"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

lunedì 31 luglio 2017

Migranti, Trasaghis ne accoglierà fino a 8

Si è svolta lunedì sera l'annunciata seduta del Consiglio comunale di Trasaghis nella quale è stato deciso (col voto favorevole della maggioranza e quello contrario della minoranza) di aderire allo Sprar, il piano di ridistribuzione dei migranti e dei rifugiati.
Sulla base di tale decisione, nel Comune potranno essere ospitati fino a 8 migranti (in un rapporto percentuale rispetto al numero dei residenti).



Trasaghis, sì allo Sprar ma è subito protesta

TRASAGHIS. Otto migranti, è il massimo che Trasaghis potrà accogliere in futuro. Lo prevede l'applicazione del sistema Sprar approvato dal consiglio comunale venerdì. A votare a favore sono stati i componenti della maggioranza, con il voto contrario delle opposizioni di fronte a un gruppo di cittadini del paese che più volte hanno fatto sentire le proprie preoccupazioni. «L'accordo con la Prefetture - ha detto il sindaco Augusto Picco - permette di tutelarci, perché in quella convezione si stabilisce che più di un certo numero di migranti non potranno venire. Di fronte a una mancata adesione, potrebbe succedere che in futuro arrivino anche 40 persone nelle strutture messe a disposizione dei privati». Non è bastato a placare l'opposizione: «Il nostro Comune - hanno detto i consiglieri Giorgio Rodaro e Gianni Toffoletto - non ha strutture per accoglierli. Dopo di che, l'accordo che si vuole sottoscrivere dura tre anni: chi ci garantisce che terminato quel tempo le cose non cambino? ». Preoccupazioni condivise dai cittadini. (p. c.)

(Messaggero veneto, 30 luglio 2017)



I lettori possono, come sempre, esprimere il loro parere sull'argomento.

Val del Lago sul Web: il giro del San Simeone proposto da "Il Piccolo"

"Il Piccolo" di Trieste ha dedicato alla Val del Lago un bell'articolo di M. Piccin: partendo da Bordano viene proposto un anello attorno al San Simeone e alla zona del Lago:

Verso il San Simeone pedalando a Bordano, paradiso delle farfalle


di Massimo Piccin 

Oggi partiamo da Bordano, in provincia di Udine, tra Venzone e il lago di Cavazzo, per un anello che compie il giro del Monte San Simeone . Itinerario di circa 20 chilometri, tra strada carrozzabile e ciclabile. Per tutti, con ogni tipo di bici. Bordano è un paese fresco di 700 abitanti, colorato da murales e noto come “il paese delle farfalle”, per la massiccia presenza di questo insetto, soprattutto nella stagione primaverile. La Casa delle Farfalle vale una visita, a vostra scelta a inizio o a fine di questo giro. È il più grande complesso di serre per farfalle in Italia, che qui volano libere a migliaia, per centinaia di specie diverse provenienti da tutto il mondo.

Da Bordano, per strada di scarso traffico, saliamo in un paio di facili chilometri verso la Sella di Interneppo, appena oltre a un bivio, che a destra propone l'ascesa panoramica e tortuosa al Monte San Simeone (1505 m.). È la prima variante all'itinerario, per 12 km non facili (pendenze attorno all'8 per cento) fino in vetta al monte che fu epicentro e simbolo del sisma che devastò la Carnia nel '76.

Dalla sella, che raggiungiamo con facilità, lungo murales simpatici dedicati ai campioni del ciclismo, scendiamo al lago di Cavazzo. Breve sosta, finita la discesa, nel magnifico punto panoramico su questo bacino naturale, prima di iniziare la strada che lo percorre lasciandolo sulla sinistra, fino a Somplago, in circa 5 km. Qui, la seconda variante al giro, tenendosi sulla sinistra verso l'abitato di Alesso, raggiungibile in circa 3 km. Paesino grazioso, meta turistica per la presenza del torrente Palar.
A Somplago inizia una salita appena impegnativa, ma breve (2km circa), verso la Sella di Cesclans, che scollina verso Cavazzo Carnico. Appena oltre la sella, un bivio. Teniamoci a destra, dove hanno inizio il tratto ciclabile che chiude il giro del San Simeone e ci riporta a Bordano lungo il Tagliamento. Si tratta di un'antica strada, fino a qualche anno fa sterrata e ora adibita a pista ciclabile asfaltata. Facile e divertente, termina dopo 9 km a Pioverno, dove una piccola deviazione sul ponte del Tagliamento permette un panorama importante sui monti di Gemona e Venzone. Si prosegue, infine, per altri 3 km verso Bordano.


domenica 30 luglio 2017

Val del Lago sul Web: il laghetto delle Sorgenti a Bordano

Il sito  "ilgazzettino.it" ha dedicato un bell'articolo di Paola Treppo al laghetto che si trova in località "alle sorgenti" di Bordano, tra la strada e il Tagliamento:

Quel laghetto sperduto e sconosciuto regno di immensi "dipinti naturali"

di Paola Treppo 

BORDANO (Udine) - Sono straordinarie le geometrie naturali che creano le montagne, il cielo e l'acqua sul piccolo e sconosciuto laghetto di Bordano, tra Gemona del Friuli e il più noto lago di Cavazzo. Il lago non è segnalato da cartelli e non rientra nelle mete turistiche del Friuli Venezia Giulia. Forse per questo è rimasto intatto, con il suo paradiso di fauna e flora.

