"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

martedì 31 gennaio 2017

La Bianca Signora del Lago - 9 - Emi tris

LA BIANCA  SIGNORA SUL LAGO   (N.2)

Seguendo il consiglio  del Blogger di  “fare il bis “   ho deciso di scrivere questa seconda storia , ch’è la leggenda più famosa del lago  e riguarda la costruzione della chiesa di S. Candido a Somplago. Forse i giovani non la conoscono, ma quando c’è da divulgare… divulghiamo con piacere.

Si racconta che al tempo delle crociate un cavaliere germanico stava rientrando   a casa  dalla Palestina. Era inverno e faceva molto freddo. Dopo aver guadato il Tagliamento all’altezza di Osoppo,  aveva iniziato  a percorrere  quella strana valle che  s’era  trovato davanti, notando  che dopo poche miglia era  completamente piatta e senza nessun albero o presenza  umana …
Allora, via  al  galoppo  su quella strana  pianura! Arrivato in cima   alla pianura, dove inizia la  salita, era sceso da cavallo  e avendo trovato due viandanti   ha chiesto loro  spiegazioni e notizie  su quella strana e piatta pianura:
“ Signore, quella non è una pianura, bensì è   un lago  completamente ghiacciato “.
Il cavaliere resosi conto dello scampato pericolo - e del miracolo - decise di far costruire  la chiesetta  dedicata a S. Candido a ricordo del candido lago ghiacciato (o forse questo cavaliere  si chiamava Candidus ). Ecco perché  nei paesi   della Valle del Lago tanti portano questo nome.

        
                                             Emi Picco


Aggiungo questo post scriptum in quanto   la Bianca Signora del lago   mi ha ricordato che l’acqua che sgorga da  sotto la chiesa di S. Candido ha fatto funzionare per secoli il mulino dei miei avi Juri, pertanto  così si “ chiude il cerchio” del mio avo Francesco Colomba  annegato  nel lago e di sua  moglie Lucia Juri.


"L’acqua che sgorga da  sotto la chiesa di S. Candido ha fatto funzionare per secoli il mulino dei miei avi Juri" 

lunedì 30 gennaio 2017

Energia, quelle complesse triangolazioni

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di F. Barazzutti sugli scenari che vengono a porsi dopo gli ultimi movimenti societari a proposito di energia e specificatamente per il discorso sull'idroelettrico, temi di cui si è a lungo parlato anche sul Blog partendo delle probleatiche legate al funzionamento della centrale di Somplago.
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     L’IDROELETTRICO  E  LA  NOSTRA AUTONOMIA SPECIALE
     
