creazione delle UTI ed una Sanità riviste e corrette nel nome di un falso risparmio, che non tengono assolutamente conto delle specialità di un territorio in gran parte montano , vasto, complesso e a bassa densità abitativa.

Risultati immagini per UTI Alto FriuliUna ventina di anni fa era di moda la frase: “essere piccoli è bello”, che significava anche efficienza nei servizi!
Si può dunque asserire che le necessità dell’uomo variano con il passare delle stagioni e dei periodi storici!
Guai però ad assecondare il solo organismo economico tralasciandone altri, anch’essi vitali per la società e che possono causare un tumore le cui metastasi si diffonderebbero poi in tutti gli strati di cui essa è composta!
Spetta dunque non solo al politico di turno assumersi le proprie responsabilità, ma soprattutto al popolo nella misura in cui sappia scegliere le persone idonee ad anticipare soluzioni a queste trasformazioni, o riforme che dir si voglia, il cui ritardo e la mancata oculatezza nella loro realizzazione, possono comportare spaccature ed insoddisfazioni sociali in cui possono annidarsi i germi dell’anti politica, oltre al desiderio dell’uomo forte e solo al comando.
E ciò, con buona pace della democrazia che, da sempre, richiede un prezzo alquanto alto solo per mantenerla: figuriamoci a riconquistarla!

                                                                   Dino RABASSI 

mercoledì 23 marzo 2016

Serracchiani & Telesca a Gemona il 22 marzo. E i Comitati protestano (2)

Riceviamo e pubblichiamo:

Rabbia e sdegno è stato espressa ad alta voce dagli oltre 200 partecipanti al presidio gemonese del San Michele contro la riforma sanitaria. La denuncia, scritta sui numerosi striscioni e gridata ad alta voce, è stata che la Presidente Serracchiani non era venuta  ad inaugurare la ristrutturata Dialisi, peraltro già “ inaugurata “ ufficiosamente  dai Comitati nell’agosto scorso,  ma bensì ad inaugurare la chiusura del Pronto Soccorso e della sua Area di Emergenza. Sono anni che al San Michele vengono tolte funzioni e servizi, a vantaggio soprattutto di Tolmezzo, che da solo non avrebbe i numeri per restare Ospedale di rete. Una riforma “ partitica “ che penalizza pesantemente questo territorio, trasformando il suo Ospedale, che esiste da 750 anni, in un mero poliambulatorio/cronicario a vantaggio di altri Ospedali, “ politicamente “ salvaguardati. Ricordiamo ancora una volta che il San Michele, ricostruito nel 1985, è completamente antisismico e puo’ continuare ad operare anche con un sisma del nono Mercalli. Ma al governo regionale ciò non interessa. Inoltre  quello che ha fatto alzare il termometro della protesta popolare , all’indomani della chiusura del P.S., e’ stata l’arroganza della Presidente Serracchiani, che da due anni, regolarmente invitata a Gemona per una pubblica assemblea, non si è mai resa disponibile. Altrettanto ha fatto  anche l’Assessore Telesca. 
Ancora una volta ha rifiutato il confronto con i Comitati e con la gente, che anche in questa occasione l’hanno pesantemente contestata, continuando a vendere promesse radiose sul futuro del nosocomio e alla fine “ scappando “ dal retro del nosocomio dove si trova l’obitorio, inseguita dalle urla di un gruppo di manifestanti.. Promesse di là da venire, mentre i tagli sono stati immediati. A giugno è prevista la chiusura della Medicina che dovrebbe essere sostituita da una nebulosa Struttura Intermedia Polifunzionale. Cosa si farà in questo nuovo servizio? Sembra che si tratterà di un reparto di varie riabilitazioni ma invece molti temono un nuovo cronicario aziendale. Ma ciò che è stato mal digerito, soprattutto dai moltissimi anziani presenti, è stato l’eccessivo spiegamento di forze dell’ordine, circa 50 agenti giunti anche da Padova. Una forza che ha impedito ai manifestanti di avvicinarsi all’ospedale, tenendoli confinati lontani nel parcheggio. Uomini e mezzi sprecati, pagati dal contribuente,  perché noi non abbiamo mai dato preoccupazioni di sorta, hanno sottolineato quasi tutti i presenti. Per questo a un funzionario della Questura è stata consegnato uno striscione con la scritta “ Questore, meno restrizioni,piu’ giustizia“. Ma, memori di vent’anni di lotte, hanno lanciato anche un monito alla Regione: - Voi,  con la ragione della forza, avete vinto una battaglia, ma noi col tempo e con la forza della ragione, vinceremo la guerra. 
Intanto i Comitati si stanno preparando alla battaglia referendaria, per chiedere l’abrogazione integrale della iniqua riforma sanitaria che sta suscitando dissenso e  critiche in tutta la Regione.