Realizzato più di 30 anni fa per la comunità di Bordano, non supera la profondità di sei metri ed è alimentato costantemente dalle fredde acque del fiume Tagliamento, attraverso un canale realizzato sulla sponda destra; un canale naturale che non si vede, perché scavato sul fondale. Quando non piove e non c'è vento, come in questi caldi giorni di luglio, le montagne si specchiano letteralmente nelle sue acqua e lo spettacolo che si gode è di quelli da favola, quasi irreale, quasi da dipinto: un'opera d'arte immersa nel verde.
Il lago è "mobile": varia a seconda della portata del Tagliamento, cui si accede da una strada secondaria che conduce sul suo arido, bianco e largo letto ghiaioso. L'inverno è più grande, d'estate si riduce. La comunità di Bordano lo rispetta: è uno spazio sacro. Non un mozzicone di sigaretta, non una borsa di plastica o immondizia per terra. Arbusti, fiori, alberi crescono come in un parco protetto, anche se non lo è: nessuno si azzarda a sporcare, modificare o snaturare le aree verdi. Qualcuno si immerge con la muta, per fotografare i fondali, limpidissimi. Non si può fare il bagno né pescare. Ma sono in tanti, specialmente nel fine settimana, a trascorrere qualche ora sulle sue sponde, anche la sera, accendendo dei fuochi, tutti rigorosamente circoscritti da pietre. Sono le uniche tracce dell'uomo in questo piccolo paradiso a due passi, ma ben nascosto, dalla statale 13 Pontebbana.



Per vedere tutte le foto a corredo dell'articolo:

sabato 29 luglio 2017

Val del Lago sul Web - da Bordano al Lago a Somplago

Su Youtube è appena stato pubblicato da "Pagosworld"  un video che racconta "in presa diretta" una escursione nella Valle del Lago. I luoghi toccati sono la Casa delle Farfalle di Bordano (con visita all'interno), il Parco del Lago, il sentiero dalla passerella allo stagno ecologico alla riva ovest per concludersi alla festa del pesce di Somplago.

Il video può essere visto su youtube seguendo questo link: https://www.youtube.com/watch?v=4wvIbiAEIaY

oppure cliccando qui sotto:

Che ve ne pare?

venerdì 28 luglio 2017

Sabato e domenica ancora con le foto dell'UTE sul Lago

Presso il Centro Servizi di Via Libertà  è ancora possibile vedere, dalle 16 alle 19 di sabato e domenica,  la bella mostra fotografica "Il Lago dei Tre Comuni", con foto realizzate dai "Fotocreativi di Gemona e Dintorni" del corso di fotografia UTE 2016/2017.
Ecco i nomi dei fotografi che, coordinati da Graziano Soravito, espongono le loro opere:



La disposizione delle foto consente di apprezzare le singole sensibilità artistiche indirizzate ai più diversi aspetti del Lago:




I problemi e le prospettive del Lago su Telepordenone

La rubrica "La voce del Friuli" di Telepordenone ha dedicato un servizio alle problematiche del Lago, con una intervista a Franceschino Barazzutti che ha ricostruito le vicende del Lago, dalla Sade ad Edipower, sino alle recenti polemiche in merito alla richiesta dei consorzi per l'irrigazione dei campi del Medio Friuli, ribadendo al proposta del by-pass capace di salvaguardare il Lago e garantire le esigenze dell'irrigazione. Il video presenta anche una intervista ad Annamaria Gisolfi che ha ribadito la necessità dell'impegno della popolazione locale nei confronti dei "poteri forti" per la difesa del Lago e del territorio.

Il video può essere visto su Youtube (https://www.youtube.com/watch?v=pRndNVDk-jE) oppure cliccando direttamente qui sotto:



Come sempre, i lettori possono esprimere il proprio parere sulle diverse tematiche affrontate.

giovedì 27 luglio 2017

Migranti a Trasaghis: se ne discute venerdì in Consiglio comunale

Il Consiglio comunale di Trasaghis, nella seduta di venerdì 28 luglio, si occuperà anche della possibile accoglienza di un gruppo di migranti e/o rifugiati, come sta avvenendo in quasi tutti i Comuni d'Italia.
I termini della questione vengono così riassunti in un comunicato del Sindaco Augusto Picco:

Convocazione Consiglio Comunale di venerdì 28 luglio
Al 5° punto all’ordine del giorno c’è la proposta di adesione ad un centro S.P.R.A.R (Sistema di protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).
Provo a fare un po’ di chiarezza invitando tutti a partecipare al Consiglio Comunale.
La volontà dell’Amministrazione è quella di fare in modo di controllare eventuali e sottolineo eventuali arrivi di migranti.
La storia dei comuni vicini ci insegna che non gestire il fenomeno significa vedersi assegnare 20-30 o forse più persone senza che nessuno possa farci nulla perché deciso unilateralmente dalla Prefettura…
L’adesione allo S.P.R.A.R invece limita al massimo a 8 l’eventuale e mi ripeto eventuale assegnazione di migranti.
Credo sia un provvedimento di tutela per tutti i cittadini di Trasaghis di fronte ad un fenomeno come quello che stiamo vivendo che se non controllato, rischia di essere esplosivo per le nostre comunità.
Ma ne parleremo insieme venerdì prossimo, a tutti quindi l'invito a presenziare!