Nell’aprile del 2015 in sede di esame del DDL 82 “Disciplina organica in materia di difesa del suolo e di utilizzo delle acque” uno schieramento trasversale di Consiglieri regionali (Revelant, Riccardi, Colautti, Boem, Dal Zovo, Lauri, Violino, Edera) presentava il seguente emendamento:  Art.35 bis (Società Energia Friuli Venezia Giulia) che al comma 1 così recitava “L’Amministrazione regionale è autorizzata,entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge, a costituire una Società di capitali denominata <<Società energia Friuli Venezia Giulia – SEFVG>>, nella forma ritenuta più confacente all’oggetto sociale, totalmente partecipata della Regione FVG, che abbia ad oggetto l’organizzazione dei mezzi  tecnici, economici, finanziari ed umani per le attività di ricerca, produzione, trasporto e distribuzione di energia al fine di raggiungere l’autonomia energetica del Friuli Venezia Giulia tutelandone nel contempo l’ambiente”.
      Questo opportuno e coraggioso  emendamento non finì nel testo approvato della legge, ma ….nel nulla! Ad  esso  seguì  la ritirata su un flebile Ordine del Giorno (presentatori Revelant, Riccardi, Colautti, Boem, Shaurli, Lauri, Paviotti, Ciriani, Piccin, Frattolin, Barillari) accolto dalla Giunta, che la impegnava “a presentare al Consiglio regionale entro 12 mesi un disegno di legge recante la disciplina delle concessioni di derivazione d’acqua a scopo idroelettrico”. A  quasi due anni da allora  tale impegno è inevaso.  Nel frattempo,  operatori  energetici “foresti” hanno sguazzato a loro piacere nell’idroelettrico del Friuli.
      Vediamo chi e come.  Alla fine del 2015 veniva portata a termine un’operazione finanziaria  che ha cambiato profondamente l’assetto  proprietario del settore idroelettrico in Friuli. L’operazione è avvenuta nel  disinteresse  della Regione,  degli enti locali,  degli imprenditori e della società friulana. I protagonisti di tale operazione sono stati:
     Edipower  spa, nel cui assetto  azionario figuravano a quel tempo la controllante potente multiutility A2A dei comuni di Milano e Brescia per 79,5%, alcune banche per l’11,96%, la Società Elettrica Altoatesina (SEL) per l’8,54%.  Edipower allora era proprietaria di ben 26 centrali idroelettriche in regione localizzate sull’asta del Cellina, sul canale derivato dall’Isonzo, sul canale Ledra e in Carnia le centrali Tramba, di Luincis, di Arta e – le più importanti -  di Ampezzo e di Somplago.
     Società Elettrica Altoatesina (SEL),  allora controllata dalla Provincia Autonoma di Bolzano, avente partecipazioni con Edison nelle società  Hydros (60%) e in Seledison (58%) proprietarie di centrali idroelettriche  in Alto Adige, nonché in Edipower (8,54%) come suesposto.
     Edison spa, controllata da Electricité de France (EdF), con SEL è azionista  nelle società bolzanine Hydros (40%) e Seledison (42%), è proprietaria in Friuli delle 5 centrali dell’asta del Meduna (Valina, Chievolis, Meduno,  Colle, Istrago con concessioni in scadenza nel 2020-21)) e della centrale  turbogas di Torviscosa.
     L’operazione finanziaria tra questi tre protagonisti si è attuata in due fasi.
 La prima fase riguarda il rapporto tra SEL ed Edipower ed è esposta  nel comunicato stampa di A2A del 28.12.2015: “Per effetto dell’operazione, viene assegnato a Cellina Energy srl, società interamente partecipata da Società Elettrica Altoatesina spa  (SEL) , il compendio costituito dal complesso di impianti idroelettrici di titolarità di Edipower costituenti il cd. “Nucleo di Udine”, fatta eccezione per gli impianti idroelettrici di Ampezzo e Somplago e le opere ad essi inerenti, insieme ai rapporti giuridici attivi e passivi ad essi funzionali e cassa per complessivi 38,5 milioni di ero, previa acquisizione  da parte di SEL, titolare di una partecipazione in Edipower pari all’8,54 del capitale sociale, delle restanti partecipazioni detenute in Edipower dai soci Finanziari Banca Popolare di Milano S.c.a.r.l., Fondazione Cassa di risparmio di Torino e mediobanca – Banca di Credito Finanziario Spa, pari all’11,96 del capitale sociale di Edipower. La scissione avrà efficacia il 1 gennaio 2016; è previsto un meccanismo di aggiustamento in relazione alla situazione patrimoniale del compendio scisso al 31 dicembre 2015. Per effetto dell’operazione A2A deterrà il !00% del capitale sociale di Edipower”.  E così la quota azionaria di SEL è liquidata con il trasferimento in proprietà alla stessa  di 24 centrali idroelettriche di Edipower in Friuli.
     La seconda fase  riguarda i rapporti tra SEL ed Edison. La politica energetica della Provincia Autonoma di Bolzano punta al potenziamento di SEL escludendo dal proprio territorio operatori esterni, Edison compresa.  Pertanto  SEL ha liquidato le quote azionarie di Edison in Hydros ed in Seledison trasferendo ad Edison le 24 centrali friulane ricevute da Edipower, diventando così proprietaria al 100% di Hydros e di Seledison. Nel 2016 SEL e la energetica altoatesina AEW si sono fuse nella nuova società Alperia, a seguito di che il presidente della Provincia Arno Kompatscher poteva dichiarare   "L'energia è in mani altoatesine"  e  un grande passo avanti dal punto di vista della nostra autonomia….che porterà tariffe ancora più competitive  a beneficio di imprese e famiglie”. Ciò che la presidente Serracchiani non può, purtroppo, affermare relativamente alla situazione nella nostra regione.
     E così lor signori si sono tutti sistemati:  la lombarda multiutility A2A ha potuto assorbire in sé Edipower essendone diventata l’unica proprietaria e conservare le grandi centrali di Ampezzo e Somplago, oltre alla termoelettrica di Monfalcone. SEL  si è liberata dalla presenza dell’esterna Edison.  Edison, che già deteneva le  5 centrali  del Meduna e quella  termogas di Torviscosa ha acquisito attraverso  SEL altre 24 centrali idroelettriche in Friuli, diventandovi una presenza dominante. Così,  il suo  amministratore delidato  Bruno Lescoeur dichiarava: “Edison si rafforza nell’idroelettrico  e allunga la vita media del proprio portafoglio idroelettrico riducendo i rischi legati ai rinnovi delle concessioni”. Già, le concessioni! In assenza  (voluta?)  della sopracitata società energetica  regionale, che possa concorrere all’assegnazione  o all’acquisizione delle  concessioni, la Giunta regionale continua a  concedere i rinnovi agli stessi concessionari.
     Di fronte all’ operazione Edipower-SEL-Edison  del valore di 230 milioni circa, eseguita  sotto gli occhi (bendati o che guardavano altrove?) dei nostri governanti, al disinteresse dei friulani, al quadro che ne è risultato  la nostra autonomia speciale ne esce umiliata: non è accettabile che in Friuli società “foreste” se la facciano da padrone assolute nell’idroelettrico. Così non va!
     Io vorrei che, come Kompatscher, anche una/un Presidente della nostra Regione  potesse  quanto prima affermare   "L'energia è in mani friulane" e  che ciò  costituisce un grande passo avanti dal punto di  vista della nostra autonomia”. Sì, perché l’autonomia, per essere veramente tale  e non solo teorica,  va realizzata (e ampliata!) nel concreto, utilizzando (e disponendo!) a loro vantaggio le risorse dei territori,  di cui l’idroelettrico è fondamentale particolarmente in quelli montani.  
    
