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sabato 11 novembre 2017

Monte Festa, 100 anni dopo: il ricordo della resistenza del 1917 (III)

Un “inno alla pace” di Celiberti ricorda la battaglia del forte

Cavazzo Carnico: cento anni fa la resistenza sul monte Festa. Oggi la cerimonia e lo scoprimento del monumento
di Tanja Ariis

CAVAZZO CARNICO. Grande guerra: a 100 anni dall’eroica resistenza del Forte del monte Festa che permise alle nostre truppe di ricompattarsi sul Piave, il Comune di Cavazzo Carnico ha organizzato per sabato 11 un evento a ricordo di quei fatti e realizzato un monumento alla memoria: un “inno alla pace” , opera dell’artista Giorgio Celiberti. L’ente dal 2008 porta avanti con determinazione il ricordo di quella pagina di storia e dell’eroismo di quei soldati, con tanto di archivio su sito web (che ha anche permesso al nipote di un disperso di ricostruire gli ultimi giorni di vita del nonno e vederlo inserire nel monumento ai caduti di Colle Isarco) e vari interventi al Forte. Non senza difficoltà. L’evento,  organizzato dal Comune (in collaborazione con quelli di Bordano e Trasaghis, le Sezioni Ana Carnica e di Gemona, Gli Amici della fortezza di Osoppo e la Proloco di Somplago e Mena), voleva essere ben più significativo e coinvolgere anche l’Austria, spiega il vicesindaco, Dario Iuri, ma senza l’appoggio della Regione e dovendo basarsi solo su fondi propri di bilancio, non è stato possibile. 

«Senza polemica – dice– ma si parla tanto di Caporetto e ci dimentichiamo che la storia della Grande guerra nostra è questa. Gli uomini, quasi duecento, del Forte del monte Festa dal 26 ottobre al 6 novembre sbarrarono tutto e impedirono che le truppe tedesche arrivate a Stazione Carnia proseguissero. La loro resistenza è stata fondamentale per le truppe italiane». Alcuni anni fa tre ragazzi hanno preparato la tesi di laurea in architettura sul Forte. Pulirono la fortificazione, di cui non esistevano mappe, e ne setacciarono ogni angolo con rilievi dettagliati. Il Comune vorrebbe, ma non ha fondi, tradurre i dati emersi in una pubblicazione sul Forte, una delle opere militari più importanti di inizio ’900 in Fvg. Costruito nel 1910, era un efficace sbarramento per eventuali penetrazioni invasive provenienti dalla Carnia o dal Tarvisiano. 

Con la rotta di Caporetto, le truppe austro-ungariche trovarono via libera all’occupazione del territorio friulano attraverso la val Fella. È a questo punto che la posizione strategica del Forte entra in gioco. Nel 1917 tra ottobre e novembre il fuoco d’artiglieria del Forte riuscì a ritardare la discesa delle truppe d’invasione. Tutto ciò diede tempo alle nostre truppe impiegate sul fronte carnico di mettersi in salvo. 

La guarnigione del Forte non si arrese, resistette sino a esaurimento delle scorte di munizioni, fece saltare le bocche da fuoco prima di tentare di mettersi in salvo. La fuga durò poco, quasi tutti furono catturati. A quella resistenza eroica venne attribuita la Medaglia
d’argento al valor militare. 

(rid. e adat. da Messaggero Veneto, 10-11-17)

2 commenti:

  1. Sono almeno 5 anni che i laureandi della facoltà di architettura di Udine hanno presentato la tesi sul forte di monte Festa ed almeno altri 5 che la Regione FVG stanzia contributi per le attività legate alla grande guerra. Come mai il comune di Cavazzo che non ha disponibitá finanziarie non ha attinto a questi fondi per la pubblicazione della tesi? Forse non ne erano a conoscenza, peccato per il vicesindaco, e prima sindaco, se avesse espresso difficoltà a reperire queste informazioni l'avrei aiutato volentieri.
    Cep

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    Risposte
    1. Ovviamente è preferibile che il lettore "Cepcep" comunichi espressamente la propria identità, proprio per dar modo a quanti si sentono interessati o coinvolti, di contattarlo direttamente.

      Elimina

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