I lettori del Blog sono invitati a prender parte alla seduta del Consiglio comunale e a esprimere - come sempre "cun creance e sintiment" - il proprio parere.

Due fine settimana col panzerotto di Cavazzo

Torna l'appuntamento con la Sagra del Panzerotto a Cavazzo Carnico (UD), giunta alla tredicesima edizione, che quest'anno si svolge il 29, 30 luglio e 4, 5, 6 agosto 2017.
Apertura chioschi alle 19.00 con degustazione dei panzerotti fatti a mano. L'evento è organizzato da A.S.D. Cavazzo Carnico

Programma:

Sabato 29 luglio 2017
Alle 20.30 ballo con band “Claudio & Claudia”
Domenica 30 luglio 2017
Alle 20.30 serata danzante con “Romano Venturi”

Venerdì 04 agosto 2017
alle 20.30 “Road to corpo” & musica 2018 dalle 22.00 rock funk, reggae
Sabato 05 agosto 2017
dalle 14.30 Summer Fitness party con Non solo fitness Cavazzo, aperto a tutti e gratuito. Serata danzante con “Annalisa e Franco”
Domenica 06 agosto 2017
alle 20.30 serata musicale con “Trio Zenith”

Informazioni:
www.facebook.com/ASD-Cavazzo- 428523830538002/


mercoledì 26 luglio 2017

Val del Lago sul Web: le tradizioni del San Simeone

Il sito "Forum Julii Project" ha pubblicato un bell'articolo di Enrico Rossi legato alle antiche tradizioni che sono incentrate sul San Simeone, in particolare alle leggende delle anime in processione verso la chiesetta. Da segnalare che, tra i lavori citati tra le fonti, vi sono diversi articoli pubblicati sul Blog "Alesso e Dintorni", il che è una ulteriore dimostrazione di come il Blog venga seguito e consultato.
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La processione delle anime sul San Simeone


La devozione popolare in una terra così disseminata di chiesette ed edicole votive, grazie alla sua formidabile radicazione nel corso dei secoli, si è inevitabilmente intrecciata con la leggenda. Ma, non trattandosi di storia, per la quale in ogni epoca fior fiore di studiosi hanno prestato il loro tempo alla stesura di una storiografia universale, le leggende e tutto ciò che fa intrinsecamente parte della tradizione tramandata oralmente rischiano di essere perse inesorabilmente se non accorressero in aiuto eruditi appassionati della propria terra. È proprio grazie a uno di questi, Sabino Leskovic (1874 – 1957), se i racconti della Val del Lago possono oggi arricchire non solo di curiosità ma anche di nozioni storiche il nostro sapere; questo personaggio lo ritroveremo poi più volte in altri testi.

In particolare una leggenda mette in relazione devozione e attaccamento per i propri luoghi di culto e per i propri antenati. Siamo sul Monte San Simeone, montagna massiccia e tozza che a ovest guarda il Lago di Cavazzo e a nord e a est il Tagliamento. Su questa sorta di isola di roccia e alberi è stata eretta una chiesetta che è tra quelle di maggiore elevazione in tutto il Friuli. È, non a caso, la Chiesetta di San Simeone, quota 1215 m slm, non in cima al rilievo ma su un altipiano, in parte boscato e in parte tenuto a prato, detto “Valdisore”. Dal 1338 è punto di riferimento in particolare per le comunità di Bordano e Interneppo, ma anche di Somplago, Mena e Pioverno. È infatti divenuta assai nota in tutto il Friuli, e ciò ha sicuramente contribuito al consolidamento dell’usanza di recarvisi almeno una volta.

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Celebrazione della Santa Messa durante l’ultima edizione della Festa di San Simeone, settembre 2016. (foto di Enrico Rossi)

 Per i bordanesi e gli interneppani, poi, si tratta di una ricorrenza basilare che si tiene annualmente in occasione della Festa di San Simeone, la prima domenica di settembre. La Santa Messa si tiene oggigiorno all’esterno, per via della moltitudine di persone che la concelebrano e per le ridotte dimensioni dell’edificio, ma alla fine, a cerimonia conclusa, non si può fare a meno di visitarla, anche solo per pochi attimi. Può trasformarsi in un vero e proprio pellegrinaggio votivo, l’avôt, se si decide di intraprendere la salita a piedi partendo da fondovalle, anche se, grazie alla ex Strada Militare del San Simeone, è possibile arrivare addirittura in auto sino in “Valdisore”, per poi compiere a piedi solo l’ultimo tratto. In ogni caso, che sia a piedi, in macchina o in bici, il primo viaggio è marchiato da una forte tradizione, volta a invocare la protezione di San Simeone, ossia quella di portare con sé una piccola croce di legno; dalle più semplici, fabbricate con due ramoscelli intrecciati, a quelle un po’ più elaborate e su cui si possa segnare il nome e la data. Questa piccola croce andrà poi depositata all’interno della chiesetta, assieme a quelle delle altre persone che per la prima volta vi accedono, oppure presso i sacelli dedicati al santo, che si trovano numerosi sul monte.