Purtroppo non lo si  è fatto sinora, ma non è mai troppo tardi per imparare dalle positive esperienze dell’Alto Adige e del Trentino, per iniziare un percorso partecipato che, attraverso  la costituzione della  Società energia  Friuli Venezia Giulia,  realizzi  l’acquisizione in capo alla stessa  del maggior numero di concessioni,  comprese quelle delle centrali di Ampezzo e Somplago, sui dissesti  ambientali delle quali necessita un intervento.  Un percorso in cui un ruolo importante devono avere sin dall’inizio gli operatori idroelettrici locali quali la Società Elettrica Cooperativa Alto But, la Società Cooperativa Idroelettrica di Forni di Sopra,  la Comunità Montana della Carnia,  l’Idroelettrica Valcanale Sas e altri produttori minori.    
    Un percorso  che attui  il passaggio dall’attuale situazione di  “acque  nostre ma  centrali, kilowatt e profitti loro” ad una nuova di “acque nostre quindi centrali, kilowatt e redditi pure nostri!”. 

Franceschino Barazzutti, 
già presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano (BIM) Tagliamento,

                                            già sindaco di Cavazzo Carnico 1977-1995

domenica 29 gennaio 2017

Lunedì il video sui problemi dell'ospedale di Gemona

Riceviamo e pubblichiamo:


IndyGroundFilm e il Coordinamento dei comitati per la difesa dell’ ospedale di Gemona
  
Vi invitano

Lunedi 30 Gennaio 2017 ore 18.00
 alla proiezione del video 
MANI SULLA SANITA': la RIVOLTA

Auditorium ISIS D’Aronco

Via Battiferro, 7

Gemona(Udine)

Ingresso libero


Italia 2017, 120’, HD, colore

Regia Giuliano Bugani

Sceneggiatura Giuliano Bugani
Aiuto Regia e Comunicazione Raffaella Gamberini
Musiche Barbara De Biasi

Produzione IndyGroundFilm



Mani sulla Sanità: la Rivolta vuole far luce su una precisa scelta politica che mette a rischio il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione, dando voce a realtà resistenziali in lotta contro la chiusura e il depotenziamento di unità operative ospedaliere e di pronto soccorso.

Un documentario per capire quale sarà il futuro della Sanità Pubblica, che Indygroundfilm mette a disposizione di chiunque vorrà organizzare una visione pubblica.







sabato 28 gennaio 2017

La bianca signora sul Lago - 8 - Angela bis

Anche Angela prova a fare il bis nel proporre una versione della "bianca signora sul Lago": dopo il testo di ispirazione ungarettiana, ecco una delicata fiaba d'amore ... in riva al Lago.


UNA STORIA D'AMORE NONOSTANTE TUTTO

Il loro amore era nato alla fine di quella calda estate, improvviso e sorprendente: per lei era un'esperienza nuova, inebriante; per lui, una speranza che non pensava di poter più avere, l'ultimo regalo dalla vita...
Si sedevano, ogni giorno, in riva al lago, su dei vecchi tronchi ricoperti di edera e muschio, circondati dal sussurro di piante centenarie e dal profumo intenso dei ciclamini. Il resto della magia la creavano i mille riflessi sull'acqua, il pontile di legno, le montagne protettive sullo sfondo e il loro bisogno, incessante, di parlarsi ed abbracciarsi.

Non sapevano che, lì vicino, sotto quel pontile amico e profumato di pece, c'era una piccola risorgiva, silenziosa, protetta da una  agana particolarmente curiosa, invidiosa e odiosa.
Non riusciva a sopportare quell'amore totale e smisurato e così, giorno dopo giorno, smisurata divenne anche la sua cattiveria.
Trasformò lei in una roccia adagiata sulla riva, e lui, non molto distante, in un vecchio salice piegato negli anni dal vento.
La loro condanna era tremenda: guardarsi ma non toccarsi.

