"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 13 marzo 2017

Monts di cjaras. L'allevamento delle capre nel Comune di Trasaghis

L'ultimo numero di "Tiere furlane" (il 26) ospita una serie di articoli (a cura di Sandro Menegon, Enos Costantini e Tiziana Di Giusto) sull'allevamento caprino in Friuli. Una sezione è dedicata anche al Comune di Trasaghis con una sintesi storica dell'importanza che la capra aveva nella società contadina locale fino ai primi decenni del Novecento.

NEL COMUNE DI TRASAGHIS 
In epoca napoleonica l’attuale comune di Trasaghis era formato dal comune di Peonis (cantone di Gemona) e dal comune di Alesso (cantone di Tolmezzo). Il primo comprendeva Peonis con 140 capre e Avasinis con 260 capre, mentre Trasaghis abbinata a Braulìns ne aveva ben 300. Si può affermare che il numero dei caprini era legato al territorio, essendo quello di Trasaghis-Braulìns assai più magro, ripido, roccioso e brullo rispetto a quello di Peonis. Non per nulla Peonis poteva permettersi di mantenere 248 vacche (e 555 abitanti), mentre a Trasaghis-Braulìns ve ne erano soltanto 145 (per 436 abitanti). Alesso, che aveva 696 abitanti, allevava 982 capre, decisamente un bel numero, con 258 pecore e 403 vacche. Non è un caso se le bestie allevate sono tutte dei ruminanti: soltanto essi possono trasformare l’erba, accanto ai boschi unica ricchezza locale, in alimenti e in vestiti per l’uomo. Il numero delle bestie e la loro tipologia è lo specchio del territorio in una determinata epoca storica: un eventuale aumento quantitativo o qualitativo del foraggio avrebbe comportato un aumento delle bovine che sono più produttive, ma anche più esigenti, rispetto ai ruminanti di minor taglia (i cosiddetti “minuti”). Come si può vedere in Tab. 1 il numero delle capre scende man mano che quello delle vacche sale. Va tenuto conto della persecuzione subita dalle capre da parte della Forestale, ma tutti i centri abitati sopra menzionati potevano contare su una latteria sociale agli inizi del Novecento, un chiaro indice dello sviluppo che aveva preso l’allevamento bovino. Le 1.579 bovine registrate nel 1908 rappresentano un bel numero per un ambiente così povero, ed è il probabile risultato di miglioramenti fondiari, di igiene dell’allevamento e dei ricoveri, senza escludere qualche integrazione alimentare (sale pastorizio, cruscami). Negli anni Cinquanta e Sessanta, a fronte di un migliaio di bovine le capre si erano ridotte a qualche decina: era solo l’inizio di una fine che nel decennio successivo avrebbe travolto anche il patrimonio bovino e (ri)consegnato l’ambiente ai suoi originari abitatori: gli alberi, i caprioli e i cinghiali.


L'intera rivista può essere scaricata gratuitamente cliccando su questo link:
http://www.regione.fvg.it/rafvg/export/sites/default/RAFVG/economia-imprese/agricoltura-foreste/tiere-furlane/allegati/TF26.pdf

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