Il perdurare ancora oggi di questa forma molto sentita di devozione non deve quindi lasciarci troppo sorpresi se pensiamo alla leggenda (la principale tra quelle che riguardano il monte) che è nata attorno a questa chiesetta. Tutto ha origine dal detto “chi non ci va da vivo ci va da morto”. Si dice, infatti, che nella notte tra il 1° e il 2 novembre, Giorno dei Morti, si radunino le anime di tutti coloro che in vita non hanno mai visitato la Chiesetta di San Simeone e che queste, in processione, girino attorno all’edificio tenendo una piccola candela fissata alla punta dell’indice. Leskovic ci riporta nei suoi scritti che questa è solo la parte più famosa della leggenda, confermata a suo dire da altre 33 persone, che evidentemente deve aver sentito all’epoca delle sue ricerche, mentre ve ne sarebbe un’altra parte che nessuno a suo tempo raccontava. Dato che da Interneppo si snodano vari sentieri che risalgono il San Simeone, le anime non potrebbero non passare per il paese, e infatti si narra che quella notte sia tutto un lieve rumoreggiare dei passi e delle preghiere delle anime.

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Dal Borc di Rive, uno dei borghi storici di Interneppo, si diparte uno dei vari sentieri che permettono di raggiungere il San Simeone, in questo caso anche l’adiacente Festa. (foto di Enrico Rossi)

 Le donne di Interneppo per l’occasione preparano, o meglio, preparavano, visto che oggi questi racconti sono in gran parte ricordi da leggere sui libri o da sentirsi raccontare, dei cialdîrs riempiti d’acqua per l’abbeveramento delle anime. Coloro che se ne fossero dimenticate non avrebbero indugiato ad alzarsi e riempire a loro volta per dare il loro contributo. Sempre secondo Leskovic, alcune donne avrebbero persino udito il cop, ossia il mestolo, urtare il cialdîr, nell’evidente atto di usufruire dell’acqua messa a disposizione. Egli parla di un timore da parte dei paesani verso queste anime, che quindi ricevevano il massimo rispetto anche attraverso questi piccoli gesti. Molto interessante è constatare dalle sue parole come già all’epoca i giovani tendessero a dimenticare queste credenze e a non curarsi delle tradizionali azioni messe in atto dai loro avi. Stiamo parlando del periodo degli anni ’30 e ’40, quando Leskovic raccolse queste testimonianze; si deve quindi comprendere come i vecchi che gli raccontarono queste storie fossero nati attorno al 1870, mentre i giovani che già stavano perdendo queste usanze potevano essere benissimo i nonni miei e dei miei coetanei, nati tra le due guerre mondiali. Tuttavia mio padre Oscar si ricorda bene che da bambino, quando andava a trovare la nonna Caterina Piazza a Interneppo, tra gli anni ’50 e ’60, trovava i suoi cialdîrs colmi d’acqua per l’occasione. Il contemporaneo Emi Picco ci permette di arricchire ulteriormente il mito. Egli ci dice che nessuno ha potuto mai vedere questi spiriti, essendo entità ultraterrene, tranne una donna che aveva perso il figlio. Ella volle a tutti i costi rivederlo, e in effetti lo incontrò in questa processione, ma, avendolo visto portare una botticella piena sulle spalle e avendole lui detto che lì dentro c’erano le lacrime che lei aveva versato per il suo trapasso, si è messa il cuore in pace. Inoltre, come ulteriore evidente segno di rispetto, nessun abitante terreno va a dormire quella notte sul San Simeone. Picco è una di quelle persone che ancora oggi rispettano queste usanze, unitamente a quella, diffusa in tutto il Friuli, di imbandire una cena e riempire d’acqua tutti i secchi in vista del rientro delle anime dei congiunti alle proprie case. Anche se di una leggenda difficilmente si può ricavare un periodo di genesi, al contrario di quanto accade per le vicende storiche, vale la pena comunque evidenziare che quella delle anime del San Simeone mostra delle similitudini con i culti celtici. Potrebbe quindi trattarsi di una sorta di lascito culturale che le popolazioni pre-romane del Friuli avrebbero trasmesso ai popoli successivi, eredità che sarebbe andata a infiltrarsi nel credo cristiano, che inevitabilmente la avrebbe riadattata alle proprie necessità spirituali tramite la figura della Chiesetta di San Simeone. Torneremo sicuramente in questi paesi tra il Lago e il Tagliamento, e anche in questa montagna dall’aspetto severo ma compagno di vita degli abitanti di quei paesi, nella storia e nelle tradizioni.

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Un piccolo seguace (il sottoscritto) della tradizione della croce lignea, anno 2003. Sullo sfondo la statua del santo e, sotto di essa, il piccolo deposito delle croci. (foto di Oscar Rossi)


Fonti principali:

NB: l’articolo è dedicato alla memoria di Olivo Picco, ex sindaco di Bordano, scomparso prematuramente il 28 dicembre 2016. Il sottoscritto ebbe la fortuna, pochi mesi prima, di ricevere proprio da lui il libretto di Leskovic, preziosa miniera di informazioni.
Enrico Rossi


(da: https://forumjuliiblog.wordpress.com/2017/07/15/la-processione-delle-anime-sul-san-simeone/ )

martedì 25 luglio 2017

Fine settimana con ... "Trasagas in fiesta"

Si rinnova l'appuntamento nel fine settimana con una nuova edizione, la sesta,  di "Trasâgas  in fiesta" proposta dal "Grop trasagan" sul piazzale della chiesa.