Passò settembre e giunse l'autunno: il vecchio salice, piangente, ingiallì le foglie e le lasciò cadere, dolorante; lei ne venne tutta ricoperta e proprio in quel momento fece una scoperta sconvolgente: le poteva sentire, dolcemente, come un tocco lieve, ma emozionante...
La gioia fu breve perché arrivò la gelida Bora e con un soffio crudele le spazzò via tutte quante.
La pietra rimase di nuovo nuda e sola.
Tuttavia il salice, disperato, aveva imparato a sfruttare la forza di quel vento: si piegava, ondeggiava e... ogni tanto, la sfiorava.
Come aspettavano quei momenti fuggenti che parevano eterni!

Poi, a gennaio, verso sera, improvvisa, scese la Bianca Signora ad accarezzare il lago e la sua valle, rendendo tutto soffice, ovattato e incantato.
Al mattino, qualcuno notò che i rami nodosi e nevosi della triste pianta, erano adagiati e intrecciati a quella pietra amata, in un abbraccio disperato, ma appassionato.
La Signora aveva regalato loro una insperata notte d' amore.


Il salice e la pietra cominciarono così ad aspettarla ogni anno: ogni nevicata liberava un po' del loro dolore e permetteva di far vivere, per sempre, il loro amore.

La sciocca agana, ormai,  non poteva fare altro che guardare, invidiare e raccontare di quella storia d'amore nonostante tutto.

                                                                               Angela Turisini 


Come sempre... commentate e magari contribuite al progetto con i vostri testi.

venerdì 27 gennaio 2017

Giornata della memoria. Dalla Valle del Lago ai Lager

In occasione della Giornata della Memoria, si presenta l'elenco (assolutamente incompleto) di quanti, dai paesi della Valle del Lago, vennero internati o deportati nei campi di concentramento: parecchi vi morirono, altri riuscirono fortunosamente  a rientrare alle proprie case.
E' un argomento che ha avuto sinora pochi approfondimenti: può essere quindi anche questa una occasione per dare un senso ulteriore alla "giornata della memoria" di quegli eventi così tragici.



Deceduti nella deportazione o  nell'internamento:

Comune di BORDANO

PIAZZA Aldo (1920 - 1945)
PIAZZA Primo (1922 - 1944)
PICCO Eliseo (1927-1945)
PICCO Gino (1917-1945)
ROSSI Pietro Antonio (1918 - 1945)

Comune di CAVAZZO CARNICO

BARAZZUTTI Oreste (1920-1944)
BORGHI Costantino (1910-1944)
DANNA Rino (1922-1944)
MICHELLI Pietro Bernardino (1886-1945)
MONAI Modesto (1899-1945)

Comune di TRASAGHIS

CECCHINI Arturo (1892-1945)
CUCCHIARO Amerigo (1916-1945)
DE CECCO Antonio (1923-1944)
DEL BIANCO Ettore (1916-1944)
DEL NEGRO Antonio (1924 - 1943)
DEL NEGRO Dante (1925-1944)
FEREGOTTO Giovanni (1917-1945)
FEREGOTTO Italo (1924-1945)
FEREGOTTO Remigio (1913-1944)
RIDOLFO Giacomo (1913-1944)
TURISINI Pietro (1880-1945)



Rientrati dalla deportazione o  dall'internamento

Comune di BORDANO

Colomba Celso (1924)
Colomba Elio (1927)
Colomba Giovanni (1919)
Picco Antonio (1922)
Picco Arrigo (1927)
Picco Celeste (1905)
Picco Duilio (1927)
Picco Elido (1926)
Picco Rino (1926)
Rossi Costantino (1907)
Rossi Eligio (1916)
Rossi Girolamo (1921)
Rossi Ugo (1915)



Comune di CAVAZZO CARNICO

PICCILIN Pietro  (1920 - 1945) [deceduto a Cavazzo per infermità contratta in prigionia in Germania]
(...)

Comune di TRASAGHIS

DI SANTOLO Domenico
ORLANDO Valentino
RABASSI Celeste

Sul Blog sono già state citate le testimonianze raccolte da Anselmo Picco nel libro "Cuant che las caneles..." e quelle relative alla vicenda di Tinut Orlando; vi saranno sicuramente altri libri, articoli e materiali che meritano di essere conosciuti.
Si ringraziano quindi anticipatamente quanti vorranno integrare o correggere, anche con notizie e documentazione, gli elenchi sopra riportati.