Comitati a difesa dell’Ospedale San Michele


Ecco, sul medesimo episodio, la cronaca pubblicata dal sito del Messaggero Veneto:

Serracchiani: l’ospedale di Gemona sarà rafforzato. Ma i comitati l’accolgono con le urla


di Maura Delle Case

GEMONA. «L’ospedale non solo non chiuderà, ma sarà rafforzato». A Gemona per inaugurare il nuovo reparto dialisi, la presidente Debora Serracchiani non ha dribblato ieri le critiche - gridate ad alta voce, fuori dal nosocomio, da oltre 100 persone - di voler impoverire fino a chiudere il presidio sanitario pedemontano. Anzi. Ha preso al balzo l’occasione per mettere finalmente in chiaro la posizione della sua giunta.
Sul punto di primo intervento così come sull’ospedale. Destinato, a sentire la numero due del Partito Democratico, tutt’altro che al declino. Serracchiani e con lei l’assessore alla sanità, Maria Sandra Telesca, ha infatti garantito sviluppo e ulteriori funzioni per il San Michele.
Addirittura nuove assunzioni: ben 50, nell’ambito dell’Aas3, necessarie a dar gambe al piano regionale dell’emergenza/urgenza. «Stiamo ripensando l’ospedale per dargli una missione più centrata rispetto alle necessità del territorio» ha spiegato Serracchiani dopo aver tagliato il nastro al nuovo reparto precisando poi che molte delle richieste avanzate da comitati e amministratori sono state accolte.
Sul punto di primo intervento ad esempio. «Quello attuale svolge di fatto le stesse attività del precedente - che negli ultimi anni già non si faceva più carico delle emergenze gravissime dirottate a San Daniele, Udine e Tolmezzo -. È aperto 7 giorni su 7, 24 ore su 24, con medici esperti in emergenza che continuano a fare ricoveri in medicina, dove - ha assicurato Serracchiani - non si è perso e non si perderà un posto letto».
«Abbiamo concentrato a Gemona la day surgery chirurgica - ha poi rivendicato la presidente - come ci era stato chiesto: oggi il 50% degli interventi dell’Aas 3 si svolgono qui, parliamo di 50-55 in media per settimana. A chi ci accusa di voler chiudere questa è la risposta migliore. Dimostreremo con i fatti che non è così». La presidente lo ha detto a più riprese. Con convinzione.
Alle infermiere “beccate” a scuotere il capo al suo passaggio lungo i corridoi, così come alla platea riunita nell’auditorium dell’ospedale. Gremita di tanti operatori sanitari, dirigenti dell’Aas3 con in testa il direttore generale Pier Paolo Benetollo, e ancora l’arciprete Valentino Costante, i consiglieri regionali Barbara Zilli (Ln) e Roberto Revelant (Ar), per finire con il sindaco, Paolo Urbani, arrivato con oltre 20 minuti di ritardo. «Sono qui per rispetto istituzionale, ma mi sentirei più mio agio fuori, con i miei concittadini, che ancora una volta sono venuti a chiederle un passo indietro o - ha detto a Serracchiani -, che non significa cancellare la riforma, ma correggerla. Glielo chiedo con il cuore in mano. Proviamo a riparlarci e vedere se alcune cose le possiamo migliorare». All’inusuale pacatezza di Urbani, la presidente ha risposto a sua volta con un’apertura. Ribadendo la disponibilità al dialogo, «a patto che cerchiamo di comprenderci, di fare tutti insieme un passo avanti». Un miglioramento che ieri si è potuto toccare con mano a Gemona nel nuovo reparto dialisi. Finalmente spostato dalla sede angusta in cui era ospitato dal 1988 in una nuova area, più ariosa con i suoi oltre 400 metri quadrati, affacciata sul verde e dotata di 10 posti letto dove oggi sono in cura 18 persone. Costati circa 2 milioni di euro, i lavori hanno consentito la sistemazione strutturale dei locali, la loro dotazione tecnologica e la realizzazione di un fondamentale sistema di purificazione dell’acqua garantendo così una qualità della cura nettamente migliore per i dializzati cui la presidente ieri ha fatto un’altra promessa: «Attiveremo interventi meno invasivi, che permettano al paziente di fare la terapia a domicilio».