Questo il programma:



venerdì 28
ore 17 aperitivo musicale e apertura chioschi
ore 21 Living dolls (rock-pop al femminile)

Sabato 29
ore 17 aperitivo musicale e apertura chioschi
ore 20.30 Si balla con Alvio & Elena

Domenica 30

ore 9.30 corsa non competitiva "Como cais"
ore 17 Animazione con "Funny time"
0re 20.20 Suona "Riccardo Tosti"
Chiusura festeggiamenti

SPECIALITA' GASTRONOMICHE:
CAIS ALLA TRASAGANA, CALAMARI FRITTI, PORCEDDU (sabato) e ... tanto altro!

La manifestazione TRASAGAS IN FIESTA ha il patrocinio della Amministrazione comunale di Trasaghis

lunedì 24 luglio 2017

Delés in fiesta, una carrellata fotografica


Una serie di immagini su "Delés in fiesta", la "tre giorni" di manifestazioni proposte  dalla Parrocchia e dalla Latteria di Alesso  conclusasi con successo ieri sera grazie all'apporto di tanti volontari


Mostra dell'artigianato locale
Mostra micologica
Tavolate al coperto sempre affollate
 
Serate musicali: Vasco tribute

La presentazione delle squadre giovanili

Lo staff della cucina

Lo staff per la distribuzione delle magliette per il Palar
Il banco con i Gialli storici ambientati in Friuli nella Grande Guerra

Estrazione dei biglietti della lotteria

     
Proclamazione del biglietto vincente
Elenco dei biglietti vincenti nella lotteria "Judìn i nestis fruts"


Come sempre, chi c'era e chi c'è stato può mandare al Blog immagini e commenti sulla iniziativa.
Nei prossimi giorni verrà data notizia dell'utilizzo dei fondi raccolti con la lotteria per le scuole ed i settori giovanili delle squadre calcistiche del territorio nonché delle proposte avanzate per la salvaguardia del Palar e del conseguente utilizzo dei fondi raccolti nella distribuzione delle magliette 

P.S  Grazie agli organizzatori e allo speaker Enrico Masiero che hanno ritenuto di citare pubblicamente il ruolo svolto nella realtà locale dal Blog "Alesso e Dintorni". 

domenica 23 luglio 2017

Val del Lago sul Web: i consigli dei motociclisti

Dal sito "Trueriders", la descrizione del suggerimento per un viaggio da farsi in moto per il Friuli passando per la Valle del Lago:

Itinerario in moto in Friuli-Venezia Giulia, sulle strade del Tagliamento

Punto di partenza ideale del nostro tour alla scoperta del Friuli-Venezia Giulia in moto è Lorenzago di Cadore, piccolo comune della provincia di Belluno che collega la regione del Cadore a quella della Carnia attraverso il passo della Mauria, valico alpino che dà i natali al Tagliamento e capace di farsi apprezzare in sella, nonostante un’altitudine non particolarmente elevata (poco meno di 1300 metri sul livello del mare), per le sue curve immerse nel verde. I tornanti ci conducono quindi a Forni di Sopra, piccolo paese dominato dai paesaggi dolomitici, con cui ha ufficialmente inizio la nostra avventura friulana.
Seguendo il corso del fiume e della SS52, raggiungiamo quindi Tolmezzo, di fatto considerato il centro più importante dell’intera Carnia. Qui, una prima tappa, anche per iniziare magari ad assaporare la cucina locale, può essere una buona opzione per tutti i mototuristi desiderosi di conoscere più da vicino le tradizioni del posto. Una buona alternativa per una sosta, apprezzata soprattutto dagli amanti dei paesaggi dei paesaggi lacustri, può però essere quella di aspettare qualche chilometro per fare una breve pausa sulle sponde del Lago di Cavazzo, il lago naturale più esteso dell’intero Friuli. Prima di fermarsi per il meritato riposo, suggeriamo però di non perdere anche la salita al Monte San Simeone: un panorama spettacolare vi ricompenserà dello “sforzo”.
Superato Bordano, paese delle farfalle, proseguiamo dunque verso Gemona del Friuli, altro noto centro della zona che ai motociclisti meno giovani rievocherà alla mente anche il triste ricordo del sisma del 1976.
(...)



sabato 22 luglio 2017

Luglio 1944, fuga da Bordano in fiamme

73 anni fa, in queste giornate, si verificava il dramma di Bordano dato alle fiamme dai nazifascisti e la conseguente fuga degli abitanti, che si riversarono nei paesi vicini in cerca di ospitalità e sostegno.

Alcune testimonianze di quelle drammatiche ore:

AD ALESSO

Lunghe pietose file di profughi di Bordano e Interneppo, dai vestiti laceri, molti anche scalzi, livida la faccia, arruffati i capelli: uomini che di tratto in tratto si fermavano a maledire; madri stringenti i piccoli al collo e aventi per mano i più grandicelli; due, tre ragazze ferite da schegge ai piedi, che domandavano un pezzo di tela per legarsi; una donna ferita grave al petto portata da quattro (il marito era rimasto ucciso), da ultimo dei vecchietti curvi sul bastone che si trascinavano a malapena tutti preoccupati di fuggire, di fuggire lontano dal pericolo, ci passavano davanti come impressionante fantasmagoria cinematografica. Noi li trattenevamo un poco per dir loro qualche parola di conforto, per dar loro tutto quello che si poteva; ad onor del vero quei di Alesso si sono dimostrati generosi.
D. NOACCO, Memorie di Alesso.. fino a Novocerkassk!  , Bollettino Parrocchiale di Alesso, s.d. (pres. 1945)