(a cura di Pieri Stefanutti)


giovedì 26 gennaio 2017

Una recensione del "Lunari di Dalés" su "La Vita cattolica"

Ancje il settimanale diocesano "La Vita cattolica" nel numero uscito il 25 gennaio, dà notizia dell'uscita del "Lunari di Dalés", dando conto dei contenuti legati alla vita "ta baràca" nel dopo terremoto.
La foto a corredo dell'articolo che riassume l'intero percorso rappresenta il prefabbricato del "bar Sport" sotto la neve, in un inverno degli anni '80.




mercoledì 25 gennaio 2017

Bordano, suggestioni antiche col palo della cuccagna

Sabato 21 gennaio, Festa di S. Antonio a Bordano
Festa semplice, familiare e dal sapore di altri tempi ... tant'è che ci si diverte ancora a vedere questi prodigiosi tentativi di salire a prendere i premi sul PALO DELLA CUCCAGNA, ben ingrassato e scivoloso a dovere. Ben quattro squadre partecipanti, ma ... ... i campioni indiscussi di questa specialità sono LIS VIPARIS! Jo no sai cemût che a fasin, ma a van su par chel pâl come simis, une rôbe incredibil, a si ingropin su e a gafin su dut! Brâfs e vonde!

(Testo e foto di Mary Copetti)






martedì 24 gennaio 2017

Ricordo del'impegno di Lagorio per i terremotati friulani

Riceviamo e pubblichiamo:

Il giorno 7 di questo mese, all'età di 91 anni, è deceduto Lelio Lagorio, esponente di primo piano del partito socialista, primo presidente della Regione Toscana, che nel post-sisma del 6 maggio 1976 inviò in soccorso del Friuli terremotato una vera e propria organizzazione di operai, tecnici e mezzi meccanici che installò la propria base a Osoppo da dove operava normalmente nei Comuni di Bordano e di Trasaghis con puntate anche nel Comune di Cavazzo Carnico, provvedendo all'esecuzione di importanti interventi di vario tipo. 
Per ricordare con riconoscenza la persona di Lelio Lagorio invio la foto  relativa a una cerimonia svoltasi nell'estate sempre del 1976 nella citata zona operativa. 




Da destra: il presidente Lelio Lagorio, Arnaldo Pittoni, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Valentino Trombetta, sindaco di Osoppo, Loredano Tomat, sindaco di Trasaghis, e Giulio Colomba, sindaco di Bordano eletto deputato nelle elezioni del giugno 1976. 

Loredano Tomat,  già sindaco di Trasaghis 1970-1978


lunedì 23 gennaio 2017

Vizi, vezzi e virtù friulane sotto l’occhio attento di Catine

Non si era mai vista tanta gente in sala consiliare a Trasaghis come sabato sera, quando l’Associazione “Matteo Chef giramondo” vi ha proposto un incontro con “Catine”, la friul – lucana Caterina Tomasulo, ben supportata dall’eclettico Claudio Moretti.
Sono state due ore di comicità assoluta, inframezzate dal ricordo e dal rimpianto per Matteo Rodaro, lo “chef giramondo” che di “Catine” era stato compagno di banco, confidente e amico.
Catine ha snocciolato una serie di personaggi da cabaret che hanno nel Friuli e nel friulano il filo conduttore: esilaranti, in particolare, quello delle VVF (Veris Vedranis Furlanis) ed il monologo finale dove la specificità linguistica del friulano è stata “sezionata” in mille sfaccettature racchiuse tra un “posìppo” e un “ponòppo”.
Un plauso quindi all’Associazione “Matteo Chef giramondo” che – dopo aver destinato gli incassi del concerto di Osoppo all’ospedale di Gemona,  con l’acquisto di una cucina e due sale relax – ha saputo offrire un’occasione  assai applaudita per l’incontro con Caterina Tomasulo  che il cabaret, il teatro, il cinema friulani  continueranno a vedere come assoluta protagonista.
                                                                                                                 A&D

                     

                       

                       

                       

                       




(Foto prese dalle pagine fb di Claudio Moretti e dell' “Associazione Matteo chef giramondo”)

domenica 22 gennaio 2017

La bianca Signora sul Lago - 7 - Emi bis

Emi Picco, dopo il racconto del fari annegato nel Lago tra Tarnep e Somplat, tenta un'altra strada narrativa ispirata alla "bianca signora", proponendo una "rilettura" di una canzone dei Rolling Stones nella quale, in pochi versi, viene ripercorsa tutta la storia della Valle del Lago.


