"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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martedì 19 dicembre 2017

Ospedale San Michele di Gemona, Comitati tra proteste e proposte

Riceviamo e pubblichiamo:

Come mai i vertici della AAS 3 non rispondono alla nostra richiesta di rimettere a Gemona il servizio di chemioterapia sui 5 giorni come un tempo, altro che chiuderlo, per evitare un inutile quanto pesante pendolarismo su altre sedi ai pazienti oncologici? Dato che l’ambulatorio oncologico, come  altri, non solo di Gemona, come si legge sulla stampa, obbliga le persone a spostarsi sull’intera Azienda? Ma rimaniamo anche in attesa di conoscere i costi di realizzazione e gestione, nonchè  i contenuti contrattuali  per i tre medici che andranno nell’inutile CAP (Centro di Assistenza Primaria), allocato dal 2 Gennaio al San Michele. Una posizione infelice, che visto l’attuale affollamento del parcheggio ospedaliero, obbligherà alla sosta negli ultimi stalli verso Via Praviolai e a una lunga camminata, fino agli ambulatori che si trovano, come già detto, al terzo piano del nosocomio, dalla parte di Ospedaletto. Un posizionamento assurdo di questa nuova struttura, voluta dalla riforma sanitaria, che costringerà gli anziani non accompagnati a un defatigante spostamento. Inoltre un CAP monco, visto che i Medici che hanno gli ambulatori in Riva degli Stimmatini, non si sposteranno e con prestazioni per il momento solo sulla carta. Ma il Coordinamento dei Comitati, nel Convegno del 1° Dicembre all’Hotel Carnia, ha lanciato una precisa proposta di riorganizzazione della Sanità in Alto Friuli. Noi chiederemo al prossimo governo regionale che l’AAS 3 torni pedemontana e montana, comprendendo Gemonese, Carnia, Canal del Ferro/Valcanale e Tarcentino. Un’area omogenea con circa 100.000 abitanti e con Tolmezzo, Ospedale di riferimento, però a rete con il San Michele di Gemona. Territori, e’ stato sottolineato, che da sempre  afferiscono a queste due strutture sanitarie. Una tesi questa, sostenuta anche dal cdx tolmezzino, preoccupato dalla perdita di alcune funzioni ospedaliere e dalla fuga dal San Antonio di  valenti professionisti. Ma Gemona chiederà anche, confortata dai numeri presentati al Convegno, di riavere il Pronto Soccorso con l’Area di Emergenza e i posti Osservazione temporanea e una Medicina come struttura complessa, sempre per evitare il pendolarismo dei malati su Tolmezzo e San Daniele, Un ambulatorio cardiologico, con personale e attrezzature al completo e soprattutto l’ambulatorio oncologico, per i motivi gia’ descritti. Ma verrà richiesta anche la creazione a Gemona di un servizio dermatologico, neurologico e soprattutto oculistico, oggi mancanti sull’Alto Fiuli. Un territorio che non vuol essere secondo a nessuno, che è nella zona piu’ sismica della Regione e che purtroppo sconta il numero di morti piu’ alto, confrontato con i residenti, rispetto agli altri territori della Regione.


Coordinamento dei Comitati a difesa del San Michele di Gemona


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