A si jodeva la int che a era scjampada, e tancj a erin rivâts fint a Dalés. Pôra int, sot i puartis a parâsi da ploia (chê a na mancja mai, cuant che a na si à dibisugna di jê), fruts che a vaivin e vieilis in pòza, che a fasevin tant dûl… Intuna magnera o in chê âta, a ogni mût, ducj àn cjatât di lâ a sotet.
(Z. Cucchiaro, 1944, il sfolament dai Dalessàns, Comune di Trasaghis, 2014)

A SOMPLAGO E MENA
Allora avevo 8 anni. Ricordo gli sfollati di Bordano a Mena e Somplago ed i colpi di mortaio su Interneppo…. (Franceschino Barazzutti)

AD AVASINIS
Quella popolazione dovette fuggire e trovare alloggio nei paesi vicini. Molti per qualche giorno furono ricoverati anche nelle nostre scuole ove furono visitati dall'Arcivescovo, Mons. Nogara."
(Francesco ZOSSI, Parroco di Avasinis, Diario)

La rappresaglia tedesca non si fece attendere e i paesi di Interneppo e Bordano vennero incendiati. Si temette anche per Avasinis, ma siccome ciò non accadde, fu possibile accogliere qualche famiglia costretta a sfollare; una famiglia amica venne accolta anche a casa mia.
(Modesto Di Gianantonio, 2011)

Mia madre ricorda la fuga verso Interneppo, i colpi di mortaio tedeschi ed infine la canonica di Avasinis, dove alcune donne del posto cercavano di rifocillare ed aiutare i profughi di Bordano. (Emi Picco)

A VENZONE
Arrivati in piazza a Venzone andammo ospiti da una signora che aveva un negozio di merceria accanto ad un panificio, mentre le famiglie di Sefite e di Bon Bon andarono oltre le mura perché, questi ultimi, avevano una figlia andata a marito qui (…).
Per le strade di Venzone c'erano tanti soldati tedeschi mimetizzati, autoblinde, carri armati che “scurivano l'aria da tanti che erano!”.
Sempre il 21 luglio, di venerdì, i tedeschi portarono a Venzone i prigionieri del San Simeone lasciandoli liberi di andare a cercare da mangiare presso qualche famiglia del paese, con la clausola che se non fossero rientrati sarebbero stati ritenuti responsabili di ciò che sarebbe potuto accadere alla popolazione del luogo.
(Rinalda Picco, testimonianza pubblicata in “Cuant che las caneles…”)


Sono testimonianze diverse che, messe assieme, possono fornire un quadro complessivo di quelle dolorose giornate. Vi sono ancora alcune persone che possono raccontare quello che è loro successo in quei momenti: sarebbe opportuno che tali testimonianze non andassero perse. E' importante raccogliere le ultime testimonianze dirette disponibili, per ricomporre un mosaico estremamente complesso e chiarire i punti ancora in dubbio.  (Pieri Stefanutti)

venerdì 21 luglio 2017

Attiva la sorveglianza dell'ETP sul Palar

Nelle discussioni di questa calda estate, spesso è venuto fuori il discorso su quali organismi siano preposti a sorvegliare (ed eventualmente a punire comportamenti sanzionabili) il corso del Palar, come noto meta di un afflusso straordinario.
Una testimonianza diretta attesta come controlli periodici siano stati attivati dall'Ente Tutela Pesca: 


Flash di un pomeriggio assolato di metà luglio sul Palar. Sono pacificamente disteso sulle sue ghiaie e mi sto godendo l’assoluto relax, quando vedo avanzare lungo l’altra sponda due Guardapesca volontari dell’ETP del Collegio n° 10 in attività di vigilanza. Con lo sguardo seguo i due colleghi mentre lentamente risalgono il bellissimo quanto incontaminato torrente, controllando il territorio, anche con l’ausilio dei loro binocoli. Mi riconoscono e mi salutano. Gesti che contraccambio, mentre si incamminano sotto il sole cocente verso la briglia a monte. Li vedo fermarsi dove stazionano un gruppo di ragazzi che avevano parecchio disordine attorno a loro. Sento che il più anziano dei due, gentilmente, fa loro presente che alla partenza avrebbero dovuto recuperare tutte le loro cose e non lasciare spazzatura in giro. Sento poi che una persona chiede loro se era possibile accendere un fuoco per una grigliata. Sempre cortesemente i colleghi rispondono negativamente, mostrandogli su una parete i segni di un recente incendio boschivo. Li vedo quindi continuare il servizio, fino a quando li perdo di vista.  


Claudio Polano
                                             
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Come sempre, i lettori possono portare il loro contributo sull'argomento.