Bianca Signora  sul lago, Tu ci sarai per l’eternità


Salve,  bianca Signora sul lago
Tu che hai visto  passare le prime acque  del Tagliamento
Tu che hai  accompagnato imperatori, vescovi, frati ed eretici
Eserciti vinti e vincitori, pellegrini, briganti pentiti  il giorno delle Ceneri
C’eri anche  quando hanno fatto centrali, viadotti ed autostrade,
imbrogli ed  onestà.
Noi umani spariremo, ma  Tu ci sarai per l’eternità

                                                                                            Emi Picco
(liberamente ispirato alla canzone “Sympaty  of the devil”  dei Rolling Stones)


"C’eri anche  quando hanno fatto centrali, viadotti ed autostrade.." (Foto di Aurelia Peressini)

Come sempre, commentate ... e scrivete!

sabato 21 gennaio 2017

Nel ricordo di Matteo, servizi e arredi per l'ospedale

“Matteo Chef Giramondo”: un atto concreto a favore dell’Ospedale di Gemona
Mercoledì 18 gennaio 2017 alle ore 18.00 presso la “Sala Lodolo” dell'Ospedale di Gemona del Friuli (UD) si è tenuta la cerimonia di consegna di una cucina completa di tutti gli accessori, a servizio del reparto "Degenze Intermedie Polifunzionali" e di due spazi “relax” con angolo lettura e conversazione posti al piano terra del nosocomio.
Gli spazi sono stati allestiti grazie al ricavato del secondo: "Concerto per Matteo" svoltosi con inaspettato successo ad Osoppo il 21 e 22 maggio 2016.



(Foto di Federico Marchetti dalla pagina fb "Io voglio l'ospedale a Gemona!"



E all'avvenimento il Messaggero Veneto ha dedicato un ampio articolo:

Una cucina all’ospedale dallo chef Giramondo
Il regalo dell’associazione nata per ricordare Matteo Rodaro
Il plauso del sindaco di Gemona: un gesto di solidarietà
di Piero Cargnelutti


GEMONA Un dono all’ospedale in ricordo di Matteo Rodaro. Grande partecipazione mercoledì sera all’ospedale San Michele, dove l’associazione Matteo Chef Giramondo di Trasaghis ha donato alla struttura sanitaria una cucina didattica per il reparto degenze al primo piano e gli allestimenti per due spazi relax predisposti al piano terra. È il frutto dell’evento musicale che Matteo Chef Giramondo ha organizzato nel maggio dell’anno scorso al parco ex Colonie di Osoppo dove si esibirono Federico Poggipollini e LA Guns: «Tutto questo - ha spiegato Daniele Martina, presidente dell’associazione - è il frutto del lavoro di 100 volontari e oltre 2 mila ospiti. Matteo era un uomo di speranza, e il dono a questo ospedale ci è sembrato più che opportuno perché questo è un luogo in cui la speranza non deve mai mancare». La donazione è stata seguita da un pubblico numeroso composto da molte persone di Trasaghis ma anche dagli stessi comitati che da tempo difendono l’ospedale San Michele: dai presenti è partito un grande applauso a Giovanni Rodaro, sua moglie Michelina e al figlio Andrea, la famiglia di Matteo, lo chef di Avasinis mancato nel 2013 a causa di una malattia, a soli 36 anni. Tra le autorità, erano presenti il presidente del consiglio regionale Franco Iacob, il consigliere regionale Roberto Revelant, il sindaco Paolo Urbani, il direttore dell’Aas3 Pierpaolo Benetollo e gli amministratori di Trasaghis, Venzone e Osoppo. «È un gesto di solidarietà nella capitale del terremoto risorta grazie all’aiuto di tutti, e questo è un ospedale che ha una storia di 800 anni sorto sui lasciti dei gemonesi e non della Regione», ha detto il sindaco Urbani rivolgendosi al direttore Benetollo che ha spiegato: «La cucina didattica donata su indicazione dei dirigenti dell’azienda permetterà di migliorare il servizio di cura delle persone che rientrano dopo un intervento: è una stanza senza barriere, uno strumento utile a fare in modo che le famiglie diventino più confidenti con le cure che i loro cari devono affrontare. Un tempo le famiglie venivano aiutate a uscire ma oggi si sta cercando di cambiare anche se non è facile». «È certamente un momento importante - ha concluso il presidente Iacob - e significativo di condivisione per una comunità che sta affrontando delle scelte dolorose fatte su una struttura sanitaria che potrà comunque avere un ruolo importante in futuro». 

(MESSAGGERO VENETO ed. Udine,  20 gennaio 2017)


venerdì 20 gennaio 2017

La bianca signora sul Lago - 6 - Anna R.

Il tema della "bianca signora sul Lago" continua a offrire occasioni di ispirazione sempre diversi, su registri differenti. Questa volta si usa la "marilenghe" in un testo che raggiunge un grado veramente coinvolgente di intensità e partecipazione: l'autrice è Anna Rabassi.


Letara a un fradi mai tornât

Cj visistu, Jacum? Cj visistu di cuant che fruz a si coreva ju pas Gadorias? E pò tumbulas e batisasso cun nestas sûrs? Cj insumistu mai das nestas monts? Ce tant fen vino ingrumât pas bestias ju par chei pecoi? Tros balz e tros cos di lens vino puartât ju como mus par parasi da l’unvier che di lì a pôc al sares rivât?
Mi insumi ancjmò di te, Jacum. Frut legri dai vôi spirtâz. I rit bessola penzant a ducj i dispiez chi tu cumbinavas tra i murs di cjasa.
E dulà sestu cumò, Jacum? Jo, chi ti cîr in ogni sum la not, dimi alc.
Papà che a pît o in bicicleta al riva fintramai a stazion a Glamona, al cjala chei trenos e al brama di jodi chel fî dismontâ. Ma chel treno dal fum scûr al scjama soldâts ferîts ca n’an pui gjambas, dêts e nancja animas. Cul grop tal cuel al torna vi cjasa e al sbassa il cjâf. 
La cj sestu indurmidît, Jacum? In cuâl prât da stepa russa? Dongja cuâl clap? Cj ano almancul metût una crôs? Astu frêt?
Zoventût robada. Cjasas vuêtas. Gjenitôrs disperâts e veduas senza pui lagrimas. Dulà sestu fradi gno?
E cussì, in chestas zornadas di Zenâr, cuant che la Siora blancja si poja sul lâc e sui Palêts, jo, i mi imagjini chi tu setis tu chi tu tornas vj cjasa. Che chê nêf ca cj cujerz te, lontan, a cj puarti fintramai culì.
Nêf blancja, frescja e pura como la tô zoventût, como s’a fos la tô cjareza ca si poja prin su las monts, po sul paîs e infin sul gno cûr.

                                                                                                       Anna Rabassi

A ricuart di gno barba Jacum (fradi di mê nona Vira che tant a volût ch’i lu tegnissin a cûr) dispiers in Russia tal Zenâr dal 1943 e ducj chei che cun lui a na son tornâts ta lôr Delés.


                                                                             
                                         


(Foto Mario Stefanutti e Archivio Centro Documentazione)

giovedì 19 gennaio 2017

La bianca signora sul Lago - 5 - Massimo

Da Max, "il poeta del fiume Tagliamento", un contributo in forma di "parole libere" sul tema della "bianca signora sul Lago":


Bianco perlato (foto di Daniela Stefanutti)

Elegante vestiva
di bianco perlato
il lago copriva.
La bianca Signora
il suo velo posava
su un angolo di cielo 
mentre tutto attorno 
si trasformava. 
                 Massimo Monutti








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mercoledì 18 gennaio 2017

La bianca signora del Lago - 4 - Valeria

Da Trieste, un nuovo contributo sulla "bianca signora del Lago":


L’ombra della montagna cala sopra le acque del lago.
Dietro il vetro della mia stanza calda io, fanciulla, guardo la vecchia dama bianca scendere silenziosa e posarsi dolcemente fino all’acqua. Dai rami degli alberi il luccichio dei cristalli di neve illumina il vecchio pontile di legno con la barca che oscilla. Poi  come d’incanto si scioglie, il bianco svanisce, ma ricompare,  solo che da dietro quel vetro un’altra fanciulla la guarda ridiscendere lenta e ridisegna  il paesaggio del quale ora faccio parte anch’io.
   

Valeria Ferluga


"il luccichio dei cristalli di neve illumina il vecchio pontile di legno con la barca che oscilla..." (foto Aurelia Peressini)


E' sempre valido l'invito a commentare il racconto e, magari, a contribuire con nuovi testi sul tema.

martedì 17 gennaio 2017

La bianca signora sul Lago - 3 - Emi

Una nuova puntata delle "variazioni sul tema Bianca Signora del Lago". Questa volta Emi interpreta il personaggio in senso allegorico, legandolo a un episodio reale accaduto sul Lago nel secolo scorso.

LA BIANCA SIGNORA DEL LAGO

Per me la Bianca signora del lago è la natura che tutto controlla  ad eccezione del destino degli uomini e questa storia lo dimostra.

Francesco era un fabbro di Interneppo che  lavorava nella “farie“ a Somplago, dove si recava ogni giorno con la barca piuttosto che farsi la lunga  camminata   per la strada da “selve da Ruve”. A Somplago aveva conosciuto Lucia, figlia del mugnaio  Tin, padrone del mulino di S .Candido e dopo un certo tempo si erano  sposati ed accasati ad Interneppo. Francesco continuava il suo lavoro di fabbro a Somplago e Lucia  lavorava nei campi e cresceva il figlio … Purtroppo un pomeriggio inoltrato – si era nel 1883 -  a causa di un improvviso temporale estivo sul lago, la barca su cui stava viaggiando Francesco ed altre persone si  capovolse e tutte le persone finirono in acqua. 
Tutte  riuscirono a riemergere, ad eccezione di Francesco che era solito portare in tasca punte e scalpelli di ferro  che  forgiava e temprava   “per i clienti “.
Purtroppo  la Bianca Signora del lago nulla aveva potuto fare per  salvarlo…
La storia continua   in quanto,  dopo una veloce  messa  a ricordo  di Francesco che era ancora  in fondo  al lago, Lucia  - dopo aver    recuperato  un po’ di fichi  -  partì per venderli sul mercato di Tolmezzo e a chi la rimproverava di questo comportamento    rispondeva “I morti, purtroppo, sono deve sono ed io devo pensare ai vivi”. 
La Bianca Signora del Lago  - leggi natura  - da una parte toglie e dall’altra  aiuta.



                                                          Emi Picco 


Come sempre, intervenite commentando questo racconto e, magari, inviando il vostro per la pubblicazione.

lunedì 16 gennaio 2017

Studenti all'estero: possibilità anche per quelli della valle del Lago

Ancora pochi giorni per partecipare al bando rivolto anche a studenti valdelaghini nati tra il 1998 ed il 2002:

Borsa di studio per chi vuole recarsi all’estero


AMPEZZO. La A2A Spa assegna una borsa di studio per studenti che vogliono recarsi all’estero.
Gli interessati debbono presentare apposita domanda entro il prossimo 20 gennaio utilizzando l’apposita pagina al sito internet www.intercultura.it/volontari/i-centri-locali/.
La borsa di studio è ammessa per i residenti nei Comuni di Ampezzo, Cavazzo Carnico, Comeglians, Ovaro,  Trasaghis, Tolmezzo e Villa Santina che siano nati tra il primo giugno 1998 e il 31 luglio 2002.
Presentando la domanda si potrà concorrere all’assegnazione di una borsa di studio per un programma estivo della durata di quattro settimane.
Questo si terrà in Argentina e in Spagna per un corso di spagnolo, in Cina per la lingua cinese, in Canada, in Danimarca, in Irlanda e in Finlandia per la lingue inglese, in Giappone per il corso di giapponese e in Russia per quello di lingua russa.
Il viaggio darà la possibilità di partire alla scoperta di un nuovo mondo, accolti i famiglia o in college e di prendere parte a un corso di lingua straniera e di cultura del Paese ospitante.
A carico del partecipante è previsto un pagamento di 50 euro quale quota di iscrizione al bando. (g.g.)
(http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2017/01/02/news/borsa-di-studio-per-chi-vuole-recarsi-all-estero-1.14653881?ref=search) 

domenica 15 gennaio 2017

La bianca signora sul Lago - 2 - Angela

La "proposta letteraria" del Blog si arricchisce oggi con il contributo di Angela:


FIOCCHI

Si sta come d'inverno sugli alberi la neve.

All'inizio ci si sente così ben saldi, attaccati a rami forti e così strettamente uniti ad altri simili da riuscire a creare una coltre soffice, ma resistente.
La bianca signora è scesa ad accarezzare il lago e ha fatto in modo che tutto sia come deve essere, nulla risulta stonato: il cielo ha esattamente quel tono di grigio giusto per la neve, il freddo è quello umido e pungente più adatto e anche l'odore è piacevolmente riconoscibile.
Migliaia di allegri fiocchi danzanti si rincorrono tra i canneti, distraggono le anatre e gli svassi. Tutto si regge in un equilibrio perfetto.

Poi tutto cambia.
Incomincia  a nevicare, tanto, incessantemente: in troppi cercano posto su quel ramo ritenuto sicuro che... si piega, lentamente, ma inesorabilmente.
L'equilibrio è rotto, si scivola, si cade... infine il ramo si spezza!
Alcuni sciocchi fiocchi, sui rami più grossi, resistono contenti, ma la felicità è breve, fuggevole, apparente...

Il giorno seguente splende il sole, tutto brilla luminescente, la bellezza è travolgente e sconvolgente.
Ma quel calore fuori momento è un tradimento: anche quelli più al sicuro non hanno scampo, sciolti, liquefatti... come neve al sole.

Metafora della precarietà della vita?
Del doman non c'è certezza?

Anche, ma nulla finisce perché tutto cambia: la neve diventa acqua che va a nutrire il lago e che bagna la terra troppo a lungo asciutta.
Mutare, senza disperare per tentare di vivere, ancora, felici e contenti.


(Un umile omaggio ad Ungaretti)


                                                                       Angela Turisini

"Il giorno seguente splende il sole, tutto brilla luminescente, la bellezza è travolgente e sconvolgente" (foto Arnaldo Rossi)

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