giovedì 20 luglio 2017

Tra Trasaghis e Paularo. Presidi friulani al lavoro su più sedi

Scuola Fvg: è emergenza presidi


Sul fronte della scuola, il Fvg ha conquistato una non invidiabile maglia nera. In regione, infatti, manca il 38 per cento dei presidi: sono 58 su 153 le scuole senza dirigente. Un record nazionale, perché il dato italiano si attesta al 18,3 per cento degli Istituti. Una situazione emergenziale denunciata da tempo dai sindacati. Nella nostra regione si sommano due criticità: il concorso regionale, che ha selezionato meno candidati rispetto alle esigenze, e l’assenza del bando nazionale, che latita da tre anni. Il risultato è che, in provincia di Udine, mancano 23 titolari; nel Pordenonese, sono 15 le situazioni nelle quali si profila una reggenza, 13 a Gorizia e sette Trieste.
“Abbiamo chiesto all’ufficio scolastico regionale e alla Regione di fare pressioni sul Ministero perché si possano almeno concedere distaccamenti dall’insegnamento ai vice-presidi”, spiega Adriano Zonta, segretario regionale Flc-Cgil. “Ci sono, infatti, casi particolarmente critici, nei quali ad alcuni dirigenti sono state assegnate anche tre reggenze, con evidenti ricadute sulla qualità dell’organizzazione scolastica”.
Il punto, infatti, è che, per contratto, i dirigenti non possono rifiutare l’incarico. Accade, quindi, che il preside dell’istituto comprensivo di Trasaghis – che spazia da Peonis a Resiutta, attraverso VenzoneOsoppo e Alesso - debba seguire anche le scuole di Arta e Paularo. O che il dirigente di Gemona, residente a Udine, abbia ricevuto l’incarico anche per Comeglians. Nel Friuli occidentale, tra i casi limite c’è il plesso di Sacile, con oltre 1.600 studenti, al quale è stata ‘accorpata’ anche Caneva, o il colosso Leopardi, che prevede anche la reggenza sull’Istituto comprensivo cittadino.
“E’ il momento che anche i dirigenti aprano gli occhi – chiosa Massimo Gargiulo della Flc Cgil di Udine – perché, finora, in molti casi sono stati proprio loro a chiedere le reggenze. Spero, per lo meno, che questa volta attendano le nomine d’ufficio. E mi auguro che anche il nuovo direttore scolastico regionale mandi un segnale di discontinuità rispetto al passato nella gestione di questo vero e proprio disastro”, conclude Gargiulo.

mercoledì 19 luglio 2017

Fine settimana con "Delés in fiesta"

La Parrocchia e la Latteria Turnaria di Alesso, con il patrocinio del Comune di Trasaghis, propongono nel fine settimana incontri musicali e gastronomici nell'ambito di un progetto a sostegno dei bambini delle scuole e dei settori giovanili delle squadre calcistiche locali.


Questo il sunto del programma:

Ven.21/07 ----------------------------------------------
18.30 A tutto '90 - con DJ LALO
21.30 Vasco tribute band - con ROSSIMANIA
Sab.22/07 ----------------------------------------------
18.30 Tutto 2000 - con DJ LALO
21.30 883 tribute band - GLI ANNI D'ORO
Serata Paella
Dom.23/07 ----------------------------------------------
19.30 Dimostrazione di Freestyle Football - a cura di Dominik
20.00 Presentazione settore giovanile BTV (le squadre giovanili di Bordano, Trasaghis e Val del Lago)
21.00 Estrazione della Lotteria "Judin i nestis fruz"
21.30 Si balla  con i  TRE...MENDI BAND
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Degustazione birre
Piatti tipici Friulani, Austriaci, Sloveni

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A margine dell'iniziativa, una significativa proposta per la salvaguardia del Palar: sarà possibile acquistare la maglietta e il braccialetto appositamente disegnati da Caterina Stefanutti: il ricavato dalla vendita delle magliette sarà destinato ad un progetto per la valorizzazione e la salvaguardia del Palâr.
Per fare questo gli organizzatori chiedono l'aiuto di chi parteciperà a "Deles in Fiesta"; chi vorrà potrà, attraverso la compilazione di un modulo, anonimo o meno, o anche scrivendo sulla pagina Facebook (https://www.facebook.com/delesinfiesta/), proporre un'idea, un progetto, uno spunto finalizzato alla salvaguardia, valorizzazione, miglioramento, ripristino ... del nostro amato torrente.
A discrezione degli organizzatori, verrà scelto un progetto tecnicamente, economicamente e legalmente  (😁) fattibile e ad esso verrà destinato il ricavato dalle magliette.
Pensateci ed esprimetevi.

martedì 18 luglio 2017

Legambiente premia l'attività per il Lago dell'ing. Franzil e dell'ISMAR

Cinque bandiere verdi e due nere, quelle che Legambiente Fvg ha conferito quest'anno ad altrettanti soggetti. 
Ad essere premiate sono state l'azienda agricola Zore di Alessia Berra , il consorzio vicinale di Pontebba Nova, l'associazione fondiaria 'Valle Dell'Erbezzo'. Bandiera verde anche all'ing. Dino Franzil e all'Ismar, nonché  al giovanissimo (ha soli 15 anni) Aran Cosentino. 
Maglia nera, invece, per il Comune di Osoppo   (per il progetto di asfaltare l'aviosuperficie) e per i cosiddetti 'predatori del bosco'. 
La consegna del riconoscimento all'ing. Franzil
I riconoscimenti sono stati consegnati domenica nel corso di una manifestazione a Prato di Resia: è stato espressamente ricordato che la "bandiera verde per il Lago" vuole segnalare lo studio dell'ing. Franzil sulle problematiche relative al ventilato raddoppio della centrale di Somplago e le possibilità di rinaturalizzazione del Lago e le ricerche scientifiche effettuate sul fondo del lago da parte dell'Ismar.

Queste le motivazioni addotte della Commissione della Carovana delle Alpi che ha scelto di premiare con la bandiera verde i ricercatori del CNR-ISMAR di Bologna e l’ing. Dino Franzil

"In molti sono rimasti dapprima colpiti e poi sconcertati ed indignati per la recente strage di pesci – in particolare di centinaia e centinaia di esemplari adulti di trota marmorata – avvenuta nel greto del Tagliamento, improvvisamente prosciugato, subito a valle della presa del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, ad Ospedaletto di Gemona. Le eloquenti immagini, diffuse dagli organi di informazione locale, lasciano chiaramente intendere una relazione tra questo drammatico evento e l'aumentato prelievo idrico, reso possibile dal Decreto della Presidente della Giunta Regionale che ha dimezzato per quindici giorni il rilascio del deflusso minimo vitale allo scopo di garantire l'approvvigionamento necessario all'irrigazione e a contenere i danni della perdurante siccità nelle campagne.
In questo contesto non potevano non suscitare ulteriori preoccupazioni le dichiarazioni del direttore dello stesso Consorzio di Bonifica, l'ing. Massimo Canali, che, reclamando a gran voce la necessità di finanziare un progetto per collegare lo scarico del Lago di Cavazzo nel torrente Leale con il canale Ledra-Tagliamento, attraverso una condotta sotto l'alveo del fiume all'altezza del ponte autostradale, facevano venire alla mente le accese discussioni di una trentina d'anni fa, quando sembrava che il più esteso lago della regione dovesse diventare una sorta di bacino da riempire o svuotare a seconda delle esigenze dei produttori di mais della pianura.
Prendere l'acqua dal lago - che già soffre per i problemi creati a monte dagli impianti realizzati dalla SADE e rischia di venire riempito dal limo nel giro di un centinaio d'anni - non è, naturalmente, l'unica soluzione contro la siccità. Prima bisognerebbe iniziare a seminare colture che richiedano una minor quantità d'acqua per la loro crescita e, in ogni caso, una strada che tenga conto delle richieste del mondo agricolo e delle situazioni di emergenza in realtà è già stata indicata. Da anni i Comitati che si battono in difesa del Lago sostengono la necessità di spostare il punto di immissione delle gelide acque della Centrale idroelettrica di Somplago - responsabili dell'inquinamento termico, del deposito di sedimenti e delle frequenti variazioni di livello – a valle del lago medesimo, dando la possibilità di riportare quest'ultimo alle condizioni originarie di bacino temperato.
Tra gli studi e le indagini più significativi che negli ultimi tempi hanno arricchito il bagaglio di conoscenze scientifiche sul lago e dato concretezza all'ipotesi di realizzazione di un by-pass per lo scarico della centrale ci sono quelli dell'ing. Dino Franzil e dell'Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del CNR di Bologna. 
Dino Franzil, originario di Alesso, ha ancora ben vive nella mente le esperienze vissute da bambino, quando l'attività di pesca dava da vivere a numerose famiglie e le trote, le carpe e le anguille catturate nel lago venivano portate in vendita nei paesi della Carnia e del Friuli in un raggio di vari chilometri. Nella sua pubblicazione – “Lago, Energia, Ambiente. Salviamo il Lago. Come e Perché” – non si è limitato a smontare punto per punto le tesi della società Edipower, che voleva mettere in funzione due nuove turbine pompando le acque del Lago nel sovrastante bacino artificiale di Verzegnis, sfruttando le variazioni di prezzo dell'energia tra il giorno e la notte e la possibilità di assicurarsi gli incentivi garantiti dai cosiddetti “certificati verdi”, ma ha anche affrontato altre questioni come quella del progressivo interrimento del bacino lacustre. Franzil ha calcolato che, dopo l'entrata in funzione della Centrale idroelettrica, oltre alla scomparsa del pesce si è verificato un deposito di sedimenti che in circa mezzo secolo ha raggiunto gli otto milioni di metri cubi. Questo ha compromesso l'alimentazione un tempo assicurata dalle polle presenti sul fondo del Lago e comportato una notevole diminuzione della profondità. Per evitare che nel giro di un centinaio d'anni il Lago si trasformi in un “canale-palude”, Franzil conclude il suo lavoro proponendo alcune soluzioni alternative. “Isolando” la Centrale dal Lago, è possibile garantire la produzione di energia e insieme riportare il bacino al suo stato naturale.
L'Istituto di Scienze Marine del CNR di Bologna ha invece condotto a partire dal 2015 alcune indagini sul campo che hanno permesso di stilare un Rilievo geologico/geofisico del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni. Grazie all'utilizzo congiunto di diverse tecniche di indagine geofisica, eseguite con apparecchiature sofisticate, e al campionamento diretto dei sedimenti mediante carotaggi a gravità è stato possibile ottenere una copertura quasi totale del fondale lacustre e acquisire dati di elevata qualità che permetteranno di studiare e descrivere l'evoluzione stratigrafico-sedimentologica del Lago alla scala secolare. La compilazione di una carta morfo-batimetrica, di una carta di riflettività dei fondali e di una carta delle isocronopache dei sedimenti saranno utilizzate per lavori scientifici e relazioni tecniche indispensabili ad una buona gestione del grande patrimonio naturale rappresentato dal Lago di Cavazzo.
Adesso non ci resta che attendere che “qualcuno” trasformi questi progetti in realtà, pronti ad assegnargli un giusto riconoscimento. Crediamo che per Franzil, i Comitati che si battono per il Lago e la gente che ci vive attorno sarebbe questa la “bandiera verde” più bella e attesa”.
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Sul sito "Udine - Diario del Web" è possibile vedere un video sull'annuncio delle assegnazioni delle bandiere nere e verdi in